In questo periodo ci sentiamo più fragili: progetti, aspirazioni, certezze mostrano una preoccupante friabilità. Tutto quello che proviamo a programmare è circondato da una miriade di <se>, <forse> e <chissà>. Stanchezza e inquietudine ci accompagnano, insieme alla paura del contagio, alle preoccupazioni lavorative, a un senso di chiusura – a volte di soffocamento -, che ci stringe il cuore. In momenti così ci può aiutare rievocare eventi difficili, già affrontati in passato.
Dall'esperienza al racconto
Tali eventi sono appuntati come medaglie sul nostro petto, e queste a volte pesano, a volte hanno bisogno di essere lucidate, ma comunque ci rammentano che già altre volte siamo state/i in grado di farcela. Vedete…per farmi capire meglio ho utilizzato una metafora, una immagine evocativa – le medaglie -, che è l’inizio di una narrazione. Medaglia, dopo medaglia potrei – potremmo – rivisitare le occasioni nelle quali ci furono conferite, le difficili esperienze che nel passato ci misero alla prova, e che oggi infondono in noi la consapevolezza che, così come allora, anche stavolta ce la possiamo fare. Metafora, evocazione, narrazione, ovvero inventar storie, è quanto da sempre fanno gli essere umani per rendere possibile e passabile la vita sulla Terra. Insomma, nei momenti di difficoltà, personali o collettivi, le storie ci vengono in soccorso.
Aiutanti fantastici
Anche se qualcuno, con un eccesso di rude realismo, ci esorta: “E adesso, poche storie!” è proprio in quei frangenti che miti, fiabe e favole si rivelano aiuti formidabili.
Eroine ed eroi si schierano al nostro fianco: la luce simbolica delle loro imprese illumina il nostro tortuoso cammino. Lo studioso di religioni K. Kerényi definiva “mitologema” questo “materiale mitico che viene continuamente rivisitato, rimodellato e plasmato”* Per la poetessa Muriel Rukeyser: “L’universo è fatto di storie, non di atomi”. Noi non siamo solo spiegazioni, siamo anche evocazioni. Tutti e tutte siamo tante storie. Nei momenti di difficoltà possiamo ripercorrere le fasi della nostra esistenza, le prove della vita già superate e, inoltre, ispirarci alle imprese di eroine ed eroi. I loro mantelli sono grandi abbastanza per avvolgerci e darci forza.
A metà dello scorso anno ho pubblicato con la casa editrice Carthusia il cofanetto Eroine ed eroi in corso, dove si raccontano storie eroiche di bambini e bambine, volontari, disoccupati, insegnanti, genitori, operatori e persone con una qualche fragilità.
Storie vere, stimolate e raccolte da me nel corso di tanti anni di lavoro, in laboratori di arte terapia e attività di formazione. In particolare dal 2015 al 2019 all’Università Ca’ Foscari di Venezia, durante alcuni incontri con studenti e studentesse con disabilità e con i loro tutor.
Nel cofanetto c’è una Guida grazie alla quale è possibile seguire, passo dopo passo, le cinque classiche tappe del “percorso eroico”, attraverso esperienze, riflessioni, attività di laboratorio da leggere e riproporre in famiglia, a scuola e nel sociale. La Guida è impreziosita dall’Albo Che forza!: dodici personalità del passato, del presente e dell’immaginario, che raccontano la fragilità che li ha resi forti, con le meravigliose illustrazioni di Bimba Landmann.
Scrivere i testi della Guida e dell’Albo, mi ha aiutato a trasformare positivamente questo periodo. Raccontare le storie delle difficoltà affrontate da altri/e, mi ha fatto uscire da una chiusura verso il mondo, che sentivo insinuarsi in me. Uno spiraglio aperto attraverso il periodo del lockdown, il distanziamento sociale, il timore del contagio.
Gocce preziose colavano da quelle azioni eroiche e, piano piano, nutrivano le pianticelle della speranza.
I frutti di questo tempo
“La cultura, lo dice la parola, è coltivazione e s’avvale dei semi delle nostre esperienze, di tutte”**. Se è dalle esperienze che deriva la cultura, da quelle vissute durante la pandemia quale cultura può scaturire? Sicuramente in questo periodo i destini personali si sono riannodati con quelli collettivi, abbiamo compreso che la speranza individuale non può prescindere dalle speranze sociali. Concreto però è il rischio che la complessità della situazione porti a ripiegarci su noi stessi/e. Con l’aiuto delle storie, le nostre e quelle degli altri, possiamo trasformare il ripiegarci in un dispiegarsi. La pandemia ci ha fatto, e ci fa vivere, una situazione complicata, termine che deriva dal latino cum plico: con piegature. Il passaggio successivo è trasformarla da complicata a complessa, da cum plècto: intrecciato, tessuto insieme. Fino a divenire semplice, ovvero sine plico: senza pieghe. Ripiegarci su noi stessi, a causa della pandemia, è un arrendersi alla complicazione della situazione. Per rendere semplice una situazione complicata bisogna spiegarla e raccontarla. Così come si spiega una tela, un concetto, o come si spiegano le ali, quando finalmente s’allargano in volo.
psicologa-psicoterapeuta e arte terapeuta clinica. Docente della Scuola di formazione per arte terapeuti de La Cittadella di Assisi. Si occupa di formazione degli adulti dal 1980 nell’ambito: sanitario, sociale, educativo. Giornalista-pubblicista ha pubblicato: Se perdo te. Quando il lavoro manca (in collaborazione con Giovanni Grossi, Pliniana, 2013), E corrono ancora. Storie italiane di donne selvagge (Frassinelli, 2014), Eroine ed eroi in corso (Carthusia, 2021). Che forza! (con le illustrazioni di Bimba Landmann, Carthusia, 2021),
I come inquietudine (Cittadella Editrice, 2021). In uscita: La nostalgia dei sogni (in collaborazione con Alberto Terzi). Lavora a Perugia, Milano e Roma.
Tessere Incontri
Collabora con l’associazione Tessere Incontri di Milano, presso la quale tiene incontri di arte terapia tessile.
Le prossime date del 2022 saranno: sabato 2 aprile, sabato 30 aprile e sabato 28 maggio. Il titolo dei tre incontri è:
Il libro
Scritto da Tiziana Luciani
Illustrato da Bimba Landmann
Realizzato con Cooperativa Accaparlante – Centro Documentazione Handicap (CDH)
Tre incontri col-legati da un medesimo intento: non smarrire il filo ovvero il senso di quello che pensiamo, immaginiamo, raccontiamo. Ma, piuttosto, fare in modo che quel filo tenga insieme saldamente noi e il nostro mondo interiore. Perché è da quella tenuta, che a volte può essere provvisoria come una imbastitura, che deriva la nostra serenità.
Per informazioni: Tessere Incontri. Via Filippino Lippi 26 – 20131 Milano
Nel mese di ottobre avevamo in programma un incontro al mare su questo tema, per condividere alcune esperienze e acquistare fiducia nella nostra capacità a di rigenerare la vita di ogni giorno. L’emergenza Covid ci ha costretto a rimandare l’ appuntamento. Abbiamo quindi pensato di creare uno spazio per dare voce all’esperienza di chi cerca percorsi per esprimere la creatività. Mai come ora ne abbiamo bisogno per affrontare il momento difficile. Ecco un contributo di Tiziana Luciani, psicologa-psicoterapeuta e arte terapeuta clinica. Ogni contributo per arricchire questo spazio è accolto a braccia aperte. Scriveteci!
LA GRANDEZZA DELLE PICCOLE COSE
di Tiziana Luciani
Un mondo fatto a mano
Il mondo delle donne è un mondo fatto a mano. Anche se siamo negate per i lavori artigianali, d’istinto sappiamo apprezzarli e, in caso di necessità, ci azzardiamo pure a cucire un bottone, lasciando le asole alle più esperte. Le donne hanno una naturale confidenza con le cose. Il filosofo francese Gaston Bachelard scrive che “amare le cose per il loro uso deriva dal maschile (…) ma amarle intimamente, per se stesse, con le lentezze del femminile, (…) ci introduce nel labirinto della Natura intima delle cose”. (1)
Il “fai da te” come balsamo
La situazione critica, causata dalla pandemia da Covid-19, ha allentato il ritmo serrato del quotidiano. Molte di noi hanno dedicato più tempo alle attività manuali e creative: un balsamo colorato in momenti tanto oscuri. Così ci siamo procurate: ferri per la maglia, uncinetto, colla, pennelli, …Da un cassetto sono riapparse matasse di lane comprate in una vacanza, forse lontana. Le lane sono tipiche, come i formaggi: la grigia dell’Alto Adige, la beige di Gressoney, la screziata marrone di Cortina, quella nera e grigia della Valsesia, la giallina della Valtournenche. Quale scegliere per realizzare uno scialle, ispirandoci magari a quelli triangolari, indossati dalle montanare della Valsassina? Con dei rami caduti, raccolti durante una passeggiata, componiamo ikebana poetici, decorandoli con piccoli cartigli con su scritti dei versi, parole sospese, come noi. Abbiamo fatto marmellate, sottoli, liquori, con frutta, verdure e spezie, per riassaporare l’estate, durante un inverno che si preannuncia cupo. Sulla riva del mare, come bambine, abbiamo raccolto sassi, conchiglie, vetri consumati dall’acqua e dal sale. Per comporre in un piatto scampoli di spiagge, da tenere in casa.
Bricolage dell’anima
Io, lo confesso, amo le cartoline…oggetto desueto e quindi fascinoso. Mi piace scriverle (con la penna) e spedirle (con il francobollo). Le cartoline si possono fare anche a mano, ispirandoci alla “Mail Art”. Basta un cartoncino, colori, ritagli di immagini per fare un collage. Ricevere una cartolina in stile mail art è un invito, al destinatario, a realizzarne e spedirne un’altra al mittente, un segno concreto di vicinanza, in una realtà a così distanza. Quello che amo non è un “fai da te” consueto, che copia i lavori manuali proposti dalle riviste, scrupolosamente e senza sorprese… Questo è il “fai da te” delle assonanze, dei rimandi, un bricolage dell’anima. Ci fa sentire creative e creatrici. Un po’ maghe: delle spezie, dei fili, dei colori, dei sentimenti. Ci ri-connette alla natura, ci collega a luoghi ora non più raggiungibili. Così facendo, non importa spostarsi tanto lontano… così facendo un pò di infinito s’apre in noi.
(1)G.Bachelard, La poetica della rêverie, Dedalo libri, Bari, 1972, p.40.
È psicologa-psicoterapeuta e arte terapeuta clinica. Docente della Scuola di formazione per arte terapeuti de La Cittadella di Assisi. Si occupa di formazione degli adulti dal 1980 nell’ambito: sanitario, sociale, educativo, professionale, riabilitativo. Giornalista-pubblicista, ha fatto parte delle redazioni delle riviste: Cooperazione Educativa e Amica Sofia. Fra i libri pubblicati: Se perdo te. Quando il lavoro manca, in collaborazione con Giovanni Grossi (Pliniana, 2013). E corrono ancora. Storie italiane di donne selvagge (Frassinelli, 2014). Lavora a Perugia, Milano, Roma.
Di prossima pubblicazione:
Tiziana Luciani, I come inquietudine, Cittadella Editrice, Assisi, Collana Psicoguide: Alfabeti per le emozioni.
Tiziana Luciani, Alberto Terzi, L’eredità dei sogni, ETS, Pisa.
Tiziana Luciani, Eroine ed eroi in corso, Carthusia, Milano, con le illustrazioni di Bimba Landmann.