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Uno spazio di scambio dedicato a tutte le donne per imparare a stare bene con se stesse

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equilibrio

IL POTERE CREATIVO DELLA DONNA, AMOME

Posted by carlab on 25 Gennaio 2021 | Leave a response
la placidità dell'acqua amome

“Amo me” è il nuovo spazio che una fotografa, formata nella rappresentazione delle immagini, ha creato per condividerlo con altre donne e aiutarle a coltivare il benessere. Ecco cosa ci racconta.

Vanessa, tu hai una formazione artistica, quali affinità hai trovato fra arte, equilibrio e salute?

L’essere artista ti porta ad osservare ciò che ti circonda mettendolo in relazione con la nostra sensibilità interiore. Per dipingere il cielo, devi osservarlo a lungo per comprendere le diverse sfumature di colore che lo compongono, per fotografare una foglia cerchi di sintetizzare in un instante, una particolare luce che si riflette sulla sua superficie. Il prodotto finale è il risultato di un dialogo tra la realtà circostante e la nostra emotività, un abbraccio che porta all’unione di entrambe. Nello yoga accade qualcosa di molto simile a ciò che accade nella produzione artistica con la differenza che l’abbraccio è tra il corpo e la mente. In entrambi i casi, entrambe le attività mi hanno consentito di raggiungere serenità interiore.

A chi ti rivolgi nella pagina che hai messo a punto?

La pagina è rivolta principalmente alle donne. Come donna, sono conscia di tutti i ruoli che ricopriamo: figlie, madri, compagne, colleghe e amiche, solo per dirne alcuni. Ad ogni ruolo, corrispondono diverse responsabilità a cui far fronte in un limitato lasso di tempo. L’attenzione per noi stesse viene sempre all’ultimo posto. AmoMe vuole dare la possibilità ad ogni donna di ritagliare un pò di tempo da dedicare a sé stessa. Sono convinta che prenderci cura di noi stesse contribuisca a migliorare la nostra serenità interiore consentendoci di svolgere in nostri ruoli con più energia, pazienza e compassione.

dune di sabbia su cielo grigio amome

Quindi “Amo me”…non è un percorso che esclude egoisticamente gli altri e il mondo esterno?

Non vedo l’atto di prendersi cura, un atto egoista. Egoismo è non voler condividere invece, in questo caso, invito la persona ad amarsi per poter amare ancora di più il prossimo. Perché quando una donna si ama, non prova invidia o gelosia verso gli altri, al contrario, sente la voglia di avvicinarsi ad un’altra persona per scambiare questo sentimento di amore. Anche le religioni spesso ci insegnano questo, penso ad esempio a quella cattolica che dice: “ama il prossimo tuo come te stesso”. Sono convinta che se facessimo così, vivremmo in un mondo migliore.

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Nella tua pagina, come pensi di aiutare le donne  a ritrovare questo equilibrio?

Il percorso è stato preparato per trovare vitalità, equilibrio e serenità nella mente e nel corpo tramite 4 pratiche : lo yoga, la meditazione, l’alimentazione e la lettura. La mente e il corpo, anche se tendiamo a dimenticarcelo, dovrebbero vivere in strettissimo rapporto. Quando riusciamo a riscoprire questa relazione tra mente e corpo, la nostra vita acquisisce un’interezza che altrimenti sarebbe impensabile.

Hai dedicato uno spazio al cibo, quale è l’obiettivo?

Il cibo è uno dei pilastri della nostra salute e di quella dell’ambiente. Non si può trascurare. Con due ricette al mese, forniamo spunti per collegare le scelte alimentari alle stagioni ed imparare a godere di ingredienti semplici che le caratterizzano. Vogliamo avvicinare il piacere di mangiare sano anche alle donne che come me non mettono in primo piano la cucina. Condividendo una chiave di lettura amica di ambiente e salute mi auguro che saranno sollecitate a scoprire nuove ricette e nuove esperienze.

Una sezione della tua pagina, infine, lascia spazio alla lettura.  Cosa ti proponi?

La lettura mi ha sempre portato a fare dei bellissimi viaggi. Le parole scritte in una pagina possono essere quasi magiche. In diversi momenti della mia vita, ho letto frasi che mi hanno toccato nel profondo e sono rimaste con me come sussurri, promemoria di valori esistenziali.
I libri che consigliamo sono semplicemente un modo per condividere e approfondire argomenti connessi ai temi che vengono trattati nel sito.

Come partecipare a questo percorso?

Partecipare a questo percorso è molto semplice basta andare sulla pagina del sito: AmoMe e abbonarsi alla nostra offerta.

ffiore sul muro amome
Vanessa Ortega
Vanessa Ortega

Cresciuta tra Sud America, Stati Uniti e Svizzera, si specializza in fotografia presso il College di Middlebury, Vermont (USA), dove ha conseguito la laurea con lode in Arts. Si occupa da molti anni di narrazione fotografica e filmica realizzando fotografie e filmati al fine di documentare e raccontare eventi personali e collettivi.  I suoi percorsi di immagine sono la rappresentazione della continua ricerca di equilibrio tra il mondo esterno e quello interiore.

Ha cominciato ad appassionarsi allo Yoga e alla meditazione a metà anni novanta a San Francisco, una pratica che l’ha accompagnata anche quando è tornata in Europa e che è culminata nell’idea di creare la piattaforma AmoMe. Da più di dieci anni vive sul lago di Como con suo marito, i suoi due figli ed un cane.

Posted in: Benessere | Tagged: amo me, Amome, benessere, buoni propositi, Carla barzanò, cura di sè, donna, equilibrio, esercizi, lettura, libri, meditazione, Pierluisa Robecchi, ricette, serenità, stare bene, tempo per sè, Vanessa Ortega, vinyasa, vinyasa yoga, vitalità, yoga

FEGATO: COME AIUTARLO QUANDO È AFFATICATO

Posted by carlab on 7 Aprile 2020 | Leave a response
albero che si riflette nella notte

Organo di importanza vitale, il fegato governa i processi di rinnovamento e depurazione così importanti in questa stagione. Come abbiamo visto, le sue eccezionali capacità di rigenerarsi sono sostenute anche da dieta e stile di vita equilibrati, fondamentali per proteggerlo, tanto più in questo periodo che mette alla prova le nostre capacità di resistenza. Una corretta integrazione alimentare può essere un ulteriore sostegno, soprattutto quando il fegato è affaticato e necessita di un supporto mirato . La dottoressa Barbara Aghina, responsabile scientifica della nutraceutica Guna, ci aiuta a comprendere come e quando utilizzarla.

Di Barbara Aghina

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Perché proteggere il fegato?

È uno degli organi più complessi e sofisticati dell’intero organismo. Straordinario  “laboratorio” biologico, produce la bile, essenziale per la digestione dei grassi, presiede alla sintesi di numerose sostanze ed è una sede di deposito fondamentale per diversi principi nutritivi, fra cui il Ferro, la Vitamina B12 e il rame. Il fegato possiede, inoltre, una insostituibile capacità di filtro per l’eliminazione delle scorie alimentari e per le sostanze tossiche. La sua funzione gioca quindi un ruolo centrale per il nostro equilibrio.

Come proteggerlo?

Alimentazione sbilanciata, eccesso di grassi o zuccheri, stili di vita sregolati, possono alterare la sua normale funzione. Per salvaguardarla è quindi per prima cosa indispensabile curare menu e stile di vita evitando ciò che rischia danneggiarlo, in particolare alcol, fumo, abuso di farmaci e cibi di scarsa qualità. Conta anche praticare regolarmente attività fisica. Lo yoga, per esempio, che abbina respirazione e movimenti mirati a riequilibrare, è un valido supporto cui far riferimento anche fra le mura domestiche.

 

yoga in città

Quando è consigliabile ricorrere a una integrazione alimentare?

L’attività del fegato può essere rallentata per la presenza di alcune situazioni di disequilibrio, dal necessario carico di farmaci da assumere per periodi prolungati, da un sovrappeso accentuato, specialmente legato a una dieta sovrabbondante. Anche l’avanzamento dell’età comporta un fisiologico rallentamento della funzionalità epatica.     
Gonfiore addominale, difficoltà digestive e sensazione di amaro in bocca, sonnolenza dopo i pasti, stanchezza, sono segnali di un affaticamento della funzionalità del  fegato. Oltre a prendersi cura di alimentazione e stile di vita, in situazioni di aumentato del fabbisogno, può essere utile ricorrere a una integrazione alimentare, che può contribuire a mantenere la fisiologica funzionalità epatica.

Quale integratore alimentare utilizzare?

La moderna ricerca nutraceutica Guna ha messo a punto Epatoguna, un integratore alimentare per la funzione epatica in compresse gastro protette a rilascio controllato. I suoi costituenti sono:

  • Fegato di suino liofilizzato: attraverso un processo di liofilizzazione controllata di fegato fresco di giovani suini, vengono resi maggiormente biodisponibili i suoi nutrienti.

  • Colina: nutriente essenziale che gioca diversi ruoli fondamentali per la salute dell’organismo. Numerosi studi evidenziano che l’integrazione di colina è utile per sostenere il buon funzionamento del fegato e contribuisce al normale metabolismo dei lipidi.

  • Tè verde (titolato al 40% in Epigallocatechina-3-gallato[EGCG]). È noto che tra i diversi composti presenti nel Tè verde vi sono i composti polifenolici, in particolare la catechina chiamata Epigallocatechina-3-gallato (EGCG), il cui consumo è raccomandato per favorire la funzionalità epatica.

Grazie alla particolare forma farmaceutica (compressa a strato “gastro protetto”), i componenti di Epatoguna oltrepassano intatti la barriera gastrica e resistono all’aggressione dei succhi gastrici, arrivando a livello del primo tratto dell’intestino tenue dove vengono rilasciati e resi disponibili.

 

In che modo agisce Epatoguna?

Le parziali capacità riparative e rigenerative fisiologiche del fegato sono note da tempo, ma solo negli ultimi anni si è potuto evidenziare che esse sono legate principalmente alle cellule epatiche (o epatociti ), in particolare alla componente di cellule staminali epatiche adulte di cui il fegato è molto ricco.
Si tratta di un sistema costantemente in equilibrio dinamico (o in omeostasi) che regola finemente i tempi dei processi di riparazione e di rigenerazione necessari per mantenere il fegato in salute. Quando questo equilibrio si altera, come nel caso di alimentazione troppo ricca in grassi saturi, zuccheri semplici, in particolare fruttosio, alcol, o in seguito ad un uso elevato di farmaci, gli epatociti si trovano “soffocati”, soprattutto dalla sedimentazione dei grassi al loro interno, con un conseguente rallentamento di tutte le funzioni che svolgono. L’integrazione alimentare con Epatoguna può essere coadiuvante per l’equilibrio del fegato.

Come assumerlo?

Epatoguna si assume in ragione di 1 compressa deglutibile 2 volte al giorno, accompagnandola con acqua. Si consiglia l’assunzione di Epatoguna per almeno 2 mesi consecutivi.

Posted in: Integratori e lifestyle | Tagged: Barbara Aghina, bile, carciofi, equilibrio, fegato, ferro, grassi, omeostasi, rame, salute, serenità, star bene, vitamina b12, yoga

RESILIENZA E ELASTICITÀ

Posted by carlab on 30 Marzo 2020 | Leave a response

GLI ESERCIZIA PER FEGATO E POLMONI

Il fegato ha una funzione chiave in questa stagione e può aiutarci ad aumentare resistenza e capacità di adattamento.
Ecco gli esercizi suggeriti dalla fisioterapista Pierluisa Robecchi da praticare mattina, o pomeriggio, lontano dai pasti, per favorire la funzione del fegato, dell’apparato digerente e dei polmoni. Se per voi la sequenza è troppo lunga, dividetela in due parti, in diversi momenti della giornata.

di Pierluisa Robecchi

1.

sdraiati

Sdraiatevi a terra e per qualche minuto e ascoltate il fluire del respiro naturale.

2.

Ponete le mani sull’addome, inspirate sentendo l’aria che le riempie, mentre la parte bassa delle costole e l’addome si ampliano. Siate consapevoli del movimento del diaframma che si abbassa, apprezzandone la spinta che opera sugli organi e visceri dell’addome.
Espirando, lasciate che il diaframma risalga naturalmente, accompagnate la fine dell’espiro con una contrazione leggera degli addominali, per favorire un miglior svuotamento dei polmoni.
Questo è il massaggio continuo che il corpo opera, con il respiro diaframmatico, su organi e visceri .
Continuate per qualche minuto, senza forzare, sentendo che il respiro diventa più profondo.
Quindi, rimanendo rilassate, ritornate a sentire il fluire il vostro respiro naturale.

3.

gambe incrociate

Nella stessa posizione piegate e incrociate le gambe, se sentite tensione alla zona lombare, ponete dei cuscini sotto le ginocchia per sostenerle. Tenete le braccia a terra, lungo i fianchi. Praticate lo stesso respiro diaframmatico, avendo cura, alla fine dell’inspirazione, di trattenere per qualche attimo il respiro all’interno. Dopo questo breve trattenimento dell’aria a polmoni pieni, espirate lentamente e a lungo.
Continuate l’esercizio per qualche minuto, poi stendete le gambe a terra e rilassatele, ascoltandovi.

4.

Piegate entrambe le gambe sull’addome, abbracciatele, proseguite ascoltando il movimento del respiro addominale.

5.

arco concavo e convesso

A quattro zampe, distribuite il peso uniformemente sui quattro punti di appoggio, Inspirate lasciando che la colonna si porti vertebra per vertebra in arco concavo. L’attenzione è sulla respirazione che va dall’ombelico alla gola, ampliando progressivamente l’addome e il petto.

Espirando invertire la curva, dal bacino sino al capo, vertebra per vertebra, in modo che la colonna si porti in arco convesso. Rilassate il capo verso il basso. Nel farlo, contraete progressivamente i glutei, i muscoli del perineo (ano, vagina) e i muscoli addominali. Ripetete per 10 volte. Quindi ritornate a terra.

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6.

Sdraiate a terra, con la pancia rivolta verso l’alto, aprite le braccia in fuori, all’altezza delle spalle, con i palmi rivolti a terra. facendole riposare contatto con il suolo.

Afferrate con le mani le caviglie, sollevate il bacino e la schiena dal suolo. Sollevate la gamba destra portandola verso l’addome e piegando il ginocchio. Inspirate ed espirando rotolate, accompagnandovi con il braccio e la gamba destra sul fianco sinistro.( non poggiate né la gamba né il braccio a terra).

Ispirando ritornate al centro, stendete la gamba destra, piegate la sinistra e rotolate sul fianco destro. Ripetete più volte. Quindi riposate a terra, respirando naturalmente.

7.

A terra, piegate le gambe, poggiate i piedi paralleli al suolo, aperti quanto l’ampiezza del vostro bacino. Afferrate con le mani le caviglie. Inspirando sollevate progressivamente il bacino e poi la colonna, sino a portare il peso del corpo distribuito sui piedi e la parte superiore delle scapole. Tutto il tronco s’inarca. Mantenete le ginocchia parallele.
Respirate profondamente, per il tempo che vi è possibile, senza forzare. Se avete difficoltà ad afferrare le caviglie, rispettate la vostra possibilità di movimento. Intrecciate le mani e lasciate che le braccia riposino a terra, sotto l’arco che la vostra schiena ha formato. Ritornate alla posizione iniziale.

8.

RESPIRARE

In piedi gambe aperte quanto l’ampiezza del vostro bacino, piedi paralleli, braccia lungo i fianchi. Colonna vertebrale eretta.

Con una lenta e profonda inspirazione sollevate le braccia in fuori continuando verso l’alto, appena al disopra del capo. Gomiti leggermente flessi, braccia morbide, ruotate il palmo delle mani verso il basso. Espirare emettendo il suono XU ( è il suono dell’organo Fegato) che accompagna il movimento di discesa delle mani e delle braccia, davanti, lungo la parte anteriore del tronco, sino a ritornare in posizione di partenza. Sentire che la vibrazione del suono arriva al fegato e lo pervade. Ripetete l’esercizio da 12 fino a 36 volte.

9.

A terra, sdraiate sul fianco destro, raccogliete le gambe in posizione fetale. Piegate il braccio destro, la mano si appoggia a contatto con il lato destro del capo. La posizione deve essere confortevole e rilassante . Chiudete gli occhi. Immaginate che tutto intorno una luce bianca splendente, purissima, vi circondi. Inspirando, assorbitela e dirigetela al vostro fegato, riempiendolo. Espirando immaginate che tutte le tossine e le disarmonie dell’organo escano insieme al vostro respiro. Continuate a lungo. Quindi, inspirando, immaginate che la stessa luce di rigenerazione si espanda, contemporaneamente, ai polmoni e agli organi della digestione. Espirate come prima.
Potete praticare questo rilassamento-visualizzazione prima di andare a letto e in ogni momento, quando sentite la possibilità di rilassarvi .

Posted in: Corpo e mente, Esercizi | Tagged: benessere, diaframma, elasticità, equilibrio, esercizi, fegato, flessibilità, pier luisa robecchi, yoga

DOPO IL PARTO: RITROVARE L’EQUILIBRIO ARMONIZZANDO CORPO E MENTE

Posted by carlab on 13 Maggio 2019 | Leave a response

Gustav Klimt Le tre età (particolare)
1905

di Fiorenza Zanchi

Il puerperio o quarantena, come veniva chiamato riferendosi alla durata di circa 40 giorni, va dal periodo del “post- partum”, che comprende le prime 2/3 ore dopo il parto, all’incirca sino alla comparsa della prima mestruazione.
In questi fatidici 40 giorni nel corpo della neo mamma si compiono innumerevoli trasformazioni.

Una rivoluzione ormonale: bassi…

Ad esempio crollano letteralmente ormoni, come gli estrogeni e il progesterone, che avevano raggiunto livelli altissimi per sostenere la gravidanza e che, tra l’altro, contribuiscono in modo determinante all’equilibrio dell’umore nonché alla rigenerazione dei tessuti e, in particolare, delle mucose genitali.
Questi ormoni, unitamente a numerose altre sostanze presenti nel sangue che influenzano metabolismo, impulsi nervosi e intero equilibrio psicofisico, rimarranno sregolati nel corso di tutta la quarantena lasciando la puerpera in balia delle loro fluttuazioni.

… e alti

D’altro canto si eleva molto la prolattina, un ulteriore ormone che, come ricorda il suo nome, favorisce la lattazione ma più in generale il così detto ” comportamento parentale” ovvero una disposizione psichica di completa disponibilità, capacità di attenzione e difesa nei confronti del neonato e in contrasto, un relativo disinteresse nei confronti di qualsiasi “stimolo” che non sia il bimbo.

Insomma una vera e propria rivoluzione nel corpo e nella mente, resa ancora più complessa e delicata dalla comparsa al centro dello tuo spazio vitale, in tutta la sua concretezza, di un nuovo essere che per di più è totalmente dipendente da te.

Non ce la farò mai!

Piangere per ogni nonnulla, dormire poco e male, percepire ogni più piccolo inconveniente o problema come enorme o impossibile da superare, alternare momenti di eccitazione con crisi di terribile scoraggiamento, temere che il bimbo pianga troppo o troppo poco, dorma o mangi troppo o troppo poco, abbia la testa troppo lunga o schiacciata, che il latte sia insufficiente o poco nutriente… sono solo alcune delle reazioni, dei timori e dei sensi di inadeguatezza che accompagnano questa vera e propria rivoluzione ormonale!
Spesso inoltre non si sa da che parte cominciare e, soprattutto, a chi appoggiarsi: chi non uscirebbe almeno un po’ “esaurita” da tutti questi cambiamenti? Un momento di depressione, di crisi, di smarrimento, di “paura di non farcela” è del tutto naturale.

e la sessualità?

Anche i rapporti sessuali fanno fatica a riprendere sia per la “disposizione psichica” avversa, legata al rialzo della prolattina, sia perché il corpo non è ancora pronto: in particolare le mucose genitali, a causa degli estrogeni bassi, sono sottili e facilmente infiammabili. Insomma, con buona pace dei compagni, in questa prima fase più che di eros c’è bisogno di coccole e accudimento! Naturalmente è solo questione di tempo. Anche questo passerà: generalmente è la ripresa della mestruazione che avverte del progressivo ritorno a un equilibrio di “donna” e non solo di “madre”.

Un tempo per ogni cosa

Inoltre specie se ci sono state
– episiotomia, lacerazioni, ematomi, emorroidi o, ancor più un taglio cesareo, si può far fatica a muoversi, a camminare a sedersi. Ma anche in assenza di queste complicazioni il solo
– rilassamento dei legamenti del bacino, dovuto alla gestazione, può rendere difficile e penoso camminare provocando: dolori sciatalgici, o fitte all’inguine o senso di peso e tensione dolorosa alla vulva
Ugualmente
– l’allentamento dell’articolazione del pube, così come l’eccessiva mobilità dell’articolazione sacro coccigea, che hanno permesso al bacino di allargarsi e consentire il parto, possono provocare dolori che aumentano camminando.
– Ii piano perineale che ha dovuto tendersi e rilassarsi, se non essere inciso, per consentire il passaggio della testina durante il parto, può dolere e ostacolare sia la posizione seduta che la deambulazione, oltre che la sessualità.

E’ perfettamente normale che tutte queste lesioni dolgano anche per parecchio tempo, a volte anche al di là dei quaranta giorni, ad es. possono volerci anche due-tre mesi prima che i legamenti e le articolazioni ritrovino il loro tono usuale: d’altronde ci sono voluti nove mesi di continua trasformazione per arrivare al parto, non c’è da stupirsi e non si può pretendere che in un tempo molto più breve tutto ritrovi nuovi equilibri e una nuova armonia.

Niente di più naturale che sentirsi a pezzi, dolorante, bisognosa di cure, protezione e sicurezza piuttosto che pronta ad affrontare questa nuova enorme responsabilità che senti sulle spalle!

Le tradizioni insegnano

Non a caso invariabilmente in tutte le tradizioni la “quarantena” era tenuta in altissima considerazione e rappresentava un periodo di particolare protezione e accudimento. Qualsiasi sforzo fisico era risparmiato alla puerpera: tanto era considerata fragile che in alcune tradizioni veniva persino imboccata, così come in altre era il marito ad accudirla completamente, mentre alle nonne spettava badare al bambino che le veniva portato solo per l’allattamento…la tradizione ayurvedica, antica medicina che viene dai Veda, tuttora incoraggia la puerpera a restare in casa ed essere completamente accudita e nutrita con cibi speciali particolarmente nutrienti e raffinati per le prime tre- quattro settimane dopo il parto: questo periodo è ritenuto importantissimo per assicurare un buon rapporto tra la madre e il bambino ma soprattutto per proteggere il delicato sistema nervoso della puerpera.

Possiamo tuttavia aiutare e accelerare il “ritorno alla normalità” favorendo attivamente i nuovi equilibri che si stanno instaurando.

Cosa fare?
E’ tassativa:
-Una casa organizzata e accogliente
-La presenza di un gruppo famigliare – marito, madre, sorelle, zie..- o di un’amica disposti ad aiutare, seguire appoggiare.
-Se possibile l’ostetrica di fiducia con cui si ha confidenza e ricca di competenze cruciali per alleviare momenti di crisi
-Un’alimentazione idonea a sostenere le energie in ricostruzione e quelle donate in caso di allattamento.
In generale l’ambiente fisico e umano che circonda la puerpera deve costituire una sorta di “guscio” protettivo capace di garantire le condizioni migliori per affrontare serenamente le trasformazioni in corso.

-Alcuni semplici esercizi che aiutino a restituire energia al corpo, riposare meglio, ripristinare una buona postura, prevenire prolassi e disturbi urinari

Gli esercizi per armonizzare corpo ed energia dopo il parto

di Pier Luisa Robecchi

Dopo il parto e nelle settimane che seguono, è importante aiutare il riposo e restituire energia al corpo. Per farlo è sufficiente eseguire semplici esercizi di buona respirazione. Infatti per la sua centralità funzionale sui tre diaframmi (pavimento pelvico o perineo, diaframma della gola e diaframma epigastrico) quindi anche sul perineo, una respirazione corretta può aiutare ad attivare i muscoli del tronco e perineali per ripristinare una buona postura e, se gli esercizi sono regolari e mantenuti nel tempo, evitare prolassi e disturbi urinari.

  • Sdraiarsi a terra, su di una superficie morbida, gambe piegate e sostenute sotto le cosce da un rotolo, cuscini o coperta arrotolata. Porre un cuscinetto sotto il capo, braccia lungo i fianchi, palmo mani rivolto verso l’alto, o mani appoggiate con dolcezza sulla zona dell’ombelico, chiudere gli occhi. Ascoltare per qualche minuto il proprio respiro naturale. Quindi inspirando lentamente e profondamente, sentire l’espandersi della zona ombelicale. Espirando Il contrarsi progressivo della stessa zona e il suo rientrare leggermente. Continuare per alcuni minuti, senza forzare. Quando ci si sente rilassate, immaginare che il respiro sia pura energia bianca splendente, che si diffonda a tutto l’addome, al basso ventre, al perineo, all’utero, lenendoli, rilassandoli, armonizzandoli.

 

  • Dopo aver tolto i punti dell’episiotomia, ripetere la stessa respirazione aggiungendo nella fase espiratoria, quando la zona ombelicale si contrae e rientra un poco, una leggera contrazione progressiva dei muscoli perineali. Vale a dire contrarre la vagina e l’ano risucchiandoli un poco verso l’ombelico. Trattenere per due o tre secondi, quindi inspirare lasciando espandere la zona ombelicale e rilassando progressivamente i muscoli perineali. Ripetere per alcuni respiri. Quindi ascoltare le sensazioni della zona.

 

  • Sempre sdraiate, gambe piegate, piedi paralleli poggiati a terra aperti quanto l’ampiezza delle anche, braccia lungo i fianchi. Espirando la zona lombare si appiattisce sfiorando il pavimento, il coccige si stacca leggermente da terra, i muscoli perineali e addominali si contraggono: trattenere per tre secondi il respiro e la contrazione muscolare. Ispirando lasciare con un movimento morbido che il bacino basculi in antiversione: la zona lombare riprende la sua naturale curva lordotica, il coccige si appoggia a terra. La contrazione periombelicale e dei muscoli del perineo si rilassa progressivamente.

 

  • Dopo dieci quindici giorni dal parto gli esercizi diventano più intensi.

 

  • Medesima posizione: dopo aver ripetuto la retroversione ed antiversione del bacino per alcune volte, espirando, facendo perno sui piedi, sollevare il bacino contraendo con maggiore forza i muscoli perineali e sentendo la zona ombelicale rientrare, mentre la colonna vertebrale si stacca dal suolo, vertebra per vertebra, sino all’altezza delle scapole. Trattenere per alcuni secondi, quindi inspirando ritornare a terra, avendo cura di percepire il movimento della colonna, vertebra per vertebra, appoggiarsi al suolo.

 

  • Medesima posizione iniziale: gambe piegate, piedi paralleli a terra, braccia lungo i fianchi, stendere il ginocchio destro e sollevare la gamba, mantenere per alcuni respiri. Ridiscendere in posizione iniziale e ripetere dell’altro lato.

 

  • Stendere a squadra le gambe verso l’alto, e descrivere dei piccoli cerchi con tutte e due gli arti uniti, prima da un lato e poi dall’altro. Durante l’esercizio aver cura di mantenere una leggera contrazione della vagina e dell’ano. Ascoltare l’impegno dei muscoli addominali.

 

  • A quattro zampe, peso diviso equamente sui quattro punti di appoggio, spalle rilassate che si allontanano dalle orecchie. Inspirando, muovere vertebra per vertebra dal coccige sino al capo, inarcando la colonna ad arco concavo. I muscoli dell’addome pur espandendosi rimangono attivi. Espirando contraendo i muscoli glutei, perineali e addominali, portare in retroversione il bacino ed accompagnare la colonna in arco convesso, rilassando il capo in avanti.

 

  • Sempre a quattro zampe, equilibrare bene il peso sui quattro arti, quindi stendere e sollevare in dietro l’arto destro, mantenere la posizione avendo cura di sentire la zona addominale controllata dall’impegno dei muscoli, le spalle rilassate che si allontanano dalle orecchie, e tutto il corpo ben equilibrato sui punti d’appoggio. Mantenere per tre o quattro respiri, quindi ritornare in posizione di partenza, rilassare ed eseguire con l’altro lato. Da 5 a 10 volte.

 

  • A quattro zampe, poggiare la punta dei piedi a terra e camminando con le mani assumere la posizione accovacciata. Se vi sono difficoltà a mantenere la posizione, allargare lo spazio di separazione fra i due piedi, e porre sotto i talloni un rialzo. Inspirare ed espirando risucchiare contraendoli l’ano e la vagina sino alla sua sommità. Inspirare rilassando progressivamente.

 

  • Preparare un rialzo con due o più coperte ben piegate, sedersi sul bordo anteriore del rialzo e stendersi a terra, in modo che tutto il bacino sia poggiato sulle coperte. Sollevare le gambe a squadra e mantenendo il corpo a terra rilassato, braccia lungo i fianchi, portare l’attenzione sul movimento di espansione della zona ombelicale durante l’inspirazione, ed alla sua contrazione con leggero rientrare durante l’espirazione. Mantenere da 5’ a 10’.

 

 

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RINNOVARSI IN PRIMAVERA: L’EQUILIBRIO ACIDO BASE AIUTA

Posted by carlab on 24 Aprile 2019 | Leave a response

Di Barbara Aghina


Il desiderio di rinnovamento si fa strada, complice la natura che ci circonda, ma talvolta fatichiamo a entrare nel nuovo ritmo della stagione. Stanchezza, difficoltà di concentrazione, senso di pesantezza, sono disturbi frequenti dopo i mesi invernali e possono essere legati a una alterazione del fisiologico equilibrio acido- base dell’organismo, fondamentale per il nostro benessere. Rivedere le abitudini quotidiane, aiuta a superare il disagio e a ritrovare l’armonia, liberandosi dalle sostanze indesiderabili accumulate in inverno.

 

Un equilibrio delicato e importante

L’equilibrio acido- base dell’organismo (definito anche “del pH “), è fondamentale per la nostra vitalità ed il nostro benessere. La sua regolazione guida i complessi processi metabolici legati al mantenimento e al rinnovamento dei tessuti; inoltre sostiene l’equilibrio dei sali minerali e delle funzioni depurative dell’organismo.
Anche lievi alterazioni del pH, che nel sangue è pari al 7,41, quindi leggermente alcalino, possono provocare squilibri di questi sistemi.

La capacità dell’organismo di regolare l’equilibrio acido-base

Il ciclo fisiologico del metabolismo produce maggiormente sostanze acide, che in condizioni normali l’organismo stesso è in grado di riequilibrare, grazie a delicati processi di bilanciamento compiuti attraverso i polmoni , l’intestino e i reni. Per mantenere questo equilibrio entrano in gioco anche alcune sostanze organiche, fra cui sali minerali come i carbonati e i citrati, e i minerali calcio e sodio. Questi sali minerali hanno anche una funzione di “tampone” dell’acidità organica, e aiutano così a mantenere il fisiologico pH costante, contrastando quindi la tendenza ad un’eccessiva acidosi metabolica.
Anche la matrice extra- cellulare o connettivale dei tessuti, ha un ruolo centrale nel mantenimento dell’equilibrio acido-base, attraverso un ritmo circadiano ciclico di “carico” e di “purificazione” dell’acidosi, che si compie in parte in fase diurna e in parte in fase notturna.
In una condizione di eccessiva tendenza all’acidosi organica, quando i nostri sistemi tampone risultano insufficienti, può crearsi una condizione favorevole al deposito troppo elevato di acidi nella matrice extra cellulare, alla base di diversi squilibri generali.

Quando la tendenza all’acidosi è persistente

Stati di agitazione, nervosismo, difficoltà ad addormentarsi, alterazioni del tono dell’umore, sono alcune delle possibili conseguenze sul sistema nervoso di una tendenza persistente all’acidosi dell’organismo. A livello dell’apparato digerente si possono invece manifestare acidità e difficoltà digestive, sonnolenza postprandiale, mentre a carico dell’apparato locomotore possono evidenziarsi tensioni muscolari e depauperamento dei minerali ossei.

Superare i fattori di rischio dell’acidosi


La vita di ogni giorno presenta diverse situazioni che favoriscono questa condizione di squilibrio: stress, sedentarietà, inquinamento atmosferico, permanenza in ambienti chiusi, respirazione disarmonica, in particolare, sono fattori predisponenti, tanto più dopo i cinquant’anni, quando i meccanismi naturali di riequilibrio sono meno efficienti.
Per prima cosa quindi in questa stagione è importante incrementare l’attività fisica all’aria aperta in luoghi lontano da traffico e imparare nuovi esercizi di respirazione e rilassamento per attenuare la tensione nervosa.
Anche rinnovare la dieta può influire positivamente sull’equilibrio acido-base. La carne e altri cibi di origine animale, lo zucchero, i cereali raffinati, risultano essere i cibi più acidificanti. Frutta e verdura, anche se di gusto acidulo, hanno invece proprietà più verso la basificazione dell’organismo e andrebbero inseriti in ogni pasto per bilanciare gli altri alimenti. Menu frequenti a base di pizza, o panini, senza aggiunta di ortaggi e frutta, magari accompagnati da caffè, bevande alcoliche e zuccherine, soprattutto se ripetuti, possono influenzare negativamente l’equilibrio acido-base dell’organismo.

Gli integratori aiutano?

Stile di vita e dieta equilibrata sono sicuramente insostituibili per favorirlo.In alcuni casi, poi, anche gli integratori alimentari possono contribuire alla fisiologica regolazione dell’equilibrio acido-base. Una integrazione è utile, per esempio, durante i cambi di stagione, specialmente in primavera e in autunno, nei regimi alimentari squilibrati e in periodi di intensa attività sia fisica che mentale.

Quali integratori?

Gunabasic è un integratore alimentare a base di estratti vegetali e sali minerali. Senza glutine, viene dolcificato con Stevia ed ha un gusto gradevole.
Gunabasic apporta minerali, oligoelementi ed estratti vegetali, utili per il naturale benessere dell’organismo. Tra i suoi componenti spiccano:
Lo Zinco che contribuisce al fisiologico metabolismo acido-base.
Il Magnesio importante per l’equilibrio elettrolitico.
Gli estratti vegetali di Carota e Finocchio utili per il drenaggio dei liquidi corporei.
L’estratto vegetale di Tarassaco in grado di favorire le funzioni depurative dell’organismo.
Si consiglia di utilizzarne 1 bustina al giorno, da sciogliere in un bicchiere d’acqua (200 ml) la sera, prima di coricarsi, comunque lontano dai pasti.

Un accorgimento da non trascurare: prima di assumere integratori è importante leggere attentamente le avvertenze riportate sulla confezione, e chiedere sempre consiglio al medico, o al farmacista, se si stanno assumendo medicinali.

 

Posted in: Integratori e lifestyle | Tagged: abitudini, acido base, alterazione, Barbara Aghina, benessere, commplice, concentrazione, desiderio, difficoltà, disturbi, entrare, equilibrio, fisiologica, fondamenentale, frequenti, indesidirabili, inverno, natura, nuovo, organismo, pesantezza, rinnovamento, ritmo, senso, sostanze, stagione, stanchezza
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