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Salute per la donna

RESILIENZA E RIMEDI DI DRENAGGIO PER LA PRIMAVERA.

Posted by carlab on 17 Marzo 2020 | Leave a response

FEGATO: FORZA E CORAGGIO!

primavera

di Fiorenza Zanchi

Mai come in questo momento di timori, insicurezze, incertezze, cambiamenti radicali delle abitudini, c’è bisogno di farsi forza e avere coraggio. Aiutare il nostro fegato a svolgere al meglio la sua funzione di “scudo protettivo” attraverso alimenti che lo sostengano e una pratica quotidiana che ne potenzi le capacità difensive, migliora la nostra salute fisica e psichica e ci mette nelle condizioni migliori per affrontare positivamente la pandemia in cui siamo immersi e la quarantena cui siamo costretti.

È ora di “avere fegato”

Fegato, vero e proprio organo “coraggioso” e non solo per il significato simbolico di audacia e forza fisica, una persona coraggiosa “ha fegato”, ma perché in prima linea, pasto dopo pasto, nell’ affrontare e assorbire l’impatto con la moltitudine di sostanze sempre più spesso sconosciute, con cui veniamo a contatto per nutrirci, senza che ci danneggino. Il nutrimento infatti, prima di entrare nel sangue e arrivare alle nostre cellule, passa attraverso il fegato che controlla, seleziona e purifica il cibo prima che entri nel circolo ematico da cui successivamente arriverà al cuore e da lì ai tessuti e al cervello.

la cascata

“Siamo quello che mangiamo”

Se il cibo che assorbiamo nell’intestino, inizialmente “estraneo”, non venisse preparato adeguatamente prima di entrare in contatto diretto con il sangue, rischierebbe di danneggiare l’organismo, intossicandolo. Il fegato ci rende “resilienti”, ci permette di far fronte positivamente al “diverso” integrandolo senza danni: il cibo che scegliamo ogni giorno nella nostra alimentazione può dunque trasformarci dall’interno, divenendo parte di noi e influendo sulla nostra salute e sul nostro benessere, grazie alla coraggiosa mediazione del fegato.

Uno “scudo protettivo”

Anche in Estremo Oriente molte espressioni hanno il duplice significato di fegato e di coraggio. 
Per i cinesi il fegato è “lo scudo protettivo”: non solo capace di incontrare la “diversità”, ovvero le sostanze nutritive sempre differenti che ogni giorno introduciamo, “relazionandosi” per integrarle e adattarci ai cambiamenti, ma anche in grado di rigenerarsi quasi totalmente quando viene danneggiato. Se, per esempio, in un intervento chirurgico si rende necessario toglierne una parte, nel giro di pochi mesi il corpo riesce a reintegrarlo totalmente e senza mai perdere le sue funzioni di sintesi, disintossicazione e metabolismo di sostanze.

Prometeo
IL MITO DI PROMETEO
IL MITO DI PROMETEO

Prometeo (letteralmente: Colui che riflette prima) era un titano amico degli uomini, che coraggiosamente rubò il fuoco agli dei (l’intelligenza e la coscienza) per donarlo agli uomini (dotandoli di mente e di ragione)
Questo regalo non piacque a Zeus, il padre degli dei, che per punire il furto lo condannò a essere incatenato per l’eternità ad una altissima roccia e ordinò che ogni giorno un’aquila gli divorasse il fegato. Ogni notte però il suo fegato si rigenerava, così che l’aquila potesse tornare a divorarlo, sino a che Ercole, passando da quelle parti, non trafisse l’aquila con una freccia e gli restituì la libertà.

Un “occhio” consapevole e...

Nel mito è presente dunque una verità: il fegato è il solo organo del corpo umano capace di rigenerarsi. Non solo. E’ simbolicamente luogo, oltre che di coraggio, forza e potenza, anche di intelligenza: in grado di dominare le forze esterne e ridurle ai propri scopi attraverso la consapevolezza, la capacità di cambiare punto di vista, equilibrare le proprie emozioni, concentrare l’attenzione su ciò che si può controllare.
Era tale la percezione che questo organo fosse in grado di “conoscere” e “vedere” ciò che è bene e ciò che è male per l’individuo, che nell’antichità veniva associato all’occhio, organo della vista e il fegato degli animali veniva utilizzato per leggervi l’avvenire.

...una promessa di rinascita


Nella medicina tradizionale cinese il fegato è l’organo legato alla Primavera, la stagione della rinascita, in cui la Natura si trasforma e inizia un nuovo ciclo. Dunque proprio questo periodo dell’anno è ideale per rinnovarci, depurare il fegato e favorire al meglio le sue funzioni difensive e rinforzanti di cui abbiamo più che mai bisogno.

Leggi anche

Per favorire la funzione epatica

tarassaco

-Taraxacum

o dente di leone, o soffione, utilizzato da sempre nella medicina popolare come depurativo primaverile, capace di “lavare via” la pesantezza accumulata nell’inverno, fiorisce proprio in Primavera riempiendo di fiori dorati e poi di soffici e svolazzanti piumini i nostri prati.

E’ un digestivo e depurativo in particolare del fegato, stimola l’eliminazione di sostanze tossiche per l’organismo e aumenta la secrezione biliare prevenendo la formazione di calcoli della colecisti. Bene in caso di difficoltà digestive da ipotonia e ipoacidità gastrica, con stitichezza e tendenza alla stasi biliare, in particolare quando è presente la cosiddetta “lingua a carta geografica” ovvero con aree biancastre irregolarmente alternate ad aree rossastre.

OMEOPATIA

In bassa diluizione omeopatica si può assumere prima dei pasti mettendo le gocce direttamente sotto la lingua o in un bicchiere di acqua oligominerale da bere a piccoli sorsi che vanno tenuti un po’ in bocca.

 

  • Diluizione: 6dh – gocce;

 

  • posologia: 20gg x 2 al dì

 

  • Marzo/Aprile/Maggio

 

FITOTERAPIA

Il Tarassaco può essere utilizzato anche fresco: le foglie tenere, raccolte lontano dai centri abitati o dalle strade carrozzabili (non ora!!!), si possono aggiungere alle insalate o mangiare in minestre, frittate e stufate. Le tisane di foglie di tarassaco essiccate, inoltre, hanno anche un’ottima attività diuretica


Cardus Marianus

-Carduus Marianus

simile al carciofo e utilizzato fin dall’antichità per migliorare la digestione, fiorisce nei campi, nei pascoli, lungo i margini dei sentieri, in tutta l’area mediterranea da Maggio a Luglio.

Bene per liberare da scorie e tossine il fegato specie quando è affaticato da eccessi alimentari o da alcool o ancora per chi non riesce a smettere di fumare o assume sovente farmaci: è un vero depuratore e rinnova i tessuti epatici grazie a un insieme di sostanze –silimarina- presenti nei semi e nel frutto.
Bene anche quando vi sono stasi venosa, specie varici dell’arto inferiore sinistro, o emorroidi che denunciano una cattiva circolazione epatica e nella stitichezza per il suo effetto leggermente lassativo.

Evitate se avete la pressione alta o calcoli alla colecisti.

OMEOPATIA

In bassa diluizione omeopatica si può assumere almeno ½ ora prima dei pasti mettendo le gocce direttamente sotto la lingua o in un bicchiere di acqua oligominerale da bere a piccoli sorsi che vanno tenuti un po’ in bocca.

 

  •  Diluizione: 3dh – gocce;

 

  • posologia: 20gg x 2 al giorno

 

  • Maggio/Giugno

 

FITOTERAPIA

Tintura Madre (T.M.): 20/30 gocce 2/3 volte al giorno, in acqua, lontano dai pasti
Estratto secco titolato e standardizzato: cps 50 mg; 1cps x 2/3 volte al dì, lontano dai pasti.

- Chelidonium Majus

fiorisce nella stagione delle rondini.

Bene come drenaggio epatico per chi ha difficoltà digestive da insufficienza biliare ed epatica caratterizzata da senso di pesantezza soprattutto nell’area epatica e all’angolo inferiore della scapola destra, sonnolenza dopo i pasti e cefalee . Curiosamente i sintomi migliorano mangiando, in particolare alimenti caldi.
Bene anche nelle forme dolorose spastiche del digerente per la sua azione spasmolitica.

OMEOPATIA

  • Diluizione 4ch – granuli;

  • posologia: 5 granuli x 2 volte al giorno 1 ora prima dei pasti

  • Maggio/Giugno

Se siete molto stressate e sentite lo stomaco contratto come se avesse un nodo in mezzo allo stomaco, potete associare un gemmoderivato:

-Ficus carica

gemmoderivato di Fico; ha un’azione riequilibrante sul sistema neurovegetativo; è perciò d’aiuto nei casi di somatizzazioni ansiose e da stress in particolare a carico di stomaco e intestino. 

OMEOPATIA

  • 1dh; posologia: 30-40 gocce di macerato glicerico 2 volte al giorno,

  • alla sera prima di dormire e al mattino appena sveglie per circa 2 mesi.

  • Maggio/Giugno

Posted in: Salute per la donna | Tagged: carduus marianus, Chelidonium Majus, drenaggio, fegato, ficus carica, fitoterapia, forenza zanchi, forza, mangiare, omeopatia, prometeo, Taraxacum

CISTI OVARICHE: QUALE REALTÀ?

Posted by carlab on 22 Settembre 2019 | Leave a response

di Fiorenza Zanchi

“dottoressa mi hanno detto che ho le cisti ovariche” “che non potrò avere figli” “Che dovrò prendere sempre la pillola se voglio avere le mestruazioni regolarmente” …
Sono frasi che molto spesso mi capita di sentire quando si presenta per una visita ginecologica un’adolescente, o una giovane donna.
Ma cosa si intende, in realtà, quando si parla di “cisti ovariche”?

Un ovaio che sta maturando

In effetti la presenza di “cisti ovariche” o ovaio policistico o multi follicolare, secondo le varie espressioni che si trovano comunemente usate, non implica necessariamente una condizione di patologia, specie quando è un segno isolato e/o viene rilevata in adolescenti che non hanno ancora completato la maturazione dei meccanismi ormonali che guidano il regolare ciclo ovulatorio e mestruale.
Diverso è invece se, in associazione all’ovaio policistico o a volte anche senza di esso, si trova un insieme di sintomi caratteristici, come:
–mestruazioni irregolari, in particolare che compaiono di rado o non compaiono proprio (oligo/amenorrea)
–aumento dei peli superflui e del loro spessore su aree che normalmente ne sono prive come collo, torace, addome, volto, braccia…(irsutismo) o, più raramente, perdita dei capelli e/o acne (iperandrogenismo clinico)
o anche riscontro, ad un esame per controllare gli equilibri ormonali, di:
–elevazione degli ormoni maschili o androgeni (testosterone libero e/o deidroepiandrosterone solfato) anche senza eccessivi peli superflui (iperandrogenismo biochimico).

PCOs: un male del secolo

Solo nel caso coesistano almeno due o più di questi sintomi si può sospettare una
–“sindrome dell’ovaio policistico” o PCOs, ovvero una condizione di squilibrio ormonale e metabolico costituita da un concorso di sintomi, appunto “sindrome”, che va distinta dal semplice e singolo ovaio policistico.
Dunque prima regola: non preoccuparsi e legarsi la testa per un isolato rilievo di “cisti ovariche”. Se è il caso, consultare uno specialista e fare tutti gli accertamenti necessari escludendo anche altre problematiche che possono generare sintomi somiglianti a quelli della PCOs.
Se tuttavia vi trovate effettivamente di fronte a questa sindrome non sentitevi strane o isolate perché è molto diffusa: viene infatti diagnosticata al 5-10% delle giovani donne ed è considerata l’alterazione endocrina più comune in età fertile!
Le sue cause sono ancora oggi controverse. Si suppone siano il risultato di una combinazione di fattori tra cui i geni, ma anche caratteristiche ambientali e stile di vita, hanno una loro rilevanza.

Iperandrogenismo: il prezzo dell’emancipazione?

Sicuramente, al di là di quale sia l’evento iniziale che innesca la reazione, una caratteristica domina:

– l’iperandrogenismo ovvero l’aumento degli ormoni maschili (androgeni), espressione di un complesso squilibrio funzionale del sistema riproduttivo.

Dal punto di vista simbolico, sembrerebbe quasi il prorompere di una “energia maschile”, sempre più presente nella vita delle donne, che deve ancora trovare un’armonia con quella femminile: “imparare” a bilanciarsi perché le parti maschile e femminile presenti in ciascuna, possano conciliarsi e non essere necessariamente in conflitto.

C’è anche qualche vantaggio: l’aumento degli ormoni maschili (testosterone) può aumentare il desiderio, vivacizzando le relazioni sessuali!
Tuttavia è alla base dei sintomi caratteristici già visti:

  • eccesso di peluria su viso e corpo (irsutismo)
  • acne/seborrea e/o calvizie di tipo maschile
  • disturbi mestruali (mestruazioni irregolari, assenza di mestruazioni per più mesi, cicli scarsi o prolungati)

Possono inoltre comparire:

  • eccessivo aumento ponderale: circa il 50% delle donne con PCOs sono sovrappeso (particolare attenzione quando il giro vita arriva a 88 cm!)
  • alterazioni del metabolismo, in particolare degli zuccheri con possibile “resistenza all’insulina”, ovvero refrattarietà delle cellule all’azione di questo ormone, che consente loro di utilizzare come “carburante” lo zucchero. Conseguenza di questa refrattarietà è l’aumento dell’insulina circolante, per cercare di combattere la “resistenza”, con i suoi effetti negativi sull’equilibrio ormonale e metabolico.

PCOs e sindrome metabolica

L’insieme di questi fattori può predisporre dunque non solo a effetti di tipo estetico ma, a partire dalle alterazioni ormonali dell’apparato riproduttivo, alla così detta “sindrome metabolica”, con scarsa tolleranza agli zuccheri o diabete anche in giovane età, ipertensione arteriosa, aumento del colesterolo e dei trigliceridi, aterosclerosi …
Cosa fare? Provare a riportare in equilibrio i meccanismi che causano il problema, in particolare:

  • l’eccessivo aumento del peso, la resistenza all’insulina e l’aumento di ormoni maschili sono fortemente interdipendenti.

Dunque, passo fondamentale è :

  • ridurre l’eccessivo aumento di peso e prevenire il sovrappeso. E’stato dimostrato infatti che ridurre il sovrappeso e riconquistare il “peso forma” aiuta la ripresa di cicli mestruali regolari, favorisce la fertilità e contrasta le alterazioni metaboliche.

Qualche consiglio

Cominciare da alcune modifiche dello stile di vita:

1- una dieta ben bilanciata, ricca di ortaggi, frutta, cereali integrali, legumi e povera di ingredienti elaborati, in particolari grassi e carboidrati raffinati;

2- una adeguata attività fisica, indispensabile per attivare il metabolismo e favorire una perdita di peso equilibrata mantenendo il giusto tono dei tessuti;

insieme a :

3- una terapia con integratori specifici che migliorino la funzionalità ovarica, l’utilizzo degli zuccheri ma anche, qualora fossero in eccesso, i grassi nel sangue o l’omocisteina, fattori di rischio cardiovascolare;

4 – una terapia farmacologica, entrambe prescritte dallo specialista
contribuiranno a riattivare le condizioni fisiologiche migliorando contemporaneamente estetica e salute presente e futura.

 

Posted in: Ginecologia, Salute per la donna | Tagged: adolescenti, ciclo ovulatorio, cisti, condizione di patologia, equilibri ormonali, multifollicolare, ovariche, peli superflui, policistico

DOPO IL PARTO: RITROVARE L’EQUILIBRIO ARMONIZZANDO CORPO E MENTE

Posted by carlab on 13 Maggio 2019 | Leave a response

Gustav Klimt Le tre età (particolare)
1905

di Fiorenza Zanchi

Il puerperio o quarantena, come veniva chiamato riferendosi alla durata di circa 40 giorni, va dal periodo del “post- partum”, che comprende le prime 2/3 ore dopo il parto, all’incirca sino alla comparsa della prima mestruazione.
In questi fatidici 40 giorni nel corpo della neo mamma si compiono innumerevoli trasformazioni.

Una rivoluzione ormonale: bassi…

Ad esempio crollano letteralmente ormoni, come gli estrogeni e il progesterone, che avevano raggiunto livelli altissimi per sostenere la gravidanza e che, tra l’altro, contribuiscono in modo determinante all’equilibrio dell’umore nonché alla rigenerazione dei tessuti e, in particolare, delle mucose genitali.
Questi ormoni, unitamente a numerose altre sostanze presenti nel sangue che influenzano metabolismo, impulsi nervosi e intero equilibrio psicofisico, rimarranno sregolati nel corso di tutta la quarantena lasciando la puerpera in balia delle loro fluttuazioni.

… e alti

D’altro canto si eleva molto la prolattina, un ulteriore ormone che, come ricorda il suo nome, favorisce la lattazione ma più in generale il così detto ” comportamento parentale” ovvero una disposizione psichica di completa disponibilità, capacità di attenzione e difesa nei confronti del neonato e in contrasto, un relativo disinteresse nei confronti di qualsiasi “stimolo” che non sia il bimbo.

Insomma una vera e propria rivoluzione nel corpo e nella mente, resa ancora più complessa e delicata dalla comparsa al centro dello tuo spazio vitale, in tutta la sua concretezza, di un nuovo essere che per di più è totalmente dipendente da te.

Non ce la farò mai!

Piangere per ogni nonnulla, dormire poco e male, percepire ogni più piccolo inconveniente o problema come enorme o impossibile da superare, alternare momenti di eccitazione con crisi di terribile scoraggiamento, temere che il bimbo pianga troppo o troppo poco, dorma o mangi troppo o troppo poco, abbia la testa troppo lunga o schiacciata, che il latte sia insufficiente o poco nutriente… sono solo alcune delle reazioni, dei timori e dei sensi di inadeguatezza che accompagnano questa vera e propria rivoluzione ormonale!
Spesso inoltre non si sa da che parte cominciare e, soprattutto, a chi appoggiarsi: chi non uscirebbe almeno un po’ “esaurita” da tutti questi cambiamenti? Un momento di depressione, di crisi, di smarrimento, di “paura di non farcela” è del tutto naturale.

e la sessualità?

Anche i rapporti sessuali fanno fatica a riprendere sia per la “disposizione psichica” avversa, legata al rialzo della prolattina, sia perché il corpo non è ancora pronto: in particolare le mucose genitali, a causa degli estrogeni bassi, sono sottili e facilmente infiammabili. Insomma, con buona pace dei compagni, in questa prima fase più che di eros c’è bisogno di coccole e accudimento! Naturalmente è solo questione di tempo. Anche questo passerà: generalmente è la ripresa della mestruazione che avverte del progressivo ritorno a un equilibrio di “donna” e non solo di “madre”.

Un tempo per ogni cosa

Inoltre specie se ci sono state
– episiotomia, lacerazioni, ematomi, emorroidi o, ancor più un taglio cesareo, si può far fatica a muoversi, a camminare a sedersi. Ma anche in assenza di queste complicazioni il solo
– rilassamento dei legamenti del bacino, dovuto alla gestazione, può rendere difficile e penoso camminare provocando: dolori sciatalgici, o fitte all’inguine o senso di peso e tensione dolorosa alla vulva
Ugualmente
– l’allentamento dell’articolazione del pube, così come l’eccessiva mobilità dell’articolazione sacro coccigea, che hanno permesso al bacino di allargarsi e consentire il parto, possono provocare dolori che aumentano camminando.
– Ii piano perineale che ha dovuto tendersi e rilassarsi, se non essere inciso, per consentire il passaggio della testina durante il parto, può dolere e ostacolare sia la posizione seduta che la deambulazione, oltre che la sessualità.

E’ perfettamente normale che tutte queste lesioni dolgano anche per parecchio tempo, a volte anche al di là dei quaranta giorni, ad es. possono volerci anche due-tre mesi prima che i legamenti e le articolazioni ritrovino il loro tono usuale: d’altronde ci sono voluti nove mesi di continua trasformazione per arrivare al parto, non c’è da stupirsi e non si può pretendere che in un tempo molto più breve tutto ritrovi nuovi equilibri e una nuova armonia.

Niente di più naturale che sentirsi a pezzi, dolorante, bisognosa di cure, protezione e sicurezza piuttosto che pronta ad affrontare questa nuova enorme responsabilità che senti sulle spalle!

Le tradizioni insegnano

Non a caso invariabilmente in tutte le tradizioni la “quarantena” era tenuta in altissima considerazione e rappresentava un periodo di particolare protezione e accudimento. Qualsiasi sforzo fisico era risparmiato alla puerpera: tanto era considerata fragile che in alcune tradizioni veniva persino imboccata, così come in altre era il marito ad accudirla completamente, mentre alle nonne spettava badare al bambino che le veniva portato solo per l’allattamento…la tradizione ayurvedica, antica medicina che viene dai Veda, tuttora incoraggia la puerpera a restare in casa ed essere completamente accudita e nutrita con cibi speciali particolarmente nutrienti e raffinati per le prime tre- quattro settimane dopo il parto: questo periodo è ritenuto importantissimo per assicurare un buon rapporto tra la madre e il bambino ma soprattutto per proteggere il delicato sistema nervoso della puerpera.

Possiamo tuttavia aiutare e accelerare il “ritorno alla normalità” favorendo attivamente i nuovi equilibri che si stanno instaurando.

Cosa fare?
E’ tassativa:
-Una casa organizzata e accogliente
-La presenza di un gruppo famigliare – marito, madre, sorelle, zie..- o di un’amica disposti ad aiutare, seguire appoggiare.
-Se possibile l’ostetrica di fiducia con cui si ha confidenza e ricca di competenze cruciali per alleviare momenti di crisi
-Un’alimentazione idonea a sostenere le energie in ricostruzione e quelle donate in caso di allattamento.
In generale l’ambiente fisico e umano che circonda la puerpera deve costituire una sorta di “guscio” protettivo capace di garantire le condizioni migliori per affrontare serenamente le trasformazioni in corso.

-Alcuni semplici esercizi che aiutino a restituire energia al corpo, riposare meglio, ripristinare una buona postura, prevenire prolassi e disturbi urinari

Gli esercizi per armonizzare corpo ed energia dopo il parto

di Pier Luisa Robecchi

Dopo il parto e nelle settimane che seguono, è importante aiutare il riposo e restituire energia al corpo. Per farlo è sufficiente eseguire semplici esercizi di buona respirazione. Infatti per la sua centralità funzionale sui tre diaframmi (pavimento pelvico o perineo, diaframma della gola e diaframma epigastrico) quindi anche sul perineo, una respirazione corretta può aiutare ad attivare i muscoli del tronco e perineali per ripristinare una buona postura e, se gli esercizi sono regolari e mantenuti nel tempo, evitare prolassi e disturbi urinari.

  • Sdraiarsi a terra, su di una superficie morbida, gambe piegate e sostenute sotto le cosce da un rotolo, cuscini o coperta arrotolata. Porre un cuscinetto sotto il capo, braccia lungo i fianchi, palmo mani rivolto verso l’alto, o mani appoggiate con dolcezza sulla zona dell’ombelico, chiudere gli occhi. Ascoltare per qualche minuto il proprio respiro naturale. Quindi inspirando lentamente e profondamente, sentire l’espandersi della zona ombelicale. Espirando Il contrarsi progressivo della stessa zona e il suo rientrare leggermente. Continuare per alcuni minuti, senza forzare. Quando ci si sente rilassate, immaginare che il respiro sia pura energia bianca splendente, che si diffonda a tutto l’addome, al basso ventre, al perineo, all’utero, lenendoli, rilassandoli, armonizzandoli.

 

  • Dopo aver tolto i punti dell’episiotomia, ripetere la stessa respirazione aggiungendo nella fase espiratoria, quando la zona ombelicale si contrae e rientra un poco, una leggera contrazione progressiva dei muscoli perineali. Vale a dire contrarre la vagina e l’ano risucchiandoli un poco verso l’ombelico. Trattenere per due o tre secondi, quindi inspirare lasciando espandere la zona ombelicale e rilassando progressivamente i muscoli perineali. Ripetere per alcuni respiri. Quindi ascoltare le sensazioni della zona.

 

  • Sempre sdraiate, gambe piegate, piedi paralleli poggiati a terra aperti quanto l’ampiezza delle anche, braccia lungo i fianchi. Espirando la zona lombare si appiattisce sfiorando il pavimento, il coccige si stacca leggermente da terra, i muscoli perineali e addominali si contraggono: trattenere per tre secondi il respiro e la contrazione muscolare. Ispirando lasciare con un movimento morbido che il bacino basculi in antiversione: la zona lombare riprende la sua naturale curva lordotica, il coccige si appoggia a terra. La contrazione periombelicale e dei muscoli del perineo si rilassa progressivamente.

 

  • Dopo dieci quindici giorni dal parto gli esercizi diventano più intensi.

 

  • Medesima posizione: dopo aver ripetuto la retroversione ed antiversione del bacino per alcune volte, espirando, facendo perno sui piedi, sollevare il bacino contraendo con maggiore forza i muscoli perineali e sentendo la zona ombelicale rientrare, mentre la colonna vertebrale si stacca dal suolo, vertebra per vertebra, sino all’altezza delle scapole. Trattenere per alcuni secondi, quindi inspirando ritornare a terra, avendo cura di percepire il movimento della colonna, vertebra per vertebra, appoggiarsi al suolo.

 

  • Medesima posizione iniziale: gambe piegate, piedi paralleli a terra, braccia lungo i fianchi, stendere il ginocchio destro e sollevare la gamba, mantenere per alcuni respiri. Ridiscendere in posizione iniziale e ripetere dell’altro lato.

 

  • Stendere a squadra le gambe verso l’alto, e descrivere dei piccoli cerchi con tutte e due gli arti uniti, prima da un lato e poi dall’altro. Durante l’esercizio aver cura di mantenere una leggera contrazione della vagina e dell’ano. Ascoltare l’impegno dei muscoli addominali.

 

  • A quattro zampe, peso diviso equamente sui quattro punti di appoggio, spalle rilassate che si allontanano dalle orecchie. Inspirando, muovere vertebra per vertebra dal coccige sino al capo, inarcando la colonna ad arco concavo. I muscoli dell’addome pur espandendosi rimangono attivi. Espirando contraendo i muscoli glutei, perineali e addominali, portare in retroversione il bacino ed accompagnare la colonna in arco convesso, rilassando il capo in avanti.

 

  • Sempre a quattro zampe, equilibrare bene il peso sui quattro arti, quindi stendere e sollevare in dietro l’arto destro, mantenere la posizione avendo cura di sentire la zona addominale controllata dall’impegno dei muscoli, le spalle rilassate che si allontanano dalle orecchie, e tutto il corpo ben equilibrato sui punti d’appoggio. Mantenere per tre o quattro respiri, quindi ritornare in posizione di partenza, rilassare ed eseguire con l’altro lato. Da 5 a 10 volte.

 

  • A quattro zampe, poggiare la punta dei piedi a terra e camminando con le mani assumere la posizione accovacciata. Se vi sono difficoltà a mantenere la posizione, allargare lo spazio di separazione fra i due piedi, e porre sotto i talloni un rialzo. Inspirare ed espirando risucchiare contraendoli l’ano e la vagina sino alla sua sommità. Inspirare rilassando progressivamente.

 

  • Preparare un rialzo con due o più coperte ben piegate, sedersi sul bordo anteriore del rialzo e stendersi a terra, in modo che tutto il bacino sia poggiato sulle coperte. Sollevare le gambe a squadra e mantenendo il corpo a terra rilassato, braccia lungo i fianchi, portare l’attenzione sul movimento di espansione della zona ombelicale durante l’inspirazione, ed alla sua contrazione con leggero rientrare durante l’espirazione. Mantenere da 5’ a 10’.

 

 

Posted in: Gravidanza, Salute per la donna | Tagged: 40 giorni, accudimento, armonizzare, armonizzare il corpo, bacino, buona postura, buona respirazione, camminare, cesareo, cibi speciali, comportamento parentale, corpo, diaframmi, disponibilità, dopo il parto, ematomi, emorroidi, episiotomia, equilibrio, esercizi, estrogeni, Fiorenza Zanchi, gravidanza, lacerazioni, lattazione, legamenti, mente, nutrienti, ormoni, perineo, pier luisa robecchi, post partum, progesterone, prolassi, prolattina, protezione, pube, puerperio, quarantena, raffinati, restituire energia al corpo, rigenerazione, ripristinare, ritrovare, rivoluzione ormonale, sedersi, sessualità, sistema nervoso, stimolo, umore, vulva

EROS: andiamo a naso?

Posted by carlab on 13 Settembre 2018 | Leave a response

Di Fiorenza ZanchiA stature of Cupid and Psyche embracing from the Villa Carlotta Undated photograph

Cosa insegnano le favole

Nella favola “Psiche e Amore” (Apuleio- L’Asino d’oro) l’avvenente Psiche, in preda allo sconforto, è in procinto di gettarsi dalla rupe su cui è stata abbandonata in ossequio a una profezia.
Ma all’atto di gettarsi nel vuoto ecco che una dolce brezza, Zefiro agli ordini del dio Eros, la solleva dolcemente e la depone in una valle incantata dove trova ogni ben di dio e ogni bellezza. E non solo: durante la notte viene a visitarla, avvolto dall’oscurità, un amante appassionato ma il cui volto ella non dovrà mai conoscere.
Egli, pur rimanendo ignoto, è presto vagheggiato dalla dolce fanciulla, stregata dai suoi “divini amplessi che le travolgono e soggiogano i sensi”.
Tuttavia, con il passar del tempo Psiche inizia ad avere dubbi e timori sulla reale identità del misterioso visitatore notturno, infine vinta dalla curiosità, che è desiderio di sapere, diventa “virilmente audace”, si attrezza con lucerna e rasoio e attende la notte, decisa a svelarne il segreto.
Così, una volta addormentato, illumina l’amante e scorge, invece che una temuta feroce belva, la sconvolgente ed innocua bellezza del dio dell’amore in persona, Eros.
Immediatamente “il suo animo piagato da amore delira”.

Partiamo dalla base

Psiche dunque inizialmente, nell’oscurità, sperimenta una forza che “travolge e soggioga i sensi”, e solo successivamente, quando “vede” Eros, si innamora. A tal punto che per realizzare questa passione affronterà e supererà prove che al

trimenti non avrebbe mai voluto né sarebbe stata mai in grado di sostenere.
Partiamo allora dalla prima parte del racconto, ovvero dalla base/radice della relazione, in cui gli incontri degli amanti si svolgono al buio completo, per comprendere il messaggio simbolico di questa oscurità iniziale.

Cupid and Psyche before 1805 Found in the collection of the Nationalmuseum Stockholm

Buio e inconsapevolezza

Il buio, l’assenza di luce, ovvero l’impossibilità di vedere, nei racconti mitologici, nel simbolo, indicano sovente qualche cosa che si svolge lontano dalla consapevolezza.
Così in questa prima fase la relazione che coinvolge Psiche, immersa nell’oscurità, è priva di scelta e indipen

dente da Eros in quanto tale: Psiche non lo “vede”, non sa neppure chi o cosa sia, è totalmente inconsapevole della sua identità unica e specifica, carattere, interessi, ideali, pregi, difetti…

La guida dei sensi e…

L’attrazione sessuale che sperimenta inizialmente è del tutto impersonale, analoga a quella che regola la riproduzione della vita a ogni livello della Natura.
Quella che spinge gli esseri viventi di qualsiasi specie a cercare un compagno quando è il tempo e la stagione giusta: dove, al di là e prima di qualsiasi intervento consapevole, sono i segnali istintivi e “innati” che dirigono e guidano la relazione.
Dove dominano i sensi.

… il senso più antico ovvero: una questione di naso

Primo tra tutti l’olfatto il primo tra i nostri sensi a comparire, vera e propria base/radice dello sviluppo sensoriale.
Generalmente si sottostima questo senso arcaico anche se, in realtà, si continuano a investire tempo, sforzi e denaro in abbondanza su deodoranti e profumi per modificare e rendere più accattivanti gli effluvi che il corpo emette.
In effetti la strada per Eros passa, in prima battuta, proprio attraverso l’odore.
Come a dire: se Eros nel buio avesse emanato un odore sgradevole, Psiche avrebbe dovuto tapparsi il naso e difficilmente avrebbe goduto con tanta soddisfazione dei suoi amplessi!

L’arte dei profumi

Lo hanno sempre saputo le antiche civiltà che tenevano in altissima considerazione la guida dell’olfatto, tanto è vero che la tecnica di distillazione dei profumi risale ad almeno 5000 anni fa!
E oggi una notevole mole di studi conferma l’importanza di questo senso arcaico.

L’olfatto ai giorni nostri

E’ stato evidenziato (v.ad es. G..Preti, ricercatre presso il Monell Chemical Senses Center e Professore Aggiunto preso il Dipartimento di Dermatologia dell’Università di Pensilvania) come l’esposizione a sostanze odorose (in particolare quelle provenienti dal sudore delle ascelle!) sia in grado di innescare una serie di reazioni emotive e fisiologiche anche nell’essere umano: in primis proprio l’attrazione sessuale.
Uomini senza alcuna idea di quello che stanno annusando inspiegabilmente preferiscono l’aroma di magliette indossate da donne che sono in fase di ovulazione rispetto a quelle di donne che sono in altre fasi del loro ciclo o donne inondate da effluvi maschili giudicheranno più piacevole un odore la cui fonte, del tutto nascosta nel “buio”, condivide con loro un numero inferiore di geni del sistema immunitario simili al suo (evitando inconsciamente i consanguinei!) …

Una scelta meditata

Se questo “basic instinct” è, almeno in prima battuta, una guida così lungimirante sulla strada dell’Eros, è meglio aver chiaro cosa si sta facendo e perché lo si sta facendo quando si modificano i propri odori, non a caso in particolare proprio quelli ascellari e sempre di più spesso quelli genitali.
Vista l’importanza che le nostre esalazioni possono rappresentare, specie nella scelta di un compagno, vale la pena di fermarsi un momento a riflettere sui propri obiettivi e porsi qualche domanda:

Cosa c’è nel mio odore che voglio modificare?
Cosa mi piace o non mi piace?
Cosa temo di mostrare/suscitare?
Cosa voglio ottenere?
Cosa voglio comunicare di me stessa?
In che contesto mi devo muovere?

Forse il tipo di deodoranti o profumazioni che utilizzo per andare nello spazio ristretto e magari affollato di un ufficio può essere diverso da quello adatto a un incontro più personale?

Un senso fuori esercizio

Iniziamo anche a riappropriarci dell’olfatto e degli odori con piccoli accorgimenti

chiudere gli occhi e concentrarci sulle sensazioni che emergono quando aspiriamo un profumo
percepire i cambiamenti del proprio odore nelle varie fasi del ciclo mestruale o nei diversi periodi della vita (come la gravidanza o la menopausa), o quando siete stressate o rilassate… quale vi colpisce o piace o infastidisce di più?
confrontare i profumi che utilizzate normalmente con il vostro: sono molto lontani, o hanno qualche cosa in comune? Rinforzano, migliorano o annullano completamente il vostro odore?
soffermarsi qualche istante sulla prima reazione all’odore di un individuo che incontriamo, prima di lasciarvi coinvolgere all’impatto visivo…

Sarà Eros che scorgerete quando aprirete gli occhi?

Il successo dei profumi

Nonostante il periodo di crisi globale che sta caratterizzando questi anni, il settore profumi è riuscito non solo a mantenere quote di mercato, ma ha registrato anche aumenti dei fatturati.Risultati immagini per profumi

Il mercato dei profumi ha avuto nel 2012 un valore totale di oltre 9 miliardi di euro (11.9 miliardi di dollari) e la previsione al 2017 è di 12

miliardi di euro (15.7 miliardi di dollari), con un tasso di crescita pari al 5.8%. (ricerca della BBC Research)analizzando l’intero settore cosmetico italiano, i profumi occupano (donna e uomo) oltre l’11% del mercato; più precisamente i profumi da donna rappresentano il 7% del mercato italiano cosmetico, e quelli da uomo il 4.4%.(tratto da: Novità di Mercato Settore Cosmetico CEC ed.)

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Menopausa: un’opportunità per rinnovarsi

Posted by carlab on 11 Maggio 2018 | Leave a response

Di Fiorenza Zanchi

La menopausa è un momento di cambiamento importante nella vita femminile. Ancora troppe donne lo vivono con ansia, complice un’informazione non sempre corretta. Ecco alcuni suggerimenti della dottoressa Fiorenza Zanchi, ginecologa, omeopata e psicosomatista.


5 domande che ci stanno a cuore

Perché quando si avvicina la menopausa si ingrassa più facilmente, soprattutto sulla pancia?

L’aumento del tessuto adiposo è uno stratagemma della Natura per attenuare la trasformazione ormonale che sta avvenendo. In questa fase, infatti, gli estrogeni diminuiscono progressivamente, mentre aumentano gli androgeni.
Il tessuto adiposo che si forma non va vissuto solo come una zavorra inutile: è un vero e proprio organo endocrino, che gioca un ruolo importante nella trasformazione ormonale. Una delle sue funzioni, per esempio, è la produzione di aromatasi, enzima localizzato soprattutto nelle cellule adipose addominali capace di trasformare gli androgeni in estrogeni.
La forma che cambia può quindi aiutare a ridurre vampate di calore, nervosismo e insonnia. Favorisce, inoltre, una maggiore luminosità della pelle e previene osteoporosi, perdita di capelli, secchezza vaginale e altri disagi.

Vuol dire allora che non dobbiamo contrastare l’aumento del peso?

Certo non dobbiamo uniformarci ai modelli stereotipati che propongono donne eternamente adolescenti, con la pancia piatta. Un’ eccessiva magrezza può accentuare i disturbi della menopausa. Se il peso tende a lievitare occorre però rivedere lo stile alimentare e approfittare di questo momento di cambiamento per rinnovare le proprie abitudini, incrementando, fra le altre cose, l’attività fisica, che andrebbe svolta con regolarità. Un’ occasione unica per concedersi più attenzione, imparare a non trascurarsi e a volersi bene. Accanto alle passeggiate, lo yoga è una disciplina ideale perché aiuta a conoscersi meglio, rafforza e rende più elastiche e capaci di affrontare i cambiamenti

È vero che in menopausa cala il desiderio sessuale?

I mutamenti del corpo sono spesso accompagnanti da nuovi stati d’animo che ci portano a mettere in discussione il nostro ruolo, anche in relazione alla sessualità.
Il segreto è non tentare di arrestare i cambiamenti ma accettarli, andare fino in fondo,
approfittare di questo momento per cambiare davvero e liberarsi dai condizionamenti e dalle coercizioni.
Troppo spesso le donne mi raccontano di un lavoro schiacciante, dentro e fuori casa, diventato continuo, ripetitivo, senza gioia, fra obblighi famigliari e impegni produttivi.
È importante cercare uno spazio per rigenerarsi, ridare voce alla creatività e alle passioni.
Se si ritrova un rapporto con il proprio eros interiore, poi è più facile trasportarlo all’esterno, nelle relazioni e il sesso guadagnerà certamente.

Ci sono accorgimenti particolari che aiutano a mantenere l’equilibrio della sfera genitale?

Un insegnamento viene dalla medicina tradizionale orientale, che pone l’attenzione sul piano, perineale, formato dai muscoli del pavimento pelvico: elevatore dell’ano, bulbo-cavernosi e ischio-cavernosi. In oriente questa zona è chiamata muscolo CHI e viene considerata fondamentale per aumentare la forza vitale e sessuale. Secondo le donne che si dedicano a discipline taoiste, per esempio, la condizione del perineo è determinante per lo sviluppo e la concentrazione dell’energia femminile: se questa regione non è sufficientemente tonica ed elastica, si può facilmente”disperdere” o non riuscire a “concentrare” energia. Oggi sappiamo che un eccessivo rilassamento del perineo, oltre a causare disturbi spiacevoli, come il prolasso o l’incontinenza urinaria, può essere alla base di una maggiore difficoltà a percepire il piacere sessuale. D’altra parte, l’eccessiva contrazione e rigidità di questa zona comporta una lubrificazione minore , quindi può suscitare dolore e/o impedire la penetrazione.
L’ attenzione nei confronti del perineo è quindi importante. Diversi esercizi di yoga aiutano a imparare a utilizzarlo.

Integratori e rimedi naturali aiutano?

Un aiuto viene dall’omeopatia, che fornisce diversi rimedi di supporto per attenuare alcuni dei disturbi più frequenti della menopausa, fra cui secchezza vaginale, vampate di calore, sbalzi dell’umore e insonnia.
Ci sono poi differenti integratori a base di composti naturali come l’ac. Ialuronico, il resveratrolo, vari tipi di vitamine, o vegetali, ad es. i fitoestrogeni, che mitigano gli effetti dei mutamenti ormonali e favoriscono il mantenimento dell’equilibrio, accompagnando i fisiologi cambiamenti legati all’età.
L’importante è scegliere in modo personalizzato, con il supporto di una/o specialista. Il “fai da te” non è consigliato, perché per usare efficacemente questi prodotti, ed evitare eventuali controindicazioni, occorre valutare caso per caso la scelta.
Fondamentale, inoltre, è favorire integratori di elevata qualità, che specificano con precisione gli ingredienti e la loro concentrazione.

(*) Trovate diversi articoli sulla menopausa della dottoressa Zanchi per approfondire questi temi su www.letrasformazionidelladonna.it , ginecologia naturale, menopausa.

Posted in: Menopausa, Salute per la donna | Tagged: adipe, Dott.ssa Fiorenza Zanchi, estrogeni, grasso, menopausa, natura, omeopatia, ormoni, perineo, piacere, sessualità, ventre piatto, zanchi
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