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Le trasformazioni della donna
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Salute per la donna

MENOPAUSA: UN MONDO NUOVO

Posted by carlab on 14 Febbraio 2023 | Leave a response
donna che guarda al futuro

L’universo femminile è connotato dalla trasformazione. Con la pubertà inizia quel fluttuare ciclico che accompagna la donna nella parte centrale della vita, in risonanza con la Natura e i suoi ritmi. La gravidanza poi consente di sperimentare, fisicamente dal di dentro, comunanza e condivisione. Infine la Menopausa, ultimo step, trasborda la donna su una terra stabile di maggiore continuità ma è particolarmente difficile da affrontare: il contesto sociale teme il trascorrere del tempo ed enfatizza la perdita di funzioni e con esse della stessa posizione sociale della donna, piuttosto che l’acquisizione di nuove competenze.

di Fiorenza Zanchi

Un'inversione di tendenza

Comprendere e ritrovare un senso alle modificazioni di questa fase della vita, è un punto di partenza per poterle affrontare positivamente e scegliere cosa è meglio per ognuna.

le orche che nuotano
La menopausa dei cetacei
La menopausa dei cetacei

La menopausa è una caratteristica della specie umana condivisa solo da alcuni cetacei. Le orche femmine infatti, si riproducono fra i 12 e i 40 anni, ma possono sopravvivere fino a 90 anni, proprio come le donne (mentre i maschi della specie raramente superano i 50).

I ricercatori hanno rilevato che la presenza delle femmine più anziane nei gruppi di orche, aumenta i tassi di sopravvivenza dei piccoli e che le femmine post-menopausa sono le depositarie delle “conoscenze ecologiche” del loro gruppo, con una funzione leader che emerge in modo particolare quando vi sono anni difficili (1)

“I nostri risultati mostrano per la prima volta in che modo le femmine in età post-riproduttiva possono aumentare la sopravvivenza dei parenti, ossia attraverso il trasferimento di conoscenze ecologiche. Il valore della loro saggezza può contribuire a spiegare perché le orche femmina e gli esseri umani continuino a vivere a lungo dopo aver smesso di riprodursi”(1)

Con la menopausa il “destino biologico” femminile sembra invertire la sua tendenza passando da una evoluzione in senso riproduttivo, dove il funzionamento delle ovaie e il conseguente tenore ormonale sono necessari e dominanti, ad una evoluzione in senso personale e culturale, dove il funzionamento delle ovaie e il loro tenore ormonale, perdono rilevanza.

Il focus del cambiamento è la cessazione del bioritmo ovarico e dei relativi equilibri ormonali che si erano instaurati con la pubertà. Cessa il fluttuare ciclico. C’è più stabilità. Cessa l’emorragia mensile. C’è più energia a disposizione per sé stesse. Bisogna imparare a dirigerla.

più tempo

Più tempo per me stessa...

Non è facile. È necessario credere in sé stesse. Fidarsi dei messaggi che il corpo invia per inoltrarsi in un tempo della vita dove le scale di valore cambiano: dalla centralità riproduttiva e produttiva della giovinezza e della bellezza, intesa come prestanza fisica; dai modelli che investono su erotismo, sessualità e passioni più che su sentimenti e Amore; dalle richieste di prestazioni che antepongono quantità a qualità… alla riflessione che domina sull’azione, al maggiore bisogno di interiorità, di “tempo per sé”, all’approfondimento, all’esperienza…
Le energie per operare questo cambio di coordinate, al contrario di quanto si può pensare, ci sono: non più devolute verso l’esterno, come il sangue mestruale che si perde ad ogni flusso, o le gravidanze o la cura verso il mondo (figli, mariti, genitori…), possono essere dirette verso l’interno a nutrire la propria crescita. Non a caso una delle frasi più frequenti è: ”ho bisogno di più tempo per me stessa”

Guardarsi con occhi nuovi

L’atteggiamento psicologico con cui si affrontano le trasformazioni climateriche è una variabile fondamentale. Serve sviluppare uno sguardo nuovo. Gli occhi con cui ci si guarda, giudicanti e critici piuttosto che accoglienti e tolleranti, sono in grado di influenzare la maggiore o minore entità dei disturbi che si possono presentare, in particolare quelli legati all’equilibrio nervoso e ormonale. Non a caso nelle culture più “tradizionali”, africane o latino americane, dove l’ingresso in menopausa non solo non viene vissuto come perdita ma valorizzato come tempo di maggiore autorevolezza della donna, i sintomi fisici sono meno rilevanti (2)
Ma
“ Gli adulti e i vecchi possono istruire solo se accettano sé stessi. Se accettano di esporre la loro faccia, capace di mostrare la sua verità. Anziché fare tante teorie psicologiche e sociologiche sui giovani, la generazione dei genitori e dei più vecchi, farebbe meglio a mostrare la propria faccia, a mostrare “l’opera in corso”, a mostrare l’evoluzione, il cambiamento, il senso.”(3)

varie generazioni

Una "pratica" da iniziare presto...

Già intorno ai 40 anni si può iniziare a fare il “punto” della propria vita, senza rimandare perché “tanto c’è tempo”, in realtà tempus fugit…
-cominciare a guardare un po’ più dentro sé stesse che fuori: ascoltarsi, per imparare a leggere i messaggi del corpo 

 

  • ritagliare maggiore tempo personale, con spazi riservati unicamente a sé, per relax, svago, pratiche yoga…


  • curare l’alimentazione, riscoprendo anche il piacere di cucinare e mangiare con gusto

  • 
fare un’attività fisica appagante, amando il proprio corpo per come è

  • diminuire lo stress, che significa anche:

  • riconsiderare i propri obiettivi di vita…

  • coltivare la spontaneità

Tutti elementi che possono aiutare a affrontare nel modo migliore i futuri cambiamenti.

Leggi anche

Donne con le mani legate

...Per un approdo sicuro

Una volta iniziata la “trasformazione” vale la pena di

  • prendere le distanze dai messaggi mediatici spesso poco rassicuranti, se non addirittura colpevolizzanti, verso quelle donne che non possono o non vogliono aderire agli stereotipi proposti 


  • acquisire maggiore consapevolezza di ciò che significa menopausa, di ciò che comporta, di quello che veramente succede, che si acquista e che si lascia (v. box e altri articoli sul tema) 


  • ricordarsi che la menopausa fisiologica non è mai un blackout improvviso: inizia da lontano 
preparando il cambiamento e procede per tappe progressive che hanno caratteristiche 
proprie e dunque un modo di presentarsi e intervenire diverso. Il corpo stesso insegna, basta ascoltarlo senza paure o preconcetti. 


"terminate le mestruazioni, il cuore della donna è come un bocciolo di loto che comincia a schiudersi"

(alchimia taoista femminile)

Climaterio
Climaterio

l’insieme dei fenomeni che precedono, accompagnano e seguono la cessazione dell’attività delle ovaie. Il S.N.C. e con esso la psiche, costituiscono un elemento centrale nel determinare l’insorgere della menopausa. Stress, depressione ansia si accompagnano a sintomi più fastidiosi e prolungati.


Si articola in 


  • Premenopausa: fase di passaggio tra l’attività ovarica (“periodo riproduttivo”) e l’esaurimento della attività ovarica (“periodo culturale”). Durata media è 6-8 anni.
E’ la fase più irregolare e complessa anche perché prende “di sorpresa”, dato che si può presentare già intorno ai 40 anni e comunque tra quarta e la quinta decade di vita.
Sono possibili: 


  • irregolarità mestruali che durano per molti anni e sono abbastanza evidenti, in altri casi sono appena percettibili tanto che la menopausa sembra insorgere all’improvviso. 


  • disturbi fisici, neurovegetativi, psichici, che non vengono minimamente collegati a questo processo ed invece ne sono le prime spie, come: tachicardie, stanchezza, fiato corto, vuoti di memoria, insofferenze, insonnia. 


  • modificazioni della forma corporea per deposizione di grasso addominale (“mi è venuta la pancia!”). 


  • riduzione del metabolismo basale, dunque del fabbisogno calorico e aumento del colesterolo, per il modificarsi delle sintesi 
ormonali, che rendono importante cambiare le abitudini alimentari e praticare attività fisica.


  • Menopausa: ultima emorragia fisiologica che si verifica durante il climaterio. Possono iniziare a comparire le “vampate di 
calore” in seguito alla progressiva diminuzione degli estrogeni.


  • Postmenopausa: periodo di amenorrea che segue la menopausa e conclude il climaterio. Non vi è più attività ovarica 
riproduttiva ma vi è produzione di più o meno modeste quantità di estrogeni grazie alla collaborazione del tessuto adiposo (quello depositato sulla pancia dunque ha un suo perché!) che trasforma in estrogeni gli androgeni che provengono principalmente dal surrene e dalle ovaie. Opporsi troppo all’aumento di peso, così come aumentare troppo, può produrre danni anche gravi; conoscere il senso delle trasformazioni in atto aiuta a dirigerle. 


Bibliografia
Bibliografia

(1) Lauren J.N. Brent e coll. Ecological Knowledge, Leadership, and the Evolution of Menopause in Killer Whales” -Current Biologh, Vol.25, Issue 6,16 March 2015, Pages 746-750 
(2) Alfieri Chiara “Mutazioni di ruoli nel ciclo di vita femminile post riproduttivo: il caso della donna bobo”(e a seg.) – in “The Elderly in the Mirror – percezioni e rappresentazioni della vecchiaia” a cura di Antonio Guerci- Stefania Consigliere – Biblioteca di Antropologia della Salute, vol. 4- Erga edizioni
(3)Hillman J. ”La forza del carattere” – Milano: Adelphi, 2000

Posted in: Menopausa, Salute per la donna | Tagged: credere, destino biologico, donna, femminilità, figle, flusso, mariti, menopausa, mestruazioni, perdita di funzioni, tempo

PER UN VIAGGIO DI BENESSERE TRA CORPO E MENTE MEGLIO LA “NATURA”

Posted by carlab on 31 Luglio 2021 | Leave a response
fiore

di F. Zanchi

E’ sempre più sentito il bisogno di un approccio terapeutico in grado di prendere in considerazione non solo la malattia o il sintomo, dunque la parte, ma l’individuo nella sua totalità: corpo e mente per un benessere centrato sull’intera dimensione individuale. Per soddisfarlo le medicine “Naturali” e in particolare quelle “Olistiche”, possono essere un alleato prezioso.
Al punto che ormai anche lo sguardo istituzionale ha sottolineato le risorse che offrono.

Persona, non Sintomo

L’ISS (Istituto Superiore di Sanità) ha affrontato a più riprese il tema delle medicine “Naturali” (CAM come vengono chiamate nella letteratura scientifica, ovvero Complementary and Alternative Medicines) e preso posizione a riguardo facendo proprio il concetto di “… medicina che non si occupi solo del sintomo, ma del paziente tutto, inteso come persona nella sua complessità” “Una medicina a <misura d’uomo> che ponga al centro della prevenzione e della cura non tanto la malattia o il sintomo, nell’ambito di un’ottica riduzionista, ma l’equilibrio fisico, psichico e spirituale della persona.” (ISS comunicato 12/11/2012)

Tuttavia sotto il termine “medicine “Naturali” o alternative” sono compresi approcci terapeutici molto diversificati e spesso non c’è chiarezza sulle specifiche caratteristiche di ognuno di essi.

Classificazione delle CAM
Classificazione delle CAM

Le medicine e le pratiche non convenzionali ritenute in Italia come rilevanti da un punto di vista sociale sia sulla base delle indicazioni della Risoluzione n. 75 del Parlamento Europeo del 29/5/97 e della Risoluzione n. 1206 del Consiglio d’Europa del 4/11/99 che sulla base della maggiore frequenza di ricorso ad alcune di esse da parte dei cittadini oltre che degli indirizzi medici non convenzionali affermatisi in Europa negli ultimi decenni, sono:

  • Medicina Omeopatica
  • Fitoterapia
  • Agopuntura
  • Medicina Ayurvedica
  • Medicina Antroposofica
  • Medicina Tradizionale cinese
  • Omotossicologia
  • Osteopatia
  • Chiropratica

L’esercizio delle suddette medicine e pratiche non convenzionali è da ritenersi a tutti gli effetti atto medico (7).

omeopatia

Ma cosa sto usando?

Del lungo elenco di medicine Naturali, la più utilizzata è senza dubbio l’Omeopatia seguita a breve distanza dalla Fitoterapia. Proprio per la loro diffusione e per essere sovente impiegate in contemporanea, queste due CAM sono spesso confuse tra di loro mentre invece è bene sapere che ci sono differenze fondamentali tra i due approcci e soprattutto notevole diversità del rischio.

Utilizzo delle CAM
Utilizzo delle CAM

Omeopatia (7%), seguita dai trattamenti manuali, ovvero osteopatia e chiropratica (6,4%), fitoterapia (3,7%) e agopuntura (1,8%)(5).
L’omeopatia, medicina naturale e olistica per eccellenza, è in assoluto la CAM più diffusa e viene utilizzata regolarmente o occasionalmente dal 25% della popolazione tra i 18 e i 65 anni(1).
In Europa i medicinali omeopatici (e antroposofici) sono utilizzati da più di 100 milioni di persone, e 60 mila medici li prescrivono.
In Italia(2).
– 11 milioni i cittadini (ovvero 18,5% della, popolazione) (circa 150 milioni in Europa), usano l’omeopatia.
– 3 milioni usano l’omeopatia regolarmente(3-4).


Le maggiori utilizzatrici di CAM sono donne!(5)

Quali sono allora le differenze fondamentali tra questi due principali approcci naturali e gli eventuali rischi da tenere presente?

Fitoterapia, un mondo da conoscere bene

Innanzitutto le terapie fitoterapiche utilizzano:

1. rimedi vegetali ottenuti da piante medicinali ovvero principi attivi naturali, non di sintesi, detti fitocomplessi

Questi principi attivi sono esattamente misurabili e dosabili inoltre, a differenza del farmaco chimico della medicina convenzionale


2. i fitocomplessi, come suggerisce il nome, non sono mai isolati, hanno anzi un’azione di “squadra” esercitata dalle diverse molecole presenti, rinforzando l’azione del rimedio


In secondo luogo vengono prescritte, come la medicina convenzionale, in base a una:

3. diagnosi basata sul sintomo (otite, rinite, epatite, amenorrea; ad es. per le vampate di calore in menopausa vengono utilizzati: fitoestrogeni, cimicifuga o isoflavoni della soya, iperico, equiseto…).

natura
La Natura è sempre con noi
La Natura è sempre con noi

I fitocomplessi di fatto sono i precursori dei moderni farmaci: molti dei principi attivi sintetizzati chimicamente dall’industria farmaceutica sono stati estratti per la prima volta da piante officinali (es.: flavonoidi, antinfiammatori come l’acido acetil salicilico, alcaloidi, ecc.) e ancora oggi vengono utilizzati per progettare e realizzare farmaci di sintesi: lo dimostra il fatto che più della metà dei farmaci attualmente in commercio, dall’aspirina ai più recenti farmaci antitumorali come il tamoxifene, sono di derivazione vegetale.

Inoltre va tenuto presente che, al contrario di quanto sovente si crede la fitoterapia può: 


4. non essere priva di tossicità. (v. Box).

Interazioni in fitoterapia
Interazioni in fitoterapia
  • Propoli, (sostanza resinosa che le api raccolgono dalle gemme e dalla corteccia delle piante ed elaborano) può determinare allergie anche gravi specie nei bambini.

  • Iperico, spesso utilizzato come antidepressivo naturale. E’ in grado di interferire con numerosi farmaci tra cui sicuramente i più noti sono i contraccettivi, la cui azione può essere vanificata determinando l’insorgere di gravidanze indesiderate! Ma anche l’assunzione associata ad altri antidepressivi comuni, come l’amitriptilina – può rischiare un effetto additivo con rischi da sovradosaggio o, ancora più grave, chi dovesse associarlo a ciclosporina, una sostanza utilizzata per ridurre la risposta immunitaria, utilizzata ad es. nei trapianti, può rischiare un rigetto dovuto all’associazione iperico-ciclosporina…

  • Ginseng : può aumentare l’attività del Cumadin (warfarin) un anticoagulante di uso comune o degli ipoglicemizzanti orali.

  • Liquirizia: può ridurre i livelli di potassio nel sangue ed in tal modo potenziare la tossicità della Digossina un farmaco di frequente utilizzato per i disturbi cardiaci o può indurre ipopotassiemia se associata con diuretici e cortisonici.

  • Ginkgo biloba: ha la capacità di interferire con la funzionalità piastrinica, può causare un effetto additivo con gli anticoagulanti come la warfarina e con i farmaci antiaggreganti piastrinici quali l’aspirina.

  • Pompelmo: si è scoperto che il suo succo inibisce alcuni isoenzimi del P450 ( una famiglia di sostanze che proteggono l’organismo da agenti tossici) con possibile aumento di tossicità delle statine, diffusamente utilizzate per ridurre il colesterolo, delle sostanze che riducono le risposta immunitarie, di antiipertensivi come i calcio antagonisti o di psicofarmaci diffusissimi come le benzodiazepine! 

  • Melograno, come per il pompelmo e queste sostanze sono presenti in molti preparati in commercio utilizzati in particolare dalle donne, come gli antiflogistici delle vie urinarie… (6)


Dunque mai pensare che un rimedio, solo perché è “naturale”, sia di per sé innocuo o, comunque, privo di conseguenze e prima di assumere un qualsiasi prodotto sempre informarsi bene sulle sue proprietà e interazioni, meglio consultandosi con un esperto, inoltre, se ci si rivolge a un terapeuta, riferire sempre le sostanze che si stanno assumendo, anche se naturali!

onde
Io? Non prendo nulla...
Io? Non prendo nulla...

Una ricerca condotta dal National Prescribing Service (NPS) australiano ha evidenziato che circa la metà dei consumatori intervistati non dichiara l’uso di medicine complementari al proprio medico curante perché pensa che, in quanto naturali, siano ininfluenti, e non le collega con una vera e propria terapia, o a volte anche perché teme il rimprovero del medico che sente scettico, che “non ci crede”…

Omeopatia: il nostro “simile” ci aspetta.

Cos’è invece l’omeopatia? Oltre ad essere la forma di medicina complementare più utilizzata in assoluto è sicuramente una di quelle a cui l’approccio “olistico” è legato “strutturalmente”.
Iniziamo dal nome: Omeos = simile + pathos= sofferenza; sofferenza simile! Dunque l’Omeopatia è basata sulla “Legge dei Simili”(8).
Ma cosa si intende per “legge dei simili”?
Significa che è un metodo clinico-terapeutico basato sulla somministrazione a:

  • dosi deboli, di sostanze capaci di provocare, se somministrate all’uomo sano, una:

  • dimensione simile a quella presentata dalla persona malata, con sintomi fisici e psichici analoghi.

Proprio per questa sua caratteristica l’Omeopatia non vede la “malattia”, definita da sintomi standardizzati, ma vede quello specifico malato con il suo peculiare modo di essere, di reagire, di sentire, in quel dato momento.
Viene prescritta prendendo in considerazione l’intera dimensione individuale, per trovare il farmaco adeguato, il più possibile “simile” a come ci si sente in quel preciso momento. Esattamente come diceva l’ISS “prende in carico, il paziente tutto, inteso come persona nella sua complessità”.

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Accudire sé stesse nella natura

Una medicina di “casa nostra”

In secondo luogo sfatiamo possibili confusioni: non è una medicina orientale, anzi è un sistema di terapia decisamente di “casa nostra” cioè nato in occidente. Le sue radici non affondano in culture lontane, come lo yoga, l’ayurveda o l’agopuntura.., ma fanno parte della nostra tradizione, anche medica. Risalgono addirittura a colui che consideriamo il “padre” della nostra medicina, Ippocrate (460 a.c.), medico e pensatore greco che già asseriva, appunto, che “i simili curano i simili” (“similia similibus curantur”). Successivamente lo svizzero Paracelso, medico, erborista, farmacista, alchimista, astrologo e pensatore del cinquecento, applicò la stessa filosofia terapeutica. Infine il tedesco Samuel Hahnemann (1755/1843), stimato medico allopatico, ortodosso nella prima parte della sua vita, insoddisfatto delle terapie della medicina ufficiale dell’epoca, chiuse il suo studio, allontanò i suoi pazienti per ricercare altre possibilità di cura ed arrivò a enunciare e sistematizzare l’omeopatia che oggi conosciamo.

Nella Natura il rimedio per ogni problema

Infine, l’Omeopatia utilizza:

 

  1. rimedi ottenuti da tutto il mondo Naturale, vegetale, minerale, animale

  2. medicinali in diluizione (come recepito e specificato nel Decreto legislativo n.219 del 24/4/2006 e successivi atti.), ovvero a dosi deboli, anzi più il rimedio è diluito più è efficace, potente ed agisce in profondità.                                                                                                         A causa delle alte diluizioni:

  3. perde la sua eventuale tossicità. (es. arsenico!) e questo è un motivo fondamentale per cui l’omeopatia, specie alle alte diluizioni, presenta scarsi o nulli effetti collaterali o i rischi che abbiamo visto per la fitoterapia.

 

Quindi è molto importante avere ben chiara la terapia che si sta facendo, per sapere se si sta assumendo o meno qualche cosa che può interagire con altre terapie o che potrebbe provocare effetti collaterali o eventualmente per poter utilizzare, al bisogno, supporti terapeutici con il minimo potenziale di invasività.

Omeopatia
Erboristeria
Omeopatia

Il medicinale omeopatico è preparato a partire da tutti e tre i regni della Natura: vegetale minerale animale.
Si prepara una soluzione in acqua e alcol delle piante, animali, minerali di partenza.

La soluzione scelta viene progressivamente diluita e sottoposta, ad ogni passaggio di diluizione, a 100 energiche scosse, ovvero “dinamizzata”, un procedimento che conferisce maggiore energia al farmaco. Con queste due tecniche – diluizione e dinamizzazione – si riduce progressivamente la quantità di sostanza e quelle tossiche perdono la loro tossicità: sopra la diluizione di 12CH, il farmaco non contiene più molecole del prodotto di partenza, ma il medicinale diventa, paradossalmente sempre più efficace.
I procedimenti di diluizione e dinamizzazione sono tre e, dunque, le sigle che potete trovare per indicare il procedimento seguito sono: CH – K – LM
CH indica centesimale di Hahnemann. Ovvero è ottenuta seguendo il metodo originale di Hahnemann.
K indica centesimali di Korsakov (un omeopata russo, contemporaneo di Hahnemann). Differisce, sostanzialmente, per l’utilizzo di un flacone unico per tutte le successive diluizioni mentre, nel primo metodo, si cambia flacone ad ogni nuova diluizione.
LM indica diluizioni cinquanta-millesimali ed stata introdotta da Hahnemann nell’ultimo periodo del suo lavoro. Con questa metodica il medicinale è molto più diluito anziché uno a 100 addirittura uno a cinquantamila.

Erboristeria

Dalla pianta medicinale scelta si può ottenere:
– Succo: ottenuto meccanicamente da pianta fresca.
– Tisane:
 ° infuso = ottenuto versando acqua bollente su fiori o foglie
 °decotto = ottenuto mettendo in acqua fredda radici, cortecce o     semi, poi portate ad ebollizione.
  ° macerato = ottenuto mettendo la droga in acqua a temperatura ambiente. Il grado di sminuzzamento influisce sulla estrazione.
– Polvere: ottenuta mediante operazioni meccaniche dirette sulla droga vegetale essiccata.
– Tinture: ottenute da estratti idroalcolici di pianta secca (tintura officinale o Tintura FU) o da pianta fresca (tintura madre), non sono sottoposte a processi di eliminazione del solvente, né standardizzate in principi attivi.
– Estratti: ottenuti mediante vari metodi che consentono l’estrazione e la concentrazione dei principi attivi, con eliminazione parziale o totale del solvente (Estratti fluidi, o secchi), anche ad
alto titolo e standardizzati (concentrazione definita e costante nel tempo): i moderni metodi di frazionamento consentono di selezionare i costituenti o di eliminare le sostanze tossiche.
– Olio essenziale: ottenuto prevalentemente per distillazione, scarsamente solubile in acqua.

bibliografia
bibliografia

1- Astraricerche (socieà che conduce indagini di mercato) del 2013
2- ECHAMP 2014 (European Coalition on Homeopathic and Anthroposophic Medicinal Products, associazione no profit che rappresenta l’industria dei medicinali omeopatici e antroposofici nell’UE, che ha fatto il punto della situazione dei farmaci omeopatici nel Vecchio Continente e nel nostro Paese.)
3-Doxa Pharma 2012
4-Istat 2013 “Tutela della salute e accesso alle cure”: utilizzo delle terapie non convenzionali è pari all’8,2% nella popolazione
5-EURISPES – istituto privato di studi politici, economici e sociali che opera nel campo della ricerca politica, economica, sociale e della formazione- “rapporto Italia” del 2012
– ISTAT 2013
6-potete trovare i dati di interazione dei vari fitoterapici su: https://www.epicentro.iss.it/fitosorveglianza/ ; c’è anche un database
fitovigilanza Toscana e http://www.epicentro.iss.it/focus/erbe/caputi.asp
EPICENTRO è il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica a cura del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute
7- “Linee guida sulle Medicine e Pratiche Non Convenzionali”. In occasione del del Consiglio Nazionale della FNOMCeO del 18 maggio 2002
8- “L’omeopatia è un metodo diagnostico e terapeutico, basato sulla -Legge dei Simili-”: questa definizione è stata acquisita e ufficializzata all’interno delle nostre strutture istituzionali in sede di Conferenza Stato-Regioni il 7 febbraio 2013 (accordo tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano concernente i “criteri e le modalità per la formazione ed il relativo esercizio dell’agopuntura, della fitoterapia e dell’omeopatia da parte dei medici chirurghi ed odontoiatri”). (SALUTE) Codice:4.10/2013/2 (Servizio III) Accordo ai sensi dell’articolo 4 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281. Repertorio Atti n.: 54/CSR del 07/02/2013)

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RESILIENZA E RIMEDI DI DRENAGGIO PER LA PRIMAVERA.

Posted by carlab on 17 Marzo 2020 | Leave a response

FEGATO: FORZA E CORAGGIO!

primavera

di Fiorenza Zanchi

Mai come in questo momento di timori, insicurezze, incertezze, cambiamenti radicali delle abitudini, c’è bisogno di farsi forza e avere coraggio. Aiutare il nostro fegato a svolgere al meglio la sua funzione di “scudo protettivo” attraverso alimenti che lo sostengano e una pratica quotidiana che ne potenzi le capacità difensive, migliora la nostra salute fisica e psichica e ci mette nelle condizioni migliori per affrontare positivamente la pandemia in cui siamo immersi e la quarantena cui siamo costretti.

È ora di “avere fegato”

Fegato, vero e proprio organo “coraggioso” e non solo per il significato simbolico di audacia e forza fisica, una persona coraggiosa “ha fegato”, ma perché in prima linea, pasto dopo pasto, nell’ affrontare e assorbire l’impatto con la moltitudine di sostanze sempre più spesso sconosciute, con cui veniamo a contatto per nutrirci, senza che ci danneggino. Il nutrimento infatti, prima di entrare nel sangue e arrivare alle nostre cellule, passa attraverso il fegato che controlla, seleziona e purifica il cibo prima che entri nel circolo ematico da cui successivamente arriverà al cuore e da lì ai tessuti e al cervello.

la cascata

“Siamo quello che mangiamo”

Se il cibo che assorbiamo nell’intestino, inizialmente “estraneo”, non venisse preparato adeguatamente prima di entrare in contatto diretto con il sangue, rischierebbe di danneggiare l’organismo, intossicandolo. Il fegato ci rende “resilienti”, ci permette di far fronte positivamente al “diverso” integrandolo senza danni: il cibo che scegliamo ogni giorno nella nostra alimentazione può dunque trasformarci dall’interno, divenendo parte di noi e influendo sulla nostra salute e sul nostro benessere, grazie alla coraggiosa mediazione del fegato.

Uno “scudo protettivo”

Anche in Estremo Oriente molte espressioni hanno il duplice significato di fegato e di coraggio. 
Per i cinesi il fegato è “lo scudo protettivo”: non solo capace di incontrare la “diversità”, ovvero le sostanze nutritive sempre differenti che ogni giorno introduciamo, “relazionandosi” per integrarle e adattarci ai cambiamenti, ma anche in grado di rigenerarsi quasi totalmente quando viene danneggiato. Se, per esempio, in un intervento chirurgico si rende necessario toglierne una parte, nel giro di pochi mesi il corpo riesce a reintegrarlo totalmente e senza mai perdere le sue funzioni di sintesi, disintossicazione e metabolismo di sostanze.

Prometeo
IL MITO DI PROMETEO
IL MITO DI PROMETEO

Prometeo (letteralmente: Colui che riflette prima) era un titano amico degli uomini, che coraggiosamente rubò il fuoco agli dei (l’intelligenza e la coscienza) per donarlo agli uomini (dotandoli di mente e di ragione)
Questo regalo non piacque a Zeus, il padre degli dei, che per punire il furto lo condannò a essere incatenato per l’eternità ad una altissima roccia e ordinò che ogni giorno un’aquila gli divorasse il fegato. Ogni notte però il suo fegato si rigenerava, così che l’aquila potesse tornare a divorarlo, sino a che Ercole, passando da quelle parti, non trafisse l’aquila con una freccia e gli restituì la libertà.

Un “occhio” consapevole e...

Nel mito è presente dunque una verità: il fegato è il solo organo del corpo umano capace di rigenerarsi. Non solo. E’ simbolicamente luogo, oltre che di coraggio, forza e potenza, anche di intelligenza: in grado di dominare le forze esterne e ridurle ai propri scopi attraverso la consapevolezza, la capacità di cambiare punto di vista, equilibrare le proprie emozioni, concentrare l’attenzione su ciò che si può controllare.
Era tale la percezione che questo organo fosse in grado di “conoscere” e “vedere” ciò che è bene e ciò che è male per l’individuo, che nell’antichità veniva associato all’occhio, organo della vista e il fegato degli animali veniva utilizzato per leggervi l’avvenire.

...una promessa di rinascita


Nella medicina tradizionale cinese il fegato è l’organo legato alla Primavera, la stagione della rinascita, in cui la Natura si trasforma e inizia un nuovo ciclo. Dunque proprio questo periodo dell’anno è ideale per rinnovarci, depurare il fegato e favorire al meglio le sue funzioni difensive e rinforzanti di cui abbiamo più che mai bisogno.

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Per favorire la funzione epatica

tarassaco

-Taraxacum

o dente di leone, o soffione, utilizzato da sempre nella medicina popolare come depurativo primaverile, capace di “lavare via” la pesantezza accumulata nell’inverno, fiorisce proprio in Primavera riempiendo di fiori dorati e poi di soffici e svolazzanti piumini i nostri prati.

E’ un digestivo e depurativo in particolare del fegato, stimola l’eliminazione di sostanze tossiche per l’organismo e aumenta la secrezione biliare prevenendo la formazione di calcoli della colecisti. Bene in caso di difficoltà digestive da ipotonia e ipoacidità gastrica, con stitichezza e tendenza alla stasi biliare, in particolare quando è presente la cosiddetta “lingua a carta geografica” ovvero con aree biancastre irregolarmente alternate ad aree rossastre.

OMEOPATIA

In bassa diluizione omeopatica si può assumere prima dei pasti mettendo le gocce direttamente sotto la lingua o in un bicchiere di acqua oligominerale da bere a piccoli sorsi che vanno tenuti un po’ in bocca.

 

  • Diluizione: 6dh – gocce;

 

  • posologia: 20gg x 2 al dì

 

  • Marzo/Aprile/Maggio

 

FITOTERAPIA

Il Tarassaco può essere utilizzato anche fresco: le foglie tenere, raccolte lontano dai centri abitati o dalle strade carrozzabili (non ora!!!), si possono aggiungere alle insalate o mangiare in minestre, frittate e stufate. Le tisane di foglie di tarassaco essiccate, inoltre, hanno anche un’ottima attività diuretica


Cardus Marianus

-Carduus Marianus

simile al carciofo e utilizzato fin dall’antichità per migliorare la digestione, fiorisce nei campi, nei pascoli, lungo i margini dei sentieri, in tutta l’area mediterranea da Maggio a Luglio.

Bene per liberare da scorie e tossine il fegato specie quando è affaticato da eccessi alimentari o da alcool o ancora per chi non riesce a smettere di fumare o assume sovente farmaci: è un vero depuratore e rinnova i tessuti epatici grazie a un insieme di sostanze –silimarina- presenti nei semi e nel frutto.
Bene anche quando vi sono stasi venosa, specie varici dell’arto inferiore sinistro, o emorroidi che denunciano una cattiva circolazione epatica e nella stitichezza per il suo effetto leggermente lassativo.

Evitate se avete la pressione alta o calcoli alla colecisti.

OMEOPATIA

In bassa diluizione omeopatica si può assumere almeno ½ ora prima dei pasti mettendo le gocce direttamente sotto la lingua o in un bicchiere di acqua oligominerale da bere a piccoli sorsi che vanno tenuti un po’ in bocca.

 

  •  Diluizione: 3dh – gocce;

 

  • posologia: 20gg x 2 al giorno

 

  • Maggio/Giugno

 

FITOTERAPIA

Tintura Madre (T.M.): 20/30 gocce 2/3 volte al giorno, in acqua, lontano dai pasti
Estratto secco titolato e standardizzato: cps 50 mg; 1cps x 2/3 volte al dì, lontano dai pasti.

- Chelidonium Majus

fiorisce nella stagione delle rondini.

Bene come drenaggio epatico per chi ha difficoltà digestive da insufficienza biliare ed epatica caratterizzata da senso di pesantezza soprattutto nell’area epatica e all’angolo inferiore della scapola destra, sonnolenza dopo i pasti e cefalee . Curiosamente i sintomi migliorano mangiando, in particolare alimenti caldi.
Bene anche nelle forme dolorose spastiche del digerente per la sua azione spasmolitica.

OMEOPATIA

  • Diluizione 4ch – granuli;

  • posologia: 5 granuli x 2 volte al giorno 1 ora prima dei pasti

  • Maggio/Giugno

Se siete molto stressate e sentite lo stomaco contratto come se avesse un nodo in mezzo allo stomaco, potete associare un gemmoderivato:

-Ficus carica

gemmoderivato di Fico; ha un’azione riequilibrante sul sistema neurovegetativo; è perciò d’aiuto nei casi di somatizzazioni ansiose e da stress in particolare a carico di stomaco e intestino. 

OMEOPATIA

  • 1dh; posologia: 30-40 gocce di macerato glicerico 2 volte al giorno,

  • alla sera prima di dormire e al mattino appena sveglie per circa 2 mesi.

  • Maggio/Giugno

Posted in: Salute per la donna | Tagged: carduus marianus, Chelidonium Majus, drenaggio, fegato, ficus carica, fitoterapia, forenza zanchi, forza, mangiare, omeopatia, prometeo, Taraxacum

CISTI OVARICHE: QUALE REALTÀ?

Posted by carlab on 22 Settembre 2019 | Leave a response

di Fiorenza Zanchi

“dottoressa mi hanno detto che ho le cisti ovariche” “che non potrò avere figli” “Che dovrò prendere sempre la pillola se voglio avere le mestruazioni regolarmente” …
Sono frasi che molto spesso mi capita di sentire quando si presenta per una visita ginecologica un’adolescente, o una giovane donna.
Ma cosa si intende, in realtà, quando si parla di “cisti ovariche”?

Un ovaio che sta maturando

In effetti la presenza di “cisti ovariche” o ovaio policistico o multi follicolare, secondo le varie espressioni che si trovano comunemente usate, non implica necessariamente una condizione di patologia, specie quando è un segno isolato e/o viene rilevata in adolescenti che non hanno ancora completato la maturazione dei meccanismi ormonali che guidano il regolare ciclo ovulatorio e mestruale.
Diverso è invece se, in associazione all’ovaio policistico o a volte anche senza di esso, si trova un insieme di sintomi caratteristici, come:
–mestruazioni irregolari, in particolare che compaiono di rado o non compaiono proprio (oligo/amenorrea)
–aumento dei peli superflui e del loro spessore su aree che normalmente ne sono prive come collo, torace, addome, volto, braccia…(irsutismo) o, più raramente, perdita dei capelli e/o acne (iperandrogenismo clinico)
o anche riscontro, ad un esame per controllare gli equilibri ormonali, di:
–elevazione degli ormoni maschili o androgeni (testosterone libero e/o deidroepiandrosterone solfato) anche senza eccessivi peli superflui (iperandrogenismo biochimico).

PCOs: un male del secolo

Solo nel caso coesistano almeno due o più di questi sintomi si può sospettare una
–“sindrome dell’ovaio policistico” o PCOs, ovvero una condizione di squilibrio ormonale e metabolico costituita da un concorso di sintomi, appunto “sindrome”, che va distinta dal semplice e singolo ovaio policistico.
Dunque prima regola: non preoccuparsi e legarsi la testa per un isolato rilievo di “cisti ovariche”. Se è il caso, consultare uno specialista e fare tutti gli accertamenti necessari escludendo anche altre problematiche che possono generare sintomi somiglianti a quelli della PCOs.
Se tuttavia vi trovate effettivamente di fronte a questa sindrome non sentitevi strane o isolate perché è molto diffusa: viene infatti diagnosticata al 5-10% delle giovani donne ed è considerata l’alterazione endocrina più comune in età fertile!
Le sue cause sono ancora oggi controverse. Si suppone siano il risultato di una combinazione di fattori tra cui i geni, ma anche caratteristiche ambientali e stile di vita, hanno una loro rilevanza.

Iperandrogenismo: il prezzo dell’emancipazione?

Sicuramente, al di là di quale sia l’evento iniziale che innesca la reazione, una caratteristica domina:

– l’iperandrogenismo ovvero l’aumento degli ormoni maschili (androgeni), espressione di un complesso squilibrio funzionale del sistema riproduttivo.

Dal punto di vista simbolico, sembrerebbe quasi il prorompere di una “energia maschile”, sempre più presente nella vita delle donne, che deve ancora trovare un’armonia con quella femminile: “imparare” a bilanciarsi perché le parti maschile e femminile presenti in ciascuna, possano conciliarsi e non essere necessariamente in conflitto.

C’è anche qualche vantaggio: l’aumento degli ormoni maschili (testosterone) può aumentare il desiderio, vivacizzando le relazioni sessuali!
Tuttavia è alla base dei sintomi caratteristici già visti:

  • eccesso di peluria su viso e corpo (irsutismo)
  • acne/seborrea e/o calvizie di tipo maschile
  • disturbi mestruali (mestruazioni irregolari, assenza di mestruazioni per più mesi, cicli scarsi o prolungati)

Possono inoltre comparire:

  • eccessivo aumento ponderale: circa il 50% delle donne con PCOs sono sovrappeso (particolare attenzione quando il giro vita arriva a 88 cm!)
  • alterazioni del metabolismo, in particolare degli zuccheri con possibile “resistenza all’insulina”, ovvero refrattarietà delle cellule all’azione di questo ormone, che consente loro di utilizzare come “carburante” lo zucchero. Conseguenza di questa refrattarietà è l’aumento dell’insulina circolante, per cercare di combattere la “resistenza”, con i suoi effetti negativi sull’equilibrio ormonale e metabolico.

PCOs e sindrome metabolica

L’insieme di questi fattori può predisporre dunque non solo a effetti di tipo estetico ma, a partire dalle alterazioni ormonali dell’apparato riproduttivo, alla così detta “sindrome metabolica”, con scarsa tolleranza agli zuccheri o diabete anche in giovane età, ipertensione arteriosa, aumento del colesterolo e dei trigliceridi, aterosclerosi …
Cosa fare? Provare a riportare in equilibrio i meccanismi che causano il problema, in particolare:

  • l’eccessivo aumento del peso, la resistenza all’insulina e l’aumento di ormoni maschili sono fortemente interdipendenti.

Dunque, passo fondamentale è :

  • ridurre l’eccessivo aumento di peso e prevenire il sovrappeso. E’stato dimostrato infatti che ridurre il sovrappeso e riconquistare il “peso forma” aiuta la ripresa di cicli mestruali regolari, favorisce la fertilità e contrasta le alterazioni metaboliche.

Qualche consiglio

Cominciare da alcune modifiche dello stile di vita:

1- una dieta ben bilanciata, ricca di ortaggi, frutta, cereali integrali, legumi e povera di ingredienti elaborati, in particolari grassi e carboidrati raffinati;

2- una adeguata attività fisica, indispensabile per attivare il metabolismo e favorire una perdita di peso equilibrata mantenendo il giusto tono dei tessuti;

insieme a :

3- una terapia con integratori specifici che migliorino la funzionalità ovarica, l’utilizzo degli zuccheri ma anche, qualora fossero in eccesso, i grassi nel sangue o l’omocisteina, fattori di rischio cardiovascolare;

4 – una terapia farmacologica, entrambe prescritte dallo specialista
contribuiranno a riattivare le condizioni fisiologiche migliorando contemporaneamente estetica e salute presente e futura.

 

Posted in: Ginecologia, Salute per la donna | Tagged: adolescenti, ciclo ovulatorio, cisti, condizione di patologia, equilibri ormonali, multifollicolare, ovariche, peli superflui, policistico

DOPO IL PARTO: RITROVARE L’EQUILIBRIO ARMONIZZANDO CORPO E MENTE

Posted by carlab on 13 Maggio 2019 | Leave a response

Gustav Klimt Le tre età (particolare)
1905

di Fiorenza Zanchi

Il puerperio o quarantena, come veniva chiamato riferendosi alla durata di circa 40 giorni, va dal periodo del “post- partum”, che comprende le prime 2/3 ore dopo il parto, all’incirca sino alla comparsa della prima mestruazione.
In questi fatidici 40 giorni nel corpo della neo mamma si compiono innumerevoli trasformazioni.

Una rivoluzione ormonale: bassi…

Ad esempio crollano letteralmente ormoni, come gli estrogeni e il progesterone, che avevano raggiunto livelli altissimi per sostenere la gravidanza e che, tra l’altro, contribuiscono in modo determinante all’equilibrio dell’umore nonché alla rigenerazione dei tessuti e, in particolare, delle mucose genitali.
Questi ormoni, unitamente a numerose altre sostanze presenti nel sangue che influenzano metabolismo, impulsi nervosi e intero equilibrio psicofisico, rimarranno sregolati nel corso di tutta la quarantena lasciando la puerpera in balia delle loro fluttuazioni.

… e alti

D’altro canto si eleva molto la prolattina, un ulteriore ormone che, come ricorda il suo nome, favorisce la lattazione ma più in generale il così detto ” comportamento parentale” ovvero una disposizione psichica di completa disponibilità, capacità di attenzione e difesa nei confronti del neonato e in contrasto, un relativo disinteresse nei confronti di qualsiasi “stimolo” che non sia il bimbo.

Insomma una vera e propria rivoluzione nel corpo e nella mente, resa ancora più complessa e delicata dalla comparsa al centro dello tuo spazio vitale, in tutta la sua concretezza, di un nuovo essere che per di più è totalmente dipendente da te.

Non ce la farò mai!

Piangere per ogni nonnulla, dormire poco e male, percepire ogni più piccolo inconveniente o problema come enorme o impossibile da superare, alternare momenti di eccitazione con crisi di terribile scoraggiamento, temere che il bimbo pianga troppo o troppo poco, dorma o mangi troppo o troppo poco, abbia la testa troppo lunga o schiacciata, che il latte sia insufficiente o poco nutriente… sono solo alcune delle reazioni, dei timori e dei sensi di inadeguatezza che accompagnano questa vera e propria rivoluzione ormonale!
Spesso inoltre non si sa da che parte cominciare e, soprattutto, a chi appoggiarsi: chi non uscirebbe almeno un po’ “esaurita” da tutti questi cambiamenti? Un momento di depressione, di crisi, di smarrimento, di “paura di non farcela” è del tutto naturale.

e la sessualità?

Anche i rapporti sessuali fanno fatica a riprendere sia per la “disposizione psichica” avversa, legata al rialzo della prolattina, sia perché il corpo non è ancora pronto: in particolare le mucose genitali, a causa degli estrogeni bassi, sono sottili e facilmente infiammabili. Insomma, con buona pace dei compagni, in questa prima fase più che di eros c’è bisogno di coccole e accudimento! Naturalmente è solo questione di tempo. Anche questo passerà: generalmente è la ripresa della mestruazione che avverte del progressivo ritorno a un equilibrio di “donna” e non solo di “madre”.

Un tempo per ogni cosa

Inoltre specie se ci sono state
– episiotomia, lacerazioni, ematomi, emorroidi o, ancor più un taglio cesareo, si può far fatica a muoversi, a camminare a sedersi. Ma anche in assenza di queste complicazioni il solo
– rilassamento dei legamenti del bacino, dovuto alla gestazione, può rendere difficile e penoso camminare provocando: dolori sciatalgici, o fitte all’inguine o senso di peso e tensione dolorosa alla vulva
Ugualmente
– l’allentamento dell’articolazione del pube, così come l’eccessiva mobilità dell’articolazione sacro coccigea, che hanno permesso al bacino di allargarsi e consentire il parto, possono provocare dolori che aumentano camminando.
– Ii piano perineale che ha dovuto tendersi e rilassarsi, se non essere inciso, per consentire il passaggio della testina durante il parto, può dolere e ostacolare sia la posizione seduta che la deambulazione, oltre che la sessualità.

E’ perfettamente normale che tutte queste lesioni dolgano anche per parecchio tempo, a volte anche al di là dei quaranta giorni, ad es. possono volerci anche due-tre mesi prima che i legamenti e le articolazioni ritrovino il loro tono usuale: d’altronde ci sono voluti nove mesi di continua trasformazione per arrivare al parto, non c’è da stupirsi e non si può pretendere che in un tempo molto più breve tutto ritrovi nuovi equilibri e una nuova armonia.

Niente di più naturale che sentirsi a pezzi, dolorante, bisognosa di cure, protezione e sicurezza piuttosto che pronta ad affrontare questa nuova enorme responsabilità che senti sulle spalle!

Le tradizioni insegnano

Non a caso invariabilmente in tutte le tradizioni la “quarantena” era tenuta in altissima considerazione e rappresentava un periodo di particolare protezione e accudimento. Qualsiasi sforzo fisico era risparmiato alla puerpera: tanto era considerata fragile che in alcune tradizioni veniva persino imboccata, così come in altre era il marito ad accudirla completamente, mentre alle nonne spettava badare al bambino che le veniva portato solo per l’allattamento…la tradizione ayurvedica, antica medicina che viene dai Veda, tuttora incoraggia la puerpera a restare in casa ed essere completamente accudita e nutrita con cibi speciali particolarmente nutrienti e raffinati per le prime tre- quattro settimane dopo il parto: questo periodo è ritenuto importantissimo per assicurare un buon rapporto tra la madre e il bambino ma soprattutto per proteggere il delicato sistema nervoso della puerpera.

Possiamo tuttavia aiutare e accelerare il “ritorno alla normalità” favorendo attivamente i nuovi equilibri che si stanno instaurando.

Cosa fare?
E’ tassativa:
-Una casa organizzata e accogliente
-La presenza di un gruppo famigliare – marito, madre, sorelle, zie..- o di un’amica disposti ad aiutare, seguire appoggiare.
-Se possibile l’ostetrica di fiducia con cui si ha confidenza e ricca di competenze cruciali per alleviare momenti di crisi
-Un’alimentazione idonea a sostenere le energie in ricostruzione e quelle donate in caso di allattamento.
In generale l’ambiente fisico e umano che circonda la puerpera deve costituire una sorta di “guscio” protettivo capace di garantire le condizioni migliori per affrontare serenamente le trasformazioni in corso.

-Alcuni semplici esercizi che aiutino a restituire energia al corpo, riposare meglio, ripristinare una buona postura, prevenire prolassi e disturbi urinari

Gli esercizi per armonizzare corpo ed energia dopo il parto

di Pier Luisa Robecchi

Dopo il parto e nelle settimane che seguono, è importante aiutare il riposo e restituire energia al corpo. Per farlo è sufficiente eseguire semplici esercizi di buona respirazione. Infatti per la sua centralità funzionale sui tre diaframmi (pavimento pelvico o perineo, diaframma della gola e diaframma epigastrico) quindi anche sul perineo, una respirazione corretta può aiutare ad attivare i muscoli del tronco e perineali per ripristinare una buona postura e, se gli esercizi sono regolari e mantenuti nel tempo, evitare prolassi e disturbi urinari.

  • Sdraiarsi a terra, su di una superficie morbida, gambe piegate e sostenute sotto le cosce da un rotolo, cuscini o coperta arrotolata. Porre un cuscinetto sotto il capo, braccia lungo i fianchi, palmo mani rivolto verso l’alto, o mani appoggiate con dolcezza sulla zona dell’ombelico, chiudere gli occhi. Ascoltare per qualche minuto il proprio respiro naturale. Quindi inspirando lentamente e profondamente, sentire l’espandersi della zona ombelicale. Espirando Il contrarsi progressivo della stessa zona e il suo rientrare leggermente. Continuare per alcuni minuti, senza forzare. Quando ci si sente rilassate, immaginare che il respiro sia pura energia bianca splendente, che si diffonda a tutto l’addome, al basso ventre, al perineo, all’utero, lenendoli, rilassandoli, armonizzandoli.

 

  • Dopo aver tolto i punti dell’episiotomia, ripetere la stessa respirazione aggiungendo nella fase espiratoria, quando la zona ombelicale si contrae e rientra un poco, una leggera contrazione progressiva dei muscoli perineali. Vale a dire contrarre la vagina e l’ano risucchiandoli un poco verso l’ombelico. Trattenere per due o tre secondi, quindi inspirare lasciando espandere la zona ombelicale e rilassando progressivamente i muscoli perineali. Ripetere per alcuni respiri. Quindi ascoltare le sensazioni della zona.

 

  • Sempre sdraiate, gambe piegate, piedi paralleli poggiati a terra aperti quanto l’ampiezza delle anche, braccia lungo i fianchi. Espirando la zona lombare si appiattisce sfiorando il pavimento, il coccige si stacca leggermente da terra, i muscoli perineali e addominali si contraggono: trattenere per tre secondi il respiro e la contrazione muscolare. Ispirando lasciare con un movimento morbido che il bacino basculi in antiversione: la zona lombare riprende la sua naturale curva lordotica, il coccige si appoggia a terra. La contrazione periombelicale e dei muscoli del perineo si rilassa progressivamente.

 

  • Dopo dieci quindici giorni dal parto gli esercizi diventano più intensi.

 

  • Medesima posizione: dopo aver ripetuto la retroversione ed antiversione del bacino per alcune volte, espirando, facendo perno sui piedi, sollevare il bacino contraendo con maggiore forza i muscoli perineali e sentendo la zona ombelicale rientrare, mentre la colonna vertebrale si stacca dal suolo, vertebra per vertebra, sino all’altezza delle scapole. Trattenere per alcuni secondi, quindi inspirando ritornare a terra, avendo cura di percepire il movimento della colonna, vertebra per vertebra, appoggiarsi al suolo.

 

  • Medesima posizione iniziale: gambe piegate, piedi paralleli a terra, braccia lungo i fianchi, stendere il ginocchio destro e sollevare la gamba, mantenere per alcuni respiri. Ridiscendere in posizione iniziale e ripetere dell’altro lato.

 

  • Stendere a squadra le gambe verso l’alto, e descrivere dei piccoli cerchi con tutte e due gli arti uniti, prima da un lato e poi dall’altro. Durante l’esercizio aver cura di mantenere una leggera contrazione della vagina e dell’ano. Ascoltare l’impegno dei muscoli addominali.

 

  • A quattro zampe, peso diviso equamente sui quattro punti di appoggio, spalle rilassate che si allontanano dalle orecchie. Inspirando, muovere vertebra per vertebra dal coccige sino al capo, inarcando la colonna ad arco concavo. I muscoli dell’addome pur espandendosi rimangono attivi. Espirando contraendo i muscoli glutei, perineali e addominali, portare in retroversione il bacino ed accompagnare la colonna in arco convesso, rilassando il capo in avanti.

 

  • Sempre a quattro zampe, equilibrare bene il peso sui quattro arti, quindi stendere e sollevare in dietro l’arto destro, mantenere la posizione avendo cura di sentire la zona addominale controllata dall’impegno dei muscoli, le spalle rilassate che si allontanano dalle orecchie, e tutto il corpo ben equilibrato sui punti d’appoggio. Mantenere per tre o quattro respiri, quindi ritornare in posizione di partenza, rilassare ed eseguire con l’altro lato. Da 5 a 10 volte.

 

  • A quattro zampe, poggiare la punta dei piedi a terra e camminando con le mani assumere la posizione accovacciata. Se vi sono difficoltà a mantenere la posizione, allargare lo spazio di separazione fra i due piedi, e porre sotto i talloni un rialzo. Inspirare ed espirando risucchiare contraendoli l’ano e la vagina sino alla sua sommità. Inspirare rilassando progressivamente.

 

  • Preparare un rialzo con due o più coperte ben piegate, sedersi sul bordo anteriore del rialzo e stendersi a terra, in modo che tutto il bacino sia poggiato sulle coperte. Sollevare le gambe a squadra e mantenendo il corpo a terra rilassato, braccia lungo i fianchi, portare l’attenzione sul movimento di espansione della zona ombelicale durante l’inspirazione, ed alla sua contrazione con leggero rientrare durante l’espirazione. Mantenere da 5’ a 10’.

 

 

Posted in: Gravidanza, Salute per la donna | Tagged: 40 giorni, accudimento, armonizzare, armonizzare il corpo, bacino, buona postura, buona respirazione, camminare, cesareo, cibi speciali, comportamento parentale, corpo, diaframmi, disponibilità, dopo il parto, ematomi, emorroidi, episiotomia, equilibrio, esercizi, estrogeni, Fiorenza Zanchi, gravidanza, lacerazioni, lattazione, legamenti, mente, nutrienti, ormoni, perineo, pier luisa robecchi, post partum, progesterone, prolassi, prolattina, protezione, pube, puerperio, quarantena, raffinati, restituire energia al corpo, rigenerazione, ripristinare, ritrovare, rivoluzione ormonale, sedersi, sessualità, sistema nervoso, stimolo, umore, vulva
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