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equilibrio

DOPO IL PARTO: RITROVARE L’EQUILIBRIO ARMONIZZANDO CORPO E MENTE

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Gustav Klimt Le tre età (particolare)
1905

di Fiorenza Zanchi

Il puerperio o quarantena, come veniva chiamato riferendosi alla durata di circa 40 giorni, va dal periodo del “post- partum”, che comprende le prime 2/3 ore dopo il parto, all’incirca sino alla comparsa della prima mestruazione.
In questi fatidici 40 giorni nel corpo della neo mamma si compiono innumerevoli trasformazioni.

Una rivoluzione ormonale: bassi…

Ad esempio crollano letteralmente ormoni, come gli estrogeni e il progesterone, che avevano raggiunto livelli altissimi per sostenere la gravidanza e che, tra l’altro, contribuiscono in modo determinante all’equilibrio dell’umore nonché alla rigenerazione dei tessuti e, in particolare, delle mucose genitali.
Questi ormoni, unitamente a numerose altre sostanze presenti nel sangue che influenzano metabolismo, impulsi nervosi e intero equilibrio psicofisico, rimarranno sregolati nel corso di tutta la quarantena lasciando la puerpera in balia delle loro fluttuazioni.

… e alti

D’altro canto si eleva molto la prolattina, un ulteriore ormone che, come ricorda il suo nome, favorisce la lattazione ma più in generale il così detto ” comportamento parentale” ovvero una disposizione psichica di completa disponibilità, capacità di attenzione e difesa nei confronti del neonato e in contrasto, un relativo disinteresse nei confronti di qualsiasi “stimolo” che non sia il bimbo.

Insomma una vera e propria rivoluzione nel corpo e nella mente, resa ancora più complessa e delicata dalla comparsa al centro dello tuo spazio vitale, in tutta la sua concretezza, di un nuovo essere che per di più è totalmente dipendente da te.

Non ce la farò mai!

Piangere per ogni nonnulla, dormire poco e male, percepire ogni più piccolo inconveniente o problema come enorme o impossibile da superare, alternare momenti di eccitazione con crisi di terribile scoraggiamento, temere che il bimbo pianga troppo o troppo poco, dorma o mangi troppo o troppo poco, abbia la testa troppo lunga o schiacciata, che il latte sia insufficiente o poco nutriente… sono solo alcune delle reazioni, dei timori e dei sensi di inadeguatezza che accompagnano questa vera e propria rivoluzione ormonale!
Spesso inoltre non si sa da che parte cominciare e, soprattutto, a chi appoggiarsi: chi non uscirebbe almeno un po’ “esaurita” da tutti questi cambiamenti? Un momento di depressione, di crisi, di smarrimento, di “paura di non farcela” è del tutto naturale.

e la sessualità?

Anche i rapporti sessuali fanno fatica a riprendere sia per la “disposizione psichica” avversa, legata al rialzo della prolattina, sia perché il corpo non è ancora pronto: in particolare le mucose genitali, a causa degli estrogeni bassi, sono sottili e facilmente infiammabili. Insomma, con buona pace dei compagni, in questa prima fase più che di eros c’è bisogno di coccole e accudimento! Naturalmente è solo questione di tempo. Anche questo passerà: generalmente è la ripresa della mestruazione che avverte del progressivo ritorno a un equilibrio di “donna” e non solo di “madre”.

Un tempo per ogni cosa

Inoltre specie se ci sono state
– episiotomia, lacerazioni, ematomi, emorroidi o, ancor più un taglio cesareo, si può far fatica a muoversi, a camminare a sedersi. Ma anche in assenza di queste complicazioni il solo
– rilassamento dei legamenti del bacino, dovuto alla gestazione, può rendere difficile e penoso camminare provocando: dolori sciatalgici, o fitte all’inguine o senso di peso e tensione dolorosa alla vulva
Ugualmente
– l’allentamento dell’articolazione del pube, così come l’eccessiva mobilità dell’articolazione sacro coccigea, che hanno permesso al bacino di allargarsi e consentire il parto, possono provocare dolori che aumentano camminando.
– Ii piano perineale che ha dovuto tendersi e rilassarsi, se non essere inciso, per consentire il passaggio della testina durante il parto, può dolere e ostacolare sia la posizione seduta che la deambulazione, oltre che la sessualità.

E’ perfettamente normale che tutte queste lesioni dolgano anche per parecchio tempo, a volte anche al di là dei quaranta giorni, ad es. possono volerci anche due-tre mesi prima che i legamenti e le articolazioni ritrovino il loro tono usuale: d’altronde ci sono voluti nove mesi di continua trasformazione per arrivare al parto, non c’è da stupirsi e non si può pretendere che in un tempo molto più breve tutto ritrovi nuovi equilibri e una nuova armonia.

Niente di più naturale che sentirsi a pezzi, dolorante, bisognosa di cure, protezione e sicurezza piuttosto che pronta ad affrontare questa nuova enorme responsabilità che senti sulle spalle!

Le tradizioni insegnano

Non a caso invariabilmente in tutte le tradizioni la “quarantena” era tenuta in altissima considerazione e rappresentava un periodo di particolare protezione e accudimento. Qualsiasi sforzo fisico era risparmiato alla puerpera: tanto era considerata fragile che in alcune tradizioni veniva persino imboccata, così come in altre era il marito ad accudirla completamente, mentre alle nonne spettava badare al bambino che le veniva portato solo per l’allattamento…la tradizione ayurvedica, antica medicina che viene dai Veda, tuttora incoraggia la puerpera a restare in casa ed essere completamente accudita e nutrita con cibi speciali particolarmente nutrienti e raffinati per le prime tre- quattro settimane dopo il parto: questo periodo è ritenuto importantissimo per assicurare un buon rapporto tra la madre e il bambino ma soprattutto per proteggere il delicato sistema nervoso della puerpera.

Possiamo tuttavia aiutare e accelerare il “ritorno alla normalità” favorendo attivamente i nuovi equilibri che si stanno instaurando.

Cosa fare?
E’ tassativa:
-Una casa organizzata e accogliente
-La presenza di un gruppo famigliare – marito, madre, sorelle, zie..- o di un’amica disposti ad aiutare, seguire appoggiare.
-Se possibile l’ostetrica di fiducia con cui si ha confidenza e ricca di competenze cruciali per alleviare momenti di crisi
-Un’alimentazione idonea a sostenere le energie in ricostruzione e quelle donate in caso di allattamento.
In generale l’ambiente fisico e umano che circonda la puerpera deve costituire una sorta di “guscio” protettivo capace di garantire le condizioni migliori per affrontare serenamente le trasformazioni in corso.

-Alcuni semplici esercizi che aiutino a restituire energia al corpo, riposare meglio, ripristinare una buona postura, prevenire prolassi e disturbi urinari

Gli esercizi per armonizzare corpo ed energia dopo il parto

di Pier Luisa Robecchi

Dopo il parto e nelle settimane che seguono, è importante aiutare il riposo e restituire energia al corpo. Per farlo è sufficiente eseguire semplici esercizi di buona respirazione. Infatti per la sua centralità funzionale sui tre diaframmi (pavimento pelvico o perineo, diaframma della gola e diaframma epigastrico) quindi anche sul perineo, una respirazione corretta può aiutare ad attivare i muscoli del tronco e perineali per ripristinare una buona postura e, se gli esercizi sono regolari e mantenuti nel tempo, evitare prolassi e disturbi urinari.

  • Sdraiarsi a terra, su di una superficie morbida, gambe piegate e sostenute sotto le cosce da un rotolo, cuscini o coperta arrotolata. Porre un cuscinetto sotto il capo, braccia lungo i fianchi, palmo mani rivolto verso l’alto, o mani appoggiate con dolcezza sulla zona dell’ombelico, chiudere gli occhi. Ascoltare per qualche minuto il proprio respiro naturale. Quindi inspirando lentamente e profondamente, sentire l’espandersi della zona ombelicale. Espirando Il contrarsi progressivo della stessa zona e il suo rientrare leggermente. Continuare per alcuni minuti, senza forzare. Quando ci si sente rilassate, immaginare che il respiro sia pura energia bianca splendente, che si diffonda a tutto l’addome, al basso ventre, al perineo, all’utero, lenendoli, rilassandoli, armonizzandoli.

 

  • Dopo aver tolto i punti dell’episiotomia, ripetere la stessa respirazione aggiungendo nella fase espiratoria, quando la zona ombelicale si contrae e rientra un poco, una leggera contrazione progressiva dei muscoli perineali. Vale a dire contrarre la vagina e l’ano risucchiandoli un poco verso l’ombelico. Trattenere per due o tre secondi, quindi inspirare lasciando espandere la zona ombelicale e rilassando progressivamente i muscoli perineali. Ripetere per alcuni respiri. Quindi ascoltare le sensazioni della zona.

 

  • Sempre sdraiate, gambe piegate, piedi paralleli poggiati a terra aperti quanto l’ampiezza delle anche, braccia lungo i fianchi. Espirando la zona lombare si appiattisce sfiorando il pavimento, il coccige si stacca leggermente da terra, i muscoli perineali e addominali si contraggono: trattenere per tre secondi il respiro e la contrazione muscolare. Ispirando lasciare con un movimento morbido che il bacino basculi in antiversione: la zona lombare riprende la sua naturale curva lordotica, il coccige si appoggia a terra. La contrazione periombelicale e dei muscoli del perineo si rilassa progressivamente.

 

  • Dopo dieci quindici giorni dal parto gli esercizi diventano più intensi.

 

  • Medesima posizione: dopo aver ripetuto la retroversione ed antiversione del bacino per alcune volte, espirando, facendo perno sui piedi, sollevare il bacino contraendo con maggiore forza i muscoli perineali e sentendo la zona ombelicale rientrare, mentre la colonna vertebrale si stacca dal suolo, vertebra per vertebra, sino all’altezza delle scapole. Trattenere per alcuni secondi, quindi inspirando ritornare a terra, avendo cura di percepire il movimento della colonna, vertebra per vertebra, appoggiarsi al suolo.

 

  • Medesima posizione iniziale: gambe piegate, piedi paralleli a terra, braccia lungo i fianchi, stendere il ginocchio destro e sollevare la gamba, mantenere per alcuni respiri. Ridiscendere in posizione iniziale e ripetere dell’altro lato.

 

  • Stendere a squadra le gambe verso l’alto, e descrivere dei piccoli cerchi con tutte e due gli arti uniti, prima da un lato e poi dall’altro. Durante l’esercizio aver cura di mantenere una leggera contrazione della vagina e dell’ano. Ascoltare l’impegno dei muscoli addominali.

 

  • A quattro zampe, peso diviso equamente sui quattro punti di appoggio, spalle rilassate che si allontanano dalle orecchie. Inspirando, muovere vertebra per vertebra dal coccige sino al capo, inarcando la colonna ad arco concavo. I muscoli dell’addome pur espandendosi rimangono attivi. Espirando contraendo i muscoli glutei, perineali e addominali, portare in retroversione il bacino ed accompagnare la colonna in arco convesso, rilassando il capo in avanti.

 

  • Sempre a quattro zampe, equilibrare bene il peso sui quattro arti, quindi stendere e sollevare in dietro l’arto destro, mantenere la posizione avendo cura di sentire la zona addominale controllata dall’impegno dei muscoli, le spalle rilassate che si allontanano dalle orecchie, e tutto il corpo ben equilibrato sui punti d’appoggio. Mantenere per tre o quattro respiri, quindi ritornare in posizione di partenza, rilassare ed eseguire con l’altro lato. Da 5 a 10 volte.

 

  • A quattro zampe, poggiare la punta dei piedi a terra e camminando con le mani assumere la posizione accovacciata. Se vi sono difficoltà a mantenere la posizione, allargare lo spazio di separazione fra i due piedi, e porre sotto i talloni un rialzo. Inspirare ed espirando risucchiare contraendoli l’ano e la vagina sino alla sua sommità. Inspirare rilassando progressivamente.

 

  • Preparare un rialzo con due o più coperte ben piegate, sedersi sul bordo anteriore del rialzo e stendersi a terra, in modo che tutto il bacino sia poggiato sulle coperte. Sollevare le gambe a squadra e mantenendo il corpo a terra rilassato, braccia lungo i fianchi, portare l’attenzione sul movimento di espansione della zona ombelicale durante l’inspirazione, ed alla sua contrazione con leggero rientrare durante l’espirazione. Mantenere da 5’ a 10’.

 

 

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RINNOVARSI IN PRIMAVERA: L’EQUILIBRIO ACIDO BASE AIUTA

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Di Barbara Aghina


Il desiderio di rinnovamento si fa strada, complice la natura che ci circonda, ma talvolta fatichiamo a entrare nel nuovo ritmo della stagione. Stanchezza, difficoltà di concentrazione, senso di pesantezza, sono disturbi frequenti dopo i mesi invernali e possono essere legati a una alterazione del fisiologico equilibrio acido- base dell’organismo, fondamentale per il nostro benessere. Rivedere le abitudini quotidiane, aiuta a superare il disagio e a ritrovare l’armonia, liberandosi dalle sostanze indesiderabili accumulate in inverno.

 

Un equilibrio delicato e importante

L’equilibrio acido- base dell’organismo (definito anche “del pH “), è fondamentale per la nostra vitalità ed il nostro benessere. La sua regolazione guida i complessi processi metabolici legati al mantenimento e al rinnovamento dei tessuti; inoltre sostiene l’equilibrio dei sali minerali e delle funzioni depurative dell’organismo.
Anche lievi alterazioni del pH, che nel sangue è pari al 7,41, quindi leggermente alcalino, possono provocare squilibri di questi sistemi.

La capacità dell’organismo di regolare l’equilibrio acido-base

Il ciclo fisiologico del metabolismo produce maggiormente sostanze acide, che in condizioni normali l’organismo stesso è in grado di riequilibrare, grazie a delicati processi di bilanciamento compiuti attraverso i polmoni , l’intestino e i reni. Per mantenere questo equilibrio entrano in gioco anche alcune sostanze organiche, fra cui sali minerali come i carbonati e i citrati, e i minerali calcio e sodio. Questi sali minerali hanno anche una funzione di “tampone” dell’acidità organica, e aiutano così a mantenere il fisiologico pH costante, contrastando quindi la tendenza ad un’eccessiva acidosi metabolica.
Anche la matrice extra- cellulare o connettivale dei tessuti, ha un ruolo centrale nel mantenimento dell’equilibrio acido-base, attraverso un ritmo circadiano ciclico di “carico” e di “purificazione” dell’acidosi, che si compie in parte in fase diurna e in parte in fase notturna.
In una condizione di eccessiva tendenza all’acidosi organica, quando i nostri sistemi tampone risultano insufficienti, può crearsi una condizione favorevole al deposito troppo elevato di acidi nella matrice extra cellulare, alla base di diversi squilibri generali.

Quando la tendenza all’acidosi è persistente

Stati di agitazione, nervosismo, difficoltà ad addormentarsi, alterazioni del tono dell’umore, sono alcune delle possibili conseguenze sul sistema nervoso di una tendenza persistente all’acidosi dell’organismo. A livello dell’apparato digerente si possono invece manifestare acidità e difficoltà digestive, sonnolenza postprandiale, mentre a carico dell’apparato locomotore possono evidenziarsi tensioni muscolari e depauperamento dei minerali ossei.

Superare i fattori di rischio dell’acidosi


La vita di ogni giorno presenta diverse situazioni che favoriscono questa condizione di squilibrio: stress, sedentarietà, inquinamento atmosferico, permanenza in ambienti chiusi, respirazione disarmonica, in particolare, sono fattori predisponenti, tanto più dopo i cinquant’anni, quando i meccanismi naturali di riequilibrio sono meno efficienti.
Per prima cosa quindi in questa stagione è importante incrementare l’attività fisica all’aria aperta in luoghi lontano da traffico e imparare nuovi esercizi di respirazione e rilassamento per attenuare la tensione nervosa.
Anche rinnovare la dieta può influire positivamente sull’equilibrio acido-base. La carne e altri cibi di origine animale, lo zucchero, i cereali raffinati, risultano essere i cibi più acidificanti. Frutta e verdura, anche se di gusto acidulo, hanno invece proprietà più verso la basificazione dell’organismo e andrebbero inseriti in ogni pasto per bilanciare gli altri alimenti. Menu frequenti a base di pizza, o panini, senza aggiunta di ortaggi e frutta, magari accompagnati da caffè, bevande alcoliche e zuccherine, soprattutto se ripetuti, possono influenzare negativamente l’equilibrio acido-base dell’organismo.

Gli integratori aiutano?

Stile di vita e dieta equilibrata sono sicuramente insostituibili per favorirlo.In alcuni casi, poi, anche gli integratori alimentari possono contribuire alla fisiologica regolazione dell’equilibrio acido-base. Una integrazione è utile, per esempio, durante i cambi di stagione, specialmente in primavera e in autunno, nei regimi alimentari squilibrati e in periodi di intensa attività sia fisica che mentale.

Quali integratori?

Gunabasic è un integratore alimentare a base di estratti vegetali e sali minerali. Senza glutine, viene dolcificato con Stevia ed ha un gusto gradevole.
Gunabasic apporta minerali, oligoelementi ed estratti vegetali, utili per il naturale benessere dell’organismo. Tra i suoi componenti spiccano:
Lo Zinco che contribuisce al fisiologico metabolismo acido-base.
Il Magnesio importante per l’equilibrio elettrolitico.
Gli estratti vegetali di Carota e Finocchio utili per il drenaggio dei liquidi corporei.
L’estratto vegetale di Tarassaco in grado di favorire le funzioni depurative dell’organismo.
Si consiglia di utilizzarne 1 bustina al giorno, da sciogliere in un bicchiere d’acqua (200 ml) la sera, prima di coricarsi, comunque lontano dai pasti.

Un accorgimento da non trascurare: prima di assumere integratori è importante leggere attentamente le avvertenze riportate sulla confezione, e chiedere sempre consiglio al medico, o al farmacista, se si stanno assumendo medicinali.

 

Posted in: Integratori e lifestyle | Tagged: abitudini, acido base, alterazione, Barbara Aghina, benessere, commplice, concentrazione, desiderio, difficoltà, disturbi, entrare, equilibrio, fisiologica, fondamenentale, frequenti, indesidirabili, inverno, natura, nuovo, organismo, pesantezza, rinnovamento, ritmo, senso, sostanze, stagione, stanchezza

BUON GIORNO A TAVOLA

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Prima colazione primaverile per superare la stanchezza.

di Carla Barzanò

Al mattino da re, recita un proverbio della tradizione. Non a torto. Sono sempre più numerose le ricerche che mostrano l’importanza di una prima colazione generosa e equilibrata per regolare il metabolismo. Senza contare l’effetto positivo sulla capacità di concentrazione durante le ore mattutine.
Le ricette che vi suggeriamo mettono in primo piano semi, frutta, verdura e cereali integrali. Aiutano a mantenere l’equilibrio acido base e a superare la stanchezza . Provatele soprattutto nei momenti di stress e intensa attività lavorativa, in alternativa a cappuccio e brioches. Accompagnatele con un paio di tazze di tè bancha.

IMPORTANTE!

Usate prodotti provenienti da agricoltura biologica. Scegliete avocado Italiano (per esempio varietà Hass o Reed, reperibili fino a fine maggio, presso i gruppi di acquisto solidali, oppure Sicilia Avocado). Man mano che la stagione lo consente rinnovate i frullati con prodotti stagionali, per esempio susine, pesche, albicocche, frutti di bosco e fra la verdura tutti i tipi di insalate verdi, pomodori e cetrioli.   Ricordate: da giugno a ottobre l’ avocado italiano non è disponibile.

 

 

 

Posted in: Cibo e Benessere, Ricette | Tagged: acido base, alternativa, Carla barzanò, cereali, colazione, dieta, equilibrata, equilibrio, frullati, frutta, generosa, importanza, intensa attività lavorativa, mattino, ore mattutine, prima colazione, primavera, primo piano, re, ricerca, ricette, rigenerante, rimineralizzante, semi, stanchezza, stress, superare, superare stanchezza, verdura

COME RAFFORZARE LE DIFESE DELL’INTESTINO?

Posted by carlab on | Leave a response

 

Universo affascinante e vitale, l’intestino gioca un ruolo chiave per il nostro benessere e l’equilibrio del sistema immunitario. Le ricerche si moltiplicano offrendo nuove prospettive. Insieme alla flora batterica benefica che lo popola, l’integrità delle mucose di cui è rivestito svolge un’importantissima azione protettiva. Come rafforzarla?

Ne parliamo con la dottoressa Barbara Aghina, biologa molecolare e responsabile scientifica del settore nutraceutici Guna .

Quale è il ruolo dell’apparato gastrointestinale nella regolazione del sistema immunitario?

La sua funzione di “barriera” rappresenta uno dei cardini per l’equilibrio del sistema immunitario e le difese di tutto l’organismo. I circa 300 m2 di superficie di contatto tra esterno e interno dell’organismo, fanno del sistema gastrointestinale il più importante terreno di scambio tra ciò che è “fuori di noi” e ciò che è “dentro di noi”.
Le caratteristiche della mucosa che ricopre la parete interna del tubo digerente (compreso tra cavità orale e ano), sono comuni con quelle del tessuto che riveste le vie respiratorie, la vescica e l’uretra perché derivano tutte dal medesimo foglietto embrionale. Ciò determina una stretta connessione tra questi tessuti, spiegando la complessità dei rapporti tra loro e le particolari correlazioni con il sistema immunitario delle mucose stesse, chiamato Sistema Linfoide Associato alle Mucose o MALT.

A quali fattori è collegato l’effetto barriera?

La formidabile funzione di “barriera” dell’intestino, affianca il compito primario di elaborazione, assorbimento dei nutrienti ed eliminazione delle scorie metaboliche.
La sua azione straordinaria è determinata principalmente da tre elementi. Gioca un ruolo da protagonista la mucosa intestinale, in particolare quella dell’intestino tenue, in cui è integrata una parte fondamentale del sistema immunitario, detta anche Sistema Linfatico Associato all’Intestino. Sostiene la sua attività il microbiota intestinale con i suoi batteri benefici, che aderiscono alla superficie della mucosa in una forma di simbiosi mutualistica. Fondamentale infine è il muco che riveste la mucosa intestinale e non ha solo una vera e propria funzione di barriera fisica, ma contiene anche elementi nutrizionali e regolatori essenziali per il microbiota intestinale. Si realizza, così, un’azione di “riconoscimento e selezione” degli agenti esterni fondamentale per la salute e l’equilibrio dell’organismo, in quanto sostanze alimentari o chimiche, tossine, inquinanti ambientali, germi patogeni e altri elementi nocivi vengono sostanzialmente trattenuti .

Come salvaguardare la barriera intestinale?

La scienza dell’alimentazione più moderna e lo studio della fisiologia umana, indicano come fattore determinante per mantenere in salute questa essenziale barriera intestinale, lo stile di vita. Una dieta poco equilibrata, soprattutto rispetto all’apporto di acqua, vitamine, aminoacidi essenziali, fibre e acidi grassi polinsaturi, così come l’eccesso di fumo e alcol, l’uso incongruo di farmaci, la scarsa attività fisica, la carenza di tempo dedicato al sonno e al recupero dallo stress quotidiano, concorrono attivamente ad alterare questa barriera difensiva, favorendo l’indebolimento dell’intero organismo.
Rivedere, quando necessario, le proprie abitudini e indirizzarle verso un maggiore equilibrio, oltre a migliorare il benessere generale, è certamente una strategia prioritaria per salvaguardare l’integrità della barriera intestinale.

Ci sono integratori specifici?

Numerosi studi hanno consentito di sviluppare nuove conoscenze sull’ effetto di una corretta nutrizione. Nei casi di aumentato fabbisogno, o di eccessiva perdita di nutrienti, la dieta può essere affiancata da un’ integrazione alimentare specifica. Spesso, accanto ai probiotici di elevata qualità, è d’aiuto associare altri integratori.

Posted in: casino 2 | Tagged: Barbara Aghina, barriera, benessere, Carla barzanò, dentro noi, difese, difese organismo, equilibrio, flora batterica, fuoti di noi, intestino, MALT, mucose, prebiotici, rafforzare le difese dell'intestino, ruolo chiave intestino, sistema gastrointestinale, sistema immunitario, sistema linfatico, terreno di scambio

MANGIARE VEGETARIANO?

Posted by carlab on | Leave a response

Di Carla Barzanò

L’esigenza di ridurre il consumo di carne e altri cibi di origine animale è ormai ampiamente condivisa. Ma quale strada percorrere? Le ricerche condotte negli ultimi anni sembrano mostrare che il percorso migliore è quello di rispettare le esigenze individuali e le differenti fasi della vita, ispirandosi al modello mediterraneo.

Perché ridurre i cibi di origine animale?

L’abuso di cibi di origine animale può compromettere il nostro equilibrio, la salute. Inoltre, gli allevamenti intensivi causano elevate sofferenze agli animali. Senza contare le ricadute negative sull’ambiente: aumento della produzione di CO 2, maggiore consumo di acqua e elevato carico di sostanze inquinanti sono alcune delle conseguenze di modalità di produzione che non sono più sostenibili.

Occorre adottare un regime rigorosamente vegetariano, o vegano? 

La dieta migliore per favorire il benessere e l’equilibrio dell’ambiente è varia e moderata, ricca di cibi protettivi, come ortaggi e legumi, prodotti in modo sostenibile per la natura, gli animali e le risorse umane. Il modello mediterraneo tradizionale, che prevede anche piccole quantità di ingredienti animali, sembra essere ottimale per rispettare questi presupposti.

Una dieta tutta vegetale può assicurare l’equilibrio nutritivo?

Diverse ricerche mostrano che nell’età adulta, la scelta di eliminare completamente i cibi animali è compatibile con un’alimentazione equilibrata a patto di valutare con attenzione alcuni principi nutritivi che richiedono un’integrazione.
Nella prima, delicata, fase dell’accrescimento, l’attenzione deve essere ancora maggiore. Le indagini sull’effetto di un menu completamente vegetale sono ancora relativamente limitate e i risultati controversi suggeriscono la massima prudenza.

Come trovare una strada armoniosa?

D’altra parte, anche i bambini con un menu onnivoro vanno seguiti con attenzione. Abuso di zuccheri semplici, calorie, proteine di origine animale, per esempio, sono all’ordine del giorno con conseguenze negative per la salute.
La cosa migliore è non cercare di stabilire a priori “torti” o “ragioni”, come talvolta accade nei conflitti che emergono in rete, e sui media, fra vegani, vegetariani e onnivori, ma di trovare una strada che aiuti a scegliere un menu armonioso, equilibrato e personalizzato con la massima serenità.
Eliminare carne e derivati dalla dieta, non è automaticamente positivo, se ci si limita a sostituirli con ingredienti preconfezionati.
Occorre coltivare il rispetto delle risorse personali, sociali e emotive legate al cibo, della qualità, degli animali e dell’ambiente. È indispensabile concedersi tempo per ascoltare i segnali del corpo, scegliere, preparare e condividere i pasti.

Esiste un modello vegetariano flessibile?

Il libro: “Mangiare vegetariano” aiuta a migliorare il menu e a renderlo più sostenibile e per l’ambiente e per la salute in modo flessibile, scegliendo in cosa mettere in tavola in relazione alle proprie esigenze.
Adatto a chi desidera seguire un modello vegetariano, o vegano, e sta cercando un primo orientamento per non incorrere in carenze o squilibri, il libro fornisce spunti e ricette anche alle numerose persone che pur rinunciando solo in parte agli ingredienti di origine animale hanno bisogno di suggerimenti per valorizzare ricette e menu vegetali.
Un valido punto di riferimento viene dalla tradizione mediterranea, che prevede molte ricette interamente vegetali, o quasi.
Cambiare è più facile di quanto sembri: basta inserire tre-quattro giornate vegetariane, o vegane, nel menu settimanale per imparare nuove ricette e acquisire, gradualmente, l’abitudine a consumare meno cibi animali rispettando le esigenze di tutta la famiglia.
Resta valido l’accorgimento di rivolgersi agli esperti nei momenti più delicati della vita, come gravidanza, allattamento e svezzamento, quando monitorare il menu è particolarmente importante.

Domande e approfondimenti?

barzano@gmx.de

Posted in: Cibo e Benessere, Suggerimenti | Tagged: abuso, acqua, allevamenti intensivi, benessere, carnivori, cibi origine animale, CO2, equilibrio, fasi della vita, inquinanti, mangiare vegetariano, modello mediterraneo, onnivori, produzione non sostenibile, ridurre carne, rispettare esigenze individuali, salute, vegano, vegetariano
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