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covid

I COME INQUIETUDINE

Posted by carlab on 11 Luglio 2021 | Leave a response
INQUIETUDINE

di Tiziana Luciani

Questo lungo periodo di pandemia ci ha lasciato addosso un sentimento inquieto del vivere che ci porta a chiederci: ma cosa è l’inquietudine? La immagino come una emozione di fuoco che, come quell’elemento, può scaldare e cuocere, ma anche bruciare e distruggere. A voi chiedo: è buona o cattiva, l’inquietudine? Fa bene o male? Dipende…C’è un’inquietudine che ci domina, come accade a Karen protagonista della favola “Scarpette rosse” di H.C. Andersen, costretta da quelle scarpe, tanto desiderate, a danzare senza requie sino a morirne, e una che all’opposto ci aiuta a rinascere, come racconta Sant’Agostino nelle “Confessioni” quando, come successe a lui, dall’ “inquietudo”, riusciamo ad accedere alla “beatitudo”.

Quale è la vostra inquietudine, quella di Karen o quella di Agostino? Temete e rifiutate quest’ emozione, o invece ne avete sperimentato le qualità positive e quindi sapete come farne una vostra alleata? A questo tema ho dedicato un libro: “I come inquietudine” ultimo uscito della collana “Alfabeti per le emozioni”, edita da Cittadella Editrice, di Assisi. Ho iniziato a lavorarci nell’estate del 2019, prima della pandemia, ed è uscito due anni dopo nell’estate 2021. Scrivendolo sono passata dal riferirmi ad inquietudini molto personali, per poi collegarmi a quelle che, a livello mondiale, stavamo attraversando. La stesura del testo mi ha fatto compagnia durante il lockdown, ha lenito momenti di sconforto, di solitudine e di incertezza. Scrivere dell’inquietudine mi ha aiutato ad affrontarla. Ho contattato i colori che la suscitano e quelli che la possono contenere, fra questi il verde acqua che tinge la copertina del libro, non a caso. Molte sono le fiabe e le favole che la narrano, perché eroine ed eroi sono mossi dalla propria inquietudine e grazie a quella emozione scomoda si attivano, per affrontare le loro eroiche imprese. Tante sono le poesie che la evocano, e che costellano le pagine del libro. Sull’inquietudine hanno scritto memorabili versi Eluard, Ungaretti, Manzoni, Foscolo. All’inquietudine ha dedicato un fondamentale testo Fernando Pessoa: “Il libro dell’inquietudine”, appunto, di cui troverete alcune frasi memorabili citate nel libro. Leggendo “I come inquietudine” verrete insieme con me sulla “Scala della Vita”, rappresentazione che appartiene al repertorio iconografico dell’arte popolare e che ci aiuta a capire come si declina l’inquietudine nelle diverse fasi della nostra vita, dall’infanzia alla vecchiaia.

scala della vita

Condividerò con voi l’inquietudine che mi prende quando in profumeria mi fanno gentilmente omaggio di campioncini di creme tutti “per pelli mature”, e ciò mi induce, appena possibile, a guardarmi allo specchio per controllare se così tanto si nota il gradino della “Scala della Vita” in cui attualmente mi trovo! Per scrivere il libro ho affrontato tre inquietudini potenti: quella che pervade le storie d’amore, e che anche nei momenti più luminosi di una relazione si acquatta in una zona d’ombra del nostro cuore, pronta a scattare, quella che ci fa dolorosamente rifiutare i distacchi da una persona, da una fase della vita, da un luogo, dall’esistenza stessa. Quella che ci fa temere d’essere imperfetti, sbagliati, inadatti, per sempre anatroccoli e mai e poi mai cigni. Un balsamo all’inquietudine sono da sempre i viaggi. Lo stesso Sant’ Agostino, scrive: “Dove, via dal mio cuore poteva fuggire il mio cuore?” Così parte e: “Dal borgo di Tagaste me ne venni a Cartagine”. In “I come inquietudine” ho immaginato che autori e autrici, che molto hanno viaggiato, possano venire a trovarci in casa per indurci a lasciarla. Bruce Chatwin, R.L. Stevenson, Anaïs Nin, Vita Sackville West e Goethe, tutti/e lì per noi, a domicilio, per motivarci a questo potente antidoto all’inquietudine: il viaggio. Nel testo si riflette sulle conseguenze emotive della pandemia, sull’allenamento alla friabilità che il Covid-19 ci ha imposto, su come questi severi insegnamenti possano comunque tornarci utili. Il libro è corredato da proposte pratiche di attività espressive, di facile realizzazione, che si possono fare in casa, perché elaborando un’immagine creativa con i colori, il collage e l’assemblage, l’inquietudine da nemica può trasformarsi in amica. Per dedicare, come giusto che sia, tempo e attenzione a questa emozione rivoluzionaria.

i come inquietudine
I come inquietudine
Tiziana Luciani
I come inquietudine
  • di Tiziana Luciani

  • Assisi, Cittadella Editrice 2021

  • Euro 12,50

Tiziana Luciani

Tiziana Luciani

 

Sono una psicologa-psicoterapeuta, arte terapeuta clinica e docente della Scuola di formazione per arte terapeuti de La Cittadella di Assisi. Mi occupo di formazione degli adulti dal 1980 nell’ambito: sanitario, sociale, educativo. Giornalista-pubblicista ho fatto parte delle redazioni delle riviste: Cooperazione Educativa e Amica Sofia. Fra gli ultimi libri pubblicati: Se perdo te. Quando il lavoro manca, in collaborazione con Giovanni Grossi (Pliniana, 2013), E corrono ancora. Storie italiane di donne selvagge (Frassinelli, 2014), Eroine ed eroi in corso (Carthusia, 2021), Che forza! Con le illustrazioni di Bimba Landmann (Carthusia, 2021). Lavoro a Perugia, Milano, Roma.


Posted in: Libri, Storie di vita | Tagged: Anderson, covid, inquietudine, le confessioni, lettura, libri, psicologia, Sant Agostino, scala della vita, stare bene

PAURA UNA PRIGIONE DA TRASFORMARE E…

Posted by carlab on 23 Marzo 2021 | Leave a response
paura finestre

di Pierluisa Robecchi

Nel 2020, la pandemia di Covid-19 ha dato uno scrollone a tutte le nostre certezze, abitudini e stili di vita, generando un continuo stato di paura. Sentimento nuovo, soprattutto nel nostro mondo benestante di paesi industrializzati, perché nei paesi dove guerre, fame e migrazioni sono pane quotidiano, la paura è, purtroppo, una emozione costante che segna la sopravvivenza di molte persone.
Se analizziamo l’etimologia della parola “paura”, scopriamo che deriva dalla radice indoeuropea “pat” che significa “percuotere, colpire”. Anche la radice greca “palo” e quella latina “pavot”, hanno lo stesso significato di “percosso, abbattuto”. La paura è perciò generata dall’”essere colpiti”, di norma da un pericolo che attacca la sopravvivenza individuale e della specie.
Un’emozione necessaria a tutti gli organismi, dai più semplici alla specie umana, per reagire e affrontare i pericoli che possono minacciare la sopravvivenza ma che può, se prolungata nel tempo, causare un logoramento sempre maggiore, uno “stress”, in grado di minare le funzioni del sistema immunitario e quelle di tutto il corpo.

…un’opportunità per vivere con gioia e creatività

Dunque il nostro corpo risponde in maniera perfetta a tutte le sollecitazioni. E anche la paura fa parte degli strumenti per riportare in equilibrio ogni funzione e sistema. Ci sono specifiche aree cerebrali che aiutano ad interpretare la minaccia e a dare una informazione a tutto il corpo perché risponda adeguatamente e con giusta discriminazione.

mente
Paura e Cervello
Paura e Cervello

Cosa succede, a sommi capi, nel cervello quando proviamo paura?
Responsabile di questo “condizionamento alla paura” è l’Amigdala, un insieme di nuclei nervosi del cervello a forma di mandorla, che permette a tutto il corpo di entrare in uno stato di allerta per rispondere al bisogno di sopravvivenza. 


Grazie all’Amigdala una minaccia, generando paura, innesca una reazione a catena che attiva tutti i sistemi e organi coinvolti nella funzione cosiddetta di “attacco-fuga” attraverso il rilascio degli ormoni dello “stress”, ovvero cortisolo e catecolamine, tra cui l’Adrenalina e la Noradrenalina. Il corpo reagisce quindi attraverso: dilatazione delle pupille, respiro accelerato e irregolare, aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa sistolica, aumento dell’apporto di glucosio e del flusso ematico muscolare e renale, mentre alcune aree del sistema gastrointestinale si vaso costringono e riducono la loro attività.


Tutto il corpo si prepara ad affrontare il pericolo. Anche altre parti del cervello, come l’Ippocampo e la corteccia prefrontale, aiutano ad interpretare la minaccia percepita e quindi a elaborare una risposta adeguata allo stimolo.

Ma affinché questa reazione, di per sé “sana”, non si trasformi in un pericolo, anzi possa diventare una opportunità per vivere con gioia e creatività, è necessario che la nostra mente sia in pace ed equilibrata e possa valutare e interpretare attraverso i sensi ed il discernimento, trovando ogni volta una soluzione adeguata.
Se non lo è, non solo si incorre in tutti i rischi di uno “stress” prolungato ma si può alterare persino la percezione dei sensi.

La paura fa 90
La paura fa 90

In alcune scritture dello yoga l’alterazione sensoriale indotta da una paura eccessivamente ansiosa, viene resa con l’esempio dell’uomo che non avendo più una mente attenta e focalizzata, scambia una fune ritorta sul terreno, per un serpente velenoso, procurandosi un grande spavento e sottoponendo inutilmente il proprio corpo allo stress della reazione “attacco-fuga”.

Parola d’ordine: superare il senso di separazione

Una via per mantenere discernimento e mente libera dalla paura la indica Gurumayi (1), il guru vivente del Siddha yoga che, al di là della neurologia, dà una interpretazione più “sottile” di come sorge in noi la paura:
“La paura sorgerà nell’uomo, che pur possedendo il discernimento, veda la purché minima differenza fra sé e l’Assoluto, il Brahaman infinito. Questa differenza si percepisce solo per ignoranza.”(2)
e ancora:
”Subito, quando si percepisce una separazione fra l’anima individuale e l’Anima suprema, la paura sorge in questo spazio. Mentre, quando l’unione fra anima individuale e anima suprema è tranquilla ed imperturbabile, c’è sicurezza totale, c’è allegria assoluta e un sentimento di dolci benedizioni e splendore, abbraccia tutto.”(1)
Difficile? In realtà ciò che vuole comunicare Gurumayi con queste parole, è molto semplice: invita a bandire la percezione di sentirsi divisi dal resto del mondo, di sentirsi distaccati, estranei, diversi… e a lavorare invece su un sentimento di appartenenza, condivisione, connessione con l’umanità e la Natura intera.
Quando ci sentiamo separati dal mondo che ci circonda e che vive in noi, ci separiamo dagli altri uomini e donne e dalla natura stessa. La separazione porta a difendere i propri confini, ad aver paura di essere invasi, anche dai virus… Abbiamo paura del diverso, per esempio del migrante, o di un animale, tutto è potenzialmente un nemico che attacca la nostra sicurezza ed incolumità.
Ci dimentichiamo che siamo tutti costituiti da un’unica materia, una stessa “anima universale”, allora sorge la paura, l’insicurezza.

universo
Le emozioni sono “energie” dell’universo
Le emozioni sono “energie” dell’universo

Le scritture dello yoga ci dicono che le emozioni non sono una nostra specificità: appartengono all’Universo e alla sua ”energia” universale, detta Shakti. Esistono da sempre, pervadono lo spazio, sono una sorta di “informazioni” necessarie in natura per poter, come nel caso della paura, garantire la sopravvivenza. Per questo non sono a priori buone o cattive. Le scritture avvertono tuttavia che alcune emozioni, come la collera, l’invidia e la paura stessa, possono diventare dei veri e propri nemici della nostra mente e del nostro corpo. Concentrare la nostra attenzione stabilmente su di esse porta l’essere alla disarmonia sia fisica che psichica. Altre emozioni al contrario, come la gioia, l’entusiasmo, l’allegria, l’essere appagati, sono vantaggiosi per tutto il nostro essere e ci aprono ad esperienze sempre più armoniche e positive che influenzano tutti gli eventi della nostra vita.

Quindi è proprio questo senso di separazione, per il pensiero orientale, il serbatoio di tutte le sfumature della paura.

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No alla tirannia della paura

Tutti i maestri, (nonché la moderna psiconeuroendocrinoimmunologia), concordano che vivere costantemente nella paura, senza affrontarla con nuove soluzioni per risolverla, può ridurre la nostra mente in schiavitù, attaccare il corpo e distruggerne il corretto funzionamento. Se l’emozione della paura è uno strumento in natura e nell’essere umano necessario alla sopravvivenza, protratta a lungo nel tempo, senza soluzioni che la trasformino, paralizza l’evoluzione, blocca la creatività. Attacca il corpo depauperandolo dell’energia che sostiene la vita. Non a caso, anche nella medicina Cinese si dice che la paura attacca il Rene, che rappresenta, in quell’ambito, l’organo-funzione depositario dell’energia “ancestrale”, ovvero della forza vitale ereditata sia dalla specie che dai nostri genitori. In esso, tra l’altro, sarebbe depositato anche il tessuto originario del nostro sistema Immunitario.
La paura può anche mascherarsi trasformandosi in altre emozioni. Molto spesso diventa odio, collera incontrollata e distruttiva verso l’oggetto o l’evento che la genera. (Esempi ne sono tutti i femminicidi!). Se invece è rivolta verso noi stessi, può manifestarsi con la percezione di un senso di inadeguatezza, di non essere all’altezza della situazione o del confronto con gli altri e generare timidezza, insicurezza, difficoltà nell’azione creativa, base per una vita gioiosa. Ancora una volta la percezione è di separazione, isolamento, dolore.


Per non soccombere alla “tirannia” della paura alcuni semplici consigli possono aiutarci.


Con essi proviamo a superare tutte le limitazioni imposte nella nostra vita da questa emozione.

buddha

Affrontare la paura: consigli pratici

PRIMO

  • Non scappare dalla paura, non ignorarla, se la provi va affrontata subito. Fermati e riprendi contatto con il corpo, focalizzando l’attenzione sul respiro. Già solo quest’azione, calma la mente e le impedisce di creare scenari catastrofici che alimentano questa emozione. Se puoi, assumi la posizione della montagna, o senti i tuoi piedi ben radicati e a contatto della forza della Terra. In un attimo sii consapevole di assorbirla: ora non sei più “separata” e hai una grande alleata al tuo fianco! Ti sta aiutando a sentire il tuo vero Fondamento: l’Essere infinito, di pace di armonia, in unione con il tutto, che è sempre presente in te.
  • Attraverso di Esso, guarderai “con occhiali diversi “l’oggetto o l’evento che ti scatenano la paura. Pian piano smetterai di emettere le vibrazioni dissonanti della paura e comincerai a sostituirle con la percezione di quelle d’amore, di gioia, di sicurezza.

(Nei miei vagabondaggi solitari per le montagne, a volte mi è capitato di fare i così detti “cattivi incontri “. Un animale aggressivo, infastidito dalla mia presenza, oppure persone che avrei preferito non incontrare. Ho imparato a focalizzarmi sul respiro per riportarlo calmo e naturale, ho potuto sentire così il mio fondamento fisico-spirituale e ho cominciato ad inviare un raggio di amore e di pace verso il cuore dell’altra persona o dell’animale. Per prima cosa, il mio corpo cambia, comincia a svanire la tensione sviluppata dalla reazione di fuga. L’atteggiamento diventa nei gesti più aperto nei confronti dell’altro. Spesso finisce, per esempio con un cane imbufalito, il suo abbaiare furioso si smorza, l’animale si avvicina con molta meno aggressività, fino a quando comincia a scodinzolare. Oppure con una persona si riesce a scambiare un sorriso e un augurio di buona giornata.)
Dalla separazione e dal contrasto, si riesce a tornare ad essere strumenti viventi di condivisione, di scambio, favorendo emozioni edificanti di pace e di gioia.

SECONDO

  • Dividi un foglio in tre parti. -Nella prima scrivi cosa, chi, o l’evento che crea in te paura. (dal timore di perdere il lavoro, di ammalarsi o che si ammali una persona cara, sino alle piccole paure quotidiane).

    -Nella seconda parte del foglio scrivi tutte le risorse che hai o puoi sviluppare per risolvere questo stato limitante.

    -Nella terza parte del foglio descriviti completamente libera da quella paura e visualizza tutti gli eventi positivi che ne conseguono. Per alcuni giorni focalizzati su questa visione e percezioni nuove.
  • Evita di focalizzare la mente sulla paura, invece sviluppa la fiducia incrollabile che in te ci sono le risorse necessarie a trovare nuove soluzioni per superarla.
  • Al mattino, appena sveglia, e durante la giornata ripeti di tanto intanto, con attenzione e sentimento, una frase positiva che rinforzi il tuo intento (esempio: “ sono libera da ogni paura, piena di gioia, sicurezza, pace”)
  • Impara a separare le situazioni di pericolo reale, da quelle generate dal rimuginare continuo della tua mente. (ricorda l’esempio della corda scambiata per serpente!)
  • Ascolta spesso i due sonori delle pratiche
Pratica di meditazione 1
http://www.letrasformazionidelladonna.it/wordpress/wp-content/uploads/2021/03/WhatsApp-Audio-2021-03-09-at-12.36.45-MP3.mp3
Pratica di meditazione 2
http://www.letrasformazionidelladonna.it/wordpress/wp-content/uploads/2021/03/WhatsApp-Audio-2021-03-09-at-15.15.20-MP3.mp3
Bibliografia
  1. “Valentia y contentamiento” Charlas sobre la vida espiritual – Gurumayi Chidvilasananda – Ed. Sidda Yoga Dham de Mexico
  2. “ Viveka Chudamani” – il gioiello della discriminazione, testo filosofico – maestro Shankaracharya – secolo ottavo
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RESPIRARE…CON IL CUORE

Posted by carlab on 11 Febbraio 2021 | Leave a response
donna che respira

di Fiorenza Zanchi

Il respiro. La forza che tiene in vita il corpo, che sostiene la vita. Così naturale che normalmente neppure lo percepiamo. Ma in questo momento al centro dell’attenzione a causa del Covid-19 la patologia che ha cambiato i nostri giorni obbligandoci, tra l’altro, proprio a controllare il respiro, a divenire consapevoli della sua capacità di “portare il mondo in noi e noi nel mondo”. Ecco un percorso per riscoprirne il senso.

Crescere nonostante le difficoltà

 Un abbraccio, un bacio, anche solo una stretta di mano sono diventati “tabù”, perché avvicinano troppo: la bocca e il naso vanno coperti per non incontrare il respiro altrui.
In questa sorta di sterilizzazione dei rapporti imposta da SARS-CoV-2 ,
riuscire a “dare un senso” a ciò che sta accadendo aiuta a non arrendersi alla desolazione delle lontananze e della mancanza di contatto e può trasformare questa prova in una occasione di crescita.

buddha che respira

Chakra, l’universo in noi

I simboli, come quelli dei chakra, i centri di energia dell’antica disciplina Yoga che racchiudono e descrivono i diversi piani della realtà(1), possono aiutare, attraverso le analogie suggerite proprio dalla necessità di contenimento del nostro spazio di respiro, dalla paura e dall’impossibilità di scambio, dalla stessa difficoltà a respirare…

A partire dal chakra cui pare relata questa funzione.
Anahata chakra: localizzato nel cuore, al centro del torace e correlato all’elemento aria: centro del respiro e centro dell’Amore, della virtù e della saggezza (2). La “dimora della misericordia”, della “pietas”, dove alita Pavana, signore del vento: soffio, respiro, spirito vitale.
Essere in Anahata significa sviluppare quella che il Shatchakra Nirupana chiama misericordia e il Dalai Lama compassione: “l’unica via contro la rovina collettiva”.

“L’autentica compassione è un sentimento onnicomprensivo che si estende a tutti: agli amici come ai nemici. “(3)

Non il sentimento e lo stato mentale dominante oggi.

Anahata è in pericolo ?

Dunque è questo il chakra che sembra essere il centro della crisi di questo periodo così difficile che stiamo vivendo, il centro della prova che stiamo affrontando.

Simbolo di equilibrio ed Empatia (ἐν, “in” e –πάθεια “sofferenza”: patire, soffrire, sentire dentro, essere nella stessa sofferenza) profonda, contatto intenso con l’altro, proprio quel contatto che ora pare negato.

Simbolo di quel salto di consapevolezza che, anche dal punto di vista fisico, elevandoci al di sopra del diaframma nel regno aereo dei polmoni, ci consente di abbandonare il mondo viscerale, ovvero per analogia ma non solo, anche per neurofisiologia, il mondo delle pulsioni incontrollate che ci dominano, per entrare in un luogo aereo più leggero e sottile, dove anche la volontà consapevole gioca la sua parte, portando dal dominio dei visceri a quello dello spirito/psiche.

respiro flebile

Se il corpo cambia, lo spirito cambia, l’universo cambia(4)

In Anahata si cambia, si “cresce”. Ci si solleva al di sopra di Manipura, il chakra precedente collocato al centro dell’addome, il cui elemento è il fuoco, la “pienezza dell’energia”(5) ma capace di costringere sotto il diaframma, prigionieri di una visceralità cieca che guida l’agire, se in Manipura prevale, con Rudra il distruttore, il fuoco delle passioni viscerali, della rabbia, dell’aggressività, dell’Ego che regna sovrano (5).
“Rabbia, aggressività, ira sono il prodotto di menti nevrotiche e infelici” (6)
“La maggior parte degli esseri umani, oggi, è imprigionata nella trappola infernale dell’Ego”(7).

Un’aria “irrespirabile”

Nei simboli è come se questo virus obbligasse a toccare con mano come il mondo viscerale, l’Ego chiuso in sé stesso in balia del suo “fuoco” magmatico, possa diventare “una trappola infernale”, rendere l’aria irrespirabile.
Basta pensare come è dura la nostra società, in particolare, ma non solo, con le nuove generazioni stritolate da un ingranaggio senza “compassioni”, costrette a scontrarsi ogni giorno con un mondo di spietata competizione dove il Cuore è il grande assente e si vive realmente in una Apnea continua per l’ansia e l’incertezza del domani.  Anahata si chiude. Lo spirito, il respiro si chiude. E …
 – fa sperimentare come questa chiusura sia solitudine, separazione dal mondo, mancanza di libertà, sofferenza…
– suggerisce di ampliare la nostra capacità di mettere una maggiore consapevolezza al di sopra di tutti i riflessi viscerali che normalmente guidano la nostra respirazione e la nostra vita, per la maggior parte del tempo.  
– invita ad avviare il processo di “trasformazione” del nostro stato mentale, delle emozioni grossolane e viscerali in un sentimento di consapevolezza, di attenzione, di apertura al mondo, di superamento della paura.

Salire ad Anahata, aprire il cuore

Che significa non sentirsi in balia degli eventi e non rinunciare ad aprire il cuore, anzi fare rete più che mai e creare sempre più spazi di comunicazione, non chiudersi al mondo ma ampliare i propri orizzonti, senza rinunciare alla prevenzione della virosi, ma cercando nuove soluzioni di comunicazione.

Significa amare il mondo che ci circonda:
– incrementando gli stili di vita che migliorano le condizioni dell’ambiente, l’alimentazione sostenibile, il produrre meno scarti possibile, consumare meno e inquinare meno, usare l’energia (luce, gas, acqua…) con parsimonia…
– occupandoci di persone più fragili, magari il vicino di casa, anche solo usando il telefono per scambiare una parola di conforto…
– non rinunciando mai alla cura di sé, all’attività fisica, anche solo una bella passeggiata tutti i giorni, cercando luoghi tranquilli..
Tutte cose che si possono fare.
L’importante è non chiudersi nel proprio mondo, non isolarsi nel proprio io ma, nel vero senso della parola, fare un respiro profondo e aprire il cuore.

apnea
BIBLIOGRAFIA
BIBLIOGRAFIA

(1)F.Zanchi – “Introduzione” in: “I Chakra – l’universo in noi”
Albanese-Cella – Zanchi – ed. Xenia
(2)F.Zanchi- “Se il corpo cambia lo spirito cambia- Yoga e medicina a confronto” in: “I Chakra – l’universo in noi” Albanese-Cella – Zanchi – ed. Xenia
(3)Dalai Lama intervista – espresso.repubblica.it>cultura> 2015/01/05
(4) Aforisma Yoga
(5)C.G.Jung – “Commento psicologico sul Kundalini Yoga” in: L’immaginale –

rassegna di psicologia immaginale – 6 – anno 4° Aprile 1986
(6) Dalai Lama – discorso alla consegna del premio Nobel per la pace 1989
(7)F.Lamendola LA TRAPPOLA DELL’EGO – Accademia Adriatica di Filosofia
2 mar 2018 — Francesco Lamendola. Articolo d’archivio.

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MANGIARE BENE PER AIUTARE LE DIFESE IMMUNITARIE

Posted by carlab on 18 Gennaio 2021 | Leave a response
aurora boreale

In questo periodo il sistema immunitario è messo alla prova. Un menu allegro, colorato, ricco di ortaggi e frutta, con una quantità equilibrata di grassi e proteine, è d’aiuto per sostenerlo. Ecco alcuni suggerimenti.

Varietà al primo posto: l'unione fa la forza

Ciò che mangiamo e beviamo influenza in modo significativo il sistema immunitario. L’effetto protettivo non è da ricondurre a un’unica sostanza, alimento o bevanda, ma a un’ orchestra di ingredienti e principi nutritivi. La varietà merita quindi il primo posto.

Un connubio di principi nutritivi

Diverse vitamine, fra cui quelle del gruppo B, la vitamina A, la vitamina C e la vitamina D, hanno un ruolo importante per mantenere l’integrità delle cellule, prevenire i processi infiammatori, regolare la produzione di anticorpi. Per conservare le difese immunitarie entrano in gioco poi diversi minerali, fra cui zinco, ferro, e selenio. Importanti sono, inoltre, le proteine e i grassi.

vegetali

Il ruolo di fibre e flora batterica

Nel cocktail che protegge il sistema immunitario non devono mancare le fibre, indispensabili per la salute della flora batterica intestinale. Il 70% delle cellule del sistema immunitario è collocato nell’intestino e ci difende da ospiti e sostanze indesiderabili. La flora che lo popola, a sua volta, ne regola in modo significativo le funzioni. Ortaggi, frutta, cereali integrali, legumi e cibi fermentati hanno un effetto positivo sul suo equilibrio.

Né troppo né troppo poco

Se varietà e qualità sono fondamentali, conta anche la quantità. Recenti ricerche, svolte per indagare il ruolo del menu nella prevenzione e nella cura del Covid 19, hanno confermato che un’ alimentazione sovrabbondante e sbilanciata favorisce una forma di infiammazione cronica, a sua volta correlata a un maggior rischio di contrarre la malattia e a un decorso più difficile.
D’altra parte, anche la carenza di principi nutritivi e/o un’eccessiva magrezza riducono le nostre capacità di difesa.

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Valorizzare la semplicità

La strategia migliore per creare una sinergia protettiva è adottare un menu semplice, ricco di cibi freschi, poco lavorati e raffinati, cucinati in modo delicato. Alcune spezie e erbe aromatiche aiutano a rendere le ricette più gradevoli, stimolano l’appetito e la digestione, rafforzando l’effetto antinfiammatorio e la sensazione di appagamento che hanno un effetto benefico sull’intero l’equilibrio del corpo e della mente.

Accorgimenti che aiutano le nostre difese
Accorgimenti che aiutano le nostre difese
  1. Consumate ogni giorno almeno 5 porzioni fra frutta e verdura, fresche e di stagione. Scegliete nell’arco della settimana varietà e colori diversi, per godere a pieno dei differenti principi attivi protettivi presenti.

  2. Favorite cereali integrali provenienti da coltivazioni biologiche e cambiate frequentemente la varietà alternando mais, grano saraceno, riso, miglio, avena; farro, segale. Usate orzo, frumento e segale solo se non soffrite di intolleranze al glutine.

  3. Utilizzate quotidianamente accanto al buon olio extra vergine d’oliva almeno 30 grammi di frutta oleosa, in particolare, in inverno, noci.

  4. Aggiungete a ogni pasto una fonte proteica: legumi, uova, latticini, pesce e carne magra (se non siete vegetariane) in alternanza fra loro.

  5. Bevete adeguatamente acqua di qualità, non nelle bottiglie di plastica, eventualmente in forma di infusi e tisane

cavolo verza

Crauti fatti in casa

Il cavolo è naturalmente ricco di vitamina C, fibre e altri principi attivi secondari salutari. La fermentazione lo arricchisce di batteri probiotici, utili per l’intestino, e lo trasforma in un delizioso condimento per le verdure crude. Ecco una ricetta di antica tradizione per provare a fare i crauti in casa. Utilizzatene ogni giorno due tre cucchiai aggiungendoli, senza cuocerli, alle insalate e ad altre verdure crude, in sostituzione o in abbinamento ad aceto e succo di limone.

Ingredienti:

  • un piccolo cavolo verza, preferibilmente da coltivazione biologica
  • bacche di ginepro
  • semi di senape e di cumino come desiderato
  • 2-3 foglie di alloro
  • 3-4 cucchiai di sale grosso

Preparazione:

1. Togliere

Togliete le foglie esterne più dure del cavolo, lavate il cuore e riducetelo in 4 parti. Lavatele bene.

2. Eliminare

Eliminate la nervatura centrale (mettetela da parte, insieme alle foglie esterne, per una minestra).

3. Tagliare

Tagliate il resto molto sottile e raccoglietelo in una ciotola capiente di terracotta. Aggiungete il sale.

4. Premere

Con le mani ben pulite, chiuse a pugno, premete energeticamente il cavolo, a più riprese, per circa 10 minuti. Lascerà fuoriuscire del liquido: più è, meglio è.

5. Lavorare

Lavoratelo altri 5 minuti con le mani, premendolo ripetutamente. Unite senape, bacche di ginepro, cumino e mescolate.

6. Trasferire

Trasferitelo in un grande vaso di vetro sterile, unite l’alloro e tutto il liquido fuoriuscito, che dovrebbe coprirlo.

7. Chiudere

Chiudete il recipiente con un pezzo di stoffa pulita e fermatela con spago da cucina.

8. Tenere

Tenete il vaso al riparo dal sole, a temperatura ambiente, e rimestate il contenuto con un cucchiaio di legno 2-3 volte al giorno. Occorrono circa 10 giorni per completare la fermentazione.

9. Conservare

Quando il gusto acido ha raggiunto un’intensità gradevole, chiudere il recipiente e mettete i crauti in frigorifero prelevandoli man mano che vi servono.

Posted in: Cibo e Benessere, Suggerimenti | Tagged: aceto, cavolo verza, condire, covid, crauti, cucina, difendersi con il cibo, difese immunitarie, fermentare, influenza, limone, mngiare bene, probiotici, ricett, ricette sane, sapori, soluzioni culinarie, stare bene, verza

LA CAPACITÀ DI CAMBIARE

Posted by carlab on 23 Aprile 2020 | Leave a response
ballerina orizzonte

Ballerina e maestra di ballo, Maria Cira si è trasformata in una piccola imprenditrice per realizzare, con l’aiuto di 7 collaboratrici, abiti e costumi per la danza e il teatro. Prodotti sartoriali, confezionati con stoffe eleganti e leggere, luccicanti di lustrini, quando necessario, confezionati su misura. Un’attività frenetica, di solito, in questi mesi di saggi, feste, eventi teatrali. Ma in questo momento di emergenza nel laboratorio artigianale era calato il silenzio. Finché Maria ha deciso di cambiare organizzando a tempo di record un percorso per realizzare le richiestissime e necessarie mascherine protettive. Oggi nel suo laboratorio è tornata la vita. Le mascherine prendono forma incessantemente e sono disponibili anche on line. A prezzi calmierati. Francesca Vitelli ci racconta la storia di Maria.

di Francesca Vitelli

Una imprenditrice creativa

Le situazioni eccezionali richiedono decisioni eccezionali, è così che è accaduto per Maria Cira Iacomino, ballerina, coreografa e imprenditrice. Dalla scuola di ballo gestita con la sorella Antonella alla sartoria artigianale di tutù e costumi da ballo il passo è stato breve. Mai soddisfatta di tutù e costumi disponibili sul mercato Maria Cira ha iniziato a disegnarli e realizzarli su misura, quando ha capito che uno spazio poteva esserci ha deciso di avviare una piccola sartoria artigianale. Oggi con lei lavorano sette donne a cui si rivolgono scuole di danza, ballerine, ballerini, pattinatrici e ginnaste. Anche quando la richiesta prevede un numero consistente di body, tutù, borse, il prodotto rimane sartoriale mantenendo le sue caratteristiche artigianali. In questo periodo – da marzo a giugno – da Palcoscenico, in condizioni non pandemiche, ci sarebbe stato un gran da fare, è il periodo in cui le scuole di danza organizzano il saggio di fine anno: tutù, costumi, scarpe e calzamaglie in quantità da modellare, tagliare, cucire e rifinire.

costumi
mascherine
mascherina
maschera protettiva


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Resilienza e capacità di comprensione

Non scoraggiarsi davanti alle emergenze

L’inaspettata emergenza sanitaria ha stravolto ogni cosa e fino a qualche giorno fa nella bottega dei lustrini e del tulle ha regnato il silenzio, un silenzio carico di preoccupazione, tristezza e assenza. Tutto fermo, tutto chiuso, i saggi di fine anno sfumati insieme con il resto della vita “normale” , quella che conoscevamo. Dopo due settimane di chiusura, però, Maria Cira ha preso una decisione: riaprire riconvertendo la produzione, da tutù a dispositivi di tutela per la salute, mascherine in tessuto, non tessuto impermeabile, lavabile e confezionato secondo quanto previsto dalle autorità preposte.
La decisione l’ha presa valutando due aspetti: contribuire allo sforzo collettivo di produrre un bene necessario per la salvaguardia della salute difficile da reperire e salvare la sua azienda. Se avesse avuto qualche remora le è passata assistendo ai primi accenni di speculazione, le sue mascherine hanno un prezzo calmierato di 1 euro al pezzo più IVA vendute in bustine da 5 con consegna a domicilio tramite corriere.
Dopo aver studiato come avviare la produzione e aver reperito il tessuto necessario ha fatto sanificare l’azienda e organizzato la produzione a ranghi ridotti per rispettare l’obbligo del distanziamento sociale.
Le prime mascherine realizzate le ha donate al Comune in cui ha sede l’azienda, quello in cui ha sede la scuola di ballo e quello in cui abita, comuni limitrofi della fascia costiera in provincia di Napoli. Adesso sta pensando a come migliorare la produzione acquistando un macchinario- un investimento in questo momento è decisone audace- ma Maria Cira ha la mentalità di chi fa impresa sapendo che in questa scelta è connaturato il rischio, questo è il momento di avere coraggio e darsi da fare.

ballerina classica

Disciplina e rispetto dei tempi per dar forma alla creatività

La sua natura di danzatrice, il senso di disciplina che questa impone, la porta a fermarsi e pensare con lucidità, il suo essere coreografa la conduce a costruire con armonia mentre l’attitudine all’impresa la spinge a cogliere opportunità. Da questa capacità di leggere la realtà attraverso chiavi interpretative differenti è nata una riflessione che ha fatto pendere la bilancia verso la decisione di avviare una nuova produzione, quella di mascherine protettive.
La riflessione riguarda il tempo, nella danza c’è un tempo “in levare” in cui i movimenti e l’espressione diventano briosi, veloci e dinamici, un contro tempo che anticipa la battuta, saper cogliere quel tempo significa cambiare le cose. Nelle due settimane in cui ha fermato l’attività Maria Cira sentiva un pensiero ronzarle in testa, un pensiero che ha preso forma: scegli di essere “in levare” con la consapevolezza che il regista del tuo tempo sei tu.
Dopo aver scelto il suo tempo Maria Cira ha avviato la produzione e sta lavorando per passare da una produzione di ottocento a ventisettemila mascherine al giorno. Il tempo nella battaglia per sconfiggere il virus è un fattore cruciale, il tempo che scegliamo per noi stessi lo è altrettanto.

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palcoscenicotg@hotmail.it

Posted in: Storie di vita | Tagged: arte, convertire, corona virus, covid, creare, difendere, imprendere, innovare, Maria Cira Iacomino, maschere, mascherine, reagire, rischiare, stilista, tulle, vestiti

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