Ci teniamo, a qualsiasi età: pelle e capelli esprimono il nostro equilibrio. Raccontano la nostra storia. Quando sono sani e ben tenuti, danno una sensazione di benessere e sicurezza. Non a caso investiamo molte risorse per curarli. Creme, shampoo e lozioni esterne sono sicuramente d’aiuto ma rischiano di essere vani senza il supporto di uno stile di vita armonioso. È quello, infatti, più di ogni altra cosa, che assicura le risorse necessarie per mantenere e migliorare anche l’aspetto esteriore. Ecco alcuni suggerimenti della dottoressa Aghina per coltivarlo in questa stagione.
Di Barbara Aghina
Coltivare il benessere e la bellezza
In questo momento, che appare particolarmente difficile per il cambio di stagione e i timori legati al Covid, si potrebbe pensare che l’aspetto esteriore non rappresenti una priorità. In realtà, se lo viviamo come un’espressione del nostro benessere complessivo, stati d’animo compresi, rivela molto di noi. Quando ci sentiamo in pace con noi stesse siamo più luminose, emaniamo una bellezza naturale, indipendentemente dall’età, che fa bene a noi e anche a chi ci circonda. In questo senso la cura di se non è tanto una frivolezza femminile, come vogliono alcuni luoghi comuni, quanto soprattutto una forma di rispetto verso se stesse e verso gli altri.
Attenzione e continuità
Lo sappiamo: per raggiungere questo stato di benessere profondo creme e lozioni non bastano. Servono soprattutto attenzione e continuità per dare forma ad abitudini che aiutino a trovare armonia. A partire dal sonno. Un riposo adeguato (v. articolo sulla luce) è indispensabile per assicurare i processi di rigenerazione. Sul ruolo protettivo e rigenerante della dieta si parla molto. In questo momento dell’anno abbondano ingredienti benefici per la pelle e i capelli, fra cui noci e altri semi oleosi, agrumi, zucca e ortaggi dai colori vivaci, da abbinare a cereali integrali, legumi, olio extra vergine d’oliva. Ripetiamo spesso quanto sia importante la consuetudine di muoversi regolarmente, meglio quando possibile all’aria aperta, per godere delle ore di luce che in questo periodo rischiano di scarseggiare. Anche le pratiche che aiutano ad affrontare lo stress e la fatica mentale, per molte di noi difficili da superare nella quotidianità, sono importanti. Yoga, meditazione, vari training fisici o psicologici, o anche semplicemente una buona lettura, l’ascolto della musica, un film coinvolgente, insieme ai rapporti sociali, da coltivare, se necessario a distanza, in questo periodo di covid, possono dare un contributo importante al benessere che si rispecchia anche nel nostro aspetto.
Vit Formula : un supporto nei momenti di aumentato fabbisogno di vitamine e minerali, per il normale metabolismo energetico e la protezione dai radicali liberi
Soddisfatte queste premesse, all’interno di un regime alimentare equilibrato, alcuni integratori possono supportare, a tutto vantaggio anche di pelle e capelli. Vit Formula Guna è un integratore multivitaminico e minerale scientificamente documentato, utile quando si verificano condizioni di aumentato fabbisogno o di ridotto apporto di questi nutrienti. Il suo impiego è consigliato soprattutto in caso di impegno fisico , intensa attività sportiva e ridotto apporto alimentare.
Composto da 15 vitamine e 9 minerali, selezionati e in quantità controllata, Vit Formula fornisce fra gli altri vitamina A, C, E, B12, B6, e fra i minerali magnesio, calcio e ferro. Nella sua formulazione sono poi presenti diversi oligoelementi fra cui rame, manganese e selenio. Le quantità di questi nutrienti sono state determinate in relazione ai livelli di assunzione raccomandati per la popolazione italiana (VNR), bilanciandole per valorizzare l’apporto di ciascun componente nutrizionale. In altre parole, sono stati dosati in modo da integrare con equilibrio i principi nutritivi contenuti naturalmente nei cibi Una caratteristica di Vit Formula è la presenza di metionina, aminoacido essenziale che deve essere assunto con l’alimentazione in quanto il nostro organismo non è in grado di sintetizzarlo; lo ritroviamo specialmente nella pelle e nei capelli. Da rilevare, inoltre, i componenti colina e inositolo.
Come e quando
Vit formula è realizzato in una formulazione orosolubile, da assumere direttamente in bocca, di conseguenza si può usare con facilità, anche in caso di problemi di deglutizione, cattiva digestione e malassorbimento. Attraverso la sua forma farmaceutica orosolubile, senza glutine, i sui componenti sono più biodisponibili transitando solo in piccola parte nello stomaco. Si riducono così le probabilità di reflussi gastrici e difficoltà digestive. Inoltre, la formulazione orosolubile consente di assumere Vit Formula senza acqua, oppure con poca acqua a parte e di utilizzare il prodotto fuori casa. La dose consigliata è 1 bustina al giorno. Si può utilizzare in qualsiasi momento della giornata, sia ai pasti che fuori pasto, ma l’ideale per evitare di scordarlo è assumerlo durante la prima colazione. L’assunzione può essere di un mese.
L’”inquinamento luminoso” , collegato soprattutto all’eccessiva presenza di luce artificiale notturna, è un aspetto troppo spesso sottovalutato quando si parla di equilibrio ambientale e salute . In realtà può incidere sugli ecosistemi e sulla salute umana. Ce ne parla la dottoressa Barbara Aghina. Responsabile scientifica della nutraceutica Guna, molto attenta a questo tema.
Di Barbara Aghina
Per quale motivo il tema dell’inquinamento luminoso è così importante?
La letteratura scientifica internazionale evidenzia che soprattutto nelle aree urbane del mondo occidentale, la luce notturna artificiale, è un elemento onnipresente, che altera il nomale ciclo della luce solare provocando stimoli luminosi ininterrotti anche durante le ore di buio, quando invece dovrebbero essere assenti. Il problema è accentuato dalla ulteriore onnipresenza dei device elettronici (computer, tablet, cellulari ,etc.),con la loro luce continua e spesso trascorriamo molte ore davanti agli schermi, anche nello ore notturne. Questa illuminazione si aggiunge alle numerose altre fonti luminose che ci circondano all’esterno (fra le diverse sorgenti lampioni di illuminazione, illuminazioni nei cortili e nei giardini…) e fra le mura domestiche, per esempio tra le diverse spie degli elettrodomestici. Va poi aggiunto che alcune persone sono costrette dal loro lavoro a stare sveglie anche durante la notte, in ambienti illuminati. Sta di fatto che raramente possiamo godere di spazi completamente privi di luce artificiale anche nelle fasi notturne, quando la natura prevederebbe solo la luce tenue e naturale di luna e stelle. Questo può alterare il nostro equilibrio e i sistemi biologici del ritmo sonno /veglia.
Quali sono le conseguenze?
La presenza continua di luce artificiale, stimola ininterrottamente i nostri sistemi di veglia in contrapposizione con la fase fisiologica del sonno, interferendo con la secrezione di un ormone che si chiama melatonina, atto non solo a farci dormire, ma anche a sostenere la salute dell’organismo. Il risultato è che l’eccessiva luce artificiale notturna, altera l’azione di regolazione fisiologica di questo ormone, facendo aumentare gli ormoni prodotti per gli stati di veglia come il cortisolo. Questa situazione ci fa dormire meno in termini di numero di ore e peggiora la qualità del sonno, così da svegliarci al mattino poco riposati, quindi meno reattivi, sia da un punto di vista mentale che fisico. I nostri sistemi di regolazione vengono influenzati negativamente e i sintomi tipici del sonno insufficiente sono: stress, irritabilità, stanchezza generalizzata, difficoltà nel concentrarsi, nervosismo. Gli effetti sulla salute non sono solo dovuti a un’illuminazione eccessiva o a un’eccessiva esposizione della luce notturna nel tempo, ma anche a una composizione spettrale della luce impropria (ad esempio ad alcuni colori della luce).
Ci sono accorgimenti che aiutano a difendersi dall’eccesso di stimoli luminosi durante la notte?
In casa aiuta fare una revisione accurata di tutte le possibili fonti di luce artificiale presenti, che potrebbero restare accese anche di notte, soprattutto in camera da letto. A partire da sveglia, orologio ed eventuali spie luminose, come quella della televisione. Sarebbe preferibile tenere questo elettrodomestico fuori dal luogo in cui si dorme, anche per evitare di addormentarsi davanti allo schermo, che rischia così di restare acceso e bombardarci con la sua luce indipendente dalla nostra volontà. Altri apparecchi che non dovrebbero entrare nel locale dove si dorme sono computer e cellulari. Lavorare a letto, oppure navigare fino a tarda ora, è una consuetudine che rischia di compromettere la qualità del sonno. Tanto più che se si resta collegati al WIFI si è sottoposti senza interruzione anche all’effetto delle radiazioni elettromagnetiche. La camera da letto dovrebbe essere spoglia da qualsiasi apparecchiatura che mette radiazioni, luminose e non. Un luogo di puro riposo, dove leggere un buon libro, o praticare esercizi di rilassamento e meditazione, per favorire un buon sonno ristoratore. Un tendaggio di materiali naturali, come il cotone, abbastanza pesante, protegge da luce e rumori esterni. Naturalmente tutti questi accorgimenti vanno accompagnati da un ritmo regolare e fisiologico. È preferibile prepararsi al sonno notturno evitando pasti troppo copiosi la sera, dedicandosi a attività rilassanti e non coricarsi troppo tardi, altrimenti c´`e il rischio di favorire squilibri della regolazione ormonale.
Cosa succede quando si è costretti a lavorare nelle ore notturne?
In questi casi è importante mettere in atto delle misure di bilanciamento per contrastare squilibri, dedicandosi, nelle giornate successive alla notte, a attività che favoriscono il rilassamento e aiutano a recuperare le ore di sonno perduto, per esempio yoga, meditazione, passeggiate, lettura e ascolto di musica. Non tutti però riescono a recuperare facilmente e spesso chi è costretto a turni notturni, specie se frequenti, soffre di disturbi cronici del sonno. Lo stesso vale per le persone che vivono momenti difficili in famiglia o sul lavoro e faticano a prendere le distanze dai problemi della vita quotidiana.
Ci sono integratori che possono contribuire ad un buon riposo?
Oltre a regolare il menu serale, può essere utile l’integrazione alimentare con Tonicoguna ; un integratore alimentare in forma liquida, che contiene oltre ad un mix di estratti vegetali con proprietà toniche, stimolanti ed energizzanti, l’estratto di Morinda citrifolia, pianta polinesiana più nota con il nome di Noni. Il suo succo, è ricco di vitamine, minerali, aminoacidi, enzimi, oligoelementi, steroli e xeronina: sostanze ad azione tonica (contro stanchezza fisica e mentale) ed antiossidante. Ad integrazione degli effetti peculiari del succo di Noni, in Tonico Guna sono stati selezionati altri 8 componenti vegetali quali : Ginseng: ha un effetto tonico ed antiossidante L’Eleuterococco ha proprietà tonico-adattogene ed è utile per la memoria e le funzioni cognitive. L’Iperico e la Melissa, contribuiscono al normale tono dell’umore al rilassamento e al benessere mentale. Ginkgo biloba è antiossidante e utile per la memoria e le funzioni cognitive. Tonicoguna è l’integratore alimentare utile in tutti i casi in cui c’è bisogno di carica ed energia. Tonicoguna è dolcificato con glicosidi steviolici (Stevia) ed è senza Fruttosio. Si assume preferibilmente al mattino in ragione di 20 ml al giorno utilizzando il tappo dosatore già inserito sul flacone. Si prosegue l’assunzione per 7-15 giorni.
Il fegato ha una funzione chiave in questa stagione e può aiutarci ad aumentare resistenza e capacità di adattamento. Ecco gli esercizi suggeriti dalla fisioterapista Pierluisa Robecchi da praticare mattina, o pomeriggio, lontano dai pasti, per favorire la funzione del fegato, dell’apparato digerente e dei polmoni. Se per voi la sequenza è troppo lunga, dividetela in due parti, in diversi momenti della giornata.
di Pierluisa Robecchi
1.
Sdraiatevi a terra e per qualche minuto e ascoltate il fluire del respiro naturale.
2.
Ponete le mani sull’addome, inspirate sentendo l’aria che le riempie, mentre la parte bassa delle costole e l’addome si ampliano. Siate consapevoli del movimento del diaframma che si abbassa, apprezzandone la spinta che opera sugli organi e visceri dell’addome. Espirando, lasciate che il diaframma risalga naturalmente, accompagnate la fine dell’espiro con una contrazione leggera degli addominali, per favorire un miglior svuotamento dei polmoni. Questo è il massaggio continuo che il corpo opera, con il respiro diaframmatico, su organi e visceri . Continuate per qualche minuto, senza forzare, sentendo che il respiro diventa più profondo. Quindi, rimanendo rilassate, ritornate a sentire il fluire il vostro respiro naturale.
3.
Nella stessa posizione piegate e incrociate le gambe, se sentite tensione alla zona lombare, ponete dei cuscini sotto le ginocchia per sostenerle. Tenete le braccia a terra, lungo i fianchi. Praticate lo stesso respiro diaframmatico, avendo cura, alla fine dell’inspirazione, di trattenere per qualche attimo il respiro all’interno. Dopo questo breve trattenimento dell’aria a polmoni pieni, espirate lentamente e a lungo. Continuate l’esercizio per qualche minuto, poi stendete le gambe a terra e rilassatele, ascoltandovi.
4.
Piegate entrambe le gambe sull’addome, abbracciatele, proseguite ascoltando il movimento del respiro addominale.
5.
A quattro zampe, distribuite il peso uniformemente sui quattro punti di appoggio, Inspirate lasciando che la colonna si porti vertebra per vertebra in arco concavo. L’attenzione è sulla respirazione che va dall’ombelico alla gola, ampliando progressivamente l’addome e il petto.
Espirando invertire la curva, dal bacino sino al capo, vertebra per vertebra, in modo che la colonna si porti in arco convesso. Rilassate il capo verso il basso. Nel farlo, contraete progressivamente i glutei, i muscoli del perineo (ano, vagina) e i muscoli addominali. Ripetete per 10 volte. Quindi ritornate a terra.
Sdraiate a terra, con la pancia rivolta verso l’alto, aprite le braccia in fuori, all’altezza delle spalle, con i palmi rivolti a terra. facendole riposare contatto con il suolo.
Afferrate con le mani le caviglie, sollevate il bacino e la schiena dal suolo. Sollevate la gamba destra portandola verso l’addome e piegando il ginocchio. Inspirate ed espirando rotolate, accompagnandovi con il braccio e la gamba destra sul fianco sinistro.( non poggiate né la gamba né il braccio a terra).
Ispirando ritornate al centro, stendete la gamba destra, piegate la sinistra e rotolate sul fianco destro. Ripetete più volte. Quindi riposate a terra, respirando naturalmente.
7.
A terra, piegate le gambe, poggiate i piedi paralleli al suolo, aperti quanto l’ampiezza del vostro bacino. Afferrate con le mani le caviglie. Inspirando sollevate progressivamente il bacino e poi la colonna, sino a portare il peso del corpo distribuito sui piedi e la parte superiore delle scapole. Tutto il tronco s’inarca. Mantenete le ginocchia parallele. Respirate profondamente, per il tempo che vi è possibile, senza forzare. Se avete difficoltà ad afferrare le caviglie, rispettate la vostra possibilità di movimento. Intrecciate le mani e lasciate che le braccia riposino a terra, sotto l’arco che la vostra schiena ha formato. Ritornate alla posizione iniziale.
8.
In piedi gambe aperte quanto l’ampiezza del vostro bacino, piedi paralleli, braccia lungo i fianchi. Colonna vertebrale eretta.
Con una lenta e profonda inspirazione sollevate le braccia in fuori continuando verso l’alto, appena al disopra del capo. Gomiti leggermente flessi, braccia morbide, ruotate il palmo delle mani verso il basso. Espirare emettendo il suono XU ( è il suono dell’organo Fegato) che accompagna il movimento di discesa delle mani e delle braccia, davanti, lungo la parte anteriore del tronco, sino a ritornare in posizione di partenza. Sentire che la vibrazione del suono arriva al fegato e lo pervade. Ripetete l’esercizio da 12 fino a 36 volte.
9.
A terra, sdraiate sul fianco destro, raccogliete le gambe in posizione fetale. Piegate il braccio destro, la mano si appoggia a contatto con il lato destro del capo. La posizione deve essere confortevole e rilassante . Chiudete gli occhi. Immaginate che tutto intorno una luce bianca splendente, purissima, vi circondi. Inspirando, assorbitela e dirigetela al vostro fegato, riempiendolo. Espirando immaginate che tutte le tossine e le disarmonie dell’organo escano insieme al vostro respiro. Continuate a lungo. Quindi, inspirando, immaginate che la stessa luce di rigenerazione si espanda, contemporaneamente, ai polmoni e agli organi della digestione. Espirate come prima. Potete praticare questo rilassamento-visualizzazione prima di andare a letto e in ogni momento, quando sentite la possibilità di rilassarvi .
Come adattarsi ai cambiamenti mantenendo equilibrio e armonia? Continua il nostro percorso sulla resilienza con la guida di Pierluisa Robecchi, che ci aiuta a rafforzare questa capacità indispensabile per il benessere, specie in un momento che ci espone più che mai al rischio di perdersi nell’accavallarsi e accumularsi degli stimoli negativi che ci circondano.
Di Pierluisa Robecchi
Ritrovare la virtù
La posizione
Trovate una posizione comoda, sedute a terra, a gambe incrociate, sollevando il bacino, eventualmente con il supporto di un cuscino, in modo che le ginocchia siano alla stessa altezza delle anche. Sentite gli ischi ben appoggiati, la schiena diritta, senza irrigidirla, le spalle rilassate. Lasciate riposare le braccia con le mani poggiate sulle cosce. Tenete il volto rilassato, gli occhi chiusi, o socchiusi, non focalizzati. Percepite l’energia che a spirale sale dalla base della colonna sino al vertice del capo, sostenendola naturalmente. Se siete scomode, sedetevi su una sedia, o sdraiatevi a terra con un cuscino sotto il capo. Queste posizioni sono consigliabili quando la schiena vi fa male, siete troppo stanche o malate. Qualunque sia la postura che sceglierete, fate in modo che il corpo sia a suo agio e rendetela stabile. chiudete gli occhi e permettete al corpo di dimorare nel suo stato naturale di quiete e rilassamento.
Prima di iniziare
chiedetevi come potete rendere la vostra esistenza più significativa, appagante, soddisfacente e felice. Questa sarà la motivazione che guiderà la vostra pratica. Se avete individuato una qualità, per esempio, la gioia, la perseveranza, l’amore, l’abbondanza …Immagiate che questa Virtù-qualità inondi il vostro essere in ogni parte, in ogni cellula, sotto forma di luce dorata, permei la vostra mente, sino a riempirvi completamente e permettervi di farne esperienza.
Aprite gli occhi
e senza affaticarli teneteli aperti per tutta la durata della pratica (quando siete stanche chiudeteli per un poco o sbattete le palpebre) senza focalizzarli. E’ come se guardaste nel vuoto. Iniziate con il rendere stabile questo strumento meraviglioso della mente con l’affinare l’attenzione e la focalizzazione.
Contate 21 respiri
sentendo con attenzione le sensazioni tattili create dall’aria che entra ed esce dalle narici. Nello stesso tempo come un testimone, accorgetevi dello stato della vostra mente. Se in quel momento è agitata, calma, sonnolenta o vigile. Fate in modo che l’attenzione al respiro, la vigilanza introspettiva che osserva la mente siano unite a un senso profondo di confortevolezza e di rilassamento che sorge dal vostro interno.
dei 21 respiri, osservate il campo mentale, dove si manifestano pensieri, immagini, sentimenti, emozioni, memorie, desideri, paure, e di notte i sogni.
Mantenete un’attenzione periferica al respiro
come se si trattasse di un salvagente che vi fa galleggiare sulle onde, osservate qualsiasi cosa vi venga in mente. Fatelo senza intervenire né tenere le cose sotto controllo. Semplicemente come un testimone, lasciate che i pensieri sorgano vi passino davanti e scompaiano. Intanto la vostra consapevolezza è a riposo, dimorando nella quiete, sebbene la mente sia attiva. Lentamente la mente invece di oscillare fra l’eccitazione e la fiacchezza abituale, pian piano riuscirà a dimorare e stabilizzarsi nel suo stato di base naturale calmo e chiaro.
Notate se la vostra consapevolezza è capace di un rilassamento
tanto profondo da poter osservare questi eventi mentali senza intervenire, lasciandoli sorgere, dimorare un poco e poi svanire. Riuscite a rimanere rilassate e calme anche quando i pensieri che vi passano per la mente sono agitati? In questa pratica la consapevolezza riguarda il campo della mente, è qui che la rendete vivida e chiara, stabile .Qualsiasi cosa sorga lasciate che appaia e se ne vada senza frapporre ostacoli, restando calma e serena.
A Summonte, in Irpinia, uno dei borghi più belli di Italia, inerpicato a 700 metri di altezza, una giovane donna ha aperto La locanda La Molara, per condividere con gli ospiti ingredienti e ricette della sua tradizione famigliare. A partire dalla mela, che trasformata dalle sue mani sapienti offre un gusto antico che conduce alla scoperta di un territorio immerso nella pace, ricco di bellezza e di storia.
Di Francesca Vitelli
La mela nasconde un universo
La mela è un frutto dai molteplici valori simbolici: la troviamo nell’antica Grecia come rappresentazione della fecondità. Nella Genesi viene identificata con il peccato, secondo alcuni erroneamente, poiché il frutto incriminato doveva essere un altro. Più tardi, per la sua forma sferica indicherà il mondo, quindi il potere temporale e successivamente in essa si trasfigurerà la sapienza. Le mele ci accompagnano, fin dall’infanzia, con le numerose varietà che punteggiano la campagna dell’intero stivale. Da Nord a Sud ognuno ha la sua cultivar: dolce, aspra, croccante, molle, dalla buccia rossa, gialla, verde e dalle dimensioni piccole, medie e grandi. Ricca di acqua, fruttosio, fibre e vitamine è povera di glucosio e regola l’assorbimento degli zuccheri. Fa parte della nostra dieta al punto da considerarne il consumo proverbiale: “una mela al giorno leva il medico di torno”. Ognuna, con il suo profumo e il suo potere olfattivo evocativo, riporta alla memoria ricette e ricordi legati a momenti della nostra vita. In ogni famiglia si custodisce una ricetta da tramandare: una torta, una crema, una crostata, una confettura, una salsa per accompagnare la carne che cristallizza nel tempo stati d’animo e sapori.
La madeleine di Proust e la mela di Isabella
Per qualcuno un dolce con la mela è diventato la personale versione della madeleine di Proust, è successo a Isabella Preziuso, chef che dei ricordi dell’infanzia e delle ricette della nonna ha fatto tesoro cullando un’idea fino a farla diventare impresa: preparare pietanze che facciano bene al corpo e all’anima. È nata così la Locanda La Molara, con il suo camino crepitante in inverno e il suo patio ombreggiato in estate, accoccolata a oltre settecento metri di altitudine in uno dei Borghi più belli d’Italia, Summonte in Irpinia. Ci si arrampica lungo i tornanti perché al termine dell’ascensione si sarà ripagati dall’accoglienza in un luogo dove assaggiare la cucina tipica di queste montagne reinterpretata alla luce di nuove suggestioni. Il profumo di cannella che avvolgeva la casa della nonna nei freddi pomeriggi d’inverno di un paesino dell’Appennino campano, la cura e l’affetto, così presenti da diventare tangibili, hanno accompagnato Isabella negli anni fino a prendere forma in una ricetta che mette insieme ricordi, nostalgia, dolcezza e prodotti del territorio. La mela che mangiava da bambina era quella che vedeva sugli alberi del nonno. Da questi alberi, che oggi suo fratello coltiva con metodo biologico, viene la mela bianca di Grottella, una varietà di renetta dolce, succosa e compatta, dal persistente sentore aromatico, avvolta in una buccia gialla e sottile, color champagne.
In Ottobre, quando la luce del giorno lascia troppo presto il passo al buio, il profumo delle mele appena colte inonda la cucina di Isabella che per questo delicato frutto ha cercato accostamenti particolari, arricchendo il suo gusto antico: oltre la cannella una riduzione di Greco di Tufo, il noto vino bianco DOGC irpino, la crema pasticciera e del cioccolato. Prende forma così un dessert caldo, che unisce passato e presente attraversando tre generazioni per valorizzare il territorio. Nel suo lavoro, quello che ha scelto, Isabella dà forma al cibo per ricordare i momenti felici: l’aspettativa di un profumo percepito entrando in casa in una fredda sera d’inverno, il profumo delle verdure dell’orto estivo, lo scandire le stagioni e le festività attraverso i sapori, il senso di serena tranquillità che l’alternarsi dei prodotti della natura assicura. La sua è una cucina in cui gli ingredienti si mescolano ai ricordi, alle sensazioni e ai sentimenti.
Per chi volesse condividere un pomeriggio d’infanzia reinterpretato da Isabella.
Ingredienti per 4 persone:
4 mele Renetta Champagne
40 gr zucchero di canna
una spolverata di cannella
250 ml di Greco di Tufo
per la crema pasticciera:
4 uova
60 g di zucchero
40 gr di farina
½ litro di latte
una buccia di un limone coltivato biologicamente
100 gr di cioccolato fondente
Preparazione:
preriscaldare il forno a 180° foderare con la carta da forno una terrina e lavare bene le mele, privandole del torsolo. Riempire lo spazio lasciato dal torsolo con lo zucchero e la cannella, posizionare le mele nella terrina e innaffiarle con il vino. Far cuocere nel forno per 1 ora circa. Per preparare la crema, riscaldare il latte con la buccia di limone. Nel frattempo montare i tuorli delle uova con lo zucchero in una ciotola, finché diventano spumosi. Unire la farina e mescolare bene. Unire il tutto al latte caldo e cuocere a fuoco lento, mescolando, fino a quando la crema si addensa. Con l’ausilio di una “sac a poche” inserire la crema nello spazio interno delle mele in cui precedentemente si era messo lo zucchero con la cannella. Cospargere le mele di scaglie di cioccolato e rimetterle al forno, fino a quando queste saranno fuse.