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Corpo e mente

DONNE CON LE MANI “LEGATE”

Posted by carlab on 8 Gennaio 2023 | Leave a response
mani legate

“Le mani delle donne erano sempre legate, anche quando i lacci non si vedevano. Erano cappi d’amore, di dovere, di decoro, di bisogno.” (1)

E ora? Cosa è cambiato?  Le mani sono finalmente slegate o sono solo mutati i “cappi”? Al dovere, sempre presente, si è aggiunto autocontrollo, dominio, contenimento, competizione, persino nel tempo libero ci sono “app” che indicano cosa fare, orologi che contano i passi, media assertivi che ingiungono quante calorie si devono assumere o quante volte si deve respirare, cosa si deve pesare, mangiare, bere, che programmi è meglio guardare.. mani legate da tutte le parti. Specie le donne, un tempo almeno libere di esprimere le loro emozioni e ora sempre meno capaci di spontaneità, di ascolto interiore e di accettazione di sé stesse, di fiducia in questo ascolto e in ciò che produce…  il “sesto senso” del femminile non esiste più…

di Fiorenza Zanchi

Spontaneità un valore da riconquistare

Essere “altro” da sé, costrette in una parte, che cristallizza, irrigidisce corpo e mente. Come suggeriscono le depressioni, prevalenti nelle donne, il comparire di patologie, come l’infarto, prima di dominio maschile, il dilagare di disturbi della sfera sessuale femminile, come alterazioni del ciclo, infertilità, endometriosi…

Invece che imparare a ricontattare il sentire profondo, a liberare spontaneità per sviluppare la propria originale creatività, a ritrovare orgoglio e consapevolezza del valore della propria specifica identità, svilita per secoli, le donne hanno imparato il controllo. 

Persino lo yoga, nato in oriente come disciplina per lo più maschile, in occidente, non a caso, è utilizzato prevalentemente dalle donne, cui insegna a sviluppare controllo sul corpo e sulle emozioni, condizione per sviluppare spiritualità e… per inserirsi meglio nel mondo maschile: “per poter combattere gli uomini da uomini” (2)

Combattere da donne

Si può benissimo combattere da donne, portando la novità vera: consapevolezza e orgoglio del valore della propria identità, genuinità, immediatezza; della specificità della propria intelligenza e creatività, del proprio corpo, dei suoi ritmi, delle sue trasformazioni, così tenacemente immiseriti e mortificati in un passato eternamente presente. Perché mai funzionali a un modello “maschile” che, nonostante tante conquiste, rimane tuttora un “must” e “dà forma” al mondo…

donne al lavoro

Ancora tabù

“sentiti libera anche in quei giorni”, “per non doverti fermare mai”, suggeriscono le pubblicità. Libera da cosa? Da te stessa? E perché non ci si dovrebbe poter fermare?

Le mani sono ancora “legate” e ne sono un segnale i tabù sul sangue mestruale, che periodicamente compare a scandire un “tempo” al femminile, ciclico, sinuoso, con alti e bassi, piuttosto che lineare, continuo, senza mai deflessioni: un ostacolo a una “continuità produttiva” che deve comunque imporsi su tutto e…  su tutte.

E’ lontana:

– la valorizzazione dei propri tempi, modi, ruoli;

– la certezza che un tempo ciclico valga tanto quanto una “produzione” continua, al “maschile”, sempre considerata l’obiettivo da raggiungere;

– la sicurezza che il susseguirsi delle stagioni del corpo femminile, non a caso sempre più sregolate o soppresse, sia una opportunità piuttosto che un limite;

Manca consapevolezza che, per una nuova qualità di vita:

– il “potere” sia allevare le donne e gli uomini di domani trasmettendo i valori che plasmeranno loro e dunque il mondo futuro tanto quanto dirigere la politica o il sociale o l’economia;

 – amministrare una casa o accogliere il pianto di un bimbo desolato nelle proprie braccia o accudire chi è più debole e bisognoso valga come fare il professore universitario o il dirigente di industria o il grande manager;

– saper cucinare un buon ragù e “nutrire” il mondo sia determinante per l’evoluzione così come

la speculazione astratta o la ricerca…

È solo una questione di prospettiva… di sguardo sulla realtà, di scale di valori che diamo alle cose…  tutti sono “poteri” tutti sono ugualmente preziosi sulla scacchiera del nostro pianeta e della nostra società, anche un fante può dare scacco matto al re…

donna con vestito rosso

Creare mondi nuovi

La spontaneità è creativa e può aiutarci a trovare soluzioni nuove ai problemi.

Maggiore naturalezza, maggiore autorealizzazione, maggiore autostima.

Con libertà di scelta: poter scegliere è una grande conquista. Ma se il mondo del femminile è svalorizzato a priori, quelle che portiamo avanti sono davvero scelte? O i demoni interiori autodenigratori delle donne, lungi dall’essere sconfitti, spingono ancora una volta a “legarsi”? Con lacci che, alla fine, non sono poi così diversi nella loro sostanza, da quelli che da sempre le hanno legate: “dover fare”, “dover essere”.

Le donne oggi hanno conquistato maggiore libertà, dignità, opportunità  ma devono ancora trovare e liberare spontaneità e fiducia nella propria specifica sensibilità e valore femminile. Esprimersi liberamente senza sentirsi giudicate, pari tra pari, fare uscire la propria stoffa e osservarla senza giudizio, accettarsi, volersi bene per come si è.

Per creare mondi nuovi.

E la libertà conquistata non sarà mai sufficiente fino a che queste scale di valori non saranno davvero paritarie nel profondo dell’anima, non solo a parole o slogan su “pari opportunità” ipotetiche, se di fatto i ruoli storicamente maschili vengono ancora percepiti come più desiderabili, modelli prioritari da imitare… eppure questi modelli stanno distruggendo l’ambiente, inquinando aria, acqua e terra, fomentando guerre, disorientando le nuove generazioni a tal punto che i suicidi, specie tra i giovanissimi, aumentano di fronte a un “male di vivere” che sembra inarrestabile…

 Nonostante il nostro mondo versi sempre più in condizioni precarie, il “business is business”, la capacità di andare avanti “senza mai fermarsi” e senza guardare in faccia nessuno, contrapposta alla capacità di modulare i ritmi e accogliere, rappresenta ancora la meta a cui tendere.

Non un grande modello da imitare.

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Digestione: un "fuoco" al femminile?

Cose da donna

“…che provino a dirmi che qualche cosa non è come avrebbe potuto farlo un uomo.” (3)

Ormai non è più una grande conquista fare una cosa “come avrebbe potuto farla un uomo”.

Sarebbe una risorsa maggiore se finalmente oggi, dopo anni in cui si è ampiamente dimostrato di saper benissimo fare le cose “come un uomo”, le si facesse “come una donna” ritrovando e sottolineando le differenze invece di omologarsi.

Portando risorse nuove invece di restringerle.

yoga
Note
Note

1) Ilaria Tuti – Come vento cucito alla terra – ed. longanesi- p. 37, 8° riga dall’alto

2) E.Neumann – “La psicologia del femminile” ed. Astrolabio

3) ) Ilaria Tuti – Come vento cucito alla terra – ed. longanesi- p.346

Posted in: Corpo e mente, Riflessioni e suggerimenti | Tagged: donna, donna uomo, lavoro, mani legate, mestruazioni, obiettivi femminili, pause, rivisitazione

DIGESTIONE E EQUILIBRIO IN AUTUNNO

Posted by carlab on 22 Novembre 2021 | Leave a response
autunno

L’autunno è la stagione che ci accompagna e aiuta a passare dal caldo dell’estate al freddo e al rigore dell’inverno. Per la Medicina Cinese il nostro corpo è intimamente collegato a tutte le influenze del cosmo e soprattutto della Terra, nostra base vitale. Le stagioni sono una delle espressioni di queste influenze.
Ecco alcune pratiche riequilibranti che aiutano anche la digestione suggerite da Pierluisa Robecchi, fiositerapista e maestra yoga.

di Pierluisa Robecchi

Autunno: ritirarsi, purificarsi…e...

Dopo l’esplosione e l’espansione della primavera-estate, in autunno la natura comincia a ritirarsi. Il calore e la luce diminuiscono progressivamente e ogni essere, dalle piante agli animali, si prepara all’inverno. Dovrebbe essere lo stesso per il nostro corpo. Secondo l’antica visione cinese, per esempio, l’organismo ha bisogno di purificarsi dal calore estivo in eccesso rimasto intrappolato in alcune sue parti, fra cui l’intestino crasso. Disturbi fastidiosi di intestino e stomaco, tipici dell’autunno, ne sarebbero un’espressione. La medicina Cinese inoltre ci suggerisce che, oltre a quella intestinale, dovrebbe essere sostenuta la funzione del polmone, in particolare attraverso una corretta e sana respirazione.

pratica yoga all'aperto

...Attenzione a stomaco e polmoni

In primavera ed estate siamo stati inondati dalla luce e dal calore del sole, ci siamo mossi con il corpo, ci siamo “espansi” verso l’esterno. In autunno questo movimento di espansione inverte la rotta. La luce e il calore diminuiscono, ci confiniamo sempre di più in luoghi chiusi e diminuiamo l’attività fisica. La Medicina cinese ci indica quali funzioni e che organi vanno sostenuti per produrre la stessa armonica energia che, in altre stagioni, viene fornita da calore, luce e movimento. In particolare, in autunno, le funzioni del Polmone, quindi della respirazione e quella digerente, vanno sostenute e coltivate.

Dieta ed esercizi mirati aiutano

Dieta equilibrata ( come già descritto in altri articoli del nostro sito ), esercizi mirati e alcuni piccoli cambiamenti nelle nostre abitudini, possono essere d’aiuto.

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La cura del cibo

candela d'ispirazione

Gli esercizi suggeriti di seguito, tratti dalla pratica del Qi Gong, sono particolarmente adatti alla stagione e svolgono un’ azione sui polmoni, rafforzano le funzioni respiratorie, implementano la capacità di diffondere in tutto il corpo le energie, migliorando il trofismo dei tessuti cutanei e la termoregolazione.
1- SAN XU XI (tre respiri verso il basso). L’attenzione rilassata, il respiro, ed il movimento, fanno scendere l’energia in eccesso verso il basso, dissipandola. Questo avviene con la fase espiratoria. Nell’inspirazione il respiro con il movimento delle braccia, attraverso il palmo delle mani assorbono l’energia proveniente dalla Terra, armonizzante per tutto il corpo. L’ esercizio va praticato almeno per tre respiri più volte al giorno. E’ indicato per chi ha eccesso di calore, con sintomi ipertensivi, disturbi di pienezza allo stomaco con dolori ed acidità, flatulenze, stipsi stagionali.

Sonoro della pratica di San Xu Xi
https://www.letrasformazionidelladonna.it/wordpress/wp-content/uploads/2021/11/WhatsApp-Audio-2021-11-12-at-14.53.25-MP3.mp3

Questi esercizi, sono una parte di quelli che accompagnano temporalmente l’evolvere dell’autunno dall’estate all’inverno. Vanno praticati per 14 giorni consecutivi, almeno una volta al giorno, nel loro insieme. Ogni esercizio andrebbe ripetuto da 12 a 24 volte.
2- BAILU: rugiada bianca, va praticato in autunno come esercizio principale, due volte al giorno, da 12 a 24 volte ogni sessione. In questo periodo inoltrato di autunno, lo praticheremo 2 o 3 volte la settimana, aggiunto agli altri esercizi del momento. Anch’esso rafforza l’energia del polmone e favorisce la funzione di “generazione” e nutrimento dei Reni da parte del Polmone. Quindi tonifica le funzioni dei Reni. E’ molto indicato per i dolori della parte alta del corpo: dorso-lombari, spalle, mani e gomiti, e per i disturbi polmonari, quali dispnea e asma.

Sonoro della pratica Bailu, Rugiada Bianca
https://www.letrasformazionidelladonna.it/wordpress/wp-content/uploads/2021/11/WhatsApp-Audio-2021-11-12-at-14.53.47-MP3.mp3

3- QIUFEN: equinozio d’autunno. Va praticato dalla fine di settembre. Comunque consiglio di praticarlo anche ora e per tutta la durata dell’autunno, perché può essere un ottimo esercizio quotidiano di respirazione. Stimola e sostiene le funzioni di trasporto dell’energia del polmone e dell’intestino crasso, previene quindi i ristagni di calore che facilmente danno origine a pruriti cutanei, stitichezza e tosse con molto catarro.

Sonoro della pratica Qiufen, equinozio d’autunno
https://www.letrasformazionidelladonna.it/wordpress/wp-content/uploads/2021/11/WhatsApp-Audio-2021-11-12-at-14.54.06-MP3.mp3

4- HANLU: rugiada fredda. Rende vigorosa l’energia del Polmone, scalda i quattro arti. Può aiutare chi soffre di dolori lombari, sacrococcigei, emorroidi e prolassi anali. Chi ha dolori o ernie discali, segua con attenzione le precauzioni indicate nel sonoro per l’esecuzione.

Sonoro della pratica Hanlu, rugiada fredda
https://www.letrasformazionidelladonna.it/wordpress/wp-content/uploads/2021/11/WhatsApp-Audio-2021-11-12-at-14.54.31-MP3.mp3

5- SHUANGJIANG: È un esercizio da praticare verso la fine dell’autunno, quando il freddo dell’inverno comincia a conclamarsi. Facilita il passaggio dell’energia nei meridiani di polmone e intestino crasso, aiutando la sua circolazione dal torace alle mani e da queste al capo. È consigliato per mantenere liberi da dolori e da rigidità gli arti superiori e la zona cervicale.

Sonoro della pratica Shuangjiang, il gelo scende
https://www.letrasformazionidelladonna.it/wordpress/wp-content/uploads/2021/11/WhatsApp-Audio-2021-11-12-at-14.54.50-MP3.mp3

ALCUNI ESERCIZI PER FAVORIRE LA DIGESTIONE.

Fanno parte degli “otto esercizi preziosi” che aiutano le funzioni di trasformazione del cibo da parte dello stomaco, rafforzandone l’energia di base.

    1. Battere i denti per 36 volte, con dolcezza. Aiuta a migliorare la circolazione nella bocca, previene i disturbi dei denti e delle gengive, stimola la produzione di saliva, che diventa più abbondante, a volte più liquida.

       

    2. Massaggiare le gengive: muovere in senso rotatorio, da destra verso sinistra, la lingua posta fra le gengive esterne e la parte interna delle labbra. Descrivere un cerchio con la lingua massaggiando la mucosa orale. Ripetere per 12 o 18 volte, prima in una direzione, quindi invertire da sinistra verso destra il movimento a cerchio della lingua. L’esercizio produrrà molta salivazione.

       

    3. Deglutire la saliva: dividere in tre parti il volume salivare prodotto dai due precedenti esercizi. Deglutire in tre volte, immaginando di mandare la saliva verso lo stomaco e al centro medio dell’energia, situato fra l’ombelico e la colonna lombare. Questo genererà una risposta funzionale degli organi deputati alla digestione e all’assimilazione, rafforzando l’energia essenziale alla base della vita

Alla fine della pratica percepire i sottili cambiamenti del corpo, delle energie e lo stato emotivo del momento.

equilibrio

Un massaggio per la digestione

Questo massaggio può aiutare chi nell’autunno ha squilibri funzionali dell’intestino crasso, come stipsi, flatulenza, senso di pienezza. Si può praticare sia da sdraiate, che in piedi:
– porre la punta delle dita della mano sinistra, sotto l’angolo sottocostale sinistro,(in corrispondenza dell’angolo colico superiore sinistro). Premere dolcemente ed imprimere un movimento vibratorio continuo sulla zona. Queste vibrazioni favoriranno l’espulsione dell’aria dall’intestino, diminuendo il gonfiore.
– Con il palmo delle mani massaggiare il ventre, descrivendo un cerchio da destra verso sinistra. Ripetere più volte. Favorisce L’espulsione delle feci per chi soffre di stitichezza. Riattiva i movimenti peristaltici dell’intestino.

Un ultimo consiglio

Se possibile quando si cammina, sia per andare al lavoro, a fare la spesa o per una passeggiata, cercare di essere consapevoli, in modo rilassato, del fluire del respiro, immaginando e percependo i polmoni, il torace ricolmo di energia luminosa, capace di guarire, armonizzando e nutrendo.

Posted in: Corpo e mente, Esercizi | Tagged: Autunno, benessere, buone pratiche, cambio stagione, esercizi, freddo, lezioni di yoga, meditazione, passaggio, Pierluisa Robecchi, polmoni, pratiche, prevenzione, respirazione, stare bene, yoga

PAURA UNA PRIGIONE DA TRASFORMARE E…

Posted by carlab on 23 Marzo 2021 | Leave a response
paura finestre

di Pierluisa Robecchi

Nel 2020, la pandemia di Covid-19 ha dato uno scrollone a tutte le nostre certezze, abitudini e stili di vita, generando un continuo stato di paura. Sentimento nuovo, soprattutto nel nostro mondo benestante di paesi industrializzati, perché nei paesi dove guerre, fame e migrazioni sono pane quotidiano, la paura è, purtroppo, una emozione costante che segna la sopravvivenza di molte persone.
Se analizziamo l’etimologia della parola “paura”, scopriamo che deriva dalla radice indoeuropea “pat” che significa “percuotere, colpire”. Anche la radice greca “palo” e quella latina “pavot”, hanno lo stesso significato di “percosso, abbattuto”. La paura è perciò generata dall’”essere colpiti”, di norma da un pericolo che attacca la sopravvivenza individuale e della specie.
Un’emozione necessaria a tutti gli organismi, dai più semplici alla specie umana, per reagire e affrontare i pericoli che possono minacciare la sopravvivenza ma che può, se prolungata nel tempo, causare un logoramento sempre maggiore, uno “stress”, in grado di minare le funzioni del sistema immunitario e quelle di tutto il corpo.

…un’opportunità per vivere con gioia e creatività

Dunque il nostro corpo risponde in maniera perfetta a tutte le sollecitazioni. E anche la paura fa parte degli strumenti per riportare in equilibrio ogni funzione e sistema. Ci sono specifiche aree cerebrali che aiutano ad interpretare la minaccia e a dare una informazione a tutto il corpo perché risponda adeguatamente e con giusta discriminazione.

mente
Paura e Cervello
Paura e Cervello

Cosa succede, a sommi capi, nel cervello quando proviamo paura?
Responsabile di questo “condizionamento alla paura” è l’Amigdala, un insieme di nuclei nervosi del cervello a forma di mandorla, che permette a tutto il corpo di entrare in uno stato di allerta per rispondere al bisogno di sopravvivenza. 


Grazie all’Amigdala una minaccia, generando paura, innesca una reazione a catena che attiva tutti i sistemi e organi coinvolti nella funzione cosiddetta di “attacco-fuga” attraverso il rilascio degli ormoni dello “stress”, ovvero cortisolo e catecolamine, tra cui l’Adrenalina e la Noradrenalina. Il corpo reagisce quindi attraverso: dilatazione delle pupille, respiro accelerato e irregolare, aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa sistolica, aumento dell’apporto di glucosio e del flusso ematico muscolare e renale, mentre alcune aree del sistema gastrointestinale si vaso costringono e riducono la loro attività.


Tutto il corpo si prepara ad affrontare il pericolo. Anche altre parti del cervello, come l’Ippocampo e la corteccia prefrontale, aiutano ad interpretare la minaccia percepita e quindi a elaborare una risposta adeguata allo stimolo.

Ma affinché questa reazione, di per sé “sana”, non si trasformi in un pericolo, anzi possa diventare una opportunità per vivere con gioia e creatività, è necessario che la nostra mente sia in pace ed equilibrata e possa valutare e interpretare attraverso i sensi ed il discernimento, trovando ogni volta una soluzione adeguata.
Se non lo è, non solo si incorre in tutti i rischi di uno “stress” prolungato ma si può alterare persino la percezione dei sensi.

La paura fa 90
La paura fa 90

In alcune scritture dello yoga l’alterazione sensoriale indotta da una paura eccessivamente ansiosa, viene resa con l’esempio dell’uomo che non avendo più una mente attenta e focalizzata, scambia una fune ritorta sul terreno, per un serpente velenoso, procurandosi un grande spavento e sottoponendo inutilmente il proprio corpo allo stress della reazione “attacco-fuga”.

Parola d’ordine: superare il senso di separazione

Una via per mantenere discernimento e mente libera dalla paura la indica Gurumayi (1), il guru vivente del Siddha yoga che, al di là della neurologia, dà una interpretazione più “sottile” di come sorge in noi la paura:
“La paura sorgerà nell’uomo, che pur possedendo il discernimento, veda la purché minima differenza fra sé e l’Assoluto, il Brahaman infinito. Questa differenza si percepisce solo per ignoranza.”(2)
e ancora:
”Subito, quando si percepisce una separazione fra l’anima individuale e l’Anima suprema, la paura sorge in questo spazio. Mentre, quando l’unione fra anima individuale e anima suprema è tranquilla ed imperturbabile, c’è sicurezza totale, c’è allegria assoluta e un sentimento di dolci benedizioni e splendore, abbraccia tutto.”(1)
Difficile? In realtà ciò che vuole comunicare Gurumayi con queste parole, è molto semplice: invita a bandire la percezione di sentirsi divisi dal resto del mondo, di sentirsi distaccati, estranei, diversi… e a lavorare invece su un sentimento di appartenenza, condivisione, connessione con l’umanità e la Natura intera.
Quando ci sentiamo separati dal mondo che ci circonda e che vive in noi, ci separiamo dagli altri uomini e donne e dalla natura stessa. La separazione porta a difendere i propri confini, ad aver paura di essere invasi, anche dai virus… Abbiamo paura del diverso, per esempio del migrante, o di un animale, tutto è potenzialmente un nemico che attacca la nostra sicurezza ed incolumità.
Ci dimentichiamo che siamo tutti costituiti da un’unica materia, una stessa “anima universale”, allora sorge la paura, l’insicurezza.

universo
Le emozioni sono “energie” dell’universo
Le emozioni sono “energie” dell’universo

Le scritture dello yoga ci dicono che le emozioni non sono una nostra specificità: appartengono all’Universo e alla sua ”energia” universale, detta Shakti. Esistono da sempre, pervadono lo spazio, sono una sorta di “informazioni” necessarie in natura per poter, come nel caso della paura, garantire la sopravvivenza. Per questo non sono a priori buone o cattive. Le scritture avvertono tuttavia che alcune emozioni, come la collera, l’invidia e la paura stessa, possono diventare dei veri e propri nemici della nostra mente e del nostro corpo. Concentrare la nostra attenzione stabilmente su di esse porta l’essere alla disarmonia sia fisica che psichica. Altre emozioni al contrario, come la gioia, l’entusiasmo, l’allegria, l’essere appagati, sono vantaggiosi per tutto il nostro essere e ci aprono ad esperienze sempre più armoniche e positive che influenzano tutti gli eventi della nostra vita.

Quindi è proprio questo senso di separazione, per il pensiero orientale, il serbatoio di tutte le sfumature della paura.

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No alla tirannia della paura

Tutti i maestri, (nonché la moderna psiconeuroendocrinoimmunologia), concordano che vivere costantemente nella paura, senza affrontarla con nuove soluzioni per risolverla, può ridurre la nostra mente in schiavitù, attaccare il corpo e distruggerne il corretto funzionamento. Se l’emozione della paura è uno strumento in natura e nell’essere umano necessario alla sopravvivenza, protratta a lungo nel tempo, senza soluzioni che la trasformino, paralizza l’evoluzione, blocca la creatività. Attacca il corpo depauperandolo dell’energia che sostiene la vita. Non a caso, anche nella medicina Cinese si dice che la paura attacca il Rene, che rappresenta, in quell’ambito, l’organo-funzione depositario dell’energia “ancestrale”, ovvero della forza vitale ereditata sia dalla specie che dai nostri genitori. In esso, tra l’altro, sarebbe depositato anche il tessuto originario del nostro sistema Immunitario.
La paura può anche mascherarsi trasformandosi in altre emozioni. Molto spesso diventa odio, collera incontrollata e distruttiva verso l’oggetto o l’evento che la genera. (Esempi ne sono tutti i femminicidi!). Se invece è rivolta verso noi stessi, può manifestarsi con la percezione di un senso di inadeguatezza, di non essere all’altezza della situazione o del confronto con gli altri e generare timidezza, insicurezza, difficoltà nell’azione creativa, base per una vita gioiosa. Ancora una volta la percezione è di separazione, isolamento, dolore.


Per non soccombere alla “tirannia” della paura alcuni semplici consigli possono aiutarci.


Con essi proviamo a superare tutte le limitazioni imposte nella nostra vita da questa emozione.

buddha

Affrontare la paura: consigli pratici

PRIMO

  • Non scappare dalla paura, non ignorarla, se la provi va affrontata subito. Fermati e riprendi contatto con il corpo, focalizzando l’attenzione sul respiro. Già solo quest’azione, calma la mente e le impedisce di creare scenari catastrofici che alimentano questa emozione. Se puoi, assumi la posizione della montagna, o senti i tuoi piedi ben radicati e a contatto della forza della Terra. In un attimo sii consapevole di assorbirla: ora non sei più “separata” e hai una grande alleata al tuo fianco! Ti sta aiutando a sentire il tuo vero Fondamento: l’Essere infinito, di pace di armonia, in unione con il tutto, che è sempre presente in te.
  • Attraverso di Esso, guarderai “con occhiali diversi “l’oggetto o l’evento che ti scatenano la paura. Pian piano smetterai di emettere le vibrazioni dissonanti della paura e comincerai a sostituirle con la percezione di quelle d’amore, di gioia, di sicurezza.

(Nei miei vagabondaggi solitari per le montagne, a volte mi è capitato di fare i così detti “cattivi incontri “. Un animale aggressivo, infastidito dalla mia presenza, oppure persone che avrei preferito non incontrare. Ho imparato a focalizzarmi sul respiro per riportarlo calmo e naturale, ho potuto sentire così il mio fondamento fisico-spirituale e ho cominciato ad inviare un raggio di amore e di pace verso il cuore dell’altra persona o dell’animale. Per prima cosa, il mio corpo cambia, comincia a svanire la tensione sviluppata dalla reazione di fuga. L’atteggiamento diventa nei gesti più aperto nei confronti dell’altro. Spesso finisce, per esempio con un cane imbufalito, il suo abbaiare furioso si smorza, l’animale si avvicina con molta meno aggressività, fino a quando comincia a scodinzolare. Oppure con una persona si riesce a scambiare un sorriso e un augurio di buona giornata.)
Dalla separazione e dal contrasto, si riesce a tornare ad essere strumenti viventi di condivisione, di scambio, favorendo emozioni edificanti di pace e di gioia.

SECONDO

  • Dividi un foglio in tre parti. -Nella prima scrivi cosa, chi, o l’evento che crea in te paura. (dal timore di perdere il lavoro, di ammalarsi o che si ammali una persona cara, sino alle piccole paure quotidiane).

    -Nella seconda parte del foglio scrivi tutte le risorse che hai o puoi sviluppare per risolvere questo stato limitante.

    -Nella terza parte del foglio descriviti completamente libera da quella paura e visualizza tutti gli eventi positivi che ne conseguono. Per alcuni giorni focalizzati su questa visione e percezioni nuove.
  • Evita di focalizzare la mente sulla paura, invece sviluppa la fiducia incrollabile che in te ci sono le risorse necessarie a trovare nuove soluzioni per superarla.
  • Al mattino, appena sveglia, e durante la giornata ripeti di tanto intanto, con attenzione e sentimento, una frase positiva che rinforzi il tuo intento (esempio: “ sono libera da ogni paura, piena di gioia, sicurezza, pace”)
  • Impara a separare le situazioni di pericolo reale, da quelle generate dal rimuginare continuo della tua mente. (ricorda l’esempio della corda scambiata per serpente!)
  • Ascolta spesso i due sonori delle pratiche
Pratica di meditazione 1
https://www.letrasformazionidelladonna.it/wordpress/wp-content/uploads/2021/03/WhatsApp-Audio-2021-03-09-at-12.36.45-MP3.mp3
Pratica di meditazione 2
https://www.letrasformazionidelladonna.it/wordpress/wp-content/uploads/2021/03/WhatsApp-Audio-2021-03-09-at-15.15.20-MP3.mp3
Bibliografia
  1. “Valentia y contentamiento” Charlas sobre la vida espiritual – Gurumayi Chidvilasananda – Ed. Sidda Yoga Dham de Mexico
  2. “ Viveka Chudamani” – il gioiello della discriminazione, testo filosofico – maestro Shankaracharya – secolo ottavo
Posted in: Corpo e mente, Esercizi, Riflessioni e suggerimenti | Tagged: adrenalina, amigdala, cervello, controllo, covid, fuga, istinto, meditazione, natura, paura, Pierluisa Robecchi, reazione, stress, terrore

COLTIVARE IL CORAGGIO CON I FIORI DI BACH PER AFFRONTARE PAURE E ANSIE

Posted by carlab on 19 Marzo 2021 | Leave a response
paura di cadere

di Sergio Laricchia

Paura e ansia

Paura e ansia, sono due stati d’animo con cui spesso abbiamo a che fare, per una ragione o per l’altra. Nel tempo che stiamo vivendo sono quanto mai attuali, spaziando dalle paure immediate per un possibile contagio a quelle più distanti per l’incertezza legata alle proprie attività o al proprio lavoro. Queste emozioni possono avere diverse sfumature e gradi di intensità:

Timore
Ansia
Paura
Panico
Terrore
Orrore
Timore

è il sentimento provato a fronte di una situazione ambigua dalla quale ci si attende un piacere ma anche un possibile dolore, costituito anche solo dal mancato ottenimento del risultato sperato. Es. “domani aspetto Luca, ma temo che non verrà”.

Ansia

è lo stato d’animo in cui vi è sostanziale equivalenza tra l’aspettativa di un piacere e di un dolore, che crea un senso di attesa e conflitto. Es. “sono in ansia per l’esame: potrei diplomarmi ma anche fallire”.

Paura

è un’emozione provata in una situazione dominata dalla minaccia o dalla percezione di dolore (reale o immaginario, fisico o psichico, attuale o futuro) che induce al desiderio pervasivo di evitamento, di allontanamento o di fuga dalla fonte del dolore stesso. Es. “il bosco è in fiamme, ho paura, devo andarmene subito da qui!”.

Panico

è la condizione in cui l’intensità della Paura diventa travolgente, portando a una fuga irrazionale e insensata, nel tentativo di rifuggire la minaccia. Es. “i tifosi si sono fatti prendere dal panico, si accalcavano alle uscite dello stadio, cadendo gli uni sugli altri”.

Terrore

è una forma estrema di Paura in cui la fuga si rivolge all’interno di sé, portando ad uno stato di immobilità, paralisi, rigidità e riduzione della sensibilità. Es. “ero immobilizzata dal terrore di fronte a quel cane aggressivo”.

Orrore

è un sentimento in cui la Paura si fonde ad un senso di ribrezzo e repulsione, suscitato da un evento percepito come ripugnante e crudele sul piano fisico o morale. Es. “si sentivano inermi di fronte agli orrori della guerra”.

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I fiori di Bach per il coraggio, la tranquillità e la fiducia

Posto che è sempre opportuno farsi aiutare da un professionista qualificato, possiamo affrontare ansie e paure anche facendo appello ai fiori di Bach, archetipi floreali di stati d’Animo ai quali ispirarci, mentre ne assumiamo l’essenza, per evocare le nostre innate risorse e capacità di adattamento. Il Dr. Bach scriveva che non bisogna accanirsi contro le condizioni indesiderate, quanto piuttosto sviluppare la virtù opposta. Ad esempio, anziché cercare di non aver paura, è opportuno sviluppare il coraggio. Questo concetto è espresso anche nella Kabbalah, la mistica ebraica, in cui il Creatore rappresenta un infinito desiderio di dare piacere (anche detto “luce”) e la creatura un infinito desiderio di ricevere piacere (detto anche “recipiente”). Possiamo pensare dunque alla paura come al “recipiente” per il coraggio.

Esiste un intero gruppo di fiori che il Dr. Bach ha definito utili per la paura.

 

  • Chi prova paure definite (dei ragni, del buio, di volare, ecc.), è timido e tende all’evitamento può farsi ispirare da Mimulus per richiamare a sé la compassione verso chi, provando paure simili alle nostre, diventa lo stimolo ad osare per proteggerlo;

  • Chi ha paure vaghe e indefinite, presentimenti nefasti, può trovare in Aspen il simbolo della centratura su sé stessi;

  • Chi teme per la salute dei propri cari, preoccupandosene eccessivamente, può trovare in Red Chestnut il suo archetipo ed evocare la virtù dell’ottimismo e della fiducia;

  • Chi è preda del terrore, la paura “raggelante” che impedisci il movimento, può farsi ispirare da Rock Rose per risvegliare il proprio coraggio;

  • Chi ha paura di perdere il controllo, sentendosi trascinato dai propri istinti, può trovare in Cherry Plum il simbolo della padronanza e della maestria dei propri istinti.

Infatti, troviamo Rock Rose e Cherry Plum, insieme a Clematis – archetipo della dissociazione e del suo opposto, la presenza – nel composto pronto Resource Remedy (“Relax no Stress”).

Lo stato d’ansia, oltre che dal citato Aspen, è ben rappresentato anche da altri archetipi floreali a seconda delle manifestazioni:

 

  • L’ansia di anticipazione, la frenesia, l’impazienza, è incarnata da Impatiens, a cui ci si può ispirare per evocare la tranquillità e la pazienza;

  • Il tormento nascosto dietro una maschera di allegria è simboleggiato da Agrimony, la cui virtù è quella dell’apertura e dell’armonia;

  • Il pensiero ossessivo e la rimuginazione sono rappresentati da White Chestnut, archetipo anche della pace interiore e della calma.

fiori di Bach good night

Infatti, questi tre fiori li troviamo anche nel composto pronto Resource GoodNight (“Sonno Sereno”).

  • La paura di essere interiormente “sporchi”, “contaminati”, a volte accompagnata dal disprezzo per tutto o parte del proprio aspetto, è tipica di Crab Apple, archetipo anche della purezza e dell’accettazione.

fiori di Bach Harmony

Quest’ultimo, insieme ai citati Cherry Plum e Impatiens, è incluso anche nel composto pronto Resource Harmony (“Armonia Femminile”) a cui ci si può ispirare, in particolar modo, nei momenti di sensibilità legati al ciclo o alla menopausa.

  • La paura di non essere all’altezza, di essere inferiori agli altri è tipica di Larch a cui ci si può ispirare per evocare l’audacia;

  • La paura di dire di “no” è invece rappresentata da Centaury, simbolo anche dell’assertività;

  • La paura di fallire nuovamente e lo scoraggiamento sono l’aspetto “ombra” di Gentian, la cui “luce” è la fiducia.

Confidence fiorii di Bach

 

Questi tre fiori sono infatti inclusi nel composto pronto Resource Confidence (“Autostima e Fiducia”).

Per meglio focalizzare le virtù opposte, è utile ripetere mentalmente, ad ogni assunzione, le affermazioni positive che, per i composti pronti Resource, si trovano nel foglietto interno alla confezione.

Per approfondire, scarica qui l’eBook gratuito sui fiori di Bach.

 
 
 
Posted in: Corpo e mente | Tagged: angoscia, Bach, curare, equilibrio, fiori di bach, laricchia, natura, panico, stare bene, stress, terrore, timore

RESPIRARE…CON IL CUORE

Posted by carlab on 11 Febbraio 2021 | Leave a response
donna che respira

di Fiorenza Zanchi

Il respiro. La forza che tiene in vita il corpo, che sostiene la vita. Così naturale che normalmente neppure lo percepiamo. Ma in questo momento al centro dell’attenzione a causa del Covid-19 la patologia che ha cambiato i nostri giorni obbligandoci, tra l’altro, proprio a controllare il respiro, a divenire consapevoli della sua capacità di “portare il mondo in noi e noi nel mondo”. Ecco un percorso per riscoprirne il senso.

Crescere nonostante le difficoltà

 Un abbraccio, un bacio, anche solo una stretta di mano sono diventati “tabù”, perché avvicinano troppo: la bocca e il naso vanno coperti per non incontrare il respiro altrui.
In questa sorta di sterilizzazione dei rapporti imposta da SARS-CoV-2 ,
riuscire a “dare un senso” a ciò che sta accadendo aiuta a non arrendersi alla desolazione delle lontananze e della mancanza di contatto e può trasformare questa prova in una occasione di crescita.

buddha che respira

Chakra, l’universo in noi

I simboli, come quelli dei chakra, i centri di energia dell’antica disciplina Yoga che racchiudono e descrivono i diversi piani della realtà(1), possono aiutare, attraverso le analogie suggerite proprio dalla necessità di contenimento del nostro spazio di respiro, dalla paura e dall’impossibilità di scambio, dalla stessa difficoltà a respirare…

A partire dal chakra cui pare relata questa funzione.
Anahata chakra: localizzato nel cuore, al centro del torace e correlato all’elemento aria: centro del respiro e centro dell’Amore, della virtù e della saggezza (2). La “dimora della misericordia”, della “pietas”, dove alita Pavana, signore del vento: soffio, respiro, spirito vitale.
Essere in Anahata significa sviluppare quella che il Shatchakra Nirupana chiama misericordia e il Dalai Lama compassione: “l’unica via contro la rovina collettiva”.

“L’autentica compassione è un sentimento onnicomprensivo che si estende a tutti: agli amici come ai nemici. “(3)

Non il sentimento e lo stato mentale dominante oggi.

Anahata è in pericolo ?

Dunque è questo il chakra che sembra essere il centro della crisi di questo periodo così difficile che stiamo vivendo, il centro della prova che stiamo affrontando.

Simbolo di equilibrio ed Empatia (ἐν, “in” e –πάθεια “sofferenza”: patire, soffrire, sentire dentro, essere nella stessa sofferenza) profonda, contatto intenso con l’altro, proprio quel contatto che ora pare negato.

Simbolo di quel salto di consapevolezza che, anche dal punto di vista fisico, elevandoci al di sopra del diaframma nel regno aereo dei polmoni, ci consente di abbandonare il mondo viscerale, ovvero per analogia ma non solo, anche per neurofisiologia, il mondo delle pulsioni incontrollate che ci dominano, per entrare in un luogo aereo più leggero e sottile, dove anche la volontà consapevole gioca la sua parte, portando dal dominio dei visceri a quello dello spirito/psiche.

respiro flebile

Se il corpo cambia, lo spirito cambia, l’universo cambia(4)

In Anahata si cambia, si “cresce”. Ci si solleva al di sopra di Manipura, il chakra precedente collocato al centro dell’addome, il cui elemento è il fuoco, la “pienezza dell’energia”(5) ma capace di costringere sotto il diaframma, prigionieri di una visceralità cieca che guida l’agire, se in Manipura prevale, con Rudra il distruttore, il fuoco delle passioni viscerali, della rabbia, dell’aggressività, dell’Ego che regna sovrano (5).
“Rabbia, aggressività, ira sono il prodotto di menti nevrotiche e infelici” (6)
“La maggior parte degli esseri umani, oggi, è imprigionata nella trappola infernale dell’Ego”(7).

Un’aria “irrespirabile”

Nei simboli è come se questo virus obbligasse a toccare con mano come il mondo viscerale, l’Ego chiuso in sé stesso in balia del suo “fuoco” magmatico, possa diventare “una trappola infernale”, rendere l’aria irrespirabile.
Basta pensare come è dura la nostra società, in particolare, ma non solo, con le nuove generazioni stritolate da un ingranaggio senza “compassioni”, costrette a scontrarsi ogni giorno con un mondo di spietata competizione dove il Cuore è il grande assente e si vive realmente in una Apnea continua per l’ansia e l’incertezza del domani.  Anahata si chiude. Lo spirito, il respiro si chiude. E …
 – fa sperimentare come questa chiusura sia solitudine, separazione dal mondo, mancanza di libertà, sofferenza…
– suggerisce di ampliare la nostra capacità di mettere una maggiore consapevolezza al di sopra di tutti i riflessi viscerali che normalmente guidano la nostra respirazione e la nostra vita, per la maggior parte del tempo.  
– invita ad avviare il processo di “trasformazione” del nostro stato mentale, delle emozioni grossolane e viscerali in un sentimento di consapevolezza, di attenzione, di apertura al mondo, di superamento della paura.

Salire ad Anahata, aprire il cuore

Che significa non sentirsi in balia degli eventi e non rinunciare ad aprire il cuore, anzi fare rete più che mai e creare sempre più spazi di comunicazione, non chiudersi al mondo ma ampliare i propri orizzonti, senza rinunciare alla prevenzione della virosi, ma cercando nuove soluzioni di comunicazione.

Significa amare il mondo che ci circonda:
– incrementando gli stili di vita che migliorano le condizioni dell’ambiente, l’alimentazione sostenibile, il produrre meno scarti possibile, consumare meno e inquinare meno, usare l’energia (luce, gas, acqua…) con parsimonia…
– occupandoci di persone più fragili, magari il vicino di casa, anche solo usando il telefono per scambiare una parola di conforto…
– non rinunciando mai alla cura di sé, all’attività fisica, anche solo una bella passeggiata tutti i giorni, cercando luoghi tranquilli..
Tutte cose che si possono fare.
L’importante è non chiudersi nel proprio mondo, non isolarsi nel proprio io ma, nel vero senso della parola, fare un respiro profondo e aprire il cuore.

apnea
BIBLIOGRAFIA
BIBLIOGRAFIA

(1)F.Zanchi – “Introduzione” in: “I Chakra – l’universo in noi”
Albanese-Cella – Zanchi – ed. Xenia
(2)F.Zanchi- “Se il corpo cambia lo spirito cambia- Yoga e medicina a confronto” in: “I Chakra – l’universo in noi” Albanese-Cella – Zanchi – ed. Xenia
(3)Dalai Lama intervista – espresso.repubblica.it>cultura> 2015/01/05
(4) Aforisma Yoga
(5)C.G.Jung – “Commento psicologico sul Kundalini Yoga” in: L’immaginale –

rassegna di psicologia immaginale – 6 – anno 4° Aprile 1986
(6) Dalai Lama – discorso alla consegna del premio Nobel per la pace 1989
(7)F.Lamendola LA TRAPPOLA DELL’EGO – Accademia Adriatica di Filosofia
2 mar 2018 — Francesco Lamendola. Articolo d’archivio.

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