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omeopatia

RESILIENZA E RIMEDI DI DRENAGGIO PER LA PRIMAVERA.

Posted by carlab on 17 Marzo 2020 | Leave a response

FEGATO: FORZA E CORAGGIO!

primavera

di Fiorenza Zanchi

Mai come in questo momento di timori, insicurezze, incertezze, cambiamenti radicali delle abitudini, c’è bisogno di farsi forza e avere coraggio. Aiutare il nostro fegato a svolgere al meglio la sua funzione di “scudo protettivo” attraverso alimenti che lo sostengano e una pratica quotidiana che ne potenzi le capacità difensive, migliora la nostra salute fisica e psichica e ci mette nelle condizioni migliori per affrontare positivamente la pandemia in cui siamo immersi e la quarantena cui siamo costretti.

È ora di “avere fegato”

Fegato, vero e proprio organo “coraggioso” e non solo per il significato simbolico di audacia e forza fisica, una persona coraggiosa “ha fegato”, ma perché in prima linea, pasto dopo pasto, nell’ affrontare e assorbire l’impatto con la moltitudine di sostanze sempre più spesso sconosciute, con cui veniamo a contatto per nutrirci, senza che ci danneggino. Il nutrimento infatti, prima di entrare nel sangue e arrivare alle nostre cellule, passa attraverso il fegato che controlla, seleziona e purifica il cibo prima che entri nel circolo ematico da cui successivamente arriverà al cuore e da lì ai tessuti e al cervello.

la cascata

“Siamo quello che mangiamo”

Se il cibo che assorbiamo nell’intestino, inizialmente “estraneo”, non venisse preparato adeguatamente prima di entrare in contatto diretto con il sangue, rischierebbe di danneggiare l’organismo, intossicandolo. Il fegato ci rende “resilienti”, ci permette di far fronte positivamente al “diverso” integrandolo senza danni: il cibo che scegliamo ogni giorno nella nostra alimentazione può dunque trasformarci dall’interno, divenendo parte di noi e influendo sulla nostra salute e sul nostro benessere, grazie alla coraggiosa mediazione del fegato.

Uno “scudo protettivo”

Anche in Estremo Oriente molte espressioni hanno il duplice significato di fegato e di coraggio. 
Per i cinesi il fegato è “lo scudo protettivo”: non solo capace di incontrare la “diversità”, ovvero le sostanze nutritive sempre differenti che ogni giorno introduciamo, “relazionandosi” per integrarle e adattarci ai cambiamenti, ma anche in grado di rigenerarsi quasi totalmente quando viene danneggiato. Se, per esempio, in un intervento chirurgico si rende necessario toglierne una parte, nel giro di pochi mesi il corpo riesce a reintegrarlo totalmente e senza mai perdere le sue funzioni di sintesi, disintossicazione e metabolismo di sostanze.

Prometeo
IL MITO DI PROMETEO
IL MITO DI PROMETEO

Prometeo (letteralmente: Colui che riflette prima) era un titano amico degli uomini, che coraggiosamente rubò il fuoco agli dei (l’intelligenza e la coscienza) per donarlo agli uomini (dotandoli di mente e di ragione)
Questo regalo non piacque a Zeus, il padre degli dei, che per punire il furto lo condannò a essere incatenato per l’eternità ad una altissima roccia e ordinò che ogni giorno un’aquila gli divorasse il fegato. Ogni notte però il suo fegato si rigenerava, così che l’aquila potesse tornare a divorarlo, sino a che Ercole, passando da quelle parti, non trafisse l’aquila con una freccia e gli restituì la libertà.

Un “occhio” consapevole e...

Nel mito è presente dunque una verità: il fegato è il solo organo del corpo umano capace di rigenerarsi. Non solo. E’ simbolicamente luogo, oltre che di coraggio, forza e potenza, anche di intelligenza: in grado di dominare le forze esterne e ridurle ai propri scopi attraverso la consapevolezza, la capacità di cambiare punto di vista, equilibrare le proprie emozioni, concentrare l’attenzione su ciò che si può controllare.
Era tale la percezione che questo organo fosse in grado di “conoscere” e “vedere” ciò che è bene e ciò che è male per l’individuo, che nell’antichità veniva associato all’occhio, organo della vista e il fegato degli animali veniva utilizzato per leggervi l’avvenire.

...una promessa di rinascita


Nella medicina tradizionale cinese il fegato è l’organo legato alla Primavera, la stagione della rinascita, in cui la Natura si trasforma e inizia un nuovo ciclo. Dunque proprio questo periodo dell’anno è ideale per rinnovarci, depurare il fegato e favorire al meglio le sue funzioni difensive e rinforzanti di cui abbiamo più che mai bisogno.

Leggi anche

Per favorire la funzione epatica

tarassaco

-Taraxacum

o dente di leone, o soffione, utilizzato da sempre nella medicina popolare come depurativo primaverile, capace di “lavare via” la pesantezza accumulata nell’inverno, fiorisce proprio in Primavera riempiendo di fiori dorati e poi di soffici e svolazzanti piumini i nostri prati.

E’ un digestivo e depurativo in particolare del fegato, stimola l’eliminazione di sostanze tossiche per l’organismo e aumenta la secrezione biliare prevenendo la formazione di calcoli della colecisti. Bene in caso di difficoltà digestive da ipotonia e ipoacidità gastrica, con stitichezza e tendenza alla stasi biliare, in particolare quando è presente la cosiddetta “lingua a carta geografica” ovvero con aree biancastre irregolarmente alternate ad aree rossastre.

OMEOPATIA

In bassa diluizione omeopatica si può assumere prima dei pasti mettendo le gocce direttamente sotto la lingua o in un bicchiere di acqua oligominerale da bere a piccoli sorsi che vanno tenuti un po’ in bocca.

 

  • Diluizione: 6dh – gocce;

 

  • posologia: 20gg x 2 al dì

 

  • Marzo/Aprile/Maggio

 

FITOTERAPIA

Il Tarassaco può essere utilizzato anche fresco: le foglie tenere, raccolte lontano dai centri abitati o dalle strade carrozzabili (non ora!!!), si possono aggiungere alle insalate o mangiare in minestre, frittate e stufate. Le tisane di foglie di tarassaco essiccate, inoltre, hanno anche un’ottima attività diuretica


Cardus Marianus

-Carduus Marianus

simile al carciofo e utilizzato fin dall’antichità per migliorare la digestione, fiorisce nei campi, nei pascoli, lungo i margini dei sentieri, in tutta l’area mediterranea da Maggio a Luglio.

Bene per liberare da scorie e tossine il fegato specie quando è affaticato da eccessi alimentari o da alcool o ancora per chi non riesce a smettere di fumare o assume sovente farmaci: è un vero depuratore e rinnova i tessuti epatici grazie a un insieme di sostanze –silimarina- presenti nei semi e nel frutto.
Bene anche quando vi sono stasi venosa, specie varici dell’arto inferiore sinistro, o emorroidi che denunciano una cattiva circolazione epatica e nella stitichezza per il suo effetto leggermente lassativo.

Evitate se avete la pressione alta o calcoli alla colecisti.

OMEOPATIA

In bassa diluizione omeopatica si può assumere almeno ½ ora prima dei pasti mettendo le gocce direttamente sotto la lingua o in un bicchiere di acqua oligominerale da bere a piccoli sorsi che vanno tenuti un po’ in bocca.

 

  •  Diluizione: 3dh – gocce;

 

  • posologia: 20gg x 2 al giorno

 

  • Maggio/Giugno

 

FITOTERAPIA

Tintura Madre (T.M.): 20/30 gocce 2/3 volte al giorno, in acqua, lontano dai pasti
Estratto secco titolato e standardizzato: cps 50 mg; 1cps x 2/3 volte al dì, lontano dai pasti.

- Chelidonium Majus

fiorisce nella stagione delle rondini.

Bene come drenaggio epatico per chi ha difficoltà digestive da insufficienza biliare ed epatica caratterizzata da senso di pesantezza soprattutto nell’area epatica e all’angolo inferiore della scapola destra, sonnolenza dopo i pasti e cefalee . Curiosamente i sintomi migliorano mangiando, in particolare alimenti caldi.
Bene anche nelle forme dolorose spastiche del digerente per la sua azione spasmolitica.

OMEOPATIA

  • Diluizione 4ch – granuli;

  • posologia: 5 granuli x 2 volte al giorno 1 ora prima dei pasti

  • Maggio/Giugno

Se siete molto stressate e sentite lo stomaco contratto come se avesse un nodo in mezzo allo stomaco, potete associare un gemmoderivato:

-Ficus carica

gemmoderivato di Fico; ha un’azione riequilibrante sul sistema neurovegetativo; è perciò d’aiuto nei casi di somatizzazioni ansiose e da stress in particolare a carico di stomaco e intestino. 

OMEOPATIA

  • 1dh; posologia: 30-40 gocce di macerato glicerico 2 volte al giorno,

  • alla sera prima di dormire e al mattino appena sveglie per circa 2 mesi.

  • Maggio/Giugno

Posted in: Salute per la donna | Tagged: carduus marianus, Chelidonium Majus, drenaggio, fegato, ficus carica, fitoterapia, forenza zanchi, forza, mangiare, omeopatia, prometeo, Taraxacum

Conoscere i fiori di Bach

Posted by carlab on 27 Luglio 2018 | Leave a response

Intervista a Sergio Laricchia, esperto di fiori di Bach e disipline olistiche per la salute, Guna

Affascinanti, delicati, i fiori di Bach non sono farmaci, ma preparati completamente naturali che hanno potenzialità particolarmente indicate per la sensibilità femminile e possono aiutarci ad armonizzare le emozioni. Ecco alcune informazioni per conoscerli meglio.

Chi ha ideato i fiori di Bach?

Sono stati messi a punto dal medico inglese di origine gallese Edward Bach, che agli inizi del Novecento cercava una medicina più rispettosa della natura umana e dei suoi aspetti emotivi e psichici. Interessato in un primo tempo all’omeopatia, Edward Bach individuò successivamente un metodo diverso, basato sull’osservazione dei fiori, delle loro caratteristiche e delle loro analogie con la natura umana.
Autonomo e appassionato alla ricerca, grazie alla sua specializzazione in batteriologia il dottor Bach precorse i tempi della medicina moderna studiando
i legami fra intestino e psiche. Individuò, così, sette ceppi di batteri intestinali, che mise in relazione ad altrettante tipologie di personalità. Anticipò quindi gli attuali studi scientifici sull’influenza reciproca tra microbiota intestinale, cervello e psiche.
Bach fu inoltre uno dei precursori della PNEI (Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia) e nel suo approccio alla malattia e alla salute, non privilegiò tanto i sintomi in sé, quanto gli aspetti psichici che si riflettono sul corpo.

Su quali presupposti si basano?

Il presupposto dei fiori di Bach è il legame fra la psiche e il soma e l’identificazione di un conflitto fra il sé superiore e la personalità, la maschera che talvolta indossiamo per adeguarci ai rapporti, alle credenze e alle convenzioni sociali, rischiando di tradire la nostra indole e i nostri orientamenti naturali.
Un conflitto, che secondo Bach favorisce la malattia e si manifesta con i sintomi.
I fiori di Bach rappresentano archetipi di specifici stati d’animo, sia nell’aspetto funzionale, sia in condizioni di squilibrio. La forma e la funzione delle piante da cui derivano, possiedono analogie con alcuni aspetti psichici della nostra personalità.
Impatiens, per esempio, è una pianta con una crescita molto rapida, che le permette di dominare su altre specie. I suoi baccelli espellono i semi a “molla” non appena sfiorati, tanto da essersi guadagnata l’appellativo “non mi toccare” nel linguaggio popolare. I tipi Impatiens sono irritabili, impazienti, aspettano malvolentieri, faticano a sopportare le persone lente. L’essenza che corrisponde a queste caratteristiche è Impatiens.

Come vengono preparati?

Le essenze vengono preparate esclusivamente a partire dai fiori spontanei, raccolti nell’ambiente dove crescono naturalmente.
Esistono due tipi di procedura. Il metodo del sole, prevede l’infusione in acqua sorgiva, in prossimità del luogo di crescita del fiore e l’esposizione diretta alla luce solare per un periodo di 3-4 ore. Quest’ultima non deve essere interrotta da nubi, altrimenti il preparato va eliminato. Di conseguenza, prima di procedere, è necessaria un’accurata osservazione delle condizioni meteorologiche.
Il metodo della bollitura consiste nella decozione e si usa soprattutto per estrarre l’essenza dalle piante più dure.
In entrambi i casi l’acqua viene poi filtrata e il ricavato rappresenta l’essenza floreale. Quest’ultima, miscelata con pari quantità di Brandy, che funge da conservante, origina l’essenza madre. Due gocce di questo preparato vengono poi aggiunte ogni 30 ml di brandy per ottenere il concentrato stock, che si trova in vendita come base per la preparazione delle miscele, e va a sua volta diluito.

Ci sono accorgimenti per riconoscere la qualità?

I fiori di Bach non sono farmaci, seguono quindi la regolamentazione legislativa degli alimenti, anche riguardo all’etichettatura. Le garanzie vengono date dal produttore. Meglio quindi non scegliere a caso, ma privilegiare aziende che seguono procedure di preparazione documentate e certificate, assicurando un percorso di produzione fedele alle indicazioni del dottor Bach e la massima qualità delle materie prime.
I fiori di Bach Guna, sono ottenuti da essenze madri prodotte in Inghilterra e certificate dalla BAFEP(società britannica dei produttori di essenze floreali).Persino gli addetti alla preparazione vengono monitorati, affinché non si creino interferenze negative con l’efficacia del prodotto finale. Si utilizzano, inoltre, brandy proveniente da coltivazioni biologiche e acqua trattata con il metodo WHITE Holographic Bioresonance® finalizzato a renderne la struttura maggiormente coerente, con proprietà omologhe a quelle dei fluidi biologici all’interno dei sistemi viventi.

Sono sicuri?

Se prodotti in modo corretto i fiori di Bach non hanno, normalmente, controindicazioni. Tuttavia, in caso di assunzione di farmaci, è opportuno verificare col medico che il contenuto alcolico non interferisca con questi ultimi.
Si tratta, comunque, di una concentrazione contenuta in rapporto alle dosi consigliate per l’uso. Se vi fossero preoccupazioni per l’utilizzo da parte di bambini, è possibile diluirla ulteriormente, aggiungendole gocce a estratti di frutta oppure a bevande calde, che fanno evaporare l’alcol.

Chi li può consigliare?

Occorre ricordare che i fiori di Bach non sono farmaci, ma archetipi di stati d’animo a cui ispirarsi, mentre se ne assume l’essenza, per risvegliare le proprie risorse innate e le capacità di adattamento. Di conseguenza possono essere consigliati da diversi professionisti nell’ambito della salute e del benessere psicofisico, che li integrano nella loro attività.
C’è anche la possibilità di sceglierli da soli, ma questo è un percorso più difficile perché richiede una certa conoscenza dei 38 fiori, peraltro auspicata dallo stesso dottor Bach. Senza contare che non è semplice essere neutrali e imparziali verso se stessi.

In che modo è raccomandabile assumerli?

Generalmente vengono preparati in forma di miscela personalizzata, che può essere composta da un massimo di sette fiori(meno sono, meglio è), mettendo due gocce di ciascun fiore in un flacone di vetro ambrato da 30 ml al quale si aggiungono 2 cucchiaini (circa 10ml) di brandy e acqua naturale fino al riempimento del flacone.
Possono essere utilizzati in qualsiasi momento, senza preclusioni. Quattro gocce, quattro volte al giorno, è il dosaggio consigliato.

Per quanto tempo si possono prendere?

Non ci sono limiti, ma è preferibile attualizzare la composizione delle miscele un paio di volte al mese, in sintonia con l’evoluzione degli stati d’animo. Inoltre, è consigliabile sospendere periodicamente l’utilizzo, quando ci si accorge che si sta prendendo coscienza delle proprie risorse e si riescono a elaborare virtuosamente le disarmonie.

Possono creare dipendenza?

Vista la loro composizione i fiori di Bach non creano di per sé dipendenze. Nel caso di persone che hanno problemi di dipendenza dall’alcol è comunque preferibile preparare miscele con conservanti base analcolici, come la glicerina vegetale o l’aceto di mele.
L’unico raro rischio, specialmente per chi è molto fragile, è quello delle dipendenze psicologiche, che potrebbero spingere a illudersi di risolvere tutti i problemi con i fiori di Bach. È quindi importante che chi li usa impari a valutarli come un percorso di auto consapevolezza, senza trasformarli in un surrogato di altro.

Ci sono accorgimenti per migliorarne la loro funzione? 

Una volta scelti prodotti di qualità adeguati alle proprie esigenze, il rafforzamento della loro efficacia è nelle mani di chi li consuma.
Il dottor Bach dava grande importanza allo stile di vita e raccomandava di seguire una dieta ricca di cibi vitali, accompagnata da regolare attività fisica e da un’attenta cura del corpo. Sono accorgimenti sempre validi.

 

Note

  • Per approfondire le analogie tra aspetti botanici e personalità corrispondenti è d’aiuto il libro di Irene Valeriani “Incontri con le Piante dei fiori di Bach”.
  • Per preparare le miscele personalizzate, Guna fornisce il Flower Power, la base già pronta, in flacone da 30 ml con Acqua WHITE HB® e Brandy da coltivazioni biologiche, a cui basta aggiungere le 2 gocce di ciascun fiore scelto.

Posted in: Benessere, Corpo e mente | Tagged: Bach, conoscere i fiori di Bach, cure, cure omeopatiche, dott. bach, esperto, fiori, fiori di bach, Guna, intervista a Sergio Laricchia, omeopatia, salute, sergio laricchia

Menopausa: un’opportunità per rinnovarsi

Posted by carlab on 11 Maggio 2018 | Leave a response

Di Fiorenza Zanchi

La menopausa è un momento di cambiamento importante nella vita femminile. Ancora troppe donne lo vivono con ansia, complice un’informazione non sempre corretta. Ecco alcuni suggerimenti della dottoressa Fiorenza Zanchi, ginecologa, omeopata e psicosomatista.


5 domande che ci stanno a cuore

Perché quando si avvicina la menopausa si ingrassa più facilmente, soprattutto sulla pancia?

L’aumento del tessuto adiposo è uno stratagemma della Natura per attenuare la trasformazione ormonale che sta avvenendo. In questa fase, infatti, gli estrogeni diminuiscono progressivamente, mentre aumentano gli androgeni.
Il tessuto adiposo che si forma non va vissuto solo come una zavorra inutile: è un vero e proprio organo endocrino, che gioca un ruolo importante nella trasformazione ormonale. Una delle sue funzioni, per esempio, è la produzione di aromatasi, enzima localizzato soprattutto nelle cellule adipose addominali capace di trasformare gli androgeni in estrogeni.
La forma che cambia può quindi aiutare a ridurre vampate di calore, nervosismo e insonnia. Favorisce, inoltre, una maggiore luminosità della pelle e previene osteoporosi, perdita di capelli, secchezza vaginale e altri disagi.

Vuol dire allora che non dobbiamo contrastare l’aumento del peso?

Certo non dobbiamo uniformarci ai modelli stereotipati che propongono donne eternamente adolescenti, con la pancia piatta. Un’ eccessiva magrezza può accentuare i disturbi della menopausa. Se il peso tende a lievitare occorre però rivedere lo stile alimentare e approfittare di questo momento di cambiamento per rinnovare le proprie abitudini, incrementando, fra le altre cose, l’attività fisica, che andrebbe svolta con regolarità. Un’ occasione unica per concedersi più attenzione, imparare a non trascurarsi e a volersi bene. Accanto alle passeggiate, lo yoga è una disciplina ideale perché aiuta a conoscersi meglio, rafforza e rende più elastiche e capaci di affrontare i cambiamenti

È vero che in menopausa cala il desiderio sessuale?

I mutamenti del corpo sono spesso accompagnanti da nuovi stati d’animo che ci portano a mettere in discussione il nostro ruolo, anche in relazione alla sessualità.
Il segreto è non tentare di arrestare i cambiamenti ma accettarli, andare fino in fondo,
approfittare di questo momento per cambiare davvero e liberarsi dai condizionamenti e dalle coercizioni.
Troppo spesso le donne mi raccontano di un lavoro schiacciante, dentro e fuori casa, diventato continuo, ripetitivo, senza gioia, fra obblighi famigliari e impegni produttivi.
È importante cercare uno spazio per rigenerarsi, ridare voce alla creatività e alle passioni.
Se si ritrova un rapporto con il proprio eros interiore, poi è più facile trasportarlo all’esterno, nelle relazioni e il sesso guadagnerà certamente.

Ci sono accorgimenti particolari che aiutano a mantenere l’equilibrio della sfera genitale?

Un insegnamento viene dalla medicina tradizionale orientale, che pone l’attenzione sul piano, perineale, formato dai muscoli del pavimento pelvico: elevatore dell’ano, bulbo-cavernosi e ischio-cavernosi. In oriente questa zona è chiamata muscolo CHI e viene considerata fondamentale per aumentare la forza vitale e sessuale. Secondo le donne che si dedicano a discipline taoiste, per esempio, la condizione del perineo è determinante per lo sviluppo e la concentrazione dell’energia femminile: se questa regione non è sufficientemente tonica ed elastica, si può facilmente”disperdere” o non riuscire a “concentrare” energia. Oggi sappiamo che un eccessivo rilassamento del perineo, oltre a causare disturbi spiacevoli, come il prolasso o l’incontinenza urinaria, può essere alla base di una maggiore difficoltà a percepire il piacere sessuale. D’altra parte, l’eccessiva contrazione e rigidità di questa zona comporta una lubrificazione minore , quindi può suscitare dolore e/o impedire la penetrazione.
L’ attenzione nei confronti del perineo è quindi importante. Diversi esercizi di yoga aiutano a imparare a utilizzarlo.

Integratori e rimedi naturali aiutano?

Un aiuto viene dall’omeopatia, che fornisce diversi rimedi di supporto per attenuare alcuni dei disturbi più frequenti della menopausa, fra cui secchezza vaginale, vampate di calore, sbalzi dell’umore e insonnia.
Ci sono poi differenti integratori a base di composti naturali come l’ac. Ialuronico, il resveratrolo, vari tipi di vitamine, o vegetali, ad es. i fitoestrogeni, che mitigano gli effetti dei mutamenti ormonali e favoriscono il mantenimento dell’equilibrio, accompagnando i fisiologi cambiamenti legati all’età.
L’importante è scegliere in modo personalizzato, con il supporto di una/o specialista. Il “fai da te” non è consigliato, perché per usare efficacemente questi prodotti, ed evitare eventuali controindicazioni, occorre valutare caso per caso la scelta.
Fondamentale, inoltre, è favorire integratori di elevata qualità, che specificano con precisione gli ingredienti e la loro concentrazione.

(*) Trovate diversi articoli sulla menopausa della dottoressa Zanchi per approfondire questi temi su www.letrasformazionidelladonna.it , ginecologia naturale, menopausa.

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Donne, sessualità e età della vita: giovinezza, di Fiorenza Zanchi

Posted by donnetra on 27 Gennaio 2016 | Leave a response


aria

Ogni cosa ha il suo tempo: anche il sesso

Nelle domande delle donne, specie giovani e giovanissime, emerge spesso la difficoltà di comprendere l’instabilità e/o l’ imprevedibilità del desiderio sessuale femminile, motivo di dubbi e disorientamento se non addirittura di timori riguardo alla propria “normalità”:

“Dottoressa in certi momenti non ho proprio voglia, il mio ragazzo vorrebbe ma io non ce la faccio, lui mi piace e ci vogliamo bene, cosa c’è in me che non va? Perché non sono sempre pronta come lui?”

oppure

“Dottoressa come mai il mio desiderio spesso aumenta proprio durante il periodo mestruale: sono normale?”

Ma è davvero così anomalo non essere sempre disponibili a un rapporto sessuale o magari esserlo in momenti spesso considerati “tabu”, come il flusso mestruale?

In realtà, sebbene la sessualità sia la risultante di infinite sfaccettature che uniscono corpo e psiche, vissuti personali e contesto culturale, ambiente, educazione, stress, stili di vita..,

le fluttuazioni del desiderio femminile sono naturalissime, un elemento di “base”,  perché intimamente legate alla relazione tra Eros e ciclo mestruale.

L’attuale ricerca scientifica in campo sessuologico conferma che, accanto ai fattori psicologici e relazionali:  “Nella donna il desiderio è fisiologicamente discontinuo in relazione anzitutto alla variazioni endocrine correlate ai diversi stati fisiologici e psicoemotivi del ciclo mestruale”(1) .
Desiderio e piacere sessuale sono quindi legati, tra l’altro, proprio agli ormoni sessuali, in particolare i “femminili” estrogeni ma anche i più “maschili” androgeni, che variando periodicamente modificano di conseguenza la ricettività e sensitività della donna.

Ogni tempo una diversa opportunità

Infatti i particolari equilibri ormonali che di volta in volta caratterizzano le diverse fasi del ciclo, anche se misconosciuti e sottovalutati, sono capaci di influenzare e rendere estremamente “diversificata” la percezione del desiderio e del piacere sessuale.

Il ciclo mestruale è caratterizzato, a grandi linee, da 4 fasi che si alternano regolarmente, modificando di volta in volta l’equilibro ormonale:
 1-mestruazione: equilibrio ormonale con dominanza di androgeni
2-fase proliferativa/post mestruale: equilibrio ormonale con iniziale dominanza di estrogeni
3-ovulazione: equilibrio ormonale con picco di estrogeni
4-fase secretiva/premestruale: equilibrio ormonale con dominanza di progesterone

In particolare, i vertici del piacere femminile si collocherebbero, secondo molta ricerca, in due momenti fondamentali del ciclo mestruale:

1- nel momento dell’ovulazione

2– nella fase mestruale

Ovvero una sorta di

primo “fuoco” erotico, mediato dagli ormoni estrogeni, il cui picco è proprio la fase ovulatoria circa a metà ciclo: è il periodo in cui più facilmente si rimane incinta, in questo senso più legato alla accoglienza della riproduzione  

ed un

secondo “fuoco” erotico, caratterizzato dagli ormoni androgeni,  fortemente dominanti nel corso della fase mestruale, dunque non legato strettamente alla riproduzione (attenzione però: il concepimento è sempre possibile, anche durante il mestruo!) e,  secondo molte donne,  meno recettivo, più assertivo, più favorevole al contatto con parti profonde di sé stesse (2)

Siamo 9 a 1!

Due vertici, ovulazione e mestruazione e, naturalmente tra i due, tutta una gamma di “tonalità” intermedie… forse per ciò Tiresia, celebre indovino della mitologia greca, che per alterne vicende di vita era stato sia uomo che donna, affermava, per esperienza personale diretta che, se il piacere sessuale si compone di 10 parti, la donna ne sperimenta 9, l’uomo 1!

In questo senso la discontinuità ormonale del ciclo sarebbe una vera fonte di opportunità!

Naturalmente, al di là delle indicazioni statistiche, ogni donna avrà le sue personali e specifiche sfumature: è necessario imparare a conoscerle, “sintonizzarsi” sui segnali che il corpo invia per scoprire il ruolo che la propria ciclicità  ha  nel modulare differenti aspetti del desiderio sessuale.

Essenziale: riappropriarsi dei propri tempi.
Ascoltare, percepire, sperimentare.
Concedersi le pause necessarie e il diritto di lasciare che i messaggi del corpo si esprimano quando è il loro momento e con la maggiore libertà possibile.

La medicina ayurvedica dava precise indicazioni allo sposo sui periodi migliori “per far visita alla sposa”(3), ben sapendo che “se qualcosa è forzato fuor di tempo non si ottiene nulla”!(4)

Imparare a conoscersi e..

Ricapitolando: se vi capita di sfuggire a un rapporto pur desiderato con la testa, senza capire perché, magari colpevolizzandovi o sentendovi fredde,  incapaci di rispondere, inadeguate, provate a far mente locale alla fase del ciclo, ad esempio:

– siete nella fase premestruale?  il progesterone è ai suoi massimi livelli e “spegne” il desiderio.

Non a caso è l’ormone detto del “nido”, perché favorisce la gravidanza.
E’ normale dunque che vi sentiate più refrattarie: il vostro corpo, in questo momento, sta “pensando ad altro”, si prepara ad accogliere adeguatamente un eventuale ospite!

– avete appena finito di scrivere una relazione o una tesi “impossibile”?
– annaspate sommerse da problemi di lavoro e siete tutte “ nella testa”, in ansia e molto stressate?
L’adrenalina vi inonda ed è possibile che sia più alta la prolattina, un ormone che può aumentare in seguito a stress prolungati.
Entrambi questi ormoni inibiscono il desiderio che ha bisogno di calma, rilassamento e senso di benessere per potersi manifestare, specie nella donna.

– state prendendo la pillola e notate una diminuzione del desiderio e/o della vostra sensibilità?
può darsi che l’equilibrio ormonale del farmaco che assumete non sia il più adatto a voi: meglio parlarne con il vostro medico che provvederà a rivalutare con voi la terapia.

Imparare a conoscersi e a fidarsi dei messaggi del corpo è una tappa fondamentale, tanto più quanto più si è giovani e gli ormoni, ai loro massimi livelli, gridano a gran voce le loro ragioni…

… dar tempo al tempo

Da ultimo mai dimenticare che, posto che il momento sia quello giusto, tutto ciò che circonda, prepara, stimola il desiderio e il piacere non deve essere trascurato.
In particolare, ancora una volta, è tassativo avere a disposizione tempo, sufficiente per potersi “lasciare andare”:

gli ormoni della paura, dell’ansia e dello “stress”,  come l’ adrenalina e il cortisolo, ostacolano non solo il desiderio ma anche la percezione del piacere e l’orgasmo!

Dunque parola d’ordine: non avere fretta, dar tempo al tempo…

Qualche aiuto a Eros dall’omeopatia

Per le ragazze riservate, un po’ solitarie, che non amano essere consolate, hanno tendenza ai brufoli e a un po’ di grasso sulla parte laterale delle cosce: si guardano alla specchio e si trovano sempre troppo grasse!
Fanno molta fatica a “lasciarsi andare”, a “fidarsi”; hanno il flusso mestruale irregolare, distanziato e scarso e magari una tendenza alla secchezza vaginale, può aiutare:

– Natrum Muriaticum 15Ch   5 gr. al giorno, dal lunedì al venerdì

Se siete di umore decisamente instabile, timide, emotive, bisognose di “coccole”, magari con un po’ di stasi venosa alle gambe e un ciclo sempre in ritardo e tendenzialmente scarso, che inizia, si interrompe e poi riprende, potete provare:

– Pulsatilla 15Ch  5gr. al giorno, dal lunedì al venerdì

Se la vostra libido è ai minimi perché siete stanche e stressate da morire, esaurite di “testa” per il troppo studio o lavoro, può aiutare:

– Phosphoricum acidum  15Ch una mono dose a giorni alterni

1)Sandra R.Leiblum, Raymond C. Rosen, “Principi e pratica di terapia sessuale”, ed. Italiana a cura di A.Graziottin, CIC Edizioni Internazionali,’04
2) James Hillmann, “Il Mito dell’Analisi”,  ed. Adhelpi, ‘91
3)Chandra Shekkar, G. Thakkur, “Introduzione all’Ayurveda, ed. Ubaldini, ‘79
4)Ippocrate,  “Regime”, libro I
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Donne, sessualità, età della vita: la menopausa, di Fiorenza Zanchi

Posted by donnetra on 4 Novembre 2015 | Leave a response

la-mia-vita-con-la-menopausaLa menopausa cambia gli equilibri ormonali femminili toccando da vicino anche Eros che risente sempre, tra l’altro, proprio degli ormoni e della loro azione sul corpo e sulle sue funzioni; la trasformazione è progressiva, a partire dalla forma che inizia a cambiare.

Mi è venuta la pancia!

E’ il primo scoglio da affrontare.
Una delle spie più precoci dei mutamenti che si delineano, nonché fonte di allarme e insicurezza, alle soglie dei 45/50 anni:

“Dottoressa non riesco a dimagrire! Io non ho mai avuto pancia e non la sopporto, non mi riconosco più, non mi piaccio, mi crea disagio, ..”

Il timore di non piacere, di avere qualcosa che non va, di non essere più accettate, può lievitare sino a un vero e proprio blocco della relazione e del desiderio.

L’addome più tondo e la vita meno sottile diventano veri e propri tabù particolarmente difficili da accettare in una cultura dove il “corpo seduttivo” è sempre pressoché adolescente: pancia piatta, fianchi stretti…

In questa prima fase, il legame tra cambiamento in atto e modificazione o perdita di desiderio sessuale, appare quindi più culturale che ormonale ma getta le basi e amplifica i cambiamenti successivi.

Guardarsi con “occhi nuovi”

In realtà, proprio questo grasso che si deposita su pancia e punto vita, questo tessuto adiposo che tende ad aumentare e modificare la sua disposizione è una sorta di “espediente”, uno stratagemma, un aiuto della Natura per diluire e mitigare la trasformazione ormonale che sta iniziando. Ha un suo ruolo infatti,  tutt’altro che trascurabile, nel rendere più graduale:

  • la progressiva diminuzione degli estrogeni, gli ormoni femminili prodotti, sino a questa età, principalmente dalle ovaie nonché il
  • il rapporto estrogeni/androgeni.

Un pò di grasso aiuta

Il tessuto adiposo non è solo una zavorra ma un organo coinvolto in un’ampia gamma di processi biologici e metabolici.
In particolare è un organo endocrino, cioè con una vera e propria funzione di produzione e trasformazione ormonale;
ad esempio, tramite un enzima caratteristico di questo tessuto, chiamato aromatasi, può convertire gli androgeni, ormoni prevalentemente maschili, nei più femminili estrogeni  (l’estrogeno tipico della menopausa si chiama: estrone).

Dato che l’aromatasi è localizzata in particolare nelle cellule adipose addominali, aumentando il grasso si avrà anche un aumento dell’ attività dell’aromatasi e una maggiore produzione di estrogeni.

Attenzione però: se il peso lievita troppo, così come se si riduce in modo eccessivo, si possono instaurare eccesso o difetto di produzione ormonale, con possibili conseguenze negative sia sull’apparato genitale che sul metabolismo generale.

Dare “senso” al cambiamento

La “forma” che cambia, dunque, con il modulare le variazioni ormonali, concorre a mitigare l’insorgenza di disturbi e disagi:

  • diluisce vampate di calore, nervosismo, insonnia;
  • mantiene più luminosa la pelle e più tonici ed elastici i tessuti;
  • allontana l’osteoporosi e diminuisce anche la caduta dei capelli e la crescita di peli, legate ad un aumento relativo di androgeni che facilmente si instaura.

E soprattutto:

favorisce la sessualità mantenendo una buona idratazione, lubrificazione, sensibilità e tono degli organi genitali.

Ogni parte ha un suo ruolo

Anche la presenza delle ovaie, nonostante il loro lento evolversi verso il riposo, ha ancora un suo ruolo perché persistono a lungo sia una  residua produzione di ormoni estrogeni, seppure molto ridotta, sia una produzione di ormoni androgeni, discretamente conservata e importante per l’equilibrio sessuale in menopausa.

Proprio gli androgeni, infatti, contribuiscono al desiderio sessuale e favoriscono una migliore sensibilità genitale (in particolare clitoridea) inoltre, insieme agli estrogeni, migliorano la lubrificazione vaginale riducendo difficoltà o dolore sessuale.

Anzi in menopausa gli androgeni tendono a diventare predominanti, proprio a causa della diminuzione più massiccia degli estrogeni; ciò spesso influisce positivamente sulla vitalità sessuale.

Tanto è vero che, anche secondo la mia esperienza, in molte donne il piacere sessuale aumenta con l’età e alcune, addirittura, conoscono l’orgasmo solo in menopausa.

Un sintomo superabile

Uno dei sintomi che incontro più di frequente, legato alla diminuzione degli estrogeni, è la secchezza vaginale che può creare difficoltà alla penetrazione e/o dolore durante i rapporti

Cosa fare?

Primo passo: parlarne! Nella coppia e con il terapeuta: è’ una normale espressione di questa fase di transizione e può e deve essere affrontata.

Secondo passo: “ri-modulare” il rapporto sessuale.
Preparazione e “tempi” devono tenere conto della mutata realtà: eccitazione e conseguente lubrificazione, possono richiedere più tempo e un immaginario nuovo.

Terzo passo: esistono una notevole quantità di ovuli, creme o gel locali, che possono essere facilmente utilizzati.

Per esempio:

  •  piccole dosi di estrogeni deboli, o per chi preferisce o non può usare ormoni,
  • acido ialuronico, vitamina E, gel al colostro, creme fitoterapiche…

Anche l’omeopatia può essere di aiuto, provate:

lycopodium 4ch 3grani x 2volte al dì, mattina e sera, lontano dai pasti, per cicli di 20 dì

Aumentare la cura di sé

E’ il momento del “tempo per sé”, dovete concedervi più spazi e avere più che mai cura di voi stesse .
Ecco alcuni accorgimenti.

  • Fate attenzione all’alimentazione, per mantenere l’aumento di tessuto adiposo nei giusti limiti, con qualche “tocco” per favorire EROS.
  • Praticate attività fisica, per favorire tono e compattezza di tessuti e muscoli, ma soprattutto per il “piacere” di muovervi: dovete divertirvi e rilassarvi. Una particolare attenzione va posta al piano perineale .
  • Alcuni fiori i di Bach possono aiutarvi a “guardarvi con occhi nuovi”. Procuratevi un vasetto di vetro scuro da 30 ml circa in cui metterete: 20 ml di acqua minerale naturale + 5 ml di brandy + 3 gocce di Crab Apple + 3 gocce di Walnut + 3 gocce di Chicory. Assumetene 4 gocce x 4 o più volte al giorno.

Cos´è il piano perineale?

Il piano perineale è chiamato in oriente muscolo CHI e considerato fondamentale per aumentare la forza vitale e sessuale.
Secondo le donne che si dedicano a discipline taoiste, per esempio,  la condizione del perineo è determinante per lo sviluppo e la concentrazione dell’energia femminile:se questa regione non è sufficientemente tonica ed elastica, si può facilmente”disperdere”o non riuscire a “concentrare”, energia.

In effetti, oggi sappiamo che un eccessivo rilassamento del piano perineale( ovvero dei muscoli del pavimento pelvico: elevatore dell’ano, bulbo-cavernosi e ischio-cavernosi) può essere alla base di una maggiore difficoltà a percepire il piacere sessuale, mentre una sua eccessiva contrazione, spesso coadiuvata in questa fase della vita, da una minore lubrificazione, può suscitare dolore e/o impedire la penetrazione.
È fondamentale dunque porre attenzione al piano perineale e imparare ad utilizzarlo!

Rimettere Eros al” centro”

Da ultimo, ma non ultimo, iniziare a ripensare sé stesse e la relazione con il compagno sotto nuove coordinate.

Elaborare nuove strategie, rimettere in discussione i reciproci ruoli.

Prima tappa: non solo non tentare di arrestare il cambiamento ma andare fino in fondo al proprio, cambiare davvero.

Le donne, nella maggior parte dei casi, mi raccontano di un lavoro che oltre ad essere duplice, triplice e più(lavoro dentro e fuori casa, famiglia, anziani, nipoti.. ) è diventato ormai troppo spesso piatto, continuo e ripetitivo, senza picchi e depressioni, senza sufficienti spazi per la relazione e la comunicazione interpersonale, senza  parentesi di rilassamento, ma soprattutto senza spazio per  passioni e creatività individuale.
Molte di loro si sentono compresse in una routine produttiva noiosa (se non sfibrante), che lascia stanche e svuotate, perché priva di spazi emotivi di ricarica.
Nelle giornate delle donne non c’è più EROS*.

Rimettere Eros al ”centro” vuol dire, allora, scoprire o riscoprire e coltivare le proprie passioni, alimentare la propria creatività, sfruttare l’opportunità di una fase della vita che obbliga a sostare e guardare in sé stesse: anche il sesso avrà tutto da guadagnare.

Qualche aiuto a Eros dall’omeopatia

Per le donne sfinite: dalla cura di figli, casa e lavoro, che vivono il sesso come una richiesta di energia, che effettivamente non hanno più, dunque, una fatica ulteriore da affrontare; si sentono giù e, magari, hanno tendenza ad un ipotonia del piano perineale e al prolasso:

Sepia 9ch , 5 granuli sera e mattino, lontano dai pasti.

Per le donne eccessivamente riflessive che tendono a essere molto “nella testa” e hanno difficoltà a “calarsi” nel corpo, contattare i sensi, a trovare il “momento giusto”:

Phosphorus15 ch, 10 granuli,  2 volte alla settimana, lontano dai pasti.

Se state attraversando periodi di impegno intellettuale particolarmente stressante potete utilizzare anche:

Phosphoricum Acidum, 15ch, 10 granuli a giorni alterni, lontano dai pasti.

*Ispirato da “Il femminile dell’essere” Annick de Souzenelle ed. Servitium

meryl

 

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