profumo
ADELE SCIRROTTA: L’OLIO È LA FONTE DELLA VITA
Di Francesca Vitelli
Il lavoro come vocazione
Adele non fa l’olivicoltrice ma È una olivicoltrice perché questo lavoro, la passione della sua vita, lo ha assorbito per osmosi prima dai nonni e poi dai genitori. A testimoniarlo c’è il nome dell’azienda A.co.s olearia: le iniziali dei nomi dei genitori. Adele coltiva, trasforma, imbottiglia e commercializza olio extra vergine di oliva italiano. Solo olive italiane.
Prendersi cura degli alberi significa alimentare la speranza, testimoniare il passato, ricercare il progresso, contribuire a un processo culturale per creare un futuro alle nuove generazioni.“La terra non spaventa” è il suo motto, anche quando le annate non sono buone, perché nella terra e con la terra non c’è mai fallimento, l’ulivo poi, è la pianta rigenerativa per eccellenza, il sempiterno, l’albero della speranza.
Incontrare persone e spiegare il valore dell’olio
Del suo lavoro le piace la possibilità di incontrare persone semplici di tutte le età: i bambini, i giovani, gli adulti e gli anziani a cui spiegare quanto sia importante, per la propria salute e per il benessere delle piante, scegliere un olio extravergine di qualità.
Portare in tavola un olio extra vergine italiano valorizza i territori, accentua le peculiarità delle diverse varietà che conferiscono caratteristiche di sapore, colore e piccantezza. Ma va bene anche l’olio di provenienza estera, nessuna demonizzazione a patto però, che siano rispettate due condizioni irrinunciabili: la qualità e la certezza della provenienza. Le etichette vanno lette. Sempre. Da dove vengono le olive, chi e dove le ha trasformate, chi, dove e in che anno ha imbottigliato l’olio.
Un ingrediente dalle proprietà uniche
L’olio extravergine – non si stanca mai di ricordarlo – ha le stesse proprietà chimico fisico del latte materno ed offre mille impieghi, non solo gastronomici. È usato per la preparazione dei saponi, delle creme di bellezza, dei prodotti per la cura dei capelli e per la manutenzione di utensili e oggetti in legno. I bambini delle scuole elementari – nei suoi progetti futuri – oltre ad andare in visita nelle fattorie, dovrebbero imparare l’educazione agroalimentare per conoscere e capire cosa c’è dietro un panino, un piatto di pasta e un uovo in tegamino, troppo spesso non hanno mai visto dal vero una mucca né una gallina. Una carenza da colmare.
Il mondo del frantoio
Ma dove Adele fa la differenza è nella trasformazione. Il frantoio è un mondo maschile, le frantoiane sono figure di rottura. Adele è una frantoiana. Le donne, da sempre, si sono dedicate alla raccolta delle olive e ancora oggi in diverse aziende, non in quella di Adele, sono pagate meno degli uomini. Al frantoio ci andavano gli uomini che parlavano con altri uomini. Le donne e i bambini partecipavano al momento della condivisione dell’assaggio dell’olio nuovo sul pane accompagnato dalla trasmissione orale dei racconti, che creano la storia di una comunità.
Oggi il frantoio ha perso questa funzione socio-antropologica a favore della burocrazia diventando un luogo dove compilare dichiarazioni. Adele sente la mancanza della magia vissuta da bambina nella sua terra natale, la Calabria.
Già la Calabria. I terreni di famiglia sono lì, ma la sede legale Adele l’ha portata in Toscana dove ha deciso di vivere. I motivi della scelta sono diversi ma questa è un’altra storia…
Godere il profumo del cibo, di Carla Barzanò
Profumo e qualità
Il profumo “naturale” di un cibo dice molto sulla sua qualità: solo se la produzione si è svolta rispettando la natura e i suoi tempi, può sprigionarsi il meglio dell’aroma. Basta pensare al differente profumo della frutta maturata al sole rispetto a quella di serra, oppure all’aroma del latte fresco, proveniente da mucche allevate al pascolo, in confronto quello industriale a lunga conservazione.
Un cibo senza profumo, o peggio, con un odore sgradevole, risulta poco invitante ancora prima di metterlo in bocca e non procura piacere mangiandolo. Molti alimenti industiali confezionati perdono il loro aroma durante la lavorazione. L’industria sopperisce allo scadimento delle qualità odorose aggiungendo aromi, ma difficilmente la loro presenza può sostituire il profumo naturale del cibo e la sua sottile energia.
Le radici dell’istinto
L’olfatto è un senso molto importante per riconoscere e apprezzare il buon cibo e guidare le scelte più istintive. Il buon profumo di un cibo conosciuto, per esempio, fa venire la cosiddetta “acquolina in bocca” e predispone ad accoglierlo.
Il riconoscimento degli odori entra in gioco molto precocemente nella vita. I neonati riconoscono il latte materno già nei primi giorni e durante lo svezzamento, l’odore degli ingredienti che vengono somministrati rimane impresso nella memoria condizionando i gusti fino all’età adulta. Non per niente latte, omogeneizzati, biscotti e altri prodotti per l’infanzia sono spesso arricchiti con aromi, come quello di vaniglia, capaci di lasciare tracce indelebili nel ricordo. Gli stessi aromi compaiono poi in diversi prodotti per gli adulti, fra cui cioccolata e altri dolciumi, che proprio per questo esercitano una grande forza di attrazione. Per contro, odori sconosciuti, o sgraditi perché collegati a ricordi spiacevoli, ci spingono a rifiutare il cibo automaticamente.
Attenzione, però, all’uso degli aromi aggiunti artificialmente al cibo per renderlo più gradevole, secondo alcune ricerche il loro abuso può ingannare la capacità istintiva di regolare fame e sazietà ed avere un’influenza negativa anche sul tono dell’umore.
Scoprite il piacere degli aromi naturali
Meglio quindi scegliere cibi naturalmente ricchi di aromi perché di qualità elevata. Le possibilità sono infinite, frutta e ortaggi freschi, miele, olio, vino, erbe aromatiche e spezie, per esempio, offrono una molteplicità di profumi che vi raccontano dove e come sono stati prodotti. Imparate a apprezzarli. Evitate, invece, gli alimenti confezionati che contengono aromi aggiunti.
Come riconoscerli?
La dicitura “aromi” in etichetta indica la presenza di aromi artificiali. Ma anche la scritta “aromi naturali” può nascondere complessi processi tecnologici che trasformano materie prime effettivamente presenti in natura in sostanze aromatiche. L’aroma “naturale” di fragole aggiunto agli yogurt, per esempio, deriva dalla segatura. Solo l’indicazione “aroma naturale di…”, con specificato l’ingrediente di provenienza (per esempio arancio), garantisce che almeno il 90% di dell’aroma aggiunto è stato ricavato dal prodotto specificato.
Rafforzando il vostro olfatto, senza ingannarlo con cibi aromatizzati artificialmente, diventate molto più sensibili al profumo naturale del cibo e imparate ad apprezzarlo.
Percepite a fondo l’aroma
Percepire a fondo l’aroma naturale dei cibi vi aiuta anche a raggiungere un piacevole benessere e a sentirvi sazie al momento giusto, durante i pasti, evitando di magiare più del necessario.
Per percepire gli aromi nel modo migliore non consumate gli alimenti (per esempio la frutta, o i formaggi) freddi di frigorifero.
Poiché a tavola annusare è considerato un tabù, o quasi, dal galateo, allenatevi a sentire gli aromi con la bocca. Mentre masticate, tenete la bocca chiusa e espirate lentamente e profondamente. Le particelle odorose del cibo raggiungeranno così le cellule olfattive, situate fra il naso e la bocca, facendovi registrare a pieno gli aromi.
Usate spezie delicate, erbe aromatiche e poco sale
Mangiare troppo salato, o molto piccante, attira l’attenzione dei sensi sul gusto e può rendere l’olfatto meno sensibile. Abituatevi quindi a moderare l’intensità di sale e spezie. Preferite spezie delicate e erbe aromatiche, come cannella, coriandolo, curcuma, salvia, rosmarino…Aggiunte in piccole quantità migliorano l’appetito, l’umore la digestione e attenuano stress e fatica.
Riempitevi di profumo
Se soffrite di attacchi di fame improvvisa provate a attenuarli con gli oli essenziali. Spargeteli nell’ambiente con l’apposito fornello “spargi aromi”, oppure, mettetene qualche goccia su un batuffolo di cotone. Per godere le loro proprietà annusateli inspirando ripetutamente, rapidamente, a più riprese, un po’ come fanno gli animali, per 3-4 minuti. Continuate poi a respirare lentamente e profondamente finché la percezione del profumo si attenuerà spontaneamente. La menta ha un effetto saziante, mentre lavanda e scorza d’arancia aiutano a attenuare l’ansia e di conseguenza leniscono la fame nervosa.