inquinamento
15 MARZO, SCIOPERO PER IL CLIMA
La Cucina Sostenibile
L’esigenza di trovare un modo di vivere che salvaguardi le risorse della natura incalza. Ognuna di noi può avere un ruolo fondamentale per rinnovare i percorsi della vita quotidiana in questa direzione. Approfittiamo di questa giornata dedicata all’ambiente per condividere con voi alcune riflessione sul tema del cibo e della dieta sostenibile. Vi invitiamo calorosamente a esprimere idee, proposte, esperienze.
Ridare un senso al risparmio
Gli anni del boom economico ci hanno diseducato a risparmiare. Dopo tanti secoli di ristrettezze, superate grazie a un grande allenamento al risparmio, ci siamo abituati a sprecare, coltivando l’illusione di avere a disposizione risorse illimitate.
Oggi il tema del risparmio torna a diventare un’emergenza. Non solo perché la crisi economica ha ridotto il budget a nostra disposizione, ma anche, e soprattutto, perché la natura sta indicando in modo talvolta drammatico che abbiamo superato ogni limite; non possiamo continuare a sfruttarla in modo indiscriminato. Lo sperpero pesa anche sulla nostra salute: inquinamento e consumi sovrabbondanti incidono pesantemente sul bilancio delle malattie degenerative in continua crescita. Occorre voltare pagina. Imparare di nuovo a risparmiare.
Risparmiare: come?
In realtà, il costo del cibo non è mai stato così basso. Si fa strada, quindi, la tentazione di approfittare delle offerte di discount e supermercati senza andare troppo per il sottile riguardo alla qualità di quello che acquistiamo. Formaggi, carne, pesce, primizie e frutta esotica a prezzi “stracciati” danno la sensazione di poterci concedere ciò che vogliamo, aiutano a rinfrancarci dalle ristrettezze che dobbiamo imporci in altri settori.
Così, troppo spesso, acquistiamo più cibo di quanto ne abbiamo bisogno. Il risultato è una dieta squilibrata per eccesso, con tutte le conseguenze negative che conosciamo. Senza contare che capita sempre più frequentemente di scartare il cibo senza utilizzarlo. Uno spreco di risorse (non solo soldi ma acqua, terra, energia, lavoro umano) che non possiamo più permetterci.
Un nuovo modo di fare i conti
Ci siamo mai chieste cosa si nasconde dietro i costi apparentemente ridotti di alcuni prodotti? Allevamenti di massa, abuso di pesticidi, importazione da paesi dove la produzione alimentare è ancora insufficientemente regolamentata da norme ambientali, sociali e igieniche, sono spesso i retroscena di alcune politiche produttive al ribasso. Il prezzo da pagare, in realtà, è molto alto. Inquinamento dell’acqua e del suolo, drastica riduzione della biodiversità e della fertilità del terreno, decimazione di insetti utili, come le api, provocano conseguenze ambientali dai costi incalcolabili per noi e per le generazioni future. Senza contare la ricaduta negativa sulla salute, la cui gestione rappresenta un drammatico passivo nei bilanci nazionali. Meglio quindi iniziare a vedere il risparmio con occhi diversi. Valutare i costi nel loro complesso, senza limitarsi al prezzo immediato. Un lusso per pochi? No, se riusciamo a riprogrammare le nostre scelte alimentari nella direzione di una qualità sostenibile per la salute e per l’ambiente.
Risparmiare è naturale
La capacità di risparmiare, del resto, fa parte di noi, è integrata in ogni essere vivente. Basta osservare i cicli delle stagioni, il modo di nutrirsi di animali, piante e insetti, per rendersi conto di quanto i processi biologici naturali siano orientati al risparmio.
Anche il nostro metabolismo tende a risparmiare. La capacità fisiologica di accumulare energia sotto forma di grasso, e di non bruciarla troppo rapidamente, ha rappresentato nei lunghi tempi di carestia un grande vantaggio selettivo.
Oggi sembra dominare l’esigenza opposta: bruciare il più possibile, perché il nostro corpo non evidenzi gli abusi quotidiani legati alla società del benessere. Fatichiamo a dosare, a porci dei limiti; da grande privilegio l’abbondanza sembra talvolta essersi trasformata in una condanna che ci infligge i supplizi più impensati.
Alcuni consigli delle tante riviste femminili sconcertano per il trionfo dello sperpero. Cibi troppo ricchi di calorie e di proteine sono alternati a suggerimenti volti a consumare il più possibile attraverso ogni sorta di esercizio ginnico, per superare la nostra tendenza naturale e fisiologica al risparmio.
Sarebbe più conveniente, per noi e per l’ambiente, riscoprire il regime parsimonioso che ci ha accompagnato per secoli, affidarci alla saggezza del corpo assecondando la sua natura volta al risparmio. Sfoltire il mondo troppo affollato del cibo e imparare a selezionare non è una privazione. Al contrario, rassicura, rilassa. Una volta esclusi gli ingredienti superflui, non occorre più chiedersi continuamente cosa e quanto mangiare, si può scegliere liberamente, ascoltare senza sensi di colpa l’appetito, lasciare spazio alla soddisfazione dei sensi, che ha un ruolo così importante nel processo fisiologico dell’assimilazione del cibo.
La qualità al primo posto
Certo, dobbiamo imparare a conoscere e riconoscere l’origine e la natura del cibo mentre facciamo la spesa, investire un po’ di tempo in cucina e a tavola. È un percorso di apprendimento che comporta qualche rinuncia ma anche molte soddisfazioni. Il piacere di saper scegliere, trasformare e creare ricette appaganti per l’immaginario e per il gusto. La possibilità di costruire storie avvincenti per ogni cosa che mangiamo, ricollegandoci così all’ambiente, alla natura, alle risorse umane che hanno contribuito a generarla. La soddisfazione di alleggerire il menù dai cibi inutili, quando non addirittura dannosi, con una ricaduta immediata, positiva e percepibile sulla salute. L’opportunità di dare un senso alle azioni quotidiane apparentemente più banali, come cucinare e fare la spesa, sentendoci parte attiva nella progettazione del futuro. Così si supera la sensazione di frustrazione legata alle ristrettezze della crisi andando al di là dei meri problemi finanziari e immergendosi in una dimensione più complessiva e condivisa. È un percorso praticabile. Lo dimostra il fatto che nonostante l’austerità degli ultimi anni, alcuni prodotti di qualità stanno acquistando spazio anche fra le persone che non hanno un reddito elevato. Ma quali ingredienti scegliere?
Biologico e nuove tecniche per produrre il cibo
Anche se le polemiche degli ultimi tempi lo mettono in discussione, diverse ricerche mostrano che il biologico presenta un minore inquinamento da sostanze indesiderabili, come pesticidi e fertilizzanti di sintesi. Alcune indagini hanno poi messo in evidenza un gusto migliore e la presenza di una maggiore concentrazione di diverse sostanze nutritive nei prodotti biologici.
Certo, anche il ciclo produttivo del biologico presenta le sue criticità. Sceglierlo implica la necessità di ridurre i consumi (fatto del resto spesso positivo) per via degli spazi e dei tempi maggiori che richiede rispetto all’ agricoltura convenzionale.
Probabilmente le modalità di produzione biologica potranno essere migliorate con nuove tecniche ancora più rispettose dell’ambiente. Ma già da oggi ci sono numerosi vantaggi a suo favore nella direzione della sostenibilità e del risparmio delle risorse.
I costi più elevati del cibo biologico di elevata qualità non devono diventare un motivo per rinunciarci. La cucina sostenibile è raggiungibile anche con pochi soldi e una famiglia numerosa. Basta imparare a scegliere. Approfittare delle offerte locali e stagionali, senza lasciarsi tentare dalle primizie. Diminuire i cibi conservati. Evitare eccessi e avanzi. Vale la pena di provarci.
Testo tratto dal libro “Risparmiare con la cucina bio” di Carla Barzanò, ed. Tecniche Nuove
Detox – Mantenere l’equlibrio acido base aiuta a depurarsi, di Barbara Aghina
L’equilibrio acido base dell’organismo è necessario per la salute:
assicura il buon funzionamento del metabolismo e previene l’accumulo di sostanze indesiderabili che favoriscono, fra le altre cose, invecchiamento precoce, stanchezza e sbalzi dell’umore.
Ecco alcuni suggerimenti per salvaguardarlo.
Cosa è l’equilibrio acido base?
È uno dei fondamenti per la vitalità e il benessere, insieme alla temperatura, all’ossigenazione e alla glicemia.
La regolazione del pH all’interno e all’esterno delle cellule assicura i complessi processi metabolici legati al mantenimento, al rinnovamento dei tessuti e all’eliminazione delle tossine.
Anche minime variazioni del valore base, che per il sangue è pari al 7,41, quindi leggermente alcalino, possono provocare squilibri e infiammazioni croniche all’origine di numerosi disturbi.
Quali sono i meccanismi che lo controllano?
Nel suo ciclo fisiologico il metabolismo tende a produrre sostanze acide che vengono eliminate, in particolare, attraverso i polmoni e i reni.
L’equilibrio è mantenuto dall’intervento di alcune sostanze organiche, come sali carbonati, citrati, calcio e sodio, che hanno una funzione tampone , cioè aiutano a mantenere il pH costante, contrastando un’ eccessiva acidosi metabolica .
Un ruolo centrale nel mantenimento dell’equilibrio acido base è giocato dalla matrice extra cellulare che agisce come una sorta di spugna ciclica: di giorno assorbe le sostanze acide, che durante la notte sono eliminate attraverso i reni.
La matrice ha una capacità molto elevata di immagazzinamento dei composti acidi, mentre la capacità di filtrazione renale è più limitata. Può crearsi, così, un deposito eccessivo di acidi nella matrice extra cellulare che stimola i sistemi tampone fino a causare il loro esaurimento e un’ acidosi cronica dei tessuti.
Perchè spesso questo delicato equilibrio si altera?
I motivi che conducono ad alterare questo equilibrio sono numerosi. Stress, inquinamento atmosferico, vita in ambienti chiusi, con respirazione disarmonica, abuso di farmaci, costituiscono fattori predisponenti.
Un ruolo importante è poi giocato dalla dieta.
Carne, prodotti animali, zucchero, sono acidificanti, ma anche i cereali, se pur in misura inferiore, hanno questo effetto.
Frutta e verdura, anche se di gusto acidulo, possiedono invece proprietà alcalinizzanti.
Bastano un paio di pasti non ben bilanciati, per esempio a base di pizza o panini, tanto più se accompagnati da caffè, bevande alcoliche e zuccherine, per squilibrare l’equilibrio acido-base dell’organismo . Occorre fra le altre cose tenere presente che spesso, dopo i 50 anni, i meccanismi di riequilibrio sono meno efficienti.
Quali sono le conseguenze?
Un equilibrio acido-base bilanciato è indispensabile per l’omeostasi e per il mantenimento della condizione di benessere nel tempo. L’acidosi cronica può avere ricadute sull’intero organismo.
Cefalea, alterazioni del ritmo cardiaco, aggressività, depressione e insonnia sono alcune dei problemi legati al sistema nervoso.
A livello dell’apparato digerente si possono invece manifestare acidità gastrica, difficoltà digestive, sonnolenza postprandiale, mentre a carico dell’apparato locomotore e di sostegno si presentano artrosi, osteoporosi gotta e crampi.
C’è poi un’ ampio repertorio di altri sintomi, le cui origini sono spesso difficili da decifrare, legati all’acidosi cronica.
Fra questi , per esempio, carie, alitosi, paradontosi, problemi immunitari e metabolici, alterazioni della pelle e delle unghie.
Gli integratori alimentari aiutano?
Dieta e stile di vita equilibrati sono sicuramente insostituibili ma alcuni prodotti aiutano a rinforzarne gli effetti positivi e a riequilibrare naturalmente problemi di regolazione dell’equilibrio acido-base.
Il loro impiego è raccomandabile nei regimi alimentari volti a ridurre il peso o particolarmente ricchi di proteine, in periodi di intensa attività fisica, o come coadiuvanti durante i trattamenti farmacologici e le malattie infiammatorie (per esempio candidosi, artrosi, reumatismi).
E’ utile, inoltre, ricorrere abitualmente agli integratori di questo tipo dalla menopausa in poi, anche come supporto per la prevenzione e la cura dell’osteoporosi.
Quali caratteristiche devono avere gli integratori per mantenere e ripristinare l’equilibrio acido-base ?
Per prima cosa è importante che la loro concentrazione e il rapporto di minerali alcalinizzanti sia ben bilanciata, in modo da sfruttare le sinergie naturali dei diversi componenti salini, con dosaggi utili per l’equilibrio dell’organismo, ma senza effetti collaterali, in particolare sulla funzionalità di cuore e reni.
Un esempio ottimale è Gunabasic integratore completo, perfettamente solubile, dal sapore gradevole, adatto per ripristinare un ideale rapporto acido-base, correggere i disturbi legati al suo squilibrio favorendo la detossificazione, il drenaggio e la regolazione delle funzionalità organiche.
Gunabasic contiene componenti attivi che lavorano sinergicamente e in modo complementare tra loro.
Oltre ai Sali minerali e ai beta-caroteni i suoi ingredienti di base comprendono diversi estratti vegetali che ne rafforzano l’effetto, in particolare la fibra di bamboo, stimolante dalla funzione del tessuto connetivo, l’ortica, con proprietà antinfiammatorie e antiallergiche, la melissa e il tiglio, rilassanti, il finocchio rinfrescante e antispastico e infine il tarassaco, drenante epatico.
Gunabasic è privo di glutine e da oggi è disponibile dolcificato con glicosidi steviolici (stevia).
Dott. Barbara Aghina