“Anche l’occhio vuole la sua parte”, insegna il linguaggio popolare. Non a torto: la vista è un senso che introduce alla bellezza e contemporaneamente ci guida.
Se in tempi remoti, quando ancora avevamo uno stretto contatto con la terra, l’olfatto era preponderante, nella vita odierna, dominata dai media e dalla realtà virtuale, la vista è diventata il sistema sensoriale prevalente. Più dell’80% delle informazioni dirette al nostro cervello sono stimoli visivi.
Rispetto al cibo la vista è preziosa: permette, infatti, di valutarlo a distanza, prevenendo potenziali errori di scelta prima di subirne le conseguenze negative.
L’aspetto di ciò che mangiamo è di grande aiuto per formare la memoria del gusto, soprattutto se associata ad altri stimoli sensoriali, come profumo e sapore e accompagnata dai gesti legati alla preparazione dei cibi. Quando, infatti, sperimentiamo alcuni ingredienti in cucina e a tavola, ritrovandoli sui banchi di mercati e supermercati siamo in grado di immaginare con immediatezza gli abbinamenti e le ricette che abbiamo provato.
Così forme e colori risvegliano la nostra memoria rievocando esperienze e sollecitano l’immaginario. Una carota, un pomodoro, l’aspetto di un pesce o di un formaggio ci fanno subito tornare in mente profumi, sapori e associazioni capaci di indirizzare le scelte.
Non a caso, facendo leva su questi condizionamenti, molti rivenditori, per favorire gli acquisti, affiancano prodotti complementari fra loro. Così, negli scaffali, spesso pasta, legumi, olio e pomodori pelati non sono distanti l’uno dall’altro.
Si è verificato, poi, che la vista influenza anche la quantità di ciò che mangiamo. La consuetudine a ricevere grosse porzioni, per esempio, spinge a memorizzarle e a servirci in eccesso anche quando non abbiamo fame.
Per valorizzare il ruolo guida di questo senso dobbiamo quindi, come si dice, “farci l’occhio”, esercitarci a riconoscere gli ingredienti e le loro qualità, per esempio il grado di maturazione, a valutare quantità e abbinamenti attraverso una attenta osservazione.
È un percorso che rafforza anche il piacere di mangiare, perché molti cibi, se abbinati e preparati con cura, offrono inaspettati scorci di bellezza.