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Storie di vita

I COME INQUIETUDINE

Posted by carlab on 11 Luglio 2021 | Leave a response
INQUIETUDINE

di Tiziana Luciani

Questo lungo periodo di pandemia ci ha lasciato addosso un sentimento inquieto del vivere che ci porta a chiederci: ma cosa è l’inquietudine? La immagino come una emozione di fuoco che, come quell’elemento, può scaldare e cuocere, ma anche bruciare e distruggere. A voi chiedo: è buona o cattiva, l’inquietudine? Fa bene o male? Dipende…C’è un’inquietudine che ci domina, come accade a Karen protagonista della favola “Scarpette rosse” di H.C. Andersen, costretta da quelle scarpe, tanto desiderate, a danzare senza requie sino a morirne, e una che all’opposto ci aiuta a rinascere, come racconta Sant’Agostino nelle “Confessioni” quando, come successe a lui, dall’ “inquietudo”, riusciamo ad accedere alla “beatitudo”.

Quale è la vostra inquietudine, quella di Karen o quella di Agostino? Temete e rifiutate quest’ emozione, o invece ne avete sperimentato le qualità positive e quindi sapete come farne una vostra alleata? A questo tema ho dedicato un libro: “I come inquietudine” ultimo uscito della collana “Alfabeti per le emozioni”, edita da Cittadella Editrice, di Assisi. Ho iniziato a lavorarci nell’estate del 2019, prima della pandemia, ed è uscito due anni dopo nell’estate 2021. Scrivendolo sono passata dal riferirmi ad inquietudini molto personali, per poi collegarmi a quelle che, a livello mondiale, stavamo attraversando. La stesura del testo mi ha fatto compagnia durante il lockdown, ha lenito momenti di sconforto, di solitudine e di incertezza. Scrivere dell’inquietudine mi ha aiutato ad affrontarla. Ho contattato i colori che la suscitano e quelli che la possono contenere, fra questi il verde acqua che tinge la copertina del libro, non a caso. Molte sono le fiabe e le favole che la narrano, perché eroine ed eroi sono mossi dalla propria inquietudine e grazie a quella emozione scomoda si attivano, per affrontare le loro eroiche imprese. Tante sono le poesie che la evocano, e che costellano le pagine del libro. Sull’inquietudine hanno scritto memorabili versi Eluard, Ungaretti, Manzoni, Foscolo. All’inquietudine ha dedicato un fondamentale testo Fernando Pessoa: “Il libro dell’inquietudine”, appunto, di cui troverete alcune frasi memorabili citate nel libro. Leggendo “I come inquietudine” verrete insieme con me sulla “Scala della Vita”, rappresentazione che appartiene al repertorio iconografico dell’arte popolare e che ci aiuta a capire come si declina l’inquietudine nelle diverse fasi della nostra vita, dall’infanzia alla vecchiaia.

scala della vita

Condividerò con voi l’inquietudine che mi prende quando in profumeria mi fanno gentilmente omaggio di campioncini di creme tutti “per pelli mature”, e ciò mi induce, appena possibile, a guardarmi allo specchio per controllare se così tanto si nota il gradino della “Scala della Vita” in cui attualmente mi trovo! Per scrivere il libro ho affrontato tre inquietudini potenti: quella che pervade le storie d’amore, e che anche nei momenti più luminosi di una relazione si acquatta in una zona d’ombra del nostro cuore, pronta a scattare, quella che ci fa dolorosamente rifiutare i distacchi da una persona, da una fase della vita, da un luogo, dall’esistenza stessa. Quella che ci fa temere d’essere imperfetti, sbagliati, inadatti, per sempre anatroccoli e mai e poi mai cigni. Un balsamo all’inquietudine sono da sempre i viaggi. Lo stesso Sant’ Agostino, scrive: “Dove, via dal mio cuore poteva fuggire il mio cuore?” Così parte e: “Dal borgo di Tagaste me ne venni a Cartagine”. In “I come inquietudine” ho immaginato che autori e autrici, che molto hanno viaggiato, possano venire a trovarci in casa per indurci a lasciarla. Bruce Chatwin, R.L. Stevenson, Anaïs Nin, Vita Sackville West e Goethe, tutti/e lì per noi, a domicilio, per motivarci a questo potente antidoto all’inquietudine: il viaggio. Nel testo si riflette sulle conseguenze emotive della pandemia, sull’allenamento alla friabilità che il Covid-19 ci ha imposto, su come questi severi insegnamenti possano comunque tornarci utili. Il libro è corredato da proposte pratiche di attività espressive, di facile realizzazione, che si possono fare in casa, perché elaborando un’immagine creativa con i colori, il collage e l’assemblage, l’inquietudine da nemica può trasformarsi in amica. Per dedicare, come giusto che sia, tempo e attenzione a questa emozione rivoluzionaria.

i come inquietudine
I come inquietudine
Tiziana Luciani
I come inquietudine
  • di Tiziana Luciani

  • Assisi, Cittadella Editrice 2021

  • Euro 12,50

Tiziana Luciani

Tiziana Luciani

 

Sono una psicologa-psicoterapeuta, arte terapeuta clinica e docente della Scuola di formazione per arte terapeuti de La Cittadella di Assisi. Mi occupo di formazione degli adulti dal 1980 nell’ambito: sanitario, sociale, educativo. Giornalista-pubblicista ho fatto parte delle redazioni delle riviste: Cooperazione Educativa e Amica Sofia. Fra gli ultimi libri pubblicati: Se perdo te. Quando il lavoro manca, in collaborazione con Giovanni Grossi (Pliniana, 2013), E corrono ancora. Storie italiane di donne selvagge (Frassinelli, 2014), Eroine ed eroi in corso (Carthusia, 2021), Che forza! Con le illustrazioni di Bimba Landmann (Carthusia, 2021). Lavoro a Perugia, Milano, Roma.


Posted in: Libri, Storie di vita | Tagged: Anderson, covid, inquietudine, le confessioni, lettura, libri, psicologia, Sant Agostino, scala della vita, stare bene

8 MARZO 2021

Posted by carlab on 8 Marzo 2021 | Leave a response

IL PIACERE DI COMUNICARE INSIEME

Uno spazio di scambio nella vita di ogni giorno

Benvenute!

fiori festa donna

Il nostro spazio FB ha superato le 10.000 lettrici. GRAZIE! Per permetterci di fare rete e consolidare lo scambio fra noi abbiamo creato il gruppo  “Il piacere di comunicare insieme”. Iscrivetevi! Abbiamo in serbo diverse sorprese per chi di voi parteciperà più assiduamente.

Il piacere di comunicare insieme

Stare insieme, scambiare suggerimenti, aiutarsi ad affrontare la vita di ogni giorno con piccole strategie per superare le difficoltà. Soprattutto nelle cose più semplici. Perché sono proprie quelle che tante volte fanno la differenza. Godere di un sasso trovato sulla spiaggia, dei germogli primaverili sul balcone; trovare accorgimenti che consentano di inserire nella quotidianità cibi gradevoli, sani e rispettosi dell’ambiente, saper ritagliare uno spazio per un’attività rigenerante, come lo yoga. Sono solo alcuni esempi di come i gesti e le attività di ogni giorno possano influenzare il nostro benessere.
Noi donne siamo abituate fin dai temi più remoti a arricchirci a vicenda attraverso lo scambio di esperienze, il dialogo, l’esempio reciproco. Da sempre impariamo l’una dall’altra, tramandandoci competenze sulla vita quotidiana attraverso le generazioni. Questa capacità atavica rischia di andare perduta, a causa dei compiti che ci sovrastano, della mancanza cronica di tempo, dei messaggi standardizzati che ci rivolgono i media facendoci sentire troppo spesso inadeguate.
Nel gruppo che abbiamo creato desideriamo dare forma a uno spazio per recuperare la nostra attitudine allo scambio di esperienze, valorizzando gli eventi che ciascuna di noi gestisce nella vita quotidiana.
Senza ambizioni, pretese, timori di essere valutate e giudicate. Ogni contributo è prezioso. Mandateci foto, osservazioni, ricette, consigli… Vi aspettiamo.

Posted in: Storie di vita | Tagged: 8marzo, condividere, confrontarsi, consigli, doni, esperienze, esperienze condivise, festa donna, foto, gruppo, gruppo fb, interazioni, parlare, pensieri, ricette, riflessioni, scambio, stare bene

IL POTERE CREATIVO DELLA DONNA

Posted by carlab on 15 Febbraio 2021 | Leave a response

L’arte di costruire

enterprisin girls

Essere costruttive è una dote che richiede molta creatività. Permette di ricavare il meglio da ciò che si ha a disposizione. Anche nei momenti meno facili. Una vera e propria arte che le donne conoscono e praticano, in famiglia e sul lavoro. Il gruppo di amiche che fa riferimento all’associazione EnterprisinGirls, ha costruito una rete di relazioni e sinergie per valorizzare questa capacità creando la campagna “Costruttrici”, che accoglie anche gli uomini, perché insieme si lavora meglio.
Lo racconta Francesca Vitelli, presidente dell’associazione.

Di Francesca Vitelli

Costruire insieme

Costruttrici, costruttori, chi sono? Spesso nominati – soprattutto i costruttori – ma mai definiti, spiegati, individuati. Chi sono e cosa fanno le persone che costruiscono e – ricostruiscono l’economia tutti i giorni? Nell’associazione EnterprisinGirls conosciamo diverse di queste persone, sono quelle che lavorano in rete con noi: imprenditrici/tori, libere professioniste/i e donne e uomini del Terzo settore. Abbiamo pensato di lanciare una campagna di comunicazione per presentarli dal nostro sito web e dai social, persone poco visibili che investono tempo, esperienza, competenza, energie e risorse per far vivere, crescere e preservare un patrimonio collettivo: il loro know how. Se perderemo anche solo una/o di loro avremo perso tutte/i. Se una/uno di loro fosse travolto e lasciato indietro quel che si rischia è più dei posti di lavoro: è l’identità personale e sociale, è la dignità, è il bagaglio di conoscenze e competenze per lo sviluppo, è la storia che unisce con un filo sottile un passato iniziato oltre duemila anni fa che si proietta verso il futuro. Tutto quel che vediamo intorno a noi ci insegna a improntare – ogni singola azione – alla ricerca della bellezza, al perseguimento della creatività, al perdurare dell’attenzione per lo stile. È la nostra cifra stilistica, è il modo in cui pensiamo con la stessa naturale inconsapevolezza con cui respiriamo, è la creatività che genera il Made in Italy.

marisa enterprisin girls

Coltivare la bellezza

Nel nostro lavoro, nella quotidianità, la bellezza non è orpello, non è inutile accessorio: è l’essenza di quel che siamo. L’economia siamo tutte/i noi attraverso le scelte di acquisto che premiano le persone. L’economia ri-parte grazie alle persone: chi crea, ricerca, studia, investe, resiste, propone e coloro che scelgono di acquistare prodotti e servizi. Con le costruttrici e i costruttori vive e si rinnova il Made in Italy, la creatività, il design, il turismo, l’agricoltura, la comunicazione, la moda, i servizi alle imprese, le libere professioni, l’arte, la ricerca.

Creatività che genera bellezza

Succede con il lavoro di Donatella Gallone giornalista professionista della carta stampata e scrittrice che, oltre un decennio fa, intuisce le potenzialità del web e decide di creare un’impresa: una casa editrice e un portale culturale per promuovere il talento e la cultura napoletana. “Il Mondo di Suk”, sito web seguitissimo, racconta 365 giorni l’anno cosa accade a Napoli: mostre, libri, concerti, lirica, teatro, danza, fotografia ma anche convegni, dibattiti, incontri e ogni umano assembramento ove regni l’elaborazione del pensiero. Arte, spettacolo e cultura da vivere. Quel che distingue il lavoro di Donatella dai tanti siti che si occupano degli stessi temi è l’approccio democratico: tutti, ma proprio tutti, i talenti vengono raccontati e presentati. Piccoli, piccolissimi e ancora sconosciuti trovano posto accanto ai noti e famosi. Se c’è talento c’è il Mondo di Suk a raccontarlo.

isabella di enterprisin girls

Elasticità e resilienza favoriscono la creatività

La creatività permette anche di reinventarsi a 40 anni in un Paese come il nostro nel quale il mercato del lavoro è talmente rigido da non permettere un cambio di professione, una rigidità che impone la staticità, soprattutto alle donne. Si nasce in un settore e in quello si deve rimanere. Le coraggiose, però, ci sono sempre: Camilla Castaldo architetta a 37 anni si iscrive di nuovo all’università e tre anni dopo consegue la seconda laurea e rileva lo studio di famiglia di consulenza del lavoro. Facile? Non proprio. Possibile? Sì con impegno, tenacia e studio.
Ci sono, poi, settori dove scegli di rimanere anche quando la tempesta ti vorrebbe trascinare lontano, è il caso della ristorazione nel periodo della pandemia e di Isabella Preziuso che, sulla montagna di uno dei Borghi più belli d’Italia in provincia di Avellino, resiste per darsi e dare un futuro alla sua creatura: la Locanda La Molara. C’è tutta sé stessa in quella costruzione in pietra immersa nel verde: sogni, sacrifici, paure, desideri e le ricette della nonna rivisitate con i migliori prodotti del territorio.
E chi danzava fino a un anno fa, cosa fa adesso? Soffre e avverte l’impossibilità di creare nuove coreografie come la mancanza di un arto, una mutilazione del corpo e dell’anima. Maria Cira Iacomino dice di sé: I am a dancer! Ma questo non le basta e dopo aver aperto una scuola di danza con la sorella si è guardata intorno, i costumi e i tutù che vedeva non le piacevano. Ha aperto una azienda, una sartoria, dove li disegna e li realizza. Tutù unici, fatti su misura con disegni sorprendenti escono da Palcoscenico, la sua azienda. Ma se non si danza non servono tutù e l’impresa muore, così, avvia la produzione di mascherine che tutti indossiamo e consegue la certificazione ministeriale. Per rimanere in piedi e non licenziare non basta: mette in cantiere la produzione di abbigliamento femminile.

La creatività come antidoto

La creatività è l’antidoto contro un mercato del lavoro disintegrato, il coraggio e la determinazione sono il baluardo che contrapponiamo al disastro totale. L’ISTAT ha, nei giorni scorsi, reso pubblici i dati sui tassi di occupazione degli ultimi mesi: a dicembre 2020 sono 101.000 i posti di lavoro bruciati, di questi 99 mila erano occupati da donne. Se guardiamo il secondo trimestre dello scorso anno eravamo a meno 470 mila occupate rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Il tasso di occupazione femminile in Italia, sceso al 48,4%, è l’ultimo in Europa. A questo – non va dimenticato – bisogna aggiungere il divario tra le diverse zone del Paese: al Sud, prima della pandemia segnavamo un meno 30% rispetto al dato nazionale. Partivamo male, adesso ci troviamo tra le macerie. Gettare la spugna? Mai!

Mettersi in rete rigenera

La pandemia ha reso evidente quel che già sapevamo: è necessario lavorare in rete e a farlo si impara. Di cosa hanno bisogno le micro imprese, le libere professioniste le piccole realtà del Terzo settore? Di arrivare ai potenziali clienti, di essere raccontate, valorizzate e promosse. Hanno bisogno come l’ossigeno di creare relazioni, reti, rapporti. Lavoriamo a questo guardando con speranza al futuro ma senza mai perdere la consapevolezza che tutto dipenda da noi, dalla nostra capacità di essere costruttrici. Quella capacità che la piattaforma WEgate – European Gateway for Women’s entrepreneurship – creata dalla Commissione europea nel 2016 per favorire l’incontro tra le associazioni di imprese femminili di 32 Paesi ci ha riconosciuto segnalandoci tra le best practices: tra le tante associazioni presenti siamo la realtà più giovane e l’unica nata a sud di Roma.

Posted in: Storie di vita | Tagged: consulenza, creatività, donne, essere costruttive, impresa, interprisin girls, lavoro, lavoro femminile, pandemia, ricavare, ristoranti

IL POTERE CREATIVO DELLA DONNA

Posted by carlab on 15 Novembre 2020 | Leave a response
donne e pittura

Ospitare l’arte

A Potsdam, nel magico scenario offerto dal bellissimo parco che costeggia il lago di Wannsee, si è aperto uno spazio dedicato alle donne che “fanno” arte. E’ stato un’idea di Susanne Ahlefelder che, dopo la pensione, ha deciso di dare una svolta alla sua vita e iniziare un nuovo percorso.
Abbiamo avuto occasione di incontrarla e intervistarla.

lago di wansee

Come ti è venuta l’idea di aprire una galleria d’arte?

Insegnavo, poi sono andata in pensione. Avevo più pace e tempo per pensare, mi sono guardata alle spalle e ho deciso di mettere a frutto le conoscenze e l’esperienza che avevo accumulato per una vita.
Avevo studiato arte e avevo un seminterrato disponibile.
Ho pensato di reinventarmi trasformandolo in una galleria d’arte “al femminile”.

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Visionari, brava gente

Perché la scelta di dedicare la tua galleria solo alle donne?

Ancora quando studiavo, negli anni ’70, c’era l’obiettivo di portare la partecipazione delle artiste alle esposizioni, almeno al 30% ma neppure ora, dopo ben 50 anni, questo obiettivo è stato raggiunto!
Mentre le studentesse d’arte sono più del 50% del numero totale di studenti dei licei artistici e scuole d’arte, quelle che riescono ad esporre e a farsi conoscere rimangono ancora la minoranza.

A cosa è dovuta, a tuo parere, questa minore visibilità delle artiste?

Le donne “fanno” l’arte, creano, ma non riescono a esporre perché non hanno abbastanza fiducia in sé stesse e quindi non sono abbastanza combattive. Gli uomini “si fanno avanti”, hanno più relazioni e contatti, una rete maggiore. Ecco, io voglio aiutare a creare una rete maggiore anche per le donne. Dare spazio alla loro creatività, aiutarle ad avere più fiducia in sé stesse.

Perciò, anche se ora ho richieste per esporre nella mia galleria anche da artisti uomini di buon livello, rimango ferma nel mio proposito di riservare la mia galleria solo alle artiste donne.

La Gallerie di Susanne è la “ ARTAFFAIRES”, Behringstr 92, 14482 Potsdam. Germania

Alcune opere della monografica dedicata all'artista Simon Westphal

alcune opere della monografica dedicata all'artista Simon Westphal.
alcune opere della monografica dedicata all'artista Simon Westphal.
alcune opere della monografica dedicata all'artista Simon Westphal.
alcune opere della monografica dedicata all'artista Simon Westphal.
alcune opere della monografica dedicata all'artista Simon Westphal.

BIOGRAFIA
BIOGRAFIA

Susanne Ahlefelder
ha compiuto studi di storia dell’arte e lingue romane a Colonia, Bonn e Parigi. Ha lavorato ai musei di Colonia ed è stata insegnante di liceo a Berlino. Ha un figlio e una figlia!
Nel 2017 ha fondato la Galleria d’arte “Artaffaires” in Behringstr 92, 14482 a Potsdam, che ha già al suo attivo 6 esposizioni di 7 artiste.

Il sito web di Susanne è: www.artaffaires.de

Posted in: Storie di vita | Tagged: accademia, arte, artiste, donne, gallerie, licei, mostre, pittura, potsdam, scultura

IL POTERE CREATIVO DELLA DONNA

Posted by carlab on 8 Novembre 2020 | Leave a response
angelo che si affaccia su paesaggio

Saper immaginare diverse soluzioni ai problemi quotidiani, che rigenerano i percorsi usuali, rinnovandoli e aiutandoci a superare le difficoltà. È una capacità connessa alla creatività che possediamo naturalmente. Troppo spesso la mancanza di fiducia in noi stesse ci spinge a sottovalutare questa potenzialità così importante. Impariamo a coltivarla. Ci guidano alcune riflessioni di Francesca Vitelli, fondatrice e presidente del Network nazionale EnterprisinGirls, uno spazio dedicato a far nascere e crescere la creatività femminile.

di Francesca Vitelli

Visionari, brava gente

Che differenza c’è tra vedere ed essere visionari? Cosa ci spinge ad andare oltre l’ordinarietà? È la creatività, il bisogno di dar forma all’immaginazione che ci fa andar oltre. Esistono vari tipi di creatività, c’è quella funzionale a trovare soluzioni a necessità quotidiane – cosa posso mettere in tavola di appetitoso e originale con quello che ho in dispensa – e quella necessaria a superare il confine tra sopravvivere e vivere. Il processo creativo ha vari livelli, non siamo tutti geni e la creatività di Leonardo da Vinci apparteneva soltanto a lui, ma ognuno di noi – alla nascita – riceve in dote una certa attitudine a cimentarsi con essa. Crescendo decidiamo se coltivarla, allevandola con pazienza e coraggio, o sopirla in nome di una adultità che reclama attenzione verso traguardi più “concreti”.

gioconda con mascherina

La creatività è concreta?

In vero la creatività è parecchio concreta e permea tutti gli ambiti del nostro vivere, chi decide di soffocarla rinuncia al piacere della scoperta, al sapore della sfida, al brivido che regala il veder confermata una intuizione, alla bellezza di un pensiero che sezionato, ponderato, sperimentato e collaudato diventa realtà. Bisogna esser temerari per assecondare la propria creatività? Forse sì, poiché essa richiede tempo e dedizione da sottrarre ad altro e mai si accompagna con la garanzia che la nostra visione sia coronata da successo. Però…però senza creatività che vita sarebbe?

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Il potere creativo della donna.

Giocare con la creatività

Ricordo che nei lunghi pomeriggi invernali dell’infanzia, quando il buio dilagava presto, inventare giochi, passatempi e attività era il modo per sottrarsi agli artigli della noia. Le pagine illustrate di un libro erano lo spunto per dar vita a nuove storie, gli oggetti di uso comune servivano per costruire macchine del tempo, un vecchio teatrino di burattini era il lasciapassare per un mondo colorato. Ma allora la fantasia e la creatività sono la stessa cosa! È dunque vero che la creatività allontana dalla concretezza quotidiana per farci evadere in un mondo irreale con meno affanni? No, non lo credo.

creare

Fantasia e creatività: processi multiformi

Penso che la fantasia sia propedeutica alla creatività, la prima è la fase di elaborazione del pensiero, la seconda, attiene alla verifica di fattibilità di un progetto nutrito con la fantasia. Il processo creativo, in qualsiasi ambito, modalità, misura e aspetto si eserciti è irrinunciabile.
In sua mancanza esisteremmo senza misurarci con nessuna delle pericolose, entusiasmanti, frustranti e bellissime avventure quotidiane. Spesso mi sono imbattuta in chi considerava la creatività sinonimo di artisticità o abilità manuale: sono creative e creativi coloro che realizzano oggetti tangibili, escludendo l’idea che il processo creativo è multiforme, fluido e dinamico e si presta, con la sua gradualità, a innumerevoli interpretazioni che ricadono anche nel regno dell’immateriale.

Superare i limiti con occhi nuovi

Il mio lavoro è basato sulla individuazione dei punti di forza di una impresa e lo sviluppo di una strategia di valorizzazione che comporti crescita e sviluppo, oltre le competenze è necessaria una attitudine: la creatività. In questo periodo in cui le relazioni, i viaggi e la possibilità di visitare mostre, ascoltare concerti, andare a teatro ed esercitare i sensi che stimolano le sinapsi sono azzerate bisogna far appello a tutte le nostre risorse affinché la creatività non avvizzisca e continui ad abitare le nostre vite. Come? Non rinunciando ad andare oltre l’ordinarietà, anche nelle piccole cose. Quando si rinuncia alla visionarietà la creatività si spegne. Essere visionari non vuol dire avere allucinazioni o la testa tra le nuvole ma godere della dote di saper guardare alle cose, al mondo e alla vita con sguardo “altro”, uno sguardo capace di generare innovazione, diversità, originalità. Tutto il resto è copia, tutto il resto è noia.

Francesca Vitelli
Pubblicazioni
Francesca Vitelli

Francesca Vitelli

Nasce a Napoli nel 1968 e dopo aver conseguito il diploma di maturità al liceo classico si laurea con lode nel dicembre del 1992 in Scienze Politiche con una tesi sulla FAO nella quale dedica un capitolo al ruolo delle donne nel processo di sviluppo nei paesi del Terzo Mondo.
Fino al 1998 lavora per diverse testate giornalistiche e inizia la sua carriera nel mondo della formazione e della progettazione. Vince un concorso alla Camera di Commercio di Napoli per la consulenza alle PMI e si forma all’Istituto Guglielmo Tagliacarne. Dal 2001 al 2005 dirige il settore tecnico dell’ufficio provinciale di Napoli di una delle tre associazioni di categoria del mondo agricolo, entra nel direttivo e segue le “donne in campo” pubblicando per la Commissione Regionale Pari opportunità una ricerca sul lavoro delle donne in agricoltura. Avvia la libera professione di consulente d’impresa.
Nel 2002 vince un concorso alla Camera di Commercio di Napoli e fino al 2004 è consulente per l’imprenditoria femminile e lo start up di impresa per lo sportello ATHENA del Comitato per l’imprenditoria femminile.
Nello stesso periodo è membro del Nucleo di valutazione del Comune di Piano di Sorrento (Na).
Nel 2002 è consulente della III Commissione “Programmazione, Agricoltura, Turismo ed altri settori produttivi” della Regione Campania in materia di accesso ai finanziamenti da parte delle imprese a valere su fondi FEOGA  per la formazione e lo sviluppo di impresa.
Dal 2004 al 2012 è direttore dell’ente di formazione e ricerca UPN di Napoli
Dal 2006 al 2014 è responsabile della progettazione, gestione, rendicontazione. Monitoraggio  e valutazione di interventi formativi e sviluppo per le imprese a valere su fondi Ue, nazionali e fondi interprofessionali per la Confesercenti di Napoli.
Nel 2014 crea il network nazionale EnterprisinGirls e ne diventa la presidente, carica che ricopre a tutt’oggi, www.enterprisingirls.it.
Dal 2014 cura mostre d’arte contemporanea in Italia e all’estero.

 

Pubblicazioni

I prodotti tipici e la sicurezza per i consumatori, a cura di Francesca Vitelli e Domenico Mollica, 2002  ed. Direzione Provinciale di Napoli della Confederazione Italiana Agricoltori e Camera di Commercio di Napoli
Donne e agricoltura, Meridione Sud e Nord del Mondo atti del convegno Napoli 2002
La crisi del nocciolo, atti del convegno, Visciano 2003
I prodotti agricoli si coltivano, non si fabbricano – I problemi della tracciabilità in agricoltura, 2004 ed. Direzione Provinciale di Napoli della Confederazione Italiana Agricoltori e Camera di Commercio di Napoli
Cibele: l’altra metà della terra, ed. Direzione Provinciale di Napoli della Confederazione Italiana e Commissione Regionale Pari Opportunità –  2005

Posted in: Storie di vita | Tagged: creatività, donne, leonardo, potenziale, studio
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