Benessere
Conoscere i fiori di Bach
Intervista a Sergio Laricchia, esperto di fiori di Bach e disipline olistiche per la salute, Guna
Affascinanti, delicati, i fiori di Bach non sono farmaci, ma preparati completamente naturali che hanno potenzialità particolarmente indicate per la sensibilità femminile e possono aiutarci ad armonizzare le emozioni. Ecco alcune informazioni per conoscerli meglio.
Chi ha ideato i fiori di Bach?
Sono stati messi a punto dal medico inglese di origine gallese Edward Bach, che agli inizi del Novecento cercava una medicina più rispettosa della natura umana e dei suoi aspetti emotivi e psichici. Interessato in un primo tempo all’omeopatia, Edward Bach individuò successivamente un metodo diverso, basato sull’osservazione dei fiori, delle loro caratteristiche e delle loro analogie con la natura umana.
Autonomo e appassionato alla ricerca, grazie alla sua specializzazione in batteriologia il dottor Bach precorse i tempi della medicina moderna studiando
i legami fra intestino e psiche. Individuò, così, sette ceppi di batteri intestinali, che mise in relazione ad altrettante tipologie di personalità. Anticipò quindi gli attuali studi scientifici sull’influenza reciproca tra microbiota intestinale, cervello e psiche.
Bach fu inoltre uno dei precursori della PNEI (Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia) e nel suo approccio alla malattia e alla salute, non privilegiò tanto i sintomi in sé, quanto gli aspetti psichici che si riflettono sul corpo.
Su quali presupposti si basano?
Il presupposto dei fiori di Bach è il legame fra la psiche e il soma e l’identificazione di un conflitto fra il sé superiore e la personalità, la maschera che talvolta indossiamo per adeguarci ai rapporti, alle credenze e alle convenzioni sociali, rischiando di tradire la nostra indole e i nostri orientamenti naturali.
Un conflitto, che secondo Bach favorisce la malattia e si manifesta con i sintomi.
I fiori di Bach rappresentano archetipi di specifici stati d’animo, sia nell’aspetto funzionale, sia in condizioni di squilibrio. La forma e la funzione delle piante da cui derivano, possiedono analogie con alcuni aspetti psichici della nostra personalità.
Impatiens, per esempio, è una pianta con una crescita molto rapida, che le permette di dominare su altre specie. I suoi baccelli espellono i semi a “molla” non appena sfiorati, tanto da essersi guadagnata l’appellativo “non mi toccare” nel linguaggio popolare. I tipi Impatiens sono irritabili, impazienti, aspettano malvolentieri, faticano a sopportare le persone lente. L’essenza che corrisponde a queste caratteristiche è Impatiens.
Come vengono preparati?
Le essenze vengono preparate esclusivamente a partire dai fiori spontanei, raccolti nell’ambiente dove crescono naturalmente.
Esistono due tipi di procedura. Il metodo del sole, prevede l’infusione in acqua sorgiva, in prossimità del luogo di crescita del fiore e l’esposizione diretta alla luce solare per un periodo di 3-4 ore. Quest’ultima non deve essere interrotta da nubi, altrimenti il preparato va eliminato. Di conseguenza, prima di procedere, è necessaria un’accurata osservazione delle condizioni meteorologiche.
Il metodo della bollitura consiste nella decozione e si usa soprattutto per estrarre l’essenza dalle piante più dure.
In entrambi i casi l’acqua viene poi filtrata e il ricavato rappresenta l’essenza floreale. Quest’ultima, miscelata con pari quantità di Brandy, che funge da conservante, origina l’essenza madre. Due gocce di questo preparato vengono poi aggiunte ogni 30 ml di brandy per ottenere il concentrato stock, che si trova in vendita come base per la preparazione delle miscele, e va a sua volta diluito.
Ci sono accorgimenti per riconoscere la qualità?
I fiori di Bach non sono farmaci, seguono quindi la regolamentazione legislativa degli alimenti, anche riguardo all’etichettatura. Le garanzie vengono date dal produttore. Meglio quindi non scegliere a caso, ma privilegiare aziende che seguono procedure di preparazione documentate e certificate, assicurando un percorso di produzione fedele alle indicazioni del dottor Bach e la massima qualità delle materie prime.
I fiori di Bach Guna, sono ottenuti da essenze madri prodotte in Inghilterra e certificate dalla BAFEP(società britannica dei produttori di essenze floreali).Persino gli addetti alla preparazione vengono monitorati, affinché non si creino interferenze negative con l’efficacia del prodotto finale. Si utilizzano, inoltre, brandy proveniente da coltivazioni biologiche e acqua trattata con il metodo WHITE Holographic Bioresonance® finalizzato a renderne la struttura maggiormente coerente, con proprietà omologhe a quelle dei fluidi biologici all’interno dei sistemi viventi.
Sono sicuri?
Se prodotti in modo corretto i fiori di Bach non hanno, normalmente, controindicazioni. Tuttavia, in caso di assunzione di farmaci, è opportuno verificare col medico che il contenuto alcolico non interferisca con questi ultimi.
Si tratta, comunque, di una concentrazione contenuta in rapporto alle dosi consigliate per l’uso. Se vi fossero preoccupazioni per l’utilizzo da parte di bambini, è possibile diluirla ulteriormente, aggiungendole gocce a estratti di frutta oppure a bevande calde, che fanno evaporare l’alcol.
Chi li può consigliare?
Occorre ricordare che i fiori di Bach non sono farmaci, ma archetipi di stati d’animo a cui ispirarsi, mentre se ne assume l’essenza, per risvegliare le proprie risorse innate e le capacità di adattamento. Di conseguenza possono essere consigliati da diversi professionisti nell’ambito della salute e del benessere psicofisico, che li integrano nella loro attività.
C’è anche la possibilità di sceglierli da soli, ma questo è un percorso più difficile perché richiede una certa conoscenza dei 38 fiori, peraltro auspicata dallo stesso dottor Bach. Senza contare che non è semplice essere neutrali e imparziali verso se stessi.
In che modo è raccomandabile assumerli?
Generalmente vengono preparati in forma di miscela personalizzata, che può essere composta da un massimo di sette fiori(meno sono, meglio è), mettendo due gocce di ciascun fiore in un flacone di vetro ambrato da 30 ml al quale si aggiungono 2 cucchiaini (circa 10ml) di brandy e acqua naturale fino al riempimento del flacone.
Possono essere utilizzati in qualsiasi momento, senza preclusioni. Quattro gocce, quattro volte al giorno, è il dosaggio consigliato.
Per quanto tempo si possono prendere?
Non ci sono limiti, ma è preferibile attualizzare la composizione delle miscele un paio di volte al mese, in sintonia con l’evoluzione degli stati d’animo. Inoltre, è consigliabile sospendere periodicamente l’utilizzo, quando ci si accorge che si sta prendendo coscienza delle proprie risorse e si riescono a elaborare virtuosamente le disarmonie.
Possono creare dipendenza?
Vista la loro composizione i fiori di Bach non creano di per sé dipendenze. Nel caso di persone che hanno problemi di dipendenza dall’alcol è comunque preferibile preparare miscele con conservanti base analcolici, come la glicerina vegetale o l’aceto di mele.
L’unico raro rischio, specialmente per chi è molto fragile, è quello delle dipendenze psicologiche, che potrebbero spingere a illudersi di risolvere tutti i problemi con i fiori di Bach. È quindi importante che chi li usa impari a valutarli come un percorso di auto consapevolezza, senza trasformarli in un surrogato di altro.
Ci sono accorgimenti per migliorarne la loro funzione?
Una volta scelti prodotti di qualità adeguati alle proprie esigenze, il rafforzamento della loro efficacia è nelle mani di chi li consuma.
Il dottor Bach dava grande importanza allo stile di vita e raccomandava di seguire una dieta ricca di cibi vitali, accompagnata da regolare attività fisica e da un’attenta cura del corpo. Sono accorgimenti sempre validi.
Note
- Per approfondire le analogie tra aspetti botanici e personalità corrispondenti è d’aiuto il libro di Irene Valeriani “Incontri con le Piante dei fiori di Bach”.
- Per preparare le miscele personalizzate, Guna fornisce il Flower Power, la base già pronta, in flacone da 30 ml con Acqua WHITE HB® e Brandy da coltivazioni biologiche, a cui basta aggiungere le 2 gocce di ciascun fiore scelto.
Quali integratori per la Menopausa?
Alcune domande che ci stanno a cuore
Di Barbara Aghina
Nutraceutical Scientific Manager Guna
La menopausa è un momento di cambiamento naturale della vita femminile e certamente non andrebbe vissuta come una malattia. Tuttavia i disturbi che caratterizzano questa fase di passaggio possono creare disagio. Alcuni integratori alimentari, inseriti in uno stile di vita sano e equilibrato, che comprende anche un’alimentazione adeguata, possono essere di aiuto per attenuarli.
Quali sono i disturbi più frequenti?
Circa l’80% delle donne ha le cosiddette “vampate di calore” sintomatologia legata a una instabilità dei centri nervosi che regolano la temperatura e la vasodilatazione, dovuta al calo degli estrogeni. Nulla di grave, in realtà, ma le vampate possono creare imbarazzo, nonché possibili problematiche metaboliche, soprattutto nelle donne più sensibili. Frequenti sono poi le sudorazioni notturne, l’insonnia, gli sbalzi di umore e la stanchezza generale. Si tratta, spesso, di disturbi transitori, che frequentemente passano senza lasciare tracce negative una volta superata la prima fase di cambiamenti ormonali, ma in una piccola percentuale di casi possono permanere anche per diversi anni dopo la menopausa.
Altre modifiche dell’equilibrio corporeo come secchezza vaginale e oculare, rallentamento del rinnovamento dei tessuti, della pelle e delle mucose, sovrappeso, tendono talvolta a stabilizzarsi e richiedono un monitoraggio più attento. Tanto più che alcuni di questi squilibri rappresentano un fattore di rischio per osteoporosi e malattie cardiovascolari.
Come proteggere l’equilibrio in questa fase?
Un accorgimento fondamentale è rinnovare il proprio stile di vita a favore di una dieta sana, ricca di alimenti protettivi come ortaggi, frutta, proteine nobili e aumentare l’idratazione. Inoltre, è necessario svolgere regolare attività fisica e trascorrere alcune ore all’aria aperta, esponendosi alla luce naturale del sole, indipendentemente dal clima. Non si dovrebbe poi rinunciare a una vita sociale ricca di stimoli piacevoli, che dia la possibilità di allentare lo stress quotidiano e rigenerarsi.
Una volta soddisfatte queste esigenze primarie, alcuni integratori specifici possono essere un supporto utile per migliorare l’equilibrio, attenuare i disturbi, con un’ azione preventiva.
Occorre precisare che gli integratori non sostituiscono uno stile di vita equilibrato e adeguato ai cambiamenti dell’età. Inoltre, vanno sempre personalizzati, valutando con il supporto di un esperto quelli che è preferibile utilizzare. Ogni donna, infatti, è unica, quindi è consigliabile non generalizzare.
Che punti deboli si possono rinforzare, con gli integratori?
Per prima cosa è importante che i componenti degli integratori alimentari prescelti siano specificamente studiati per il benessere psico-fisico della donna in menopausa e per favorire l’attenuazione di alcuni dei disturbi che più frequentemente creano instabilità e disagio: vampate di calore, eccesso di sudorazione ,insonnia, nervosismo alterazioni del tono dell’umore, perdita di memoria , eccesso di fame, modifiche dell’equilibrio del peso corporeo, indebolimento del sistema immunitario.
Un integratore ben formulato non agisce però solo sui sintomi, ma fornisce principi attivi capaci di sostenere l’equilibrio della costituzione nel suo insieme. Importante, in particolare, è sostenere le difese immunitarie, anche attraverso un’azione preventiva sull’intestino e la sua flora batterica, favorire l’equilibrio di pressione e peso corporeo, migliorare l’elasticità della pelle e dei tessuti, non solo per sentirsi più toniche, ma anche per prevenire, fra le altre cose, l’osteoporosi.
Si sente parlare molto di isoflavoni della soia, fanno bene sotto forma di integratori?
Vista la complessità di questa fase delicata, per aggiungere il massimo effetto riequilibrante e protettivo è importate abbinare ingredienti specifici diversi, studiando con cura combinazioni e dosaggi in modo da ottenere la massima sinergia possibile e prevenire possibili effetti collaterali.
Gli isoflavoni sono sostanze simili agli estrogeni, ma estratte da alcuni vegetali, con un’azione molto più blanda di quella ormonale e effettivamente possono essere un supporto per contrastare i disturbi della menopausa. Occorre, però, affidarsi solo a prodotti realizzati secondo le raccomandazioni del Ministero della Salute in termini di quantità e di associazioni.
Profem Plus è un integratore sviluppato con il supporto della ricerca più avanzata in campo nutrizionale, e che contiene, accanto agli estratti di soia, altri due estratti da piante con tipologie e concentrazioni differenti di isoflavoni: Trifoglio rosso e Pueraria lobata ( o Kudzu).
Siamo così riusciti a ottenere un dosaggio ottimale di isoflavoni con una maggiore affinità per i recettori beta estrogenici, più presenti nel sistema nervoso centrale, nell’intestino, nel tessuto osseo, nel sistema cardiovascolare e nella cute, rispetto ai tessuti di seno e utero. I componenti di Profem plus svolgono quindi la loro azione nutraceutica con un elevato profilo di sicurezza. La Pueraria lobata, inoltre, favorisce la regolazione della pressione arteriosa, che con la menopausa tende a variare.
Ci sono altri ingredienti particolarmente efficaci?
Profem plus contiene anche estratto di Agnocasto, utile per completare ed integrare l’effetto degli isoflavoni. L’Agnocasto aiuta inoltre a riequilibrare la melatonina e favorisce, quindi, la qualità del sonno. Per rafforzare questo effetto è stato aggiunto estratto di Griffonia simplicifolia che contribuisce al rilassamento e al benessere mentale e al controllo del senso di fame. L’associazione è completata dell’estratto di Te verde, che grazie al suo apporto di polifenoli ha proprietà antiossidanti ed è utile per l’equilibrio del peso corporeo.
I componenti di Profem plus mettono poi in primo piano la salute della flora batterica intestinale, importante, fra le altre cose, per favorire assorbimento e attività biologica degli isoflavoni: nella sua formulazione sono contenuti sei ceppi batterici ( Lattobacilli e Bifidobatteri ) probiotici vivi e vitali , in forma microincapsulata gastroprotetta, capaci di raggiungere l’intestino e utili per favorire l’equilibrio della flora intestinale, con un indice di colonizzazione cinque volte più elevato dei probiotici non microincapsulati.
Lo sviluppo di questi microrganismi benefici è sostenuto dalla presenza di Frutto-oligosaccaridi a catena corta ( FOS ) , particolari fibre alimentari provenienti dalla barbabietola da zucchero, che esercitano un ruolo positivo sul metabolismo di grassi e zuccheri e favoriscono l’assorbimento di calcio e magnesio. Un altro nucleo di azione proviene dal Bifidobacterium lactis Bb1, un innovativo ceppo batterico naturalmente ricco di Zinco, che rilascia naturalmente il prezioso minerale nell’intestino nella forma più biodisponibile. Si assicura, così, un adeguato approvvigionamento di zinco, che favorisce il sostegno del sistema immunitario e le difese antiossidanti regolando, nel contempo, l’attività dell’insulina.
Profem plus è un integratore alimentare completo al gradevole sapore di mela, privo di glutine, naturalmente privo di lattosio e di OGM .
Utile per molti disturbi della menopausa, aiuta a mantenere il benessere psico-fisico in questo delicato periodo. Si consiglia l’assunzione di 1 bustina al giorno, pronta all’uso, possibilmente lontano dai pasti . Il contenuto della bustina va sciolto in mezzo bicchiere d’acqua a temperatura ambiente, mescolando con cura, quindi bevuto subito.
È consigliabile iniziare la sua assunzione giornaliera alla comparsa dei primi sintomi e proseguirla indicativamente per 3-6 mesi.
Grazie al suo effetto riequilibrante, Profem plus può essere usato ciclicamente anche una volta trascorsa la prima fase “critica” di passaggio alla menopausa, per mitigare i disturbi che permangono. È preferibile concordare le modalità con il medico curante.
Yoga: non solo esercizi, ma una chiave di lettura universale che aiuti anche a scegliere come mangiare.
Di Carla Barzanò
Dal libro yoga e dieta, Tecniche Nuove
Quando mangiare conduce a conflitti e sensi di colpa
…“ il percorso gioioso e giocoso, in fatto di cibo, mi è estraneo. O meglio, lo è, giocoso, perché mangiare mi piace, e anche bere un bel bicchiere di vino o di birra: ma poi i sensi di colpa annullano tutto”…
Questa testimonianza rappresenta in modo emblematico lo stato d’animo di molte donne di fronte al cibo. Forse anche voi vi siete sentite più di una volta “fuori posto”, insicure per quello che mangiate, con la sensazione di non farvi del bene. Desiderate cambiare? Probabilmente avete già sperimentato la difficoltà di “comandare” razionalmente le vostre scelte. Quanto più siete rigide, direttive e decise, tanto più spesso il corpo si ribella, oppure siete sommerse dal disagio fisico o da onde di emozioni che vi spingono a trasgredire le regole. Non a caso. Il comportamento alimentare è strettamente connesso alla sopravvivenza, quindi è regolato, prima di tutto, dall’istinto, dai sensi e dalle emozioni. È quasi impossibile eludere drasticamente questi canali di conoscenza.
Messaggi fuorvianti
Invece il nostro modo di mangiare è sovente caratterizzato da una frammentazione che ci vede perennemente in conflitto. Separate dall’istinto, ingannato da ritmi di vita poco fisiologici e cibi industriali. Separate dalle emozioni, che talvolta ci spingono a mangiare in modo lontano dagli schemi che ci siamo proposte. Separate dal nostro corpo, reso estraneo dai numerosi messaggi di un mercato che incita a “combattere contro” l’età, i chili di troppo, la cellulite e le rughe. Una lotta che in molti casi si oppone ai ritmi naturali inscritti in ciascuna di noi, nel vano tentativo di impedire i mutamenti fisiologici che scandiscono i passaggi della vita.
Con l’arrivo della primavera il disagio rischia di accentuarsi. Si moltiplicano le informazioni, i suggerimenti contrastanti, le promesse di una forma irraggiungibile.
Conoscersi e conoscere
Di fronte al senso di inadeguatezza che può derivarne, il punto di vista dello yoga e della dietetica ayurvedica propone una chiave di lettura unificante, che conduce a scoprire e conoscere tutte le componenti coinvolte nel rapporto con il cibo.
Invece di provare a cancellare con la volontà le forze apparentemente misteriose che ci spingono a scegliere il cibo, lo yoga le integra nel vissuto quotidiano, educa a conoscere, rispettare e guidare segnali istintivi, emozioni e pensieri, superando, nel contempo, i vostri confini per riportarvi alla natura, all’ambiente, a quanto di universale c’è in ciascuno di voi. Lo insegnano gli esercizi condotti pazientemente e ripetutamente dagli yogi, che favoriscono il raggiungimento di un equilibrio migliore, più gioioso e riconoscente.
Pazienza ed esercizio
Seguendo il filo conduttore dello yoga, per scegliere un’alimentazione equilibrata in modo armonioso, senza imposizioni e sensi di colpa, ci vogliono pazienza ed esercizio; il tempo di ascoltarvi e imparare conoscervi, di valutare il cibo con orizzonti allargati.
Difficile? Per cominciare un aspetto rassicurante: secondo gli insegnamenti ayurvedici non è mai necessario mangiare alimenti sgraditi con l’idea che facciano bene. Al contrario preferenze e avversioni rappresentano, spesso, l’espressione dell’equilibrio psicofisico, possono indicare la carenza o l’eccesso di alcuni principi nutritivi, la necessità di armonizzare uno squilibrio energetico.
Ascolto, attenzione, accettazione, rispetto
Per lo yoga il corpo non è un nemico da combattere, ma il luogo centrale della vita, che esprime a fondo la nostra individualità e l’armonia dell’universo. Non esiste quindi una “forma” fisica ideale e valida per tutti cui uniformarsi.
Imparare ad ascoltare con attenzione e benevolenza i segnali sollecitati dal cibo aiuta a mettere a fuoco gli ingredienti più adatti a raggiungere il benessere.
Senza regole rigide. La scelta cambia secondo la costituzione e le fasi della vita. Occorre, per prima cosa, accettare che l’equilibrio alimentare non proviene solo da elementi immediatamente identificabili e quantificabili, come il valore nutritivo, il peso corporeo o la concentrazione di zuccheri e altre sostanze nel sangue, ma anche da entità più sottili, che comprendono pensieri, emozioni e sentimenti a loro volta legati alla vostra individualità, unica, irripetibile, e nel contempo riflesso dell’ambiente naturale, sociale e culturale in cui vivete.
Depurarsi e rigenerarsi? Una buona digestione è il primo passo
Gli accorgimenti che aiutano
Di Barbara Aghina
Responsabile scientifica Nutraceutica Guna
I legami fra digestione e benessere
Senso di pesantezza, gonfiore, disturbi intestinali, sono problemi frequenti che compromettono il benessere. La digestione è infatti un processo di trasformazione che ha un ruolo chiave per tutto l’organismo. Assicura l’assorbimento dei principi nutritivi necessari al continuo rinnovamento dei tessuti, consente l’eliminazione delle sostanze indesiderabili, rinforza il sistema immunitario e contribuisce a regolare l’appetito.
Una digestione inadeguata, può rallentare i processi di depurazione e di rinnovamento fisiologici. Anche umore, sonno e capacità di concentrazione ne risentono, compromettendo l’equilibrio psicofisico nel suo insieme.
Quali sono le cause più frequenti di una cattiva digestione?
Le cause sono molteplici perché la a digestione è un percorso complesso. Per portarlo a compimento lavorano in sinergia bocca e apparato masticatorio, stomaco, intestino, fegato, pancreas, cistifellea e sistema nervoso, con il controllo del sistema psico-neuro endocrino immunitario.
Stress, stile di vita sregolato, alimentazione inadeguata, assunzione incongrua di farmaci, possono condizionare negativamente le delicate funzioni che regolano la digestione. Va poi tenuto presente che a partire dai 40 anni la produzione degli enzimi digestivi subisce un fisiologico rallentamento, rischiando di accentuare i problemi preesistenti.
Come prevenire o attenuare i disturbi digestivi?
In realtà, non esiste un’unica ricetta, ma è preferibile mettere in atto diversi accorgimenti, senza trascurare di valutare la sensibilità individuale ai singoli alimenti, le eventuali intolleranze e l’equilibrio della flora batterica intestinale.
Aiuta seguire una dieta equilibrata e regolare, con cibi freschi, di buona qualità, senza additivi, cucinati in modo leggero e appetitoso, per esempio a vapore, o “al cartoccio”. Svolgono un’azione digestiva diverse erbe aromatiche fra cui salvia, rosmarino, menta, e diverse spezie delicate, come curcuma, cumino, cannella di Ceylon. Fra i condimenti, l’olio extra vergine d’oliva crudo è uno dei più facili da digerire.
Un secondo passo importate è consumare i pasti a orari regolari, con calma e attenzione. Meglio, invece, e non mangiare toppo spesso, perché si rischia di alterare il ritmo di riposo fisiologico dell’apparato digerente, danneggiandone le funzioni. Altrettanto sconsigliabile è consumare i pasti parlando al telefono, oppure guardando il display del cellulare, o il televisore, inattivando, così, i canali percettivi che regolano i sottili equilibri della digestione
È di supporto, invece, svolgere regolare attività fisica, accompagnata, eventualmente, da esercizi di rilassamento, respirazione e meditazione, che attenuano ansia e stress.
Ci sono integratori validi per i disturbi digestivi?
I problemi digestivi esistono da sempre e per risolverli ci sono un’ infinità di rimedi casalinghi “della nonna”, dagli infusi alle bevande alcoliche. Senza nulla togliere alla tradizione popolare, e restando nell’ambito dei prodotti a base naturale, oggi la moderna farmacopea nutraceutica offre un integratore alimentare con proprietà digestive sicuro e calibrato, di provata efficacia, formulato su basi scientifiche.
Enzyformula è un integratore che agisce in perfetta armonia con i processi digestivi . Il suo impiego costante promuove la corretta digestione degli alimenti, previene fenomeni fermentativi, putrefattivi e malassorbimento, favorisce i processi depurativi dell’organismo, protegge la mucosa di stomaco e intestino, sostiene fegato, pancreas e cistifellea, e infine contrasta la riduzione enzimatica legata all’età. È stato dimostrato che è un utile sussidio per ridurre meteorismo, disturbi intestinali, sonnolenza, cefalea dopo i pasti e altri disagi legati a una cattiva digestione.
Come è composto Enzyformula?
La sua formulazione innovativa, fondata su una compressa a triplo strato gastro-resistente, garantisce la liberazione controllata dei principi attivi presenti seguendo la cronologia fisiologica della digestione nel lume gastrointestinale.
Principi attivi a rilascio veloce
Lo stato esterno delle compresse, a rilascio veloce (circa 60 minuti), viene assorbito nello stomaco e nel duodeno integrando gli enzimi prodotti naturalmente dall’organismo.
Contiene una miscela di enzimi fondamentali per la digestione, derivati dalla fermentazione di maltodestrine con l’ausilio di biotecnologie su base naturale. Fornisce, in particolare, lattasi e galattosidasi, importanti per migliorare la digestione di latte e derivati, amilasi, capaci di regolare la digestione degli amidi e di controllare le fermentazioni intestinali, lipasi, indispensabili per regolare l’assorbimento dei grassi, cellulasi, utili per prevenire la fermentazione delle fibre e il gonfiore che potrebbe derivarne.
Da rilevare è poi la presenza di papaina e bromelina, derivate da papaia e ananas, che agiscono sulla digestione delle proteine e aiutano a evitare fenomeni putrefattivi intestinali.
Nella componente a rapido assorbimento, sono inoltre stati aggiunti estratto secco Fillanto che favorisce la funzionalità del fegato, e di Fumaria, dotata di un’azione diuretica e depurativa.
Completa il pool di principi attivi a rapido rilascio la vitamina PP, utile per mantenere l’equilibrio delle muscose, dell’apparato digerente e per regolare l’assorbimento dei principi nutritivi, in particolare grassi, trigliceridi e colesterolo.
Principi attivi a rilascio lento
Lo strato più interno delle compresse, assorbito più lentamente, a livello intestinale, fornisce curcuminoidi ricavati dalla curcuma, che hanno proprietà antiossidanti, antivirali, antiinfiammatorie e sono in grado di favorire la funzione digestiva. A questi ultimi sono stati aggiunti estratti ricavati dal succo di melone concentrato, ricchi di superossido dismutasi, composti utili per contrastare i danni dello stress ossidativo.
In che modo si utilizza Enzyformula?
Si consiglia di usarne una compressa con un bicchiere d’acqua, prima o subito dopo i due pasti principali, al bisogno. Gli studi mostrano che la sua efficacia è massima già dopo 15 giorni di assunzione.