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Le trasformazioni della donna
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Uno spazio di scambio dedicato a tutte le donne per imparare a stare bene con se stesse

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Esercizi

COLORIAMO IL NOSTRO MOVIMENTO

Posted by carlab on 20 Luglio 2020 | Leave a response

CON LA SAGGEZZA INNATA DEL FEMMINILE

YOGA SUL PALCO

Il movimento è una delle potenti manifestazioni della vita. Tutto si muove, dal micro livello di un atomo con le sue particelle, al macro livello, per esempio, del nostro corpo. Tutti i movimenti generano cambiamenti, informazioni, sono alla base dello sviluppo sia individuale che collettivo: Di conseguenza, possiamo dire che il movimento può essere alla base della conoscenza. Ecco alcune riflessioni della fisioterapista e maestra di yoga Pierluisa Robecchi.

Di Pierluisa Robecchi

Il movimento come cambiamento e accoglienza

Un esempio di incessante movimento viene dalle nostre cellule, che attraverso la loro intrinseca capacità di muoversi, acquisiscono nuove informazioni per mantenere le loro funzioni, adattandosi ai cambiamenti.
Ma si può parlare di un movimento al femminile? Direi di si, ecco alcune riflessioni che possono avvalorare questa tesi.
Se consideriamo l’atto riproduttivo, lo spermatozoo con la sua informazione, deve uscire fisicamente dal corpo dell’uomo in un vero viaggio che lo porti ad unirsi con l’ovulo femminile.  Il movimento che si esprime è verso l’esterno. Nella donna, tutto avviene all’interno del tempio del proprio corpo. L’ ovulo compie un movimento interno ed accoglie lo spermatozoo sempre all’interno, diventando il campo dove queste due informazioni, unendosi, generano attraverso il movimento della vita una struttura complessa e perfetta, quale è il corpo dell’essere umano.
Ogni cellula del nostro corpo vive questa esperienza, diventando partecipe dei complessi meccanismi che madre natura sviluppa per mantenere la continuità della vita. Nei nove mesi di gestazione, anche se inconsciamente, viviamo i tempi e gli spazi di questo movimento-informazione, che diventa sviluppo, in questo caso, di un nuovo essere umano.

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Percezioni sottili

Quindi in noi c’è questa innata tendenza all’interiorità, a sentire e a dosare i tempi delle nostre azioni, la percezione è più sottile, lo abbiamo imparato da madre natura. E’ un patrimonio prezioso, che possiamo utilizzare sempre, se evitiamo di assumere comportamenti e credenze che ci allontanano da questa matrice comune, provocando, a volte, un disagio che non riusciamo a spiegarci.
È un patrimonio presente nel DNA della donna, quindi nella memoria che ci accomuna, anche se non si è madri.

Movimento di raccolta

Un altro aspetto tipicamente femminile, è l’attività del provvedere alla raccolta del cibo di sussistenza. Le nostre antenate erano raccoglitrici che camminavano a lungo per scoprire erbe, frutti ecc. Un movimento più lento e continuo nello spazio circostante, una attenzione focalizzata, e soprattutto la capacità di entrare in contatto attraverso una forma sottile della loro coscienza, con la coscienza della pianta, riconoscendo quella buona e commestibile da quella velenosa o non commestibile. Quindi di prepararla per essere consumata.

Tutto questo è un patrimonio di esperienza che esiste nella nostra memoria e possiamo usarlo nella vita quotidiana, per esempio quando ci muoviamo.

Opportunità all’aria aperta

Prendiamo come esempio un’ attività di movimento come la passeggiata. Dopo le restrizioni di movimento causate dalla necessità di arginare la pandemia, oggi sentiamo la necessità di muoverci, di stare all’aria aperta. 
Proviamo ad applicare alla nostra passeggiata alcune di queste qualità intrinseche. Per esempio scegliamo di muoverci ( definendo velocità, tempi, distanze, ecc…) ” né troppo, né troppo poco” . Impariamo a sentire quello che è il giusto per noi in quel momento, evitando di sottoporre il nostro corpo a stress inutili e dannosi. Restiamo interiorizzate, ascoltando le percezioni che provengono dal nostro corpo, consapevoli del movimento, delle variazioni di equilibrio, del fluire del nostro respiro, del battito del nostro cuore… Sviluppiamo quell’attenzione rilassata, che ci permette di acquisire naturalmente nuove informazioni, aumentando la percezione e la conoscenza del nostro corpo, quindi anche di noi stesse. Rendiamo il rapporto con la realtà che ci circonda un atto creativo di comunicazione, evitiamo di osservare distrattamente ciò che ci circonda, superiamo quel senso di separazione, entrando, per esempio, in contatto con una pianta, un filo d’erba, un fiore o un insetto.

NUOTARE LIBERI

Un modo creativo di muoversi

Anche solo osservando con amore e attenzione, apriamo le porte della comunicazione fra noi e quello che stiamo osservando. Il fiore ci comunicherà la sua bellezza, la sua luce attraverso il colore, Forse potremo per un attimo diventare nella nostra coscienza quel fiore, così come il fiore per un attimo coglierà nella sua la nostra presenza amica. Questo è un modo creativo di muoverci,

il femminile che è la nostra radice, ci aiuta a sviluppare conoscenza e benessere.

Quest’ estate proviamo in ogni attività motoria che compiamo, a rimanere attente e focalizzate, a sentire le sensazioni del corpo, e il piacere del rapporto con la realtà che ci circonda. Se nuotiamo, per esempio, oltre a percepire il movimento del corpo in acqua, godiamo della presenza di questo elemento, cominciando a conoscerlo, a fonderci con esso  nello scambio di informazioni reciproco. 

 

Posted in: Corpo e mente, Esercizi | Tagged: ascolto, cardio, disciplina, movimento, nuoto, perseveranza, profumo, relax, respirazione, rilassamento, unione

CAMMINA CAMMINA

Posted by carlab on 2 Luglio 2020 | Leave a response
CAMMINARE SULLA SPIAGGIA

Tonificare il corpo, rinforzare l’apparato cardio circolatorio, ridurre lo stress e ritrovare il buon umore…camminando è possibile. Una sana e corretta alimentazione accompagnata da trenta minuti al giorno di camminata a passo sostenuto aiutano a vivere meglio con noi stesse e a rimetterci in forma. Non è un grande sacrificio, se mai un piacere, quindi perché non trasformarla in un’abitudine in grado di fare la differenza? La stagione aiuta! Ecco alcune riflessioni di una nostra lettrice.

di Piera Negri

“La vera casa dell’uomo non è una casa, è la strada. La vita stessa è un viaggio da fare a piedi.”

Bruce Chatwin

“Il camminare presuppone che a ogni passo il mondo cambi in qualche suo aspetto e pure che qualcosa cambi in noi.”

Italo Calvino

Una questione di sopravvivenza

I primi camminatori della storia dell’umanità sarebbero stati gli ominidi appartenenti alla specie dell’Ardipithecus ramidus. I loro resti, scoperti in Etiopia e datati tra i 5,6 e i 4 milioni di anni fa, li mettono in evidenza come i nostri primi antenati. Tutto cominciò quando questi nostri antenati, per esigenze legate alla caccia, alla pesca e alla raccolta, scesero dagli alberi. Effettivamente, per i movimenti a terra utilizzare due gambe è sicuramente più efficiente che utilizzarne quattro, infatti per percorrere un chilometro una persona di 50 kg spende 13 chilocalorie, mentre uno scimpanzé ne spende 46. Dal punto di vista pratico, poi, i vantaggi sono considerevoli: avere le mani libere, mentre si cammina, ci consente di maneggiare strumenti e di compiere azione che altrimenti sarebbero impossibili. La combinazione di questi due fattori consolidò negli ominidi la capacità di muoversi sulle due gambe stimolando una propensione al nomadismo che caratterizzò gran parte dell’evoluzione della nostra specie.

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INQUINAMENTO LUMINOSO

Dalla preistoria alla Grecia antica

Se l’Homo erectus di 200.000 anni fa praticava una camminata ancora fortemente legata alle esigenze di sopravvivenza scandendo la sua esistenza con consumi calorici quotidiani stimati nell’ordine delle 5000-5500 calorie, nella Grecia classica di più di duemila anni fa le cose andavano in modo molto diverso. Secondo i filosofi dell’antichità deambulare era il vero rimedio per i mali dell’anima. È da questo momento che, in occidente, la camminata assurge ad un ruolo più interiore, spirituale e metafisico. Socrate amava camminare e dialogare, gli stoici non erano da meno, i sofisti si spostavano a piedi di città in città per insegnare retorica e Aristotele era solito istruire i propri allievi, conosciuti come peripatetici, camminando sotto i portici del suo Liceo, il peripato.

 

PELLEGRINI DEL GANGE

Spiritualità pensiero e cammino

Muoversi con le proprie forze per raggiungere i luoghi della spiritualità è sempre stato centrale in tutte le religioni e non sorprende che i personaggi di riferimento di alcuni importanti dottrine teologiche siano anche stati dei viandanti in alcuni momenti della loro vita: lo furono Gesù, Maometto ed anche Buddha e Govinda. Nel mondo ebraico tutti i maschi ebrei sono tenuti ad andare a Gerusalemme, i mussulmani hanno l’obbligo di dover raggiungere la Mecca, ma anche buddismo ed induismo hanno da sempre favorito il pellegrinaggio.
Molti sono gli esempi riportati in letteratura e riferiti prevalentemente a personaggi maschili.
Se guardiamo il mondo laico dell’epoca moderna, troviamo pensatori del calibro di Hegel la cui strada percorsa a Heidelberg ha preso il nome di Philosophenweg o Kant le cui passeggiate ripetute maniacalmente ogni giorno alla stessa ora in quel di Königsberg davano la possibilità ai suoi concittadini di utilizzare il suo puntualissimo passaggio d’innanzi alle loro case per regolare gli orologi. In letteratura non si può non citare Dante che proprio sul suo pellegrinaggio nell’aldilà realizzò uno dei più grandi capolavori letterari di tutti i tempi. Poi, tra i tanti altri amanti delle passeggiate citiamo almeno: Petrarca, Cervantes, Coleridge, Whitman e Rimbaud.

Donne in cammino

Ma a cercare bene nella storia anche diverse donne hanno fatto del cammino un motivo centrale della loro vita, non solo alla ricerca della spiritualità ma anche per curiosità, desiderio di scoperta e di libertà.
I pellegrinaggi femminili rappresentavano una opportunità per evadere dalle coercizioni domestiche cui eravamo relegate e in epoche patriarcali non venivano sempre visti di buon occhio, perché spesso legati a occasioni di promiscuità e di incontri imprevisti. Così le donne pellegrine erano talvolta stigmatizzate, costrette ai margini della civiltà, fino alla rappresentazione estrema delle streghe relegate a nascondersi nei boschi.
Oggi un nuova rete si propone di mettere insieme le energie delle donne impegnate nel mondo del cammino e dell’ecologia: la rete nazionale delle donne in cammino.

 L’obiettivo è sostenere iniziative femminili volte a organizzare percorsi condivisi nel rispetto dell’ambiente e delle risorse individuali, che includono anche le esigenze di accudimento di famiglia e bambini. La via Francigena è uno dei cammini che questo gruppo valorizza.

CAMMINARE PER RITROVARSI

Camminare alla ricerca di se stesse

L’arte di camminare conserva per noi le sue potenzialità liberatorie, che consentono di affrancarci da tempi lavorativi e famigliari spesso troppo lontani dai nostri ritmi.
Fare lunghe camminate significa abbandonare la dimensione dello spazio per addentrarsi in quella del tempo. A chi cammina per lunghe distanze non interessa quanta strada ha percorso perché diventa proprietaria del suo tempo, di cui può disporre come vuole. I lunghi cammini, quelli che durano diversi giorni, non sono scanditi dai minuti che passano sull’orologio come in una qualsiasi, frenetica, giornata lavorativa. Sono pellegrinaggi dove lo scorrere del tempo è avvertito dagli stimoli cui vengono sottoposti i nostri sensi. Così, il sopraggiungere della fame o della stanchezza, l’indolenzimento di un muscolo o la scoperta di un luogo in cui valga la pena di fermarsi, possono farci propendere per una conclusione anticipata della giornata. “Oggi mi fermo qui!”, verrebbe da dire, perché siamo noi le demiurghe del nostro itinerario finale che è in costante divenire e non importa se non coincide con quello della pianificazione che avevamo fatto prima di partire. Nel frattempo, infatti, anche noi siamo cambiate, le nostre esigenze non sono più quelle che precedevano il viaggio e il nostro obbiettivo non è quella destinazione, perché come diceva T.S. Eliot: “The journey not the arrival matters”(Quello che conta è il percorso del viaggio e non l’arrivo).

Camminare fa bene

Camminare, quindi, oltre ad essere l’attività più antica praticata della nostra cività è anche quella che più si adatta alla nostra conformazione fisica. Noi siamo state create per camminare e per questo molteplici sono i benefici che derivano dalla questa pratica, vediamone alcuni:

 

  • Mantiene in equilibrio il peso e la glicemia

  • Regola la pressione sanguigna, con riduzione, spesso, dell’ipertensione arteriosa

  • Riduce la trigliceridemia

  • Bilancia il colesterolo, aumentando quello buono HDL e riducendo il cattivo LDL

  • Diminuisce i fattori di rischio per le patologie metaboliche e l’obesità

  • Riequilibra gli stimoli di sete e appetito

  • Ottimizza l’efficienza mentale, migliorando le capacità mnemoniche

  • Previene le degenerazioni cerebrali

  • Migliora l’umore

  • Previene i sintomi ansiosi e depressivi

  • Previene e migliora la stipsi

  • Limita il rischio di alcune forme tumorali

  • Aumenta l’aspettativa di vita

Come procedere

PRIMA
DURANTE
OBBIETTIVI
PRIMA

 

  • È consigliabile camminare almeno una mezz’ora al giorno se siete più allenate, o mezz’ora ogni due – tre giorni se alle prime armi.

  • All’inizio, se non riuscite a sostenere tutti e trenta i minuti continuativi, nessun problema, intervallate tranquillamente il cammino con delle pause, dieci minuti di movimento e tre di pausa, in cui rilassarsi godendosi il paesaggio

  • Scegliete delle scarpe appropriate, scarpe comode e ben ammortizzate, meglio se da jogging, diminuiscono il rischio di infortuni e la possibilità di avere dolori.

  • Favorite luoghi suggestivi, se possibile in mezzo alla natura, in ogni caso tenevi lontane da strade trafficate

DURANTE

 

  • Appoggiate bene prima il tallone e poi in modo graduale il resto del piede. Un appoggio del piede ben impostato protegge le articolazione della caviglia, del ginocchio e delle anche da traumi e logoramenti inappropriati.

 

  • Utilizzate le braccia ondulandole ritmicamente a scandire i passi. Eventualmente per migliorare l’azione sulle braccia e rinforzare ulteriormente le spalle, potete supportare questi movimenti con dei bastoncini da sci, nordic walking.

 

OBBIETTIVI

L’OMS consiglia di praticare 10.000 passi al giorno che equivalgono a 7 km, se anche non arrivaste a compiere questa distanza, visto che farli in mezz’ora camminando sarebbe impossibile, è comunque indicato cercare di procedere con un ritmo sostenuto evitando di parlare e concentrandosi sull’azione che si sta compiendo e sulla respirazione, guardare il paesaggio che ci circonda ed eventualmente ascoltare della buona musica può aiutare.

Posted in: Corpo e mente, Esercizi | Tagged: cuore, curarsi, mente, PAESAGGIO, PASSEGGIO, stare bene, tempo

RESILIENZA E ELASTICITÀ

Posted by carlab on 30 Marzo 2020 | Leave a response

GLI ESERCIZIA PER FEGATO E POLMONI

Il fegato ha una funzione chiave in questa stagione e può aiutarci ad aumentare resistenza e capacità di adattamento.
Ecco gli esercizi suggeriti dalla fisioterapista Pierluisa Robecchi da praticare mattina, o pomeriggio, lontano dai pasti, per favorire la funzione del fegato, dell’apparato digerente e dei polmoni. Se per voi la sequenza è troppo lunga, dividetela in due parti, in diversi momenti della giornata.

di Pierluisa Robecchi

1.

sdraiati

Sdraiatevi a terra e per qualche minuto e ascoltate il fluire del respiro naturale.

2.

Ponete le mani sull’addome, inspirate sentendo l’aria che le riempie, mentre la parte bassa delle costole e l’addome si ampliano. Siate consapevoli del movimento del diaframma che si abbassa, apprezzandone la spinta che opera sugli organi e visceri dell’addome.
Espirando, lasciate che il diaframma risalga naturalmente, accompagnate la fine dell’espiro con una contrazione leggera degli addominali, per favorire un miglior svuotamento dei polmoni.
Questo è il massaggio continuo che il corpo opera, con il respiro diaframmatico, su organi e visceri .
Continuate per qualche minuto, senza forzare, sentendo che il respiro diventa più profondo.
Quindi, rimanendo rilassate, ritornate a sentire il fluire il vostro respiro naturale.

3.

gambe incrociate

Nella stessa posizione piegate e incrociate le gambe, se sentite tensione alla zona lombare, ponete dei cuscini sotto le ginocchia per sostenerle. Tenete le braccia a terra, lungo i fianchi. Praticate lo stesso respiro diaframmatico, avendo cura, alla fine dell’inspirazione, di trattenere per qualche attimo il respiro all’interno. Dopo questo breve trattenimento dell’aria a polmoni pieni, espirate lentamente e a lungo.
Continuate l’esercizio per qualche minuto, poi stendete le gambe a terra e rilassatele, ascoltandovi.

4.

Piegate entrambe le gambe sull’addome, abbracciatele, proseguite ascoltando il movimento del respiro addominale.

5.

arco concavo e convesso

A quattro zampe, distribuite il peso uniformemente sui quattro punti di appoggio, Inspirate lasciando che la colonna si porti vertebra per vertebra in arco concavo. L’attenzione è sulla respirazione che va dall’ombelico alla gola, ampliando progressivamente l’addome e il petto.

Espirando invertire la curva, dal bacino sino al capo, vertebra per vertebra, in modo che la colonna si porti in arco convesso. Rilassate il capo verso il basso. Nel farlo, contraete progressivamente i glutei, i muscoli del perineo (ano, vagina) e i muscoli addominali. Ripetete per 10 volte. Quindi ritornate a terra.

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Acquietare la mente

6.

Sdraiate a terra, con la pancia rivolta verso l’alto, aprite le braccia in fuori, all’altezza delle spalle, con i palmi rivolti a terra. facendole riposare contatto con il suolo.

Afferrate con le mani le caviglie, sollevate il bacino e la schiena dal suolo. Sollevate la gamba destra portandola verso l’addome e piegando il ginocchio. Inspirate ed espirando rotolate, accompagnandovi con il braccio e la gamba destra sul fianco sinistro.( non poggiate né la gamba né il braccio a terra).

Ispirando ritornate al centro, stendete la gamba destra, piegate la sinistra e rotolate sul fianco destro. Ripetete più volte. Quindi riposate a terra, respirando naturalmente.

7.

A terra, piegate le gambe, poggiate i piedi paralleli al suolo, aperti quanto l’ampiezza del vostro bacino. Afferrate con le mani le caviglie. Inspirando sollevate progressivamente il bacino e poi la colonna, sino a portare il peso del corpo distribuito sui piedi e la parte superiore delle scapole. Tutto il tronco s’inarca. Mantenete le ginocchia parallele.
Respirate profondamente, per il tempo che vi è possibile, senza forzare. Se avete difficoltà ad afferrare le caviglie, rispettate la vostra possibilità di movimento. Intrecciate le mani e lasciate che le braccia riposino a terra, sotto l’arco che la vostra schiena ha formato. Ritornate alla posizione iniziale.

8.

RESPIRARE

In piedi gambe aperte quanto l’ampiezza del vostro bacino, piedi paralleli, braccia lungo i fianchi. Colonna vertebrale eretta.

Con una lenta e profonda inspirazione sollevate le braccia in fuori continuando verso l’alto, appena al disopra del capo. Gomiti leggermente flessi, braccia morbide, ruotate il palmo delle mani verso il basso. Espirare emettendo il suono XU ( è il suono dell’organo Fegato) che accompagna il movimento di discesa delle mani e delle braccia, davanti, lungo la parte anteriore del tronco, sino a ritornare in posizione di partenza. Sentire che la vibrazione del suono arriva al fegato e lo pervade. Ripetete l’esercizio da 12 fino a 36 volte.

9.

A terra, sdraiate sul fianco destro, raccogliete le gambe in posizione fetale. Piegate il braccio destro, la mano si appoggia a contatto con il lato destro del capo. La posizione deve essere confortevole e rilassante . Chiudete gli occhi. Immaginate che tutto intorno una luce bianca splendente, purissima, vi circondi. Inspirando, assorbitela e dirigetela al vostro fegato, riempiendolo. Espirando immaginate che tutte le tossine e le disarmonie dell’organo escano insieme al vostro respiro. Continuate a lungo. Quindi, inspirando, immaginate che la stessa luce di rigenerazione si espanda, contemporaneamente, ai polmoni e agli organi della digestione. Espirate come prima.
Potete praticare questo rilassamento-visualizzazione prima di andare a letto e in ogni momento, quando sentite la possibilità di rilassarvi .

Posted in: Corpo e mente, Esercizi | Tagged: benessere, diaframma, elasticità, equilibrio, esercizi, fegato, flessibilità, pier luisa robecchi, yoga

RESILIENZA E ELASTICITÀ: GUIDARE LA MENTE CON L’AIUTO DEL RESPIRO

Posted by carlab on 3 Febbraio 2020 | Leave a response
albero in fiore

di Pierluisa Robecchi

Come adattarsi ai cambiamenti ambientali, sociali e individuali della vita mantenendo equilibrio e armonia?
Nei prossimi mesi desidero aiutarvi a sviluppare e rafforzare questa capacità, indispensabile per il benessere, con il supporto di alcune pratiche che traggono spunto dallo yoga e dalle discipline orientali.
Per cominciare la respirazione.

Resilienza: sinergie fra corpo e mente

il suo significato etimologico proviene dal verbo latino RESILIO che significa rimbalzare, saltare indietro. Si dice che un materiale è resiliente quando possiede la capacità di assorbire un urto senza rompersi, cambiando forma, adattandosi.
In psicologia la resilienza viene definita come l’attitudine di un individuo a far fronte in maniera positiva ad eventi traumatici, riorganizzando la propria vita positivamente dinanzi alle difficoltà.
Un sinonimo può essere la capacità di adattamento con grazia ed elasticità ai cambiamenti.
Mi occupo ormai da molti anni del benessere e della salute del corpo fisico, ed ho capito quanto esso sia lo strumento più resiliente che esista. Nonostante lo si tratti con poca attenzione, sottoponendolo a abitudini dannose, stress prolungato, eccesso di cibo, sedentarietà, risorge sempre come una fenice. La natura ci ha fornito questo meraviglioso mezzo per muoverci e sperimentare la vita. Ma il corpo e tutti i suoi raffinati strumenti dipendono dalla nostra mente.

posizione yoga

Il potere della mente

Tutti i Maestri ci avvertono dell’immenso potere della mente
Swami Muktananda nel suo libro “ Il mistero della mente” dice: ” La mente è il mistero della vita umana. Può essere il giardino della gioia o il cammino segreto verso la morte. Può mostrarci il paradiso o condurci all’inferno. La mente tortura chiunque: gente ricca e gente povera, uomini e donne, scrittori e scienziati, politici, uomini d’affari e professori. Una persona è infelice perché il suo lavoro non le piace, mentre un’altra è angosciata perché teme di morire. Qualcuno soffre perché non ha moglie, mentre qualcun altro vive nell’ansia perché sua moglie è bellissima ed ha paura che gliela portino via. Nelle nazioni sviluppate la gente ha cibo a sufficienza, vestiti, istruzione e benessere. Esiste una sofferenza mentale talmente diffusa ed in continua crescita. E’ una vera rarità incontrare una persona che non abbia problemi causati dalla propria mente. Eppure la stessa mente che è causa della sofferenza è anche il mezzo per raggiungere la più grande felicità-“

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Resilienza una virtù da coltivare

”Ciò che pensiamo, diventiamo”

Afferma il saggio: ”Ciò che pensiamo, diventiamo”. Se la mente, per esempio, si concentra con i propri pensieri, sentimenti, emozioni sul non aver mai tempo per ogni cosa, il risultato sarà che effettivamente vivremo una vita stressante ed il corpo ne subirà a lungo termine le conseguenze, ammalandosi.
Lama Gangchen ci avverte: “Non cercare di cambiare la vita, cambia il tuo atteggiamento verso la vita. Nella tua mente c’è abbastanza spazio per trovare nuove soluzioni. La felicità è dentro di noi”
Cominciamo allora ad avere coscienza dei nostri pensieri, diventiamo “resilienti”: se ci accorgiamo che stiamo scivolando in pensieri negativi, distruttivi, scegliamo volontariamente di cambiare il nostro atteggiamento per dare uno slancio positivo alla vita nonostante le circostanze possano apparire avverse.

respiro

Guidare la mente alla quiete: il respiro come nostro grande alleato

Queste due semplici pratiche mirano ad affinare e equilibrare l’attenzione, riportando la mente e il corpo nel loro stato naturale di rilassamento, quiete e vigilanza.

La postura

Potete scegliere di stare sedute a terra, a gambe incrociate, sollevando il bacino con un supporto (cuscino) in modo che le ginocchia siano alla stessa altezza delle anche. Sentite gli ischi ben appoggiati, la schiena diritta, senza irrigidirla, le spalle rilassate. Le braccia riposano con le mani poggiate sulle cosce in jana mudra.

Tenete il volto rilassato, gli occhi chiusi, o socchiusi, non focalizzati. Percepite l’energia che a spirale sale dalla base della colonna sino al vertice del capo, sostenendola naturalmente.

Se questa posizione vi risulta scomoda sedetevi su una sedia, o sdraiatevi a terra con un cuscino sotto il capo. Queste posizioni sono di solito consigliabili se la schiena vi fa male, siete troppo stanche o malate. Qualunque sia la postura che sceglierete, fate in modo che il corpo sia a suo agio.

respiro 2

Il respiro

Completate questo primo processo di rilassamento con tre profondi, lenti e quieti respiri dal naso. Sentendo l’inspirazione fluire gentilmente dall’ombelico sino alla gola, come se riempiste d’acqua un vaso. Nell’espirazione lenta e prolungata lasciate svuotare i vostri polmoni, senza forzare. Intanto rimanete ben consapevoli e presenti nel corpo, notate le sensazioni dell’inspirazione e dell’espirazione. Quindi ritornate al vostro spontaneo e naturale respiro. Osservate  la qualità del rilassamento corporeo, fate in modo che la vostra consapevolezza sia altrettanto serena lasciando andare ogni preoccupazione, rimanete presenti nel qui e ora.

Mentre inspirate ed espirate

Dirigete l’attenzione alle sensazioni tattili del passaggio del soffio respiratorio nelle narici, o appena sopra il labbro superiore. Prendetevi un po’ di tempo per localizzare la sensazione e lasciate l’attenzione sul punto su cui percepite l’entrata e l’uscita del respiro. Ogni tanto verificate di continuare a respirare profondamente, senza sforzo, se il corpo rimane rilassato e quieto. Per 20-25 minuti mantenere l’attenzione focalizzata sulla sensazione del respiro che entra ed esce da quel punto.

mantenere l'attenzione

Imparare a focalizzare l’attenzione

Rimanendo semplicemente dei testimoni aiuterà la mente a pulirsi e ritornare nello spazio di quiete e silenzio che è la sua vera essenza.

Gli effetti benefici

Oltre a affinare l’attenzione, questa meditazione migliorerà la salute, tonificherà il sistema nervoso, vi farà dormire meglio e migliorerà il vostro equilibrio emotivo.

I pensieri

A causa dell’abitudine della mente a divagare, i pensieri non potranno fare a meno di intrufolarsi. Semplicemente lasciateli andare mentre espirate, senza identificarvi con essi, cercando di non reagire emotivamente. Dimorate con attenzione in questo stato sereno di riposo, senza cedere alla sonnolenza e all’indolenza. Se la vostra attenzione fatica a stabilizzarsi, potete mentalmente contare “ uno “ ad ogni inizio di una inspirazione, fino a dieci, poi ricominciare con il conteggio da uno.

Buddha

Come insegna Buddha

“Proprio come quando, nell’ultimo mese della stagione calda, una massa di sporco e polvere, trasformatasi in vortice, viene dispersa e domata sul posto da una grande nube di pioggia fuori stagione, così la concentrazione per mezzo dell’attenzione al respiro, se sviluppata e coltivata, è pacifica e sublime, è un dimorare che sa di ambrosia e disperde e doma sul posto gli stati malsani, appena sorgono”

Posted in: Benessere, Corpo e mente, Esercizi, Riflessioni e suggerimenti | Tagged: Buddha, esercizi, guidare la mente, integrità, lama, meditazione, Pierluisa Robecchi, postura, resilenza, respirazione, yoga

Primavera: favorire la depurazione per rigenerarsi, di Pierluisa Robecchi

Posted by donnetra on 24 Febbraio 2016 | Leave a response

springflower
Primavera: favorire la depurazione per rigenerarsi.

Stress, inquinamento, cibi troppo cotti o poco equilibrati, mancanza di movimento e respirazione inadeguata producono un aumento delle tossine e tendono a squilibrarci.
A risentirne non è solo la forma fisica ma anche il tono dell’umore.
Il risultato è che spesso in primavera ci sentiamo stanche, prive di energia, incapaci di affrontare questa stagione ricca di vitalità.
Se lo aiutiamo, il nostro corpo ha grandi capacità di ripresa ed è in grado di rigenerarsi.
Ecco, per cominciare, un esercizio suggerito dalla maestra yoga Pierluisa Robecchi.

 Esercizio per depurare il fegato

  • Sdraiatevi a terra con un cuscino sotto il capo e un altro cuscino a rotolo sotto le ginocchia (oppure una coperta arrotolata).
  • Le braccia riposano rilassate lungo i fianchi, il palmo delle mani è rivolto verso l’alto.
  • Le gambe leggermente divaricate sono rilassate.
  • Chiudete gli occhi e ammorbidite tutti i muscoli del viso, rilassate la mandibola.
  • Ora rivolgete la vostra attenzione al respiro naturale che entra ed esce.
    Fatelo a lungo, sino a quando sentite che il vostro essere entra in uno stato di quiete rilassata.
  • Quindi immaginate di essere immerse in un campo di energia fatta di luce purissima.
  • Focalizzate la vostra attenzione sul Fegato (situato sotto l’arcata costale destra).
  • Inspirando assorbite attraverso il vostro respiro e i pori della pelle questa energia che vi circonda fatta di luce, riempite con il suo potere di purificazione tutte le cellule del Fegato.
  • Espirando immaginate che tutte le tossine e le disarmonie escano all’esterno del fegato sotto forma di luce grigia.
    Continuate per alcuni minuti.

*Per approfondire
Seminario residenziale immersi nel paesaggio mediterraneo
Venerdì 8 aprile ore 15  Domenica 10 aprile ore 16
Varazze Casa Vacanze Fatebenefratelli

“Un percorso per depurare corpo e mente”

Il percorso al mare che vi proponiamo offre la possibilità di riposarsi e depurarsi in una cornice paesaggistica che favorisce il rilassamento e la contemplazione.
Esercizi di yoga e meditazione, passeggiate, ricette e menu a base di ortaggi, con succhi e tisane depurative vi daranno spunti per proseguire il programma anche fra le mura domestiche.

Informazioni 0382 21237
barzano@gmx.de

 

Posted in: Corpo e mente, Esercizi | Tagged: alimentazione, depurazione, esercizi, fegato, Pierluisa Robecchi, primavera, respirazione, stanchezza, stress, tossine, umore, yoga
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