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curare

COLTIVARE LA CAPACITÀ DI CURA

Posted by carlab on 13 Gennaio 2022 | Leave a response

Di Valeria Cantoni

Iniziamo il nuovo anno con un tema che ci sta particolarmente a cuore: la capacità di cura. Una dote insita nella natura femminile penalizzata da un modello sociale che premia la competizione e la forza.
Accogliamo quindi con riconoscenza il Contributo dell’amica Valeria Cantoni, filosofa e scrittrice, che ha da poco pubblicato il libro “Leadership di cura”, fornendoci una chiave di lettura che può interessare ciascuna di noi.

Il periodo che stiamo attraversando ci rende bisognosi di cura

Siamo in una crisi economica ma soprattutto in una crisi di cura. E siamo vulnerabili, tutti, senza eccezione, poveri e ricchi, potenti e non.
Che il mondo fosse vulnerabile era evidente anche prima ma che lo fossimo tutti noi esseri umani non era così presente nella vita quotidiana delle persone delle società occidentali economicamente avanzate. Prima che arrivasse il Covid.
Così la cura in una manciata di mesi si è trasformata da Cenerentola delle attitudini sociali a regina richiesta, ambita e pretesa. Ma è una novità dell’ultima ora. Fino a oggi la cura non interessava quasi a nessuno.
Notoriamente badanti, insegnanti, casalinghe, colf, infermiere, perlopiù donne, sono tra le professioni meno pagate e meno riconosciute sul piano sociale.

sunset

La cura è una prerogativa femminile?

Forse perché la cura è sempre stata prerogativa delle donne? E le donne sono state etichettate come “sesso debole” dalla società civilizzata sviluppata culturalmente sul mito della forza, sull’autonomia dell’individuo e sulla competizione come condizione necessaria per il progresso e il successo. Storicamente ha prevalso la logica della guerra, del timore verso l’autorità, della colpa del corpo, logica che ha governato in una società economicamente, culturalmente ed emotivamente dominata dal patriarcato. I sentimenti come tristezza, melanconia, rabbia, delusione, imbarazzo, senso di impotenza, fragilità sono stati colpevolizzati e ridicolizzati fino a rivoltarsi contro chi abbiamo imparato a considerare più debole o inferiore.
Cosi la cura, pratica e capacità attribuita alle donne dalla società degli uomini, è finita negli ultimi posti delle capacità utili alla società del progresso, al lavoro e al successo individuale. Il senso del limite è stato spazzato via dalla cultura del “no limits” dell’”uomo che non deve chiedere mai”, dal mito del workhaolic e dall’idea che per fare carriera bisogna avere “le palle”.
Così si è fatto strada, non solo sui campi di battaglia, ma anche sui luoghi di lavoro, lo stile autoritario, aggressivo, competitivo, dominante, facendo identificare gli uomini, fin da bambini, con questi modelli e stereotipi che di fatto sostengono la mancanza di empatia come qualità utile per chi mira a fare carriera.
Tutto questo ha veramente svalutato la realtà dei fatti: che siamo intradipendenti, che dipendiamo l’uno dall’altro e dalla natura in un unico sistema connesso e che nessuno può avere l’arroganza di pensare di non avere bisogno della cura altrui.
Con la pandemia è accaduto qualcosa di straordinario: i leader hanno iniziato a realizzare di essere vulnerabili e i manager a comprendere che la gentilezza e la cura sono importanti tanto quanto la fiducia e la motivazione.

donna con fiore

Costruire una nuova cultura della cura

Da qui urge costruire tutti insieme una nuova cultura di cura, necessaria a riparare le ferite di una comunità scossa e frammentata come la nostra.
Nelle organizzazioni, in questi due anni, le persone più empatiche e che si sono prese cura dei colleghi e delle colleghe, hanno fatto la differenza, sono stati i nuovi eroi. I loro superpoteri sono la dolcezza, l’ascolto, la pazienza, il rispetto dei tempi altrui.
Queste persone hanno saputo tenere insieme i gruppi sfilacciati dal lavoro remoto forzato, perché hanno speso tempo ad ascoltare le storie altrui con tutto il portato emotivo che le accompagnava.
Una parola gentile, una mail inviata pensando prima all’orario in cui la si manda, l’attenzione alle parole, uno zoom che inizia con “come stai?”, tutto questo può divenire cultura e abitudine appresa o ricadere nuovamente nei comportamenti adottati solo in emergenza. Ma è cura anche la capacità di fidarsi e affidarsi agli altri responsabilizzandoli. Sta a ognuno di noi prendersi la responsabilità delle proprie azioni, gesti e parole, sapendo che quello che facciamo o non facciamo, che diciamo o non diciamo, ha un impatto sugli altri, sulle loro energia e sulle loro emozioni e motivazioni. Questa attenzione e consapevolezza non hanno sesso, non sono capacità da attribuire al generare, ma sono qualità umane che ogni leader dovrebbe imparare a fare proprie per traghettare un paese, una città, una comunità o anche solo un piccolo gruppo in un domani sostenibile per tutti.

VALERIA CANTONI MAMIANI
IL LIBRO
VALERIA CANTONI MAMIANI

VALERIA CANTONI MAMIANI

è consulente filosofa, formatrice manageriale e autrice. Ha dato vita a Leading by Heart, progetto formativo che accompagna i manager a sviluppare uno stile di leadership inclusiva ed empatica. È presidente di ArtsFor, società di consulenza culturale e di sviluppo organizzato. È docente del corso Arte e Impresa all’Università Cattolica di Milano. Dal 2016 è membro del comitato artistico di Triennale Milano Teatro.
Nel 2021 ha pubblicato il libro Lingua, estetica della soglia (Fefé editore) e il saggio “Learning by heart: al di là del principio di volontà” nel volume Volontà. Esempi per fare, non fare, resistere e ottenere (ed. Fabbrica dei segni). Leadership di cura è il suo ultimo libro.

IL LIBRO
  • Titolo: “Leadership di cura” dal controllo alle relazioni
  • Autrice: Valeria Cantoni Mamiani
  • Casa Editrice: Vita e Pensiero
  • Prezzo: € 18,00
Leadership di cura
Posted in: Libri | Tagged: curare, donne, Leadership di cura, Pierluigi Celli, Valeria Cantoni, Vita e Pensiero

COLTIVARE IL CORAGGIO CON I FIORI DI BACH PER AFFRONTARE PAURE E ANSIE

Posted by carlab on 19 Marzo 2021 | Leave a response
paura di cadere

di Sergio Laricchia

Paura e ansia

Paura e ansia, sono due stati d’animo con cui spesso abbiamo a che fare, per una ragione o per l’altra. Nel tempo che stiamo vivendo sono quanto mai attuali, spaziando dalle paure immediate per un possibile contagio a quelle più distanti per l’incertezza legata alle proprie attività o al proprio lavoro. Queste emozioni possono avere diverse sfumature e gradi di intensità:

Timore
Ansia
Paura
Panico
Terrore
Orrore
Timore

è il sentimento provato a fronte di una situazione ambigua dalla quale ci si attende un piacere ma anche un possibile dolore, costituito anche solo dal mancato ottenimento del risultato sperato. Es. “domani aspetto Luca, ma temo che non verrà”.

Ansia

è lo stato d’animo in cui vi è sostanziale equivalenza tra l’aspettativa di un piacere e di un dolore, che crea un senso di attesa e conflitto. Es. “sono in ansia per l’esame: potrei diplomarmi ma anche fallire”.

Paura

è un’emozione provata in una situazione dominata dalla minaccia o dalla percezione di dolore (reale o immaginario, fisico o psichico, attuale o futuro) che induce al desiderio pervasivo di evitamento, di allontanamento o di fuga dalla fonte del dolore stesso. Es. “il bosco è in fiamme, ho paura, devo andarmene subito da qui!”.

Panico

è la condizione in cui l’intensità della Paura diventa travolgente, portando a una fuga irrazionale e insensata, nel tentativo di rifuggire la minaccia. Es. “i tifosi si sono fatti prendere dal panico, si accalcavano alle uscite dello stadio, cadendo gli uni sugli altri”.

Terrore

è una forma estrema di Paura in cui la fuga si rivolge all’interno di sé, portando ad uno stato di immobilità, paralisi, rigidità e riduzione della sensibilità. Es. “ero immobilizzata dal terrore di fronte a quel cane aggressivo”.

Orrore

è un sentimento in cui la Paura si fonde ad un senso di ribrezzo e repulsione, suscitato da un evento percepito come ripugnante e crudele sul piano fisico o morale. Es. “si sentivano inermi di fronte agli orrori della guerra”.

Leggi anche

Ansia, autostima e volontà: dai fiori di Bach un aiuto per migliorare l'equilibrio

paura nel bosco

I fiori di Bach per il coraggio, la tranquillità e la fiducia

Posto che è sempre opportuno farsi aiutare da un professionista qualificato, possiamo affrontare ansie e paure anche facendo appello ai fiori di Bach, archetipi floreali di stati d’Animo ai quali ispirarci, mentre ne assumiamo l’essenza, per evocare le nostre innate risorse e capacità di adattamento. Il Dr. Bach scriveva che non bisogna accanirsi contro le condizioni indesiderate, quanto piuttosto sviluppare la virtù opposta. Ad esempio, anziché cercare di non aver paura, è opportuno sviluppare il coraggio. Questo concetto è espresso anche nella Kabbalah, la mistica ebraica, in cui il Creatore rappresenta un infinito desiderio di dare piacere (anche detto “luce”) e la creatura un infinito desiderio di ricevere piacere (detto anche “recipiente”). Possiamo pensare dunque alla paura come al “recipiente” per il coraggio.

Esiste un intero gruppo di fiori che il Dr. Bach ha definito utili per la paura.

 

  • Chi prova paure definite (dei ragni, del buio, di volare, ecc.), è timido e tende all’evitamento può farsi ispirare da Mimulus per richiamare a sé la compassione verso chi, provando paure simili alle nostre, diventa lo stimolo ad osare per proteggerlo;

  • Chi ha paure vaghe e indefinite, presentimenti nefasti, può trovare in Aspen il simbolo della centratura su sé stessi;

  • Chi teme per la salute dei propri cari, preoccupandosene eccessivamente, può trovare in Red Chestnut il suo archetipo ed evocare la virtù dell’ottimismo e della fiducia;

  • Chi è preda del terrore, la paura “raggelante” che impedisci il movimento, può farsi ispirare da Rock Rose per risvegliare il proprio coraggio;

  • Chi ha paura di perdere il controllo, sentendosi trascinato dai propri istinti, può trovare in Cherry Plum il simbolo della padronanza e della maestria dei propri istinti.

Infatti, troviamo Rock Rose e Cherry Plum, insieme a Clematis – archetipo della dissociazione e del suo opposto, la presenza – nel composto pronto Resource Remedy (“Relax no Stress”).

Lo stato d’ansia, oltre che dal citato Aspen, è ben rappresentato anche da altri archetipi floreali a seconda delle manifestazioni:

 

  • L’ansia di anticipazione, la frenesia, l’impazienza, è incarnata da Impatiens, a cui ci si può ispirare per evocare la tranquillità e la pazienza;

  • Il tormento nascosto dietro una maschera di allegria è simboleggiato da Agrimony, la cui virtù è quella dell’apertura e dell’armonia;

  • Il pensiero ossessivo e la rimuginazione sono rappresentati da White Chestnut, archetipo anche della pace interiore e della calma.

fiori di Bach good night

Infatti, questi tre fiori li troviamo anche nel composto pronto Resource GoodNight (“Sonno Sereno”).

  • La paura di essere interiormente “sporchi”, “contaminati”, a volte accompagnata dal disprezzo per tutto o parte del proprio aspetto, è tipica di Crab Apple, archetipo anche della purezza e dell’accettazione.

fiori di Bach Harmony

Quest’ultimo, insieme ai citati Cherry Plum e Impatiens, è incluso anche nel composto pronto Resource Harmony (“Armonia Femminile”) a cui ci si può ispirare, in particolar modo, nei momenti di sensibilità legati al ciclo o alla menopausa.

  • La paura di non essere all’altezza, di essere inferiori agli altri è tipica di Larch a cui ci si può ispirare per evocare l’audacia;

  • La paura di dire di “no” è invece rappresentata da Centaury, simbolo anche dell’assertività;

  • La paura di fallire nuovamente e lo scoraggiamento sono l’aspetto “ombra” di Gentian, la cui “luce” è la fiducia.

Confidence fiorii di Bach

 

Questi tre fiori sono infatti inclusi nel composto pronto Resource Confidence (“Autostima e Fiducia”).

Per meglio focalizzare le virtù opposte, è utile ripetere mentalmente, ad ogni assunzione, le affermazioni positive che, per i composti pronti Resource, si trovano nel foglietto interno alla confezione.

Per approfondire, scarica qui l’eBook gratuito sui fiori di Bach.

 
 
 
Posted in: Corpo e mente | Tagged: angoscia, Bach, curare, equilibrio, fiori di bach, laricchia, natura, panico, stare bene, stress, terrore, timore

SARA PELLICARI, L’ARTE ANTICA DI CURARE LA PELLE RINNOVATA PER LE DONNE DI OGGI

Posted by carlab on 1 Dicembre 2018 | Leave a response

di Carla Barzanò

Dal lavoro nelle Farmacie aperte al pubblico, alle farmacie degli ospedali, fino alla creazione di creme naturali per la cura della pelle, il percorso di Sara Pellicari è guidato dalla passione, dall’interesse per la ricerca, dall’empatia e dalla vocazione alla cura.
Abbiamo raccolto la sua storia.

Gli inizi

Laureata in Farmacia Sara ha iniziato il suo lavoro nelle farmacie aperte al pubblico. Le mancava qualcosa. Così ha deciso di licenziarsi e specializzarsi in farmacia ospedaliera. Dopo un lungo percorso è approdata nelle farmacie degli ospedali, trovando un posto di lavoro fisso. È qui che ha iniziato a occuparsi di prodotti per la pelle, preparando creme e unguenti con l’intento di aiutare i pazienti debilitati a lenire i problemi cutanei causati dalla lunga permanenza a letto, spesso trascurati durante la degenza, anche per carenza di prodotti specifici offerti dalle case farmaceutiche.
Una fase positiva, vivace, ricca di sinergie con i colleghi, che le hanno permesso di concretizzare la passione per le preparazioni galeniche, parte integrante della sua formazione, tanto da trasmetterla anche ad altri, insegnando nei corsi per i tecnici di laboratorio.

Cambiare vita

La nascita della prima bambina, emiplegica, l’ha spinta licenziarsi per dedicarsi alla sua riabilitazione. Una scelta in un contesto sociale che non era d’aiuto. Qualcuno la giudicava depressa, rinunciataria. Ma dopo la seconda bambina Sara ha scelto di continuare a occuparsi interamente dell’educazione delle figlie e oggi non ha alcun rimpianto: quando le guarda si sente appagata, realizzata. Anche perché, al momento della prima gravidanza, aveva già 36 anni e tante esperienze concretizzate alle spalle, che le hanno permesso di affrontare i cambiamenti senza rammarico.

Imparare, sempre

Ha continuato a studiare. Le terapie per la riabilitazione della figlia, gli accorgimenti per nutrire la famiglia e dare una svolta al modo di mangiare. Dedicarsi a trasformare il cibo, per esempio, non le pare una cosa banale. Anzi: la rende felice. “L’importante” racconta “è non smettere mai di imparare, acquisire una mente scientifica, strumenti per leggere la realtà, aperture e competenze che consentano di vedere la vita con occhi sempre nuovi. Per questo, anche se non hanno la certezza di lavorare, le donne non dovrebbero mai rinunciare a studiare”.

Dai sogni alla realtà

Nel profondo Sara è rimasta farmacista. Ha sempre mantenuto la passione per il laboratorio, la trasformazione; l’aspirazione a occuparsi della cura della pelle.
Così, quando si è presentata l’occasione, ha partecipato a un concorso a Bolzano, presentando un business plan per un laboratorio di cosmetici che ha vinto il premio della critica. Successivamente si è reso disponibile uno spazio per creare il suo laboratorio e con l’aiuto del marito, farmacista specializzato nelle formulazioni galeniche, ha iniziato a preparare creme, fedele alla sua esperienza nella cura delle pelli alterate.

 

La qualità al primo posto

La richiesta di prodotti per la cura quotidiana, l’ha spinta a cercare nuovi principi attivi funzionali, efficaci per favorire l’equilibrio della pelle. Seleziona solo materie prime di elevata qualità, imballaggi compresi, di provenienza europea, tenendo conto della composizione, ma anche delle modalità di produzione, che secondo i suoi criteri devono essere rispettose dell’ambiente e delle risorse umane.
Con il sostegno del marito mette a punto formule originali, basate sulla sinergia di più sostanze naturali presenti nelle piante da cui ricava i sui prodotti. “Con la natura” racconta “ho dimestichezza fin da bambina, vengo da una zona rurale, ma occorre molta attenzione. Le formulazioni uniche, non standardizzate, devono rispettare rigorosamente i criteri di sicurezza e le direttive della Comunità Europea”. Nascono così creme essenziali, protettive, efficaci e piacevoli da utilizzare.
Il detergente, per esempio, contiene microsfere di cellulosa, biodegradabili, che con la pressione delle dita sul viso si sciolgono rilasciando vitamina E antiossidante. Il silicone artificiale, utilizzato spesso per dare una consistenza setosa alle creme, viene sostituito con una sostanza totalmente vegetale e biodegradabile, che ha proprietà analoghe. La crema all’echinacea “giorno e notte” è pensata per rendere la pelle più resistente, i prodotti protettivi per lo sport contengono orizanolo, ricavato dal riso, capace di contrastare i danni dei raggi solari.

 

Coltivare la bellezza

Sono prodotti che anche Sara usa ogni giorno, per coltivare quella bellezza naturale che scaturisce dall’interno. “Mi sento bella soprattutto se sono in pace con me stessa” ci confida. “Credo che ogni donna sia bella, indipendentemente dall’età, quando riesce a raggiungere questo stato di pacificazione che proviene dalla conoscenza, dall’accettazione e richiede una riflessione continua.”
“Certo, i rituali di ogni giorno per la cura del corpo sono di sostegno” prosegue Sara. “Oltre al movimento e al buon cibo, che curo in modo particolare, non rinuncio al mio latte detergente speciale e alla crema, che mi offrono l’occasione per osservarmi e venire in contatto con me stessa. Anche un peeling ben fatto può rendere la pelle luminosa, soprattutto se è accompagnato da un peeling simbolico, che aiuti a liberarci dagli schemi mentali troppo rigidi e dalle cose inutili…”

Per informazioni

 

info@aslabor.it

Posted in: Storie di vita | Tagged: allettati, arte antica, case farmaceutiche, colleghi, creazione, creme, cura, cura pelle, curare, cutaneo, cute, debilitati, donne di oggi, empatia, farmacia aperta al pubblico, farmacia ospedaliera, farmacie, farmacie aperte al pubblico, farmacie pubbliche, fase positiva, formazione, galeniche, interesse, laureata, lavoro, lavoro fisso, letto, licenziarsi, lincenziarsi, lungo percorso, mancanza, mancava, occuparsi, ospedale, ospedali, passione, pazienti, pelle, pelle rinnovata, percorso, preparazione, prodotti, ricca di sinergie, ricerca, sara pellicari, specializzarsi, storia, trascurati, unguenti, vivace, vocazione

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