Eros e bellezza
DONNE, SESSUALITÀ, ETÀ DELLA VITA: LA GRAVIDANZA
di Fiorenza Zanchi*
Un corpo che cambia
La gravidanza porta con sé un profondo mutamento della figura femminile: linee morbide, ricettive, arrotondate, modificano l’immagine corporea della neo mamma.
Nonostante la gioia dell’attesa e la meraviglia del potere creativo che le nuove forme esprimono non è facile accettare un corpo che cambia in modo così radicale allontanandosi inesorabilmente dall’ideale dominante di bellezza e sex-appeal sinonimi di magrezza e soprattutto, vero e proprio must, di “pancia piatta”.
Piacerò ancora?
Come non sentirsi inadeguate?
Come superare il timore di non essere più fisicamente desiderabili, di non attrarre più sessualmente il proprio compagno? E d’altra parte, come può vivere questo cambiamento il neo papà?
Imparare a “sintonizzarsi” senza insicurezze con questa fisicità che si espande, essere più che mai orgogliose di sé stesse è il segreto per non mettere a rischio la propria autostima e acquistare il senso di una nuova bellezza. Il corpo certo non è più quello di prima e a volte puoi sentirti grossa, pesante, impacciata…
Parola d’ordine: star bene con sé stesse
Tuttavia il “trucco” c’è. Non fermarti a pensare a ciò che eri o a confrontarti con modelli esterni, concentrati invece sulla tua nuova identità e originalità:
-valorizza le parti che acquistano in bellezza, come il seno, la pelle, i capelli, le unghie..
-utilizza indumenti comodi ma capaci di sottolineare la tua femminilità e..
-mostra con orgoglio il grande potere creativo che, innegabilmente, è in te.
Non lasciarsi coinvolgere e impressionare dalle immagini e dagli stereotipi del “magra è bello” è il passo fondamentale per superare i momenti difficili.
Insomma: star bene con sé stesse, facendo tutto ciò che piace e aiuta a sentirsi meglio. Percepirsi positivamente, accettare le trasformazioni in atto sentendosi a proprio agio, piene dell’esperienza che si sta vivendo, curiose dei cambiamenti che si verificano, pronte a sperimentare anche nuove sensazioni e nuove dinamiche nella vita sociale così come in quella privata e nel rapporto con il compagno.
Allora la gravidanza non solo non è una limitazione alle attività quotidiane né tanto meno un ostacolo alla sessualità e al rapporto con il partner, ma diviene un vero e proprio “territorio” di scoperta, di incontro, di conoscenza.
Un nuovo sex appeal
Questo “nuovo” corpo, così turgido e femminile è anche più che mai sensibile agli stimoli anche più tenui.
Non a caso i sondaggi epidemiologici rivelano che esiste un miglioramento spontaneo dei rapporti sessuali durante la gravidanza, in un numero statisticamente rilevante di coppie e fin dai primi mesi di gestazione. Ciò è probabilmente dovuto alla vera e propria inondazione ormonale cui va soggetta la neo mamma, in grado di incidere anche sulla sua sessualità.
Nelle mammelle così come negli organi genitali, circola più sangue e tutti i tessuti sono al massimo delle loro potenzialità percettive. Proprio per questa particolare disposizione fisica spesso il desiderio sessuale aumenta ed il rapporto può divenire molto più soddisfacente di prima. Anche la mutata forma del corpo esercita un nuovo sex appeal, spinge alla ricerca di nuove posizioni e funge così da stimolo alla fantasia.
Superare i tabù
Non a caso indagini rivelano che è molto bassa la percentuale di uomini che tradisce la moglie durante la gestazione, mentre sono molti quelli che si sentono attratti e affascinati dal corpo gravido che cresce: così profondamente e pienamente femminile.
Sono quindi solo vecchi tabù o infondate insicurezze che possono ostacolare una possibile vera e propria “rivitalizzazione” della vita sessuale.
L’unione della coppia può trarne giovamento ed anche la profondità e la soddisfazione del rapporto.
Fondamentale è che tu per prima ti guardi con piacere e scopra la nuova armonia che vai acquistando per poterla cogliere e comunicare a chi ti circonda.
Facciamo male al bimbo?
Il timore che fare l’amore sia pericoloso per il bimbo o per l’andamento della gestazione è un altro ostacolo alla serenità della vita sessuale in gravidanza.
In realtà è infondato: non c’è alcun rischio di infastidire il bambino e meno ancora di ferirlo, “contaminarlo” o infettarlo: è ben chiuso e protetto all’interno dell’utero e del suo sacco amniotico, dove è praticamente irraggiungibile!
Al contrario i rapporti sessuali vissuti con tenerezza e reciproca soddisfazione non possono che giovare, oltre che a mamma e papà, anche al bimbo che certamente percepisce un accresciuto benessere. Un buon rapporto sessuale migliora infatti l’equilibrio psico-fisico della gestante: il respiro diviene più ampio e profondo, la circolazione più libera e piena, maggiore è l’equilibrio ormonale, la digestione più rapida ed efficace… tutto ciò si comunica al feto sotto forma di messaggi bio-umorali positivi.
Controindicazioni e…
Dovrai limitare gli incontri con il compagno solo nel caso di una tendenza accertata all’aborto o al parto pretermine.
Il rapporto sessuale infatti può aumentare l’attività contrattile dell’utero e facilitarne la dilatazione grazie alla presenza nel liquido seminale maschile di particolari sostanze chiamate prostaglandine.
Queste sono in grado di influire proprio sul muscolo uterino e sul rilasciamento della cervice (collo dell’utero).
Per fortuna tale effetto si può verificare solo se esistono le adatte condizioni cioè se già l’utero tende a contrarsi spontaneamente e la cervice a rilasciarsi anzi tempo, come nel caso di minaccia di parto pretermine o, nel primo trimestre, di minaccia d’aborto. In assenza di condizioni patologiche non vi è alcun rischio di aborto o travaglio anticipato.
Anche qualche contrazione in più dopo un rapporto è assolutamente fisiologica e basta qualche minuto di rilassamento e di respirazione tranquilla perché l’utero si acquieti.
Benefici
Se poi si avvicina il termine della gestazione ( 38a-40a settimana) questa capacità di far aprire e contrarre l’utero, propria delle prostaglandine contenute nello sperma, diventa addirittura positiva perché, essendo ormai il momento propizio, può facilitare l’insorgenza e l’andamento del travaglio.
In alcune tribù africane è ritenuta “terapeutico” e viene consigliato alla gestante, vicina al termine dei nove mesi, di incrementare l’attività sessuale, per stimolare le contrazioni e garantire un buon andamento del parto in modo piacevole e del tutto…naturale.
Quale metodo di “parto pilotato” potrebbe infatti essere migliore?
*liberamente tratto da: “Avere un figlio” – G.Cella/F.Zanchi – Fabbri ed. ‘03
EROS: andiamo a naso?
Di Fiorenza Zanchi
Cosa insegnano le favole
Nella favola “Psiche e Amore” (Apuleio- L’Asino d’oro) l’avvenente Psiche, in preda allo sconforto, è in procinto di gettarsi dalla rupe su cui è stata abbandonata in ossequio a una profezia.
Ma all’atto di gettarsi nel vuoto ecco che una dolce brezza, Zefiro agli ordini del dio Eros, la solleva dolcemente e la depone in una valle incantata dove trova ogni ben di dio e ogni bellezza. E non solo: durante la notte viene a visitarla, avvolto dall’oscurità, un amante appassionato ma il cui volto ella non dovrà mai conoscere.
Egli, pur rimanendo ignoto, è presto vagheggiato dalla dolce fanciulla, stregata dai suoi “divini amplessi che le travolgono e soggiogano i sensi”.
Tuttavia, con il passar del tempo Psiche inizia ad avere dubbi e timori sulla reale identità del misterioso visitatore notturno, infine vinta dalla curiosità, che è desiderio di sapere, diventa “virilmente audace”, si attrezza con lucerna e rasoio e attende la notte, decisa a svelarne il segreto.
Così, una volta addormentato, illumina l’amante e scorge, invece che una temuta feroce belva, la sconvolgente ed innocua bellezza del dio dell’amore in persona, Eros.
Immediatamente “il suo animo piagato da amore delira”.
Partiamo dalla base
Psiche dunque inizialmente, nell’oscurità, sperimenta una forza che “travolge e soggioga i sensi”, e solo successivamente, quando “vede” Eros, si innamora. A tal punto che per realizzare questa passione affronterà e supererà prove che al
trimenti non avrebbe mai voluto né sarebbe stata mai in grado di sostenere.
Partiamo allora dalla prima parte del racconto, ovvero dalla base/radice della relazione, in cui gli incontri degli amanti si svolgono al buio completo, per comprendere il messaggio simbolico di questa oscurità iniziale.
Buio e inconsapevolezza
Il buio, l’assenza di luce, ovvero l’impossibilità di vedere, nei racconti mitologici, nel simbolo, indicano sovente qualche cosa che si svolge lontano dalla consapevolezza.
Così in questa prima fase la relazione che coinvolge Psiche, immersa nell’oscurità, è priva di scelta e indipen
dente da Eros in quanto tale: Psiche non lo “vede”, non sa neppure chi o cosa sia, è totalmente inconsapevole della sua identità unica e specifica, carattere, interessi, ideali, pregi, difetti…
La guida dei sensi e…
L’attrazione sessuale che sperimenta inizialmente è del tutto impersonale, analoga a quella che regola la riproduzione della vita a ogni livello della Natura.
Quella che spinge gli esseri viventi di qualsiasi specie a cercare un compagno quando è il tempo e la stagione giusta: dove, al di là e prima di qualsiasi intervento consapevole, sono i segnali istintivi e “innati” che dirigono e guidano la relazione.
Dove dominano i sensi.
… il senso più antico ovvero: una questione di naso
Primo tra tutti l’olfatto il primo tra i nostri sensi a comparire, vera e propria base/radice dello sviluppo sensoriale.
Generalmente si sottostima questo senso arcaico anche se, in realtà, si continuano a investire tempo, sforzi e denaro in abbondanza su deodoranti e profumi per modificare e rendere più accattivanti gli effluvi che il corpo emette.
In effetti la strada per Eros passa, in prima battuta, proprio attraverso l’odore.
Come a dire: se Eros nel buio avesse emanato un odore sgradevole, Psiche avrebbe dovuto tapparsi il naso e difficilmente avrebbe goduto con tanta soddisfazione dei suoi amplessi!
L’arte dei profumi
Lo hanno sempre saputo le antiche civiltà che tenevano in altissima considerazione la guida dell’olfatto, tanto è vero che la tecnica di distillazione dei profumi risale ad almeno 5000 anni fa!
E oggi una notevole mole di studi conferma l’importanza di questo senso arcaico.
L’olfatto ai giorni nostri
E’ stato evidenziato (v.ad es. G..Preti, ricercatre presso il Monell Chemical Senses Center e Professore Aggiunto preso il Dipartimento di Dermatologia dell’Università di Pensilvania) come l’esposizione a sostanze odorose (in particolare quelle provenienti dal sudore delle ascelle!) sia in grado di innescare una serie di reazioni emotive e fisiologiche anche nell’essere umano: in primis proprio l’attrazione sessuale.
Uomini senza alcuna idea di quello che stanno annusando inspiegabilmente preferiscono l’aroma di magliette indossate da donne che sono in fase di ovulazione rispetto a quelle di donne che sono in altre fasi del loro ciclo o donne inondate da effluvi maschili giudicheranno più piacevole un odore la cui fonte, del tutto nascosta nel “buio”, condivide con loro un numero inferiore di geni del sistema immunitario simili al suo (evitando inconsciamente i consanguinei!) …
Una scelta meditata
Se questo “basic instinct” è, almeno in prima battuta, una guida così lungimirante sulla strada dell’Eros, è meglio aver chiaro cosa si sta facendo e perché lo si sta facendo quando si modificano i propri odori, non a caso in particolare proprio quelli ascellari e sempre di più spesso quelli genitali.
Vista l’importanza che le nostre esalazioni possono rappresentare, specie nella scelta di un compagno, vale la pena di fermarsi un momento a riflettere sui propri obiettivi e porsi qualche domanda:
Cosa c’è nel mio odore che voglio modificare?
Cosa mi piace o non mi piace?
Cosa temo di mostrare/suscitare?
Cosa voglio ottenere?
Cosa voglio comunicare di me stessa?
In che contesto mi devo muovere?
Forse il tipo di deodoranti o profumazioni che utilizzo per andare nello spazio ristretto e magari affollato di un ufficio può essere diverso da quello adatto a un incontro più personale?
Un senso fuori esercizio
Iniziamo anche a riappropriarci dell’olfatto e degli odori con piccoli accorgimenti
chiudere gli occhi e concentrarci sulle sensazioni che emergono quando aspiriamo un profumo
percepire i cambiamenti del proprio odore nelle varie fasi del ciclo mestruale o nei diversi periodi della vita (come la gravidanza o la menopausa), o quando siete stressate o rilassate… quale vi colpisce o piace o infastidisce di più?
confrontare i profumi che utilizzate normalmente con il vostro: sono molto lontani, o hanno qualche cosa in comune? Rinforzano, migliorano o annullano completamente il vostro odore?
soffermarsi qualche istante sulla prima reazione all’odore di un individuo che incontriamo, prima di lasciarvi coinvolgere all’impatto visivo…
Sarà Eros che scorgerete quando aprirete gli occhi?
L’ “intimo” alla ricerca di un nuovo stile – La plastica vaginale: una tendenza in crescita fra le donne più giovani, di Fiorenza Zanchi
disegno di Pat Carra (SEX OF HUMOUR)
“Il corpo è mio e lo gestisco io”
Era questa la parola d’ordine con cui negli anni 70/80 le donne scendevano in piazza per rivendicare la consapevolezza della loro identità fisica e la volontà di tutelarla da qualsiasi tentativo di manipolazione o “esproprio” : sessuale, culturale, scientifico, medico, estetico…
Fare con e del proprio corpo quello che si vuole.
Sentirsi libere di affermare la propria identità così come è e per quello che è.
O di cambiarla.
L’ultima possibilità sembra oggi più che mai vincente: dopo seni, pance, nasi, labbra, occhi, orecchie…ormai anche i genitali, relegati a lungo in una sorta di “zona d’ombra” di scarsa attenzione, perlomeno “estetica”, emergono alla luce e acquistano piena visibilità … meglio se adeguandosi ai più affermati “modelli” proposti da blog, televisioni, riviste per… teenager.
Sono infatti queste ultime che negli USA richiedono in numero sempre maggiore interventi di plastica vulvare.
Ma il fenomeno è presente anche da noi, pur mancando ancora statistiche precise.
Omologarsi o affermare la differenza?
Lo rivelano studi recenti (a) sottolineando che il desiderio e la motivazione principali, nel richiedere una plastica vulvare, sono quelli di “adattarsi” -”omologarsi” a un’ idea collettiva del corpo femminile ideale, piuttosto che “distinguersi” affermando una propria specifica identità.
Insicurezza? Paura del confronto? identità in crisi così profonda da accettare di barattarsi con modelli mediatici astratti, ma che danno certezze e punti di riferimento?
Oppure eliminazione dei difetti e ricerca del bello, della perfezione, dell’armonia?
Superamento dei contrasti attraverso la cancellazione delle differenze individuali? “Globalizzazione” del corpo?
Il corpo: questo sconosciuto
Sicuramente: ignoranza del corpo reale.
E’ quello che più sovente verifico: il corpo è un “oggetto” sconosciuto, in particolare i genitali e tutti i “cicli” femminili che ruotano intorno ad essi.
Con inconsapevolezza di una identità fisica unica, diversa, speciale e “normale” per ogni donna.
Non a caso le fonti più comuni di informazione sulla “normalità” dei propri genitali e sulla chirurgia plastica sono, specie tra gli adolescenti, le riviste per teenager, i blog, la televisione…(b)
Che evidentemente hanno invece ben chiaro cosa e come deve essere il corpo delle donne.
Esiste la vulva “doc”?
E ciò, malgrado neppure tutta la buona volontà di studiosi e ricercatori, stimolata dalla sempre maggiore attenzione all’apparenza dei genitali esterni, sia riuscita ad arrivare a un consenso su parametri che permettano di stabilire la “normalità” o meno di una vulva. Nemmeno per indicare validi criteri di intervento chirurgico. (c)
E dopo 40 anni di professione, non posso che essere d’accordo.
L’aspetto dei genitali ha una grandissima variabilità e questo è perfettamente normale. Non solo non comporta alcun problema, ma anzi conferisce “eros” all’incontro sessuale.
In particolare le piccole labbra, le più “bersagliate” dalle richieste di restyling chirurgico, possono davvero avere rilevanti variazioni di forma, grandezza, aspetto, colore che sono del tutto normali e assolutamente peculiari in ogni donna(d). Persino l’asimmetria delle labbra vulvari è comune esattamente come non esiste praticamente una metà del corpo sovrapponibile all’altra metà.
Adolescenza: il mistero svelato
La pubertà è l’epoca in cui la vulva si modifica. In particolare proprio le piccole labbra che si ingrandiscono per raggiungere la loro dimensione adulta.
Per la prima volta questa parte del corpo diviene improvvisamente presente e visibile: impossibile ignorarla, tanto più che l’uso sempre più diffuso di depilare il pube rimuove anche quel “vedo/non vedo” che velava di un certo mistero l’anatomia genitale.
Nulla può sfuggire, la vulva è esposta in “primo piano”.
E’ facile avere dubbi sulla propria “normalità/bellezza” specie se ci si confronta con immagini/modello mediatiche, tanto idealizzate quanto asettiche, ma certamente persuasive, per teenager alla ricerca di punti di riferimento. È facile convincersi che l’aspetto estetico dei propri genitali non sia adeguato, che esista una sorta di “vulva perfetta”.
Prendersi cura di sé…
Certamente è un bene prendersi cura di sé, come le donne hanno sempre fatto, per il proprio benessere e per migliorare la propria sicurezza, la propria energia seduttiva.
Può aiutare usare appositi detergenti, creme emollienti, pulire, profumare, anche tingere o tagliare i peli pubici; utilizzare, al bisogno, indumenti che non comprimano o stringano ma sostengano e supportino, specie durante le attività sportive, ovverosia dedicare tempo e cura anche ai propri genitali.
Altra cosa, ben più impegnativa e “definitiva” è intervenire chirurgicamente, atto che per modificare forma e volume dei genitali, inevitabilmente incide sull’integrità dei tessuti.
… senza correre rischi
Tanto più che quello sui genitali non è un “intervento da nulla”
La chirurgia “estetica” interviene su una vulva, magari non “ideale” ma di per sé perfettamente sana, diversamente da un trattamento di “cura”, laddove sussiste una vera e propria patologia che affligge i genitali. Motivo di più per valutare con estrema attenzione rischi e benefici.
Come sottolinea il documento di consenso dell’American College of Obstetricians and Gynecologists(a) la “labioplastica” non è un piccolo intervento privo di possibili conseguenze.
Esattamente come in ogni intervento chirurgico, infatti, ci possono essere complicazioni: ematomi, edemi, infezioni, retrazioni cicatriziali con esiti di sofferenza anche cronica, nonché rapporti più dolorosi e meno soddisfacenti… infatti, anche la sensibilità di una parte del corpo così delicata può venire alterata modificando, tra l’altro, proprio la percezione del piacere sessuale
Non dimentichiamo che la vagina è riccamente innervata e la maggior parte delle sue fibre nervose sono, appunto, deputate al piacere! Meglio pensarci bene prima di rischiare di comprometterle…
a) “Breast and Labial Surgery in Adolescents” Obstetrics & Gynecology -Number 686, January 2017 – Committee on Adolescent Health Care
b) Pearl A, Weston J. Attitudes of adolescents about cosmetic surgery. Ann Plast Surg 2003 Jun;50(6):628-30.
c)Hailparn TR. What is a girl to do? The problem of adolescent labial hypertrophy [abstract]. Obstet Gynecol 2014;123(suppl):124S–5S.
d) Lloyd J, Crouch NS, Minto CL, Liao LM, Creighton SM. Female genital appearance: “normality” unfolds. BJOG 2005;112:643–6.
(The great wall of vagina” – opera dello scultore Jamie McCartney)