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Dott.ssa Fiorenza Zanchi

PRIMAVERA E STANCHEZZA: UNA RICHIESTA DA ASCOLTARE

Posted by carlab on 7 Marzo 2022 | Leave a response
festa della donna

Nella giornata che celebra la festa della donna, vi accompagniamo con un pensiero di Fiorenza Zanchi, che vi incoraggi a rigenerarvi anche in questo momento difficile.

di Fioranza Zanchi

Un disagio frequente

Quanto sovente sento donne lamentarsi della stanchezza. È un disagio frequente e diffuso con momenti di picco, come alla fine dell’inverno o meglio, all’inizio della primavera, quando la Natura sta concentrando le energie per rinascere, letteralmente.

Ci si sente senza forze, con maggiori sbalzi d’umore, insofferenza, difficoltà di concentrazione, sonnolenza.  Questo succede perché il nostro organismo avrebbe bisogno di tempo per scuotersi di dosso il “sonno” invernale e prepararsi gradualmente al rifiorire delle energie della nuova vita che si annuncia.

Si dovrebbe dormire di più, non aver paura della stanchezza e del sonno, ma anzi ringraziare il nostro corpo che, in realtà, segnala il bisogno di “tempo” per concentrare la sua energia e aiutare la rinascita che fiorisce in noi, come ovunque intorno a noi.

mimosa in bicicletta

Donne e stanchezza: quali radici?

Stanchezza fisica naturalmente, ma anche e direi soprattutto, psichica, legata ai molteplici ruoli che sempre più le donne devono impersonare, nella vita produttiva, sociale, pubblica: negli ospedali, nelle università, nella ricerca, nelle imprese, nell’esercito… e contemporaneamente, il più delle volte, continuando a seguire la casa, ad accudire i figli, ad occuparsi dei bisogni famigliari…

Wonder women che “combattono” sempre più, su molteplici fronti, contemporaneamente, dovendo inoltre, per potersi confrontare con una cultura che persiste in un “imprinting” maschile, estraniarsi da sé stesse, separarsi troppo dalle proprie radici istintive, reprimere i propri ritmi, i propri stati d’animo, le proprie emozioni/intuizioni, i propri sentimenti, “per combattere con gli uomini da uomini”. (1)

Continua rimozione delle radici istintive che tocco con mano tutti i giorni nei problemi che le donne mi portano, attraverso un corpo che tenta di segnalare, il più delle volte inascoltato e represso, che qualche cosa non va: dalle alterazioni delle mestruazioni, ai problemi legati alla fertilità, alla gravidanza, alla menopausa, sino ai problemi di stanchezza e depressione (notoriamente il doppio nelle donne rispetto agli uomini), così come di malattie autoimmuni (sempre in aumento e anche 3 volte più frequenti -secondo i dati del Ministero della sanità- nelle donne rispetto agli uomini), queste ultime un vero e proprio simbolo di “aggressione” contro sé stesse su cui non si può non interrogarsi.

stanchezza

Il corpo insegna

Il corpo insegna e bisogna ascoltarlo.

Alterazioni del ciclo mestruale che si presentano puntualmente ai cambi di stagione spesso segnalano proprio questo tentativo di resettarsi su una nuova fase e possono influenzare l’umore e la percezione di energia e vitalità.

Osservare le proprie mestruazioni è dunque sempre importante, sia per quanto riguarda la loro ciclicità che il loro volume e non per ricondurle necessariamente a una presunta “normalità”, ma semplicemente per recepire il messaggio di cambiamento che portano…

–Affaticabilità e stanchezza possono essere facilmente legate a un flusso abbondante che causa anemia per carenza di ferro: con il flusso mestruale, infatti, si possono perdere discrete quantità di questo minerale fondamentale per il benessere fisico e mentale. Con l’avvento della primavera, i flussi potrebbero divenire più frequenti o abbondanti e il fenomeno accentuarsi: può bastare il riposo e adeguare la dieta introducendo una maggiore quantità di ferro e vitamine

-Anche la pillola o diete non equilibrate (specie se prive di carne e pesce), possono causare anemia per carenza, in questo caso, di vitamine del gruppo B , favorendo sia alterazioni mestruali che senso di spossatezza: anche in questo caso l’apporto di nutrienti adeguati sarà fondamentale.

-Le fasi stesse del ciclo mestruale possono accompagnarsi a momenti di “down” a volte anche rilevanti: ne è esempio la sindrome premestruale (PMS o premenstrual syndrome), ma anche senza arrivare alla molteplicità di sintomi che caratterizzano questa vera e propria sindrome (irritabilità, ansia, labilità emotiva, depressione, edema, dolore mammario, cefalea..), una certa caduta delle energie, una maggiore prostrazione e difficoltà di concentrazione, generalmente in fase pre- mestruale ma non solo, può essere frequente e segnalare la necessità di un momento di “stop”. “Riposo, introspezione, ricaduta verso l’interno, contatto con l’oscurità delle radici, allentamento del contatto con il mondo esterno…” (2) rivelano come anche i momenti di stanchezza, o addirittura depressione, “non sono necessariamente sconfitte ma rientrano in questo gioco di ritmi alternati che ha la vita e che le fasi di ricaduta precedono necessariamente quelle di  tensione verso l’esterno” (2), proprio come l’inverno prima del germogliare della primavera o, analogamente, la mestruazione prima del rifiorire del nuovo ciclo mestruale.

-Quando invece non è più la mestruazione a fare da protagonista, come in periodo climaterico, la stanchezza può essere segno, oltre che del sopraggiungere di una fase che più che mai insegna a “guardarsi dal di dentro”, di altre variazioni nell’equilibrio del corpo e della mente,  che sovente accompagnano questa trasformazione, tra cui, ad esempio, una diminuita attività della tiroide la cui funzionalità è sovente coinvolta nel reset della menopausa.

Un approfondimento dell’equilibrio ormonale servirà a definire il problema insieme a una scelta attenta dei cibi e al riposo, magari in riva al mare…

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Per un viaggio di benessere tra corpo e mente meglio la "natura"

primavera

L’energia della primavera per rinascere

Insomma non c’è davvero da stupirsi se a fronte di un impegno che investe a 360° l’identità femminile e a un corpo spesso inascoltato ed eluso, ci si senta stanche, l’energia cali e si avverta solo voglia di chiudere gli occhi e…riposare.
Inoltre nei periodi di cambiamento e trasformazione così come dopo uno sforzo fisico e psichico prolungato o magari, a causa di turni o di necessità famigliari, la privazione del sonno, non solo la stanchezza è normale ma salutare e andrebbe ascoltata perché indica con chiarezza che il limite è alle porte ed è necessario rivedere e modificare i propri ritmi.
Approfittiamo della primavera per metterci in sintonia con la rinascita che si prepara intorno a noi, ritagliamoci il più possibile momenti “vuoti”, dove si possano percepire solo la luce e il profumo dei fiori che inizia a spandersi intorno.. cosicché le mimose crescano non solo fuori ma anche dentro di noi!

Bibliografia
Bibliografia

1) E. Neumann – Amore e Psiche – Ubaldini Editore
2) J. Hillman – Il mito dell’analisi – Adelphi edizioni

Posted in: Benessere | Tagged: 8 marzo, Dott.ssa Fiorenza Zanchi, mimosa, primavera, rimedi, riposo, zanchi

DIGESTIONE: UN “FUOCO” AL FEMMINILE?

Posted by carlab on 30 Dicembre 2021 | Leave a response
mal di stomaco

Fiorenza Zanchi

Il tema della digestione emerge spesso, soprattutto in questi giorni, accompagnanti da pasti più abbondanti del solito.
Ecco una chiave di lettura molto interessante, proposta dalla dottoressa Fiorenza Zanchi.

“Siamo ciò che mangiamo”

“Mi sta proprio sullo stomaco”, “questa notizia non la digerisco proprio” “non posso mandarlo giù”, “mi dà la nausea”…
Che lo stomaco sia un organo “psicosomatico” per eccellenza è immediatamente evidente dalle numerosissime metafore “gastriche” che utilizziamo nel nostro linguaggio comune, ogni volta che vogliamo indicare qualche cosa che ci è difficile accettare, tollerare, accogliere in noi.
In effetti l’apparato digerente consente di alimentarsi, ovvero di portare al nostro interno, digerire e assimilare il cibo, un insieme di sostanze sino a quel momento estranee che, una volata mangiate, entrano nel sangue, rinnovano le cellule, diventano parte di noi integrandosi completamente nella nostra dimensione individuale, a conferma di quanto sostenuto nei secoli e in differenti culture: “noi siamo ciò che mangiamo” (1).

apparato digerente

L' apparato digerente è composto da:

2 ORGANI "CAVI"
2 ORGANI "PIENI"
2 ORGANI "CAVI"
  • STOMACO

  • INTESTINO

 

 

2 ORGANI "PIENI"
  • PANCREAS

  • FEGATO a cui è legato un altro piccolo organo cavo, la COLECISTI

Una volta arrivato nello stomaco il cibo viene:

DIGERITO
ASSIMILATO
DIGERITO

cioè viene trasformato in elementi più semplici tramite una sorta di “fuoco chimico” (es. l’acido cloridrico), che lo riduce alle sue componenti costitutive, anche attraverso l’azione del fegato e del pancreas, per trasferirlo poi nell’intestino dove il cibo viene assimilato.

 

 

ASSIMILATO

cioè entra così totalmente in relazione con la dimensione individuale, da divenirne parte integrante.

Una “Porta” di accoglienza sul mondo

Una sorta di “porta di accoglienza sul mondo” dunque che, letteralmente, permette di incontrare e incorporare il “diverso”. Questa incredibile funzione, che assicura la nostra sopravvivenza mescolandoci al mondo esterno, è governata dal Sistema Nervoso Autonomo (SNA), cioè da quella parte del sistema nervoso indipendente dalla nostra volontà consapevole, che è responsabile, insieme al funzionamento gastrointestinale, delle percezioni e reazioni relative a stati ansiosi, stress, dolore, gioia, cambiamenti di umore, ovvero delle nostre emozioni.

chakra
PLESSO SOLARE
NERVO VAGO
PLESSO SOLARE

è il punto di innervazione dell’apparato digerente costituito da un plesso nervoso di importanza vitale. È il centro neurovegetativo del SNA (sistema nervoso autonomo) che innerva tutti i visceri addominali, e, contemporaneamente,
-centro di vita viscerale-emotivo-percettiva, cui partecipa anche il nervo vago.

NERVO VAGO

nervo misto, ovvero con funzioni motorie e funzioni sensitive, principale rappresentante delle fibre nervose che costituiscono il SN parasimpatico e che a sua volta
– controlla i riflessi della respirazione e delle funzioni addominali, nonché la frequenza cardiaca e la dilatazione dei vasi arteriosi innervati.

Un chakra di “fuoco” e…

Non a caso anche nel linguaggio simbolico dello yoga, Manipura (città della gemma grezza), ovvero il chakra che si trova collocato in corrispondenza del sistema digerente, è legato ad un elemento simbolicamente molto vicino alle emozioni: il fuoco. Non solo, in corrispondenza di questa ruota, troviamo proprio il plesso solare, quel vitale centro del SNA che, come abbiamo visto, rappresenta il punto focale di innervazione dell’apparato digerente e contemporaneamente è sede di vita viscerale-emotivo-percettiva.
Così con il suo “fuoco ardente” (Tejas), questo chakra se da un lato rimanda alla valenza chimica dei succhi gastrici, dall’altro evoca il “fuoco” delle passioni e delle emozioni.

yoga
YOGA
CHAKRA
YOGA

Con lo yoga, ( in particolare le correnti tantriche-correnti filosofiche pan indiana IV-VI sec.) e soprattutto con l’hathayoga ( Gorakhnatha IX/XII sec.d.c.), il corpo assume un’importanza mai raggiunta nella storia spirituale dell’India. Si viene a delineare una vera e propria fisiologia che è mistica ma contemporaneamente è fisica ed è espressa attraverso un complesso simbolismo, prima descrittivo e poi iconografico, che colloca accuratamente in luoghi precisi del corpo particolari “energie” (= forze, funzioni, elementi, dei, colori, mantra, yantra, numeri..) descritte e rappresentate come centri, o Chakra.

CHAKRA
  • Dunque i Chakra, collocati in precise zone del corpo, esprimerebbero contemporaneamente sia le funzioni fisiche di quelle determinate zone corporali, che la sfere psichica e spirituale che si ritiene ad esse relate (nonché i processi universali corrispondenti, nell’ottica di quell’analogia esistente tra macrocosmo-universo e microcosmo-uomo che percorre tutto il pensiero indiano). In questo senso (e per il Samkhya).
  • Ogni chakra ed ogni funzione ad esso collegata, corrisponde ad uno specifico stato di consapevolezza (2)

Come sottolinea Jung, “nel Manipura ci immergiamo nel calderone-fuoco dell’emotività, delle passioni” e con esse “incontriamo la prima localizzazione psichica conscia”. (3)

…Un fuoco che trasforma

Dunque passioni ed emozioni ma non solo, ad esse strettamente legata anche consapevolezza.
“Si riempie lo stomaco, <la pentola> alchemica del nostro corpo, di cibo e là esso è scaldato dal sangue, preparato in modo da poterlo digerire attraverso il fuoco chimico rappresentato dai succhi gastrici”, là tutto viene bruciato e trasformato” (3)
Alcune ricerche neurologiche confermano infatti che le modificazioni viscerali e le concomitanti emozioni, trasformano e ci trasformano “sprigionando una vera e propria corrente chimico neurale, che forma e struttura i circuiti cerebrali che permettono di percepire e divenire consapevoli di ciò che accade”(4) al punto che “le ricerche condotte nei laboratori di neurologia, hanno dimostrato che l’emozione è parte integrante dei processi di ragionamento e della decisione, nel bene e nel male” senza di essa non c’è possibilità di accedere alla coscienza e ai sentimenti: “per gustare Bach abbiamo ancora bisogno del nostro stomaco!”. (4)

…“Questo non lo digerisco proprio!”

“Noi percepiamo il groppo alla stomaco, i movimenti dell’intestino, la colite, la costipazione o diarrea, il mal di fegato. Sono veri e propri movimenti, disturbi del mondo sotterraneo che vengono a galla e fanno parte di noi. E questi movimenti del mondo sotterraneo che si muove, brucia in noi diventano-sono le emozioni, quelle che chiamiamo rabbia, paura, ansia, insofferenza, piacere.” (3)
Nulla di strano dunque che, in caso si debbano ingoiare “bocconi indigesti”, sia proprio lo stomaco a chiudersi, la motilità intestinale a rallentare, la digestione a bloccarsi,.. il “fuoco” gastrico si altera, ovvero il SNA reagisce innescando con varie modalità disturbi e alterazioni della sfera viscerale gastro intestinale. La “porta” vuole chiudersi, la “fiamma” si ribella, si rifiuta di “mandar giù”, di trasformare…

mal di stomaco

Un disturbo “al femminile” e..

Come se stomaco e intestino, ammalandosi, volessero proprio “segnalare” un malessere di comunicazione.
In effetti, anche per la ricerca, le alterazioni dell’apparato digerente rappresentano il prodotto dei rapporti tra l’individuo e l’ambiente e la malattia è il risultato dell’interazione, che si esplica a vari livelli, tra distretti biologici, psicologici e sociali. (5)
In particolare, questa fiamma, “ribelle” al contesto di vita, è presente principalmente tra le donne, se è vero che i disturbi funzionali gastrointestinali, rappresentano un importante capitolo della medicina di genere. (6) Al punto che il genere femminile è considerato fattore di rischio per queste problematiche. (7)
A partire da meteorismo, coliti e distensione addominale che sono 2 volte più frequenti delle donne rispetto agli uomini (8)
Se, dunque, emotività, consapevolezza e disturbi gastrointestinali, sono legati, nel simbolo non meno che nella biologia e le donne hanno un’incidenza così alta di tali disturbi c’è da chiedersi: quanti e quali “bocconi amari” sono costrette ad ingoiare? quali e quante dimensioni sono percepite come “indigeribili”?

..una voce da ascoltare

Ovvero: quante emozioni stanno comprimendo e quanta consapevolezza resta nell’ombra, a quanto “fuoco”, passioni e sentimenti, le donne troppe volte non danno sfogo, per poter “abitare” un contesto di vita ancora per gran parte improntato, come tanti tristi episodi che ancora ci affliggono stanno a dimostrare, su data set al maschile?
Ascoltare i moniti del proprio stomaco e dare voce al suo “fuoco”, invece che cercare soltanto di reprimerlo con terapie varie, può essere una via, oltre che per stare meglio, per divenire più consapevoli di cosa è possibile digerire e cosa no e superare timidezze e insicurezze iniziando a esprimere e affermare sé stesse con maggiore forza e determinazione.

Bibliografia

1-Ludwing Feuerbach “Il mistero del sacrificio o l’uomo è ciò che mangia”- 1862- in: – Dell’alimentazione – Il “Trattato popolare” di Jakob
Moleschott tra Feuerbach e il nostro tempo – Jakob Moleschott – A cura di: Luciano Giacchè – Volumnia Editrice -2016 Perugia
2 – F. Zanchi –“Se il corpo cambia, lo spirito cambia” Yoga e medicina a confronto – in: “I Chakra l’Universo in noi”- Albanese-Cella- Zanchi –
Xenia Edizioni-2010
3- C.G. Jung – “Commento psicologico sul Kundalini Yoga” – in: L’immaginale – rassegna di psicologia immaginale – 7- anno 4° – Ottobre 1986
4- A.R. Damasio- “Emozione e Coscienza”- Adelphi Edizioni- 2003
5- Drossmann DA, Gastroenterology 2016
6- Congresso Nazionale della Società Italiana di GastroReumatologia – Università “Sapienza” Roma 25/5/2016
7- Gastroenterology (Rome IV), 2016
8- Lovell RM, Am J Gastroenterol 2012

Posted in: Benessere | Tagged: aciditàstitichezza, ascoltarsi, bruciori, Dott.ssa Fiorenza Zanchi, fegato, intestino, Jung, pancreas, stare bene, stomaco

PER UN VIAGGIO DI BENESSERE TRA CORPO E MENTE MEGLIO LA “NATURA”

Posted by carlab on 31 Luglio 2021 | Leave a response
fiore

di F. Zanchi

E’ sempre più sentito il bisogno di un approccio terapeutico in grado di prendere in considerazione non solo la malattia o il sintomo, dunque la parte, ma l’individuo nella sua totalità: corpo e mente per un benessere centrato sull’intera dimensione individuale. Per soddisfarlo le medicine “Naturali” e in particolare quelle “Olistiche”, possono essere un alleato prezioso.
Al punto che ormai anche lo sguardo istituzionale ha sottolineato le risorse che offrono.

Persona, non Sintomo

L’ISS (Istituto Superiore di Sanità) ha affrontato a più riprese il tema delle medicine “Naturali” (CAM come vengono chiamate nella letteratura scientifica, ovvero Complementary and Alternative Medicines) e preso posizione a riguardo facendo proprio il concetto di “… medicina che non si occupi solo del sintomo, ma del paziente tutto, inteso come persona nella sua complessità” “Una medicina a <misura d’uomo> che ponga al centro della prevenzione e della cura non tanto la malattia o il sintomo, nell’ambito di un’ottica riduzionista, ma l’equilibrio fisico, psichico e spirituale della persona.” (ISS comunicato 12/11/2012)

Tuttavia sotto il termine “medicine “Naturali” o alternative” sono compresi approcci terapeutici molto diversificati e spesso non c’è chiarezza sulle specifiche caratteristiche di ognuno di essi.

Classificazione delle CAM
Classificazione delle CAM

Le medicine e le pratiche non convenzionali ritenute in Italia come rilevanti da un punto di vista sociale sia sulla base delle indicazioni della Risoluzione n. 75 del Parlamento Europeo del 29/5/97 e della Risoluzione n. 1206 del Consiglio d’Europa del 4/11/99 che sulla base della maggiore frequenza di ricorso ad alcune di esse da parte dei cittadini oltre che degli indirizzi medici non convenzionali affermatisi in Europa negli ultimi decenni, sono:

  • Medicina Omeopatica
  • Fitoterapia
  • Agopuntura
  • Medicina Ayurvedica
  • Medicina Antroposofica
  • Medicina Tradizionale cinese
  • Omotossicologia
  • Osteopatia
  • Chiropratica

L’esercizio delle suddette medicine e pratiche non convenzionali è da ritenersi a tutti gli effetti atto medico (7).

omeopatia

Ma cosa sto usando?

Del lungo elenco di medicine Naturali, la più utilizzata è senza dubbio l’Omeopatia seguita a breve distanza dalla Fitoterapia. Proprio per la loro diffusione e per essere sovente impiegate in contemporanea, queste due CAM sono spesso confuse tra di loro mentre invece è bene sapere che ci sono differenze fondamentali tra i due approcci e soprattutto notevole diversità del rischio.

Utilizzo delle CAM
Utilizzo delle CAM

Omeopatia (7%), seguita dai trattamenti manuali, ovvero osteopatia e chiropratica (6,4%), fitoterapia (3,7%) e agopuntura (1,8%)(5).
L’omeopatia, medicina naturale e olistica per eccellenza, è in assoluto la CAM più diffusa e viene utilizzata regolarmente o occasionalmente dal 25% della popolazione tra i 18 e i 65 anni(1).
In Europa i medicinali omeopatici (e antroposofici) sono utilizzati da più di 100 milioni di persone, e 60 mila medici li prescrivono.
In Italia(2).
– 11 milioni i cittadini (ovvero 18,5% della, popolazione) (circa 150 milioni in Europa), usano l’omeopatia.
– 3 milioni usano l’omeopatia regolarmente(3-4).


Le maggiori utilizzatrici di CAM sono donne!(5)

Quali sono allora le differenze fondamentali tra questi due principali approcci naturali e gli eventuali rischi da tenere presente?

Fitoterapia, un mondo da conoscere bene

Innanzitutto le terapie fitoterapiche utilizzano:

1. rimedi vegetali ottenuti da piante medicinali ovvero principi attivi naturali, non di sintesi, detti fitocomplessi

Questi principi attivi sono esattamente misurabili e dosabili inoltre, a differenza del farmaco chimico della medicina convenzionale


2. i fitocomplessi, come suggerisce il nome, non sono mai isolati, hanno anzi un’azione di “squadra” esercitata dalle diverse molecole presenti, rinforzando l’azione del rimedio


In secondo luogo vengono prescritte, come la medicina convenzionale, in base a una:

3. diagnosi basata sul sintomo (otite, rinite, epatite, amenorrea; ad es. per le vampate di calore in menopausa vengono utilizzati: fitoestrogeni, cimicifuga o isoflavoni della soya, iperico, equiseto…).

natura
La Natura è sempre con noi
La Natura è sempre con noi

I fitocomplessi di fatto sono i precursori dei moderni farmaci: molti dei principi attivi sintetizzati chimicamente dall’industria farmaceutica sono stati estratti per la prima volta da piante officinali (es.: flavonoidi, antinfiammatori come l’acido acetil salicilico, alcaloidi, ecc.) e ancora oggi vengono utilizzati per progettare e realizzare farmaci di sintesi: lo dimostra il fatto che più della metà dei farmaci attualmente in commercio, dall’aspirina ai più recenti farmaci antitumorali come il tamoxifene, sono di derivazione vegetale.

Inoltre va tenuto presente che, al contrario di quanto sovente si crede la fitoterapia può: 


4. non essere priva di tossicità. (v. Box).

Interazioni in fitoterapia
Interazioni in fitoterapia
  • Propoli, (sostanza resinosa che le api raccolgono dalle gemme e dalla corteccia delle piante ed elaborano) può determinare allergie anche gravi specie nei bambini.

  • Iperico, spesso utilizzato come antidepressivo naturale. E’ in grado di interferire con numerosi farmaci tra cui sicuramente i più noti sono i contraccettivi, la cui azione può essere vanificata determinando l’insorgere di gravidanze indesiderate! Ma anche l’assunzione associata ad altri antidepressivi comuni, come l’amitriptilina – può rischiare un effetto additivo con rischi da sovradosaggio o, ancora più grave, chi dovesse associarlo a ciclosporina, una sostanza utilizzata per ridurre la risposta immunitaria, utilizzata ad es. nei trapianti, può rischiare un rigetto dovuto all’associazione iperico-ciclosporina…

  • Ginseng : può aumentare l’attività del Cumadin (warfarin) un anticoagulante di uso comune o degli ipoglicemizzanti orali.

  • Liquirizia: può ridurre i livelli di potassio nel sangue ed in tal modo potenziare la tossicità della Digossina un farmaco di frequente utilizzato per i disturbi cardiaci o può indurre ipopotassiemia se associata con diuretici e cortisonici.

  • Ginkgo biloba: ha la capacità di interferire con la funzionalità piastrinica, può causare un effetto additivo con gli anticoagulanti come la warfarina e con i farmaci antiaggreganti piastrinici quali l’aspirina.

  • Pompelmo: si è scoperto che il suo succo inibisce alcuni isoenzimi del P450 ( una famiglia di sostanze che proteggono l’organismo da agenti tossici) con possibile aumento di tossicità delle statine, diffusamente utilizzate per ridurre il colesterolo, delle sostanze che riducono le risposta immunitarie, di antiipertensivi come i calcio antagonisti o di psicofarmaci diffusissimi come le benzodiazepine! 

  • Melograno, come per il pompelmo e queste sostanze sono presenti in molti preparati in commercio utilizzati in particolare dalle donne, come gli antiflogistici delle vie urinarie… (6)


Dunque mai pensare che un rimedio, solo perché è “naturale”, sia di per sé innocuo o, comunque, privo di conseguenze e prima di assumere un qualsiasi prodotto sempre informarsi bene sulle sue proprietà e interazioni, meglio consultandosi con un esperto, inoltre, se ci si rivolge a un terapeuta, riferire sempre le sostanze che si stanno assumendo, anche se naturali!

onde
Io? Non prendo nulla...
Io? Non prendo nulla...

Una ricerca condotta dal National Prescribing Service (NPS) australiano ha evidenziato che circa la metà dei consumatori intervistati non dichiara l’uso di medicine complementari al proprio medico curante perché pensa che, in quanto naturali, siano ininfluenti, e non le collega con una vera e propria terapia, o a volte anche perché teme il rimprovero del medico che sente scettico, che “non ci crede”…

Omeopatia: il nostro “simile” ci aspetta.

Cos’è invece l’omeopatia? Oltre ad essere la forma di medicina complementare più utilizzata in assoluto è sicuramente una di quelle a cui l’approccio “olistico” è legato “strutturalmente”.
Iniziamo dal nome: Omeos = simile + pathos= sofferenza; sofferenza simile! Dunque l’Omeopatia è basata sulla “Legge dei Simili”(8).
Ma cosa si intende per “legge dei simili”?
Significa che è un metodo clinico-terapeutico basato sulla somministrazione a:

  • dosi deboli, di sostanze capaci di provocare, se somministrate all’uomo sano, una:

  • dimensione simile a quella presentata dalla persona malata, con sintomi fisici e psichici analoghi.

Proprio per questa sua caratteristica l’Omeopatia non vede la “malattia”, definita da sintomi standardizzati, ma vede quello specifico malato con il suo peculiare modo di essere, di reagire, di sentire, in quel dato momento.
Viene prescritta prendendo in considerazione l’intera dimensione individuale, per trovare il farmaco adeguato, il più possibile “simile” a come ci si sente in quel preciso momento. Esattamente come diceva l’ISS “prende in carico, il paziente tutto, inteso come persona nella sua complessità”.

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Accudire sé stesse nella natura

Una medicina di “casa nostra”

In secondo luogo sfatiamo possibili confusioni: non è una medicina orientale, anzi è un sistema di terapia decisamente di “casa nostra” cioè nato in occidente. Le sue radici non affondano in culture lontane, come lo yoga, l’ayurveda o l’agopuntura.., ma fanno parte della nostra tradizione, anche medica. Risalgono addirittura a colui che consideriamo il “padre” della nostra medicina, Ippocrate (460 a.c.), medico e pensatore greco che già asseriva, appunto, che “i simili curano i simili” (“similia similibus curantur”). Successivamente lo svizzero Paracelso, medico, erborista, farmacista, alchimista, astrologo e pensatore del cinquecento, applicò la stessa filosofia terapeutica. Infine il tedesco Samuel Hahnemann (1755/1843), stimato medico allopatico, ortodosso nella prima parte della sua vita, insoddisfatto delle terapie della medicina ufficiale dell’epoca, chiuse il suo studio, allontanò i suoi pazienti per ricercare altre possibilità di cura ed arrivò a enunciare e sistematizzare l’omeopatia che oggi conosciamo.

Nella Natura il rimedio per ogni problema

Infine, l’Omeopatia utilizza:

 

  1. rimedi ottenuti da tutto il mondo Naturale, vegetale, minerale, animale

  2. medicinali in diluizione (come recepito e specificato nel Decreto legislativo n.219 del 24/4/2006 e successivi atti.), ovvero a dosi deboli, anzi più il rimedio è diluito più è efficace, potente ed agisce in profondità.                                                                                                         A causa delle alte diluizioni:

  3. perde la sua eventuale tossicità. (es. arsenico!) e questo è un motivo fondamentale per cui l’omeopatia, specie alle alte diluizioni, presenta scarsi o nulli effetti collaterali o i rischi che abbiamo visto per la fitoterapia.

 

Quindi è molto importante avere ben chiara la terapia che si sta facendo, per sapere se si sta assumendo o meno qualche cosa che può interagire con altre terapie o che potrebbe provocare effetti collaterali o eventualmente per poter utilizzare, al bisogno, supporti terapeutici con il minimo potenziale di invasività.

Omeopatia
Erboristeria
Omeopatia

Il medicinale omeopatico è preparato a partire da tutti e tre i regni della Natura: vegetale minerale animale.
Si prepara una soluzione in acqua e alcol delle piante, animali, minerali di partenza.

La soluzione scelta viene progressivamente diluita e sottoposta, ad ogni passaggio di diluizione, a 100 energiche scosse, ovvero “dinamizzata”, un procedimento che conferisce maggiore energia al farmaco. Con queste due tecniche – diluizione e dinamizzazione – si riduce progressivamente la quantità di sostanza e quelle tossiche perdono la loro tossicità: sopra la diluizione di 12CH, il farmaco non contiene più molecole del prodotto di partenza, ma il medicinale diventa, paradossalmente sempre più efficace.
I procedimenti di diluizione e dinamizzazione sono tre e, dunque, le sigle che potete trovare per indicare il procedimento seguito sono: CH – K – LM
CH indica centesimale di Hahnemann. Ovvero è ottenuta seguendo il metodo originale di Hahnemann.
K indica centesimali di Korsakov (un omeopata russo, contemporaneo di Hahnemann). Differisce, sostanzialmente, per l’utilizzo di un flacone unico per tutte le successive diluizioni mentre, nel primo metodo, si cambia flacone ad ogni nuova diluizione.
LM indica diluizioni cinquanta-millesimali ed stata introdotta da Hahnemann nell’ultimo periodo del suo lavoro. Con questa metodica il medicinale è molto più diluito anziché uno a 100 addirittura uno a cinquantamila.

Erboristeria

Dalla pianta medicinale scelta si può ottenere:
– Succo: ottenuto meccanicamente da pianta fresca.
– Tisane:
 ° infuso = ottenuto versando acqua bollente su fiori o foglie
 °decotto = ottenuto mettendo in acqua fredda radici, cortecce o     semi, poi portate ad ebollizione.
  ° macerato = ottenuto mettendo la droga in acqua a temperatura ambiente. Il grado di sminuzzamento influisce sulla estrazione.
– Polvere: ottenuta mediante operazioni meccaniche dirette sulla droga vegetale essiccata.
– Tinture: ottenute da estratti idroalcolici di pianta secca (tintura officinale o Tintura FU) o da pianta fresca (tintura madre), non sono sottoposte a processi di eliminazione del solvente, né standardizzate in principi attivi.
– Estratti: ottenuti mediante vari metodi che consentono l’estrazione e la concentrazione dei principi attivi, con eliminazione parziale o totale del solvente (Estratti fluidi, o secchi), anche ad
alto titolo e standardizzati (concentrazione definita e costante nel tempo): i moderni metodi di frazionamento consentono di selezionare i costituenti o di eliminare le sostanze tossiche.
– Olio essenziale: ottenuto prevalentemente per distillazione, scarsamente solubile in acqua.

bibliografia
bibliografia

1- Astraricerche (socieà che conduce indagini di mercato) del 2013
2- ECHAMP 2014 (European Coalition on Homeopathic and Anthroposophic Medicinal Products, associazione no profit che rappresenta l’industria dei medicinali omeopatici e antroposofici nell’UE, che ha fatto il punto della situazione dei farmaci omeopatici nel Vecchio Continente e nel nostro Paese.)
3-Doxa Pharma 2012
4-Istat 2013 “Tutela della salute e accesso alle cure”: utilizzo delle terapie non convenzionali è pari all’8,2% nella popolazione
5-EURISPES – istituto privato di studi politici, economici e sociali che opera nel campo della ricerca politica, economica, sociale e della formazione- “rapporto Italia” del 2012
– ISTAT 2013
6-potete trovare i dati di interazione dei vari fitoterapici su: https://www.epicentro.iss.it/fitosorveglianza/ ; c’è anche un database
fitovigilanza Toscana e http://www.epicentro.iss.it/focus/erbe/caputi.asp
EPICENTRO è il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica a cura del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute
7- “Linee guida sulle Medicine e Pratiche Non Convenzionali”. In occasione del del Consiglio Nazionale della FNOMCeO del 18 maggio 2002
8- “L’omeopatia è un metodo diagnostico e terapeutico, basato sulla -Legge dei Simili-”: questa definizione è stata acquisita e ufficializzata all’interno delle nostre strutture istituzionali in sede di Conferenza Stato-Regioni il 7 febbraio 2013 (accordo tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano concernente i “criteri e le modalità per la formazione ed il relativo esercizio dell’agopuntura, della fitoterapia e dell’omeopatia da parte dei medici chirurghi ed odontoiatri”). (SALUTE) Codice:4.10/2013/2 (Servizio III) Accordo ai sensi dell’articolo 4 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281. Repertorio Atti n.: 54/CSR del 07/02/2013)

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DONNE, SESSUALITÀ, ETÀ DELLA VITA: LA GRAVIDANZA

Posted by carlab on 11 Febbraio 2019 | Leave a response

di Fiorenza Zanchi*

Un corpo che cambia

La gravidanza porta con sé un profondo mutamento della figura femminile: linee morbide, ricettive, arrotondate, modificano l’immagine corporea della neo mamma.
Nonostante la gioia dell’attesa e la meraviglia del potere creativo che le nuove forme esprimono non è facile accettare un corpo che cambia in modo così radicale allontanandosi inesorabilmente dall’ideale dominante di bellezza e sex-appeal sinonimi di magrezza e soprattutto, vero e proprio must, di “pancia piatta”.

Piacerò ancora?

Come non sentirsi inadeguate?
Come superare il timore di non essere più fisicamente desiderabili, di non attrarre più sessualmente il proprio compagno? E d’altra parte, come può vivere questo cambiamento il neo papà?

Imparare a “sintonizzarsi” senza insicurezze con questa fisicità che si espande, essere più che mai orgogliose di sé stesse è il segreto per non mettere a rischio la propria autostima e acquistare il senso di una nuova bellezza. Il corpo certo non è più quello di prima e a volte puoi sentirti grossa, pesante, impacciata…

Parola d’ordine: star bene con sé stesse

Tuttavia il “trucco” c’è. Non fermarti a pensare a ciò che eri o a confrontarti con modelli esterni, concentrati invece sulla tua nuova identità e originalità:
-valorizza le parti che acquistano in bellezza, come il seno, la pelle, i capelli, le unghie..
-utilizza indumenti comodi ma capaci di sottolineare la tua femminilità e..
-mostra con orgoglio il grande potere creativo che, innegabilmente, è in te.
Non lasciarsi coinvolgere e impressionare dalle immagini e dagli stereotipi del “magra è bello” è il passo fondamentale per superare i momenti difficili.

Insomma: star bene con sé stesse, facendo tutto ciò che piace e aiuta a sentirsi meglio. Percepirsi positivamente, accettare le trasformazioni in atto sentendosi a proprio agio, piene dell’esperienza che si sta vivendo, curiose dei cambiamenti che si verificano, pronte a sperimentare anche nuove sensazioni e nuove dinamiche nella vita sociale così come in quella privata e nel rapporto con il compagno.

Allora la gravidanza non solo non è una limitazione alle attività quotidiane né tanto meno un ostacolo alla sessualità e al rapporto con il partner, ma diviene un vero e proprio “territorio” di scoperta, di incontro, di conoscenza.

Un nuovo sex appeal

Questo “nuovo” corpo, così turgido e femminile è anche più che mai sensibile agli stimoli anche più tenui.
Non a caso i sondaggi epidemiologici rivelano che esiste un miglioramento spontaneo dei rapporti sessuali durante la gravidanza, in un numero statisticamente rilevante di coppie e fin dai primi mesi di gestazione. Ciò è probabilmente dovuto alla vera e propria inondazione ormonale cui va soggetta la neo mamma, in grado di incidere anche sulla sua sessualità.
Nelle mammelle così come negli organi genitali, circola più sangue e tutti i tessuti sono al massimo delle loro potenzialità percettive. Proprio per questa particolare disposizione fisica spesso il desiderio sessuale aumenta ed il rapporto può divenire molto più soddisfacente di prima. Anche la mutata forma del corpo esercita un nuovo sex appeal, spinge alla ricerca di nuove posizioni e funge così da stimolo alla fantasia.

Superare i tabù

Non a caso indagini rivelano che è molto bassa la percentuale di uomini che tradisce la moglie durante la gestazione, mentre sono molti quelli che si sentono attratti e affascinati dal corpo gravido che cresce: così profondamente e pienamente femminile.
Sono quindi solo vecchi tabù o infondate insicurezze che possono ostacolare una possibile vera e propria “rivitalizzazione” della vita sessuale.
L’unione della coppia può trarne giovamento ed anche la profondità e la soddisfazione del rapporto.

Fondamentale è che tu per prima ti guardi con piacere e scopra la nuova armonia che vai acquistando per poterla cogliere e comunicare a chi ti circonda.

Facciamo male al bimbo?

Il timore che fare l’amore sia pericoloso per il bimbo o per l’andamento della gestazione è un altro ostacolo alla serenità della vita sessuale in gravidanza.
In realtà è infondato: non c’è alcun rischio di infastidire il bambino e meno ancora di ferirlo, “contaminarlo” o infettarlo: è ben chiuso e protetto all’interno dell’utero e del suo sacco amniotico, dove è praticamente irraggiungibile!

Al contrario i rapporti sessuali vissuti con tenerezza e reciproca soddisfazione non possono che giovare, oltre che a mamma e papà, anche al bimbo che certamente percepisce un accresciuto benessere. Un buon rapporto sessuale migliora infatti l’equilibrio psico-fisico della gestante: il respiro diviene più ampio e profondo, la circolazione più libera e piena, maggiore è l’equilibrio ormonale, la digestione più rapida ed efficace… tutto ciò si comunica al feto sotto forma di messaggi bio-umorali positivi.

Controindicazioni e…

Dovrai limitare gli incontri con il compagno solo nel caso di una tendenza accertata all’aborto o al parto pretermine.
Il rapporto sessuale infatti può aumentare l’attività contrattile dell’utero e facilitarne la dilatazione grazie alla presenza nel liquido seminale maschile di particolari sostanze chiamate prostaglandine.
Queste sono in grado di influire proprio sul muscolo uterino e sul rilasciamento della cervice (collo dell’utero).
Per fortuna tale effetto si può verificare solo se esistono le adatte condizioni cioè se già l’utero tende a contrarsi spontaneamente e la cervice a rilasciarsi anzi tempo, come nel caso di minaccia di parto pretermine o, nel primo trimestre, di minaccia d’aborto. In assenza di condizioni patologiche non vi è alcun rischio di aborto o travaglio anticipato.
Anche qualche contrazione in più dopo un rapporto è assolutamente fisiologica e basta qualche minuto di rilassamento e di respirazione tranquilla perché l’utero si acquieti.

Benefici

Se poi si avvicina il termine della gestazione ( 38a-40a settimana) questa capacità di far aprire e contrarre l’utero, propria delle prostaglandine contenute nello sperma, diventa addirittura positiva perché, essendo ormai il momento propizio, può facilitare l’insorgenza e l’andamento del travaglio.

In alcune tribù africane è ritenuta “terapeutico” e viene consigliato alla gestante, vicina al termine dei nove mesi, di incrementare l’attività sessuale, per stimolare le contrazioni e garantire un buon andamento del parto in modo piacevole e del tutto…naturale.

Quale metodo di “parto pilotato” potrebbe infatti essere migliore?

 

 

 

 

 

 

*liberamente tratto da: “Avere un figlio” – G.Cella/F.Zanchi – Fabbri ed. ‘03

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Menopausa: un’opportunità per rinnovarsi

Posted by carlab on 11 Maggio 2018 | Leave a response

Di Fiorenza Zanchi

La menopausa è un momento di cambiamento importante nella vita femminile. Ancora troppe donne lo vivono con ansia, complice un’informazione non sempre corretta. Ecco alcuni suggerimenti della dottoressa Fiorenza Zanchi, ginecologa, omeopata e psicosomatista.


5 domande che ci stanno a cuore

Perché quando si avvicina la menopausa si ingrassa più facilmente, soprattutto sulla pancia?

L’aumento del tessuto adiposo è uno stratagemma della Natura per attenuare la trasformazione ormonale che sta avvenendo. In questa fase, infatti, gli estrogeni diminuiscono progressivamente, mentre aumentano gli androgeni.
Il tessuto adiposo che si forma non va vissuto solo come una zavorra inutile: è un vero e proprio organo endocrino, che gioca un ruolo importante nella trasformazione ormonale. Una delle sue funzioni, per esempio, è la produzione di aromatasi, enzima localizzato soprattutto nelle cellule adipose addominali capace di trasformare gli androgeni in estrogeni.
La forma che cambia può quindi aiutare a ridurre vampate di calore, nervosismo e insonnia. Favorisce, inoltre, una maggiore luminosità della pelle e previene osteoporosi, perdita di capelli, secchezza vaginale e altri disagi.

Vuol dire allora che non dobbiamo contrastare l’aumento del peso?

Certo non dobbiamo uniformarci ai modelli stereotipati che propongono donne eternamente adolescenti, con la pancia piatta. Un’ eccessiva magrezza può accentuare i disturbi della menopausa. Se il peso tende a lievitare occorre però rivedere lo stile alimentare e approfittare di questo momento di cambiamento per rinnovare le proprie abitudini, incrementando, fra le altre cose, l’attività fisica, che andrebbe svolta con regolarità. Un’ occasione unica per concedersi più attenzione, imparare a non trascurarsi e a volersi bene. Accanto alle passeggiate, lo yoga è una disciplina ideale perché aiuta a conoscersi meglio, rafforza e rende più elastiche e capaci di affrontare i cambiamenti

È vero che in menopausa cala il desiderio sessuale?

I mutamenti del corpo sono spesso accompagnanti da nuovi stati d’animo che ci portano a mettere in discussione il nostro ruolo, anche in relazione alla sessualità.
Il segreto è non tentare di arrestare i cambiamenti ma accettarli, andare fino in fondo,
approfittare di questo momento per cambiare davvero e liberarsi dai condizionamenti e dalle coercizioni.
Troppo spesso le donne mi raccontano di un lavoro schiacciante, dentro e fuori casa, diventato continuo, ripetitivo, senza gioia, fra obblighi famigliari e impegni produttivi.
È importante cercare uno spazio per rigenerarsi, ridare voce alla creatività e alle passioni.
Se si ritrova un rapporto con il proprio eros interiore, poi è più facile trasportarlo all’esterno, nelle relazioni e il sesso guadagnerà certamente.

Ci sono accorgimenti particolari che aiutano a mantenere l’equilibrio della sfera genitale?

Un insegnamento viene dalla medicina tradizionale orientale, che pone l’attenzione sul piano, perineale, formato dai muscoli del pavimento pelvico: elevatore dell’ano, bulbo-cavernosi e ischio-cavernosi. In oriente questa zona è chiamata muscolo CHI e viene considerata fondamentale per aumentare la forza vitale e sessuale. Secondo le donne che si dedicano a discipline taoiste, per esempio, la condizione del perineo è determinante per lo sviluppo e la concentrazione dell’energia femminile: se questa regione non è sufficientemente tonica ed elastica, si può facilmente”disperdere” o non riuscire a “concentrare” energia. Oggi sappiamo che un eccessivo rilassamento del perineo, oltre a causare disturbi spiacevoli, come il prolasso o l’incontinenza urinaria, può essere alla base di una maggiore difficoltà a percepire il piacere sessuale. D’altra parte, l’eccessiva contrazione e rigidità di questa zona comporta una lubrificazione minore , quindi può suscitare dolore e/o impedire la penetrazione.
L’ attenzione nei confronti del perineo è quindi importante. Diversi esercizi di yoga aiutano a imparare a utilizzarlo.

Integratori e rimedi naturali aiutano?

Un aiuto viene dall’omeopatia, che fornisce diversi rimedi di supporto per attenuare alcuni dei disturbi più frequenti della menopausa, fra cui secchezza vaginale, vampate di calore, sbalzi dell’umore e insonnia.
Ci sono poi differenti integratori a base di composti naturali come l’ac. Ialuronico, il resveratrolo, vari tipi di vitamine, o vegetali, ad es. i fitoestrogeni, che mitigano gli effetti dei mutamenti ormonali e favoriscono il mantenimento dell’equilibrio, accompagnando i fisiologi cambiamenti legati all’età.
L’importante è scegliere in modo personalizzato, con il supporto di una/o specialista. Il “fai da te” non è consigliato, perché per usare efficacemente questi prodotti, ed evitare eventuali controindicazioni, occorre valutare caso per caso la scelta.
Fondamentale, inoltre, è favorire integratori di elevata qualità, che specificano con precisione gli ingredienti e la loro concentrazione.

(*) Trovate diversi articoli sulla menopausa della dottoressa Zanchi per approfondire questi temi su www.letrasformazionidelladonna.it , ginecologia naturale, menopausa.

Posted in: Menopausa, Salute per la donna | Tagged: adipe, Dott.ssa Fiorenza Zanchi, estrogeni, grasso, menopausa, natura, omeopatia, ormoni, perineo, piacere, sessualità, ventre piatto, zanchi

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