Yoga: non solo esercizi, ma una chiave di lettura universale che aiuti anche a scegliere come mangiare.

Di Carla Barzanò

Dal libro yoga e dieta, Tecniche Nuove

 

Quando mangiare conduce a conflitti e sensi di colpa

…“ il percorso gioioso e giocoso, in fatto di cibo, mi è estraneo. O meglio, lo è, giocoso, perché mangiare mi piace, e anche bere un bel bicchiere di vino o di birra: ma poi i sensi di colpa annullano tutto”…

Questa testimonianza rappresenta in modo emblematico lo stato d’animo di molte donne di fronte al cibo. Forse anche voi vi siete sentite più di una volta “fuori posto”, insicure per quello che mangiate, con la sensazione di non farvi del bene. Desiderate cambiare? Probabilmente avete già sperimentato la difficoltà di “comandare” razionalmente le vostre scelte. Quanto più siete rigide, direttive e decise, tanto più spesso il corpo si ribella, oppure siete sommerse dal disagio fisico o da onde di emozioni che vi spingono a trasgredire le regole. Non a caso. Il comportamento alimentare è strettamente connesso alla sopravvivenza, quindi è regolato, prima di tutto, dall’istinto, dai sensi e dalle emozioni. È quasi impossibile eludere drasticamente questi canali di conoscenza.

Messaggi fuorvianti

Invece il nostro modo di mangiare è sovente caratterizzato da una frammentazione che ci vede perennemente in conflitto. Separate dall’istinto, ingannato da ritmi di vita poco fisiologici e cibi industriali. Separate dalle emozioni, che talvolta ci spingono a mangiare in modo lontano dagli schemi che ci siamo proposte. Separate dal nostro corpo, reso estraneo dai numerosi messaggi di un mercato che incita a “combattere contro” l’età, i chili di troppo, la cellulite e le rughe. Una lotta che in molti casi si oppone ai ritmi naturali inscritti in ciascuna di noi, nel vano tentativo di impedire i mutamenti fisiologici che scandiscono i passaggi della vita.

Con l’arrivo della primavera il disagio rischia di accentuarsi. Si moltiplicano le informazioni, i suggerimenti contrastanti, le promesse di una forma irraggiungibile.

Conoscersi e conoscere

Di fronte al senso di inadeguatezza che può derivarne, il punto di vista dello yoga e della dietetica ayurvedica propone una chiave di lettura unificante, che conduce a scoprire e conoscere tutte le componenti coinvolte nel rapporto con il cibo.

Invece di provare a cancellare con la volontà le forze apparentemente misteriose che ci spingono a scegliere il cibo, lo yoga le integra nel vissuto quotidiano, educa a conoscere, rispettare e guidare segnali istintivi, emozioni e pensieri, superando, nel contempo, i vostri confini per riportarvi alla natura, all’ambiente, a quanto di universale c’è in ciascuno di voi. Lo insegnano gli esercizi condotti pazientemente e ripetutamente dagli yogi, che favoriscono il raggiungimento di un equilibrio migliore, più gioioso e riconoscente.

Pazienza ed esercizio

Seguendo il filo conduttore dello yoga, per scegliere un’alimentazione equilibrata in modo armonioso, senza imposizioni e sensi di colpa, ci vogliono pazienza ed esercizio; il tempo di ascoltarvi e imparare conoscervi, di valutare il cibo con orizzonti allargati.

Difficile? Per cominciare un aspetto rassicurante: secondo gli insegnamenti ayurvedici non è mai necessario mangiare alimenti sgraditi con l’idea che facciano bene. Al contrario preferenze e avversioni rappresentano, spesso, l’espressione dell’equilibrio psicofisico, possono indicare la carenza o l’eccesso di alcuni principi nutritivi, la necessità di armonizzare uno squilibrio energetico.

Ascolto, attenzione, accettazione, rispetto

Per lo yoga il corpo non è un nemico da combattere, ma il luogo centrale della vita, che esprime a fondo la nostra individualità e l’armonia dell’universo. Non esiste quindi una “forma” fisica ideale e valida per tutti cui uniformarsi.

Imparare ad ascoltare con attenzione e benevolenza i segnali sollecitati dal cibo aiuta a mettere a fuoco gli ingredienti più adatti a raggiungere il benessere.

Senza regole rigide. La scelta cambia secondo la costituzione e le fasi della vita. Occorre, per prima cosa, accettare che l’equilibrio alimentare non proviene solo da elementi immediatamente identificabili e quantificabili, come il valore nutritivo, il peso corporeo o la concentrazione di zuccheri e altre sostanze nel sangue, ma anche da entità più sottili, che comprendono pensieri, emozioni e sentimenti a loro volta legati alla vostra individualità, unica, irripetibile, e nel contempo riflesso dell’ambiente naturale, sociale e culturale in cui vivete.

 

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