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scuola

PRONTI? FACCIAMO UNA PAUSA!

Posted by carlab on 21 Gennaio 2023 | Leave a response
coltivare a scuola

di Raffaela Mulato e Stephan Riegger

Pronti? Si parte!

No, in questo caso, ci si ferma: per riprendersi un proprio tempo, per ascoltare il proprio respiro e il proprio corpo. Perché le Pause Attive sono insieme singolari e plurali. Si fanno in compagnia, ma si fanno prima di tutto per sé, docenti compresi.

È questo il significato del titolo che insieme alla casa editrice La Meridiana abbiamo voluto dare al nostro ultimo libro, che vuole essere uno strumento agile e spendibile nella quotidianità a scuola con tante proposte di giochi/break divertenti e nel contempo legate alla didattica. Lo stiamo riscontrando nei numerosi corsi di formazione realizzati in questi anni: la Pausa Attiva è salutare per tutti!

I bambini di oggi sono immobili in una scuola immobile. Il Covid ha rovesciato la punta di un iceberg che già esisteva: ha fatto deflagrare un problema e le regole di comportamento nella pandemia hanno ulteriormente danneggiato la crescita sana dei nostri bambini. Eppure, le neuroscienze ci dicono che il movimento è centrale nello sviluppo relazionale, motorio e intellettuale di un bambino fin dalla prima infanzia. Non a caso la Carta di Toronto per l’attività fisica dell’OMS consiglia almeno 3 ore al giorno di motricità per i bambini fino a 6 anni e almeno 1 ora fino ai 10.

Esperienze e ricerche con le Pause Attive in tutta Europa hanno confermato la loro efficacia, riconosciuta nel 2019 anche il Italia dal Ministero della Salute. I benefici: dalla capacità di concentrazione alla diminuzione dello stress per bambini e insegnanti. Per migliorare l’atmosfera in classe, non resta che mettersi in gioco e provare!

pronti facciamo una pausa
Posted in: Benessere | Tagged: bambine, immobilità, infanzia, motricità, pause attive, ragazze, scuola

TERRA TI VOGLIO BENE

Posted by carlab on 5 Giugno 2020 | Leave a response

5 aprile, giornata mondale dell’ambiente: bambini e musicisti insieme per proteggere il pianeta

terra ti voglio bene farfalle

Accompagnare e sostenere percorsi educativi volti a sviluppare una maggiore consapevolezza nei confronti del salvaguardia dell’ambiente, delle risorse umane e delle buone pratiche necessarie per perseguire questi obiettivi, rappresenta una priorità imprescindibile per assicurare il benessere delle generazioni future.
Abbiamo quindi scelto di partecipare attivamente alla realizzazione del nuovo progetto Terra ti voglio bene, nato in occasione del cinquantenario della festa della terra e orientato all’educazione alla sostenibilità nelle scuole primarie. Desideriamo presentarvelo in occasione della giornata mondale dell’ambiente.

I bambini portavoce di messaggi di pace e di speranza

“Racconto perché voglio bene alla terra e cosa desidero fare per proteggerla. Realizzo un disegno che lo illustra e lo completo con una frase che invita i miei amici e compagni a seguire il mio esempio” È questo il compito che è stato affidato a bambine e bambini delle scuole primarie nel progetto Terra ti voglio bene che ha coinvolto 20 scuole e oltre 600 bambini di diverse regioni -Lombardia, Veneto, Toscana, Lazio, Puglia- mettendo in rete progetti già attivi e risorse educative sui temi della sostenibilità. Un percorso creato per superare con l’immaginazione questo periodo difficile, che ha allontanato i bambini dalla scuola e in molti casi anche dalla natura.
Gli insegnanti hanno focalizzato l’attenzione sul legame con la natura e con l’ambiente, invitando gli allievi a concentrarsi sui diversi aspetti percepibili anche restando a casa, e chiedendo loro di farsi portavoce di una comunicazione volta a dare un messaggio di speranza, pace e impegno per il futuro.
Bambine e bambini hanno colto con entusiasmo la sollecitazione elaborando disegni e messaggi di grande intensità. Raccontano l’incanto dei fiori sbocciati sul davanzale della finestra, le dinamiche che nascono a casa, attorno a casa, nella piazza di cui stanno progettando di coltivare le aiuole. Celebrano così l’intreccio fra uomo, cultura e natura, e riflettono sui comportamenti quotidiani da modificare per proteggere l’ambiente impegnandosi ad attuarli.

smettere di inquinare

Desiderio di cambiamento e fiducia nella comunità

Il materiale elaborato evidenzia quanto anche i più giovani siano toccati dal degrado ambientale e lasciano intravedere il loro timore nei confronti del Coronavirus. Emerge, però, anche un forte desiderio di cambiamento, accompagnato dalla consapevolezza che è necessario unire le forze. Moltissimi bambini hanno messo in luce che assieme potranno dare forma a un futuro migliore per il nostro pianeta mostrando speranza e fiducia nella comunità.

La forza delle sinergie

Sostenuto e promosso dal programma Andriani Educational di Andriani S.p.A., azienda leader nel settore dell’alimentazionesostenibile, il progetto Terra ti voglio bene nasce dalla collaborazione fra Rete Dialogues, comunità di educazione alla cittadinanza globale, insieme alla Piana del cibo, associazione che coinvolge numerosi Comuni della piana agricola di Lucca con l’intento di promuovere buone pratiche nella direzione della sostenibilità, Slow Food Compitese, e Magia verde Onlus, impegnate nella stessa direzione. Per la zona di Pavia ha preso parte al progetto anche Italia nostra con il sostengo dell’Onlus Cambiamo e del Ministero dell’Ambiente.
Il riscontro positivo dei partecipanti, mostra il valore di costruire sinergie fra competenze ed esperienze differenti, che rafforza i legami fra i diversi interlocutori e aiuta ad affrontare questa fase impegnativa.

Dare radici alla sostenibilità: bambini e musicisti insieme in un museo virtuale

Il progetto continua, anche dopo la giornata mondiale della terra, per consolidare il dialogo su questi temi. Disegni e pensieri di bambini e bambine sono stati raccolti in filmati diversi, regione per regione, sostenuti dai preziosi contributi di validi musicisti.
È nato così un museo virtuale che offre ai giovani artisti la possibilità di approfondire le tematiche in gioco fra loro e con gli insegnati, attraverso una didattica collaborativa che consente lo scambio a distanza.
In alcune realtà i filmati verranno condivisi con gli amministratori locali perché traggano spunto dai messaggi dei bambini per ispirare i cambiamenti necessari per il nostro futuro nella direzione della sostenibilità.

Fai clic qui

"Terra ti voglio bene", i film

Posted in: Società, lavoro e comunicazione | Tagged: bambini, covid 19, disegni, film, inquinamento, lucca, pavia, rispetto, salvaguardia, scuola, temi, terra, titoli, venezia, video

LA VOCAZIONE DI EDUCARE

Posted by carlab on 7 Gennaio 2019 | Leave a response

di Lucia Malorzo

Un lavoro dai colori cangianti

La passione per il lavoro, quando si tratta di professioni educative e di cura, veste spesso abiti dai colori cangianti.
A me è capitato che fossero vivi e accesi quando ho cominciato, a un tratto foschi quando ho pensato di non essere all’altezza , poi dalle tinte calde e naturali, oggi che la mia carriera potrebbe essere considerata quasi al termine.
Ho iniziato a dedicarmi all’educazione fin da giovanissima, ma solo un anno fa mi sono laureata in Scienze Pedagogiche. Un traguardo incredibile, per me, che non riesco a concentrarmi su un unico obiettivo e fatico a portare a termine i progetti di vita.

Il mio lungo percorso di studi

Il mio precorso di studi è stato insieme slancio vigoroso e ricerca della serenità. Una ricerca intensiva, profonda, accompagnata da un continuo esercizio di riflessione e di aperture verso l’esterno.
Ora, via via che le ombre delle aspettative e delle rivincite sulla vita stanno lasciando il posto alla consapevolezza della grande responsabilità e del privilegio che offre questo lavoro, la mia professione si arricchisce finalmente di significati in una prospettiva più allargata, al di là da me stessa.

La consapevolezza al primo posto

Da molti anni faccio l’educatrice di asilo nido, e posso dire che l’esercizio più importante è la ricerca di consapevolezza. Perché mi piace prendermi cura dei bambini? Perché per me l’educazione è così importante?Come mai qualche volta mi sono sentita investita di un senso di responsabilità così gravoso da sentirmi sola?
“Gli adulti sono completamente responsabili dei propri “cuccioli” che allevano, i bambini non sono in grado di autodeterminarsi” Mi sono detta. “Quello che succede loro nei primissimi anni di vita li segnerà per sempre”.

La forza del gruppo di lavoro

Contemporaneamente, ho scoperto la forza del gruppo, le alleanze e i sistemi educativi, che pur nelle contraddizioni rendono il terreno fertile per la complessità che l’educazione esige, accompagnata dalla fatica di mettersi in discussione, ma anche dalla consapevolezza che è necessario costruire una comunità educante.

Affrontare la complessità

Ecco un altro termine: complessità. A prima vista potrebbe sembrare negativo. Invece rende possibile un’interpretazione della realtà che aiuta a non creare scissioni fra buono e cattivo, bello e brutto, sano e patologico, adeguato e inadeguato.
Nonostante gli sforzi di conciliazione mi trovo ancora a essere criticata per il mio radicalismo, la non accettazione della superficialità, dei tentativi sbrigativi di concludere le pratiche: “si è sempre fatto così”; “questa è la regola”; “non cambierà niente”!

Il senso dello spirito critico

Ho rischiato che la mia propensione a mettere in discussione le pratiche educative diventasse una bandiera. Sembrava una scomoda (ma necessaria) via di uscita dal disagio di non sentirmi accettata, compresa, probabilmente anche amata.
Oggi, dopo aver tanto studiato e lavorato su di me posso dire che lo spirito critico è anche una funzione nella società e chi ha la fortuna e la capacità di “altri sguardi” ha il diritto (e il dovere) di raccontare cosa vede.

Osservare i bambini e condividere le riflessioni che ne scaturiscono

Adoro guardare i bambini così piccoli nei loro tentativi appassionati di fare propria la realtà che li circonda; osservare il processo che li porta sempre di più verso l’esplorazione di questo mondo.
Ne derivano riflessioni che desidero fare con chi condivide il mio viaggio professionale. Servono a definire spazi, tempi e parole: disposti con cura e con rispetto dei limiti cognitivi, ma anche delle spinte innate dei bambini a creare connessioni tra sé e gli altri, tra sé e il proprio mondo. Un’ attitudine che nei servizi educativi della prima infanzia è insieme fatica di separazione e gioia di nuovi ritrovamenti.

Il cibo che guida lo sviluppo

Uno dei campi di riflessione educativa più importante (probabilmente il più importante) è il cibo, con il mondo affettivo che vi ruota intorno.
I passaggi continui della prima infanzia, fatti di perdite e di conquiste, qui diventano emblematici: dal seno al biberon, dalle mani al cucchiaio, dal liquido al solido, dalla suzione alla masticazione e alla scoperta del morso.
Come accompagnare i bambini in questo processo? Che rapporto abbiamo, noi, con il cibo? Da dove viene e chi ce lo dona?
Quanto il bambino è naturalmente vicino alla terra, all’acqua al sole; alla nascita e alla morte. Sono sfide intellettuali per chi pensa all’educazione, forse oggi più che mai necessarie.

Cambia il mondo, cambiano i bambini

In questi ormai quasi quarant’anni di professione educative, ho potuto realizzare che c’è stata una vera e propria evoluzione della specie. I bambini di oggi ne sono testimonianza: dimostrano subito uno sguardo attivo e la capacità di condividerlo con gli altri, che vuol dire sperimentare ponti, rispecchiamenti utili alla creazione della propria identità. Il mio augurio è che noi adulti riusciamo a cogliere senza distrazioni questa tensione a progredire.

Avete anche voi una storia da raccontare sul vostro lavoro, o sulla vostra vita? Scrivete a: barzano@gmx.de

Posted in: Storie di vita | Tagged: adulti, alimentazione, aperture, aperture verso l'esterno, asilo nido, aspettative, bambini, cambia il mondo, cambiano i bambini, cibo guida lo sviluppo, colori cangianti, complessità, consapevolezza, cuccioli, cura, educare, educazione, incredibile, lavoro, Lucia, Lucia Malorzo, obbiettivo, osservare i bambini, passione, percorso, percorso di studi, professioni educative, progetti di vita, responsabili, scienze pedagogiche, scuola, scuola dell'infanzia, spirito critico, storie, storie di vita, traguardo, vocazione, vocazione di educare

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