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Libri

LA NARRAZIONE COME SEGNO DI CURA

Posted by carlab on 22 Aprile 2021 | Leave a response
donna che legge

Prendersi cura di sé, e di altre donne, attraverso la narrazione. È questo il percorso scelto da Daniela Iurilli, naturopata professionista, che nel cuore della sua vita professionale come consulente della salute, ha scelto di raccontare la storia di Gemma rendendola protagonista del romanzo “Di Pancia e di testa”, che ci restituisce con intensità molti aspetti del nostro vissuto femminile.

Perché ho scritto questo libro

Ho avuto una vita piena di mille esperienze e vissuta intensamente. Ma solo dopo i cinquant’anni ho iniziato a sentirmi veramente bene dentro alla mia pelle, davvero libera e profondamente grata. Ogni giorno, in studio, incontro molte donne della mia generazione.
E ascoltando le loro storie, piano piano mi sono fatta un’idea ben precisa. Intorno ai cinquant’anni, più nello specifico tra i quarantasette e i cinquantadue, la donna si trova di di fronte ad un’ennesima nuova occasione di trasformazione. Un nuovo bivio che vede da una parte il rischio di un inesorabile declino e dall’altra l’occasione di una vera e propria rinascita capace di esprimere una presenza e una gioia di stare al mondo forse mai stata così piena, consapevole e creativa. Tutto dipende dalla narrazione che la donna fa di sé, della propria storia e del significato attribuito alle “ferite di guerra” accumulate nel tempo.
In questo senso Gemma è una di noi. Meravigliosamente e dolorosamente donne. Così uniche e a volte simili nel nostro continuo e tumultuoso divenire. Sempre più connesse al nostro Femminile via via che gli anni passano. Tutte accomunate dal “dovere” di restare vive, di esprimere e di godere, se la lasciamo libera di fluire, della nostra inesauribile vitalità. Nella gioia e nel dolore. Perché è con la vita che siamo unite in maniera viscerale. E questa simbiosi è la nostra vera medicina.

di pancia e di testa
Di Pancia e di Testa
Daniela Iurilli
Di Pancia e di Testa
  • di Daniela Iurilli

  • Casa editrice: Scatole Parlanti Editore

  • marzo 2021

  • 154 pag

Ogni donna ha il suo modo di arrivare al dunque con la vita. E non di rado questo momento si presenta verso l’età matura quando, assolti i principali compiti assegnati dall’esistenza, l’ineluttabile scorrere del tempo cambia il modo di guardare a se stesse e a tutto ciò che accade.  Ci riconosciamo se voltiamo lo sguardo indietro? E osservandoci allo specchio? È ancora possibile recuperare quelle parti di noi che forse abbiamo lasciato indietro e riaprire le braccia all’esistenza certe dell’impermanenza di ogni cosa?

Gemma trascorre la vita sballottata tra una madre caparbia, silenziosa e razionale e un padre imperativo, impulsivo e passionale. La sua storia si snoda così, accontentando ora un istinto coraggioso e anticonformista, ora una testa disciplinata e rigorosa. Quando poi, compiuto il grosso del cammino, si ritrova da sola, con due figli adolescenti, un bel po’ di ferite e più nessuno a limitare il suo mondo emotivo, in lei affiora un sentire più indomito, autentico e ancora  dannatamente vivo. Tra nuove consapevolezze e un pizzico di ironia si alternano lavoro, figli e amori in una storia di eros, thanatos e spiritualità dove affidarsi al destino, incentivandolo anche un po’, è la chiave per danzare con la vita. A qualunque età.

 

Daniela Iurilli

Daniela Iurilli

 

É naturopata professionista perfezionata in nutrizione e dietetica applicata e si occupa da più di vent’anni di alimentazione e salutogenesi. Formatrice esperta di divulgazione e comunicazione per la salute tiene corsi e workshop in tutta Italia. Di pancia e di testa è il suo primo romanzo.

Posted in: Libri | Tagged: 50 anni, crescita, Daniela Iurilli, di pancia e di testa, eros, leggere, lettura, libri, libro, maturità, naturopatia, racconto

ANDAR PER ERBE DAL GARDA ALLA RENDENA

Posted by carlab on 15 Marzo 2021 | Leave a response
lago di garda

Il libro racconta l’affascinate storia legata alla raccolta delle piante officinali, che ha visto le donne protagoniste nei secoli. Si apre così un percorso che dalla zona del Garda conduce alle esperienze di altre regioni d’Italia e del mondo con la guida delle autrici, appassionate ricercatrici e raccoglitrici.

di: Maria Pia Macchi, Sara Maino, Fiorenza Tisi.

Testimonianze fra le generazioni

Sono trentacinque le testimonianze raccolte nel libro che s’inseriscono in una vasta ricerca bibliografica riferita a diverse regioni d’Italia e del mondo, evidenziando le elevate proprietà nutrizionali di piante che hanno accompagnato nei millenni la storia del genere umano.
Il testo coniuga sapientemente i ricordi degli anziani, generazioni di donne e uomini profondamente legati alla loro terra, con le iniziative e le speranze dei più giovani, uniti da un forte rispetto e amore per la natura, nella denuncia dei veleni che inquinano l’ambiente, nel desiderio di una vita semplice e sana, nel recupero di quei sapori arcaici e autentici, cancellati da un’omologazione alimentare che sta via via cancellando la biodiversità del nostro Pianeta.

garda

Un sapere da salvare

Purtroppo, molto sapere si è perso, le specie note e usate sono diminuite notevolmente rispetto al passato.
Sono già trascorsi dieci anni da quando, in occasione dell’Anno Internazionale della Biodiversità, la FAO ha evidenziato le conseguenze negative della diffusione di modelli alimentari che stanno danneggiando la nostra salute e l’ecosistema.
Con tutte le incognite che ci presenta un futuro in cui il cambio climatico, la crescita della popolazione mondiale e l’insufficienza delle terre coltivabili mettono a rischio la sicurezza alimentare, le forme selvatiche delle piante coltivate potrebbero costituire un’importante risorsa, che va assolutamente tutelata e valorizzata per tempo.

La ricerca delle autrici

La pubblicazione illustra i dati raccolti dalle autrici nel corso di una ricerca etnobotanica sulle piante spontanee a uso alimentare. In tempi di guerra e di carestie, queste piante hanno sostenuto un ruolo importantissimo per la sopravvivenza umana tanto da venir chiamate alimurgiche, alimenti utili in caso di emergenza alimentare, che possono ancora dare il loro contributo per integrare la dieta.
Il termine “Foraging” indica un’attività comune a esseri umani e animali nella ricerca del cibo che cresce spontaneo nei boschi e nei prati. La raccolta di bacche ed erbe spontanee è una pratica antica che implica un rapporto con la natura, parte integrante di quell’arte di arrangiarsi, oggi non più scontata, propria della gente di montagna.
Un modo di prendersi cura di sé che le autrici vogliono valorizzare attraverso le parole di chi non ha dimenticato questa arte. Rivivono così, pratiche che conducono a scelte alimentari consapevoli, in sintonia col ritmo delle stagioni, nella tutela del benessere delle generazioni future.
La ricerca biennale si è svolta, col sostegno del Centro Studi Judicaria, in 13 Comuni: Arco, Tenno, Dro, Nago-Torbole, Riva del Garda, Cavedine, Fiavè, San Lorenzo Dorsino, Tre Ville, Bleggio Superiore, Spiazzo.
Sei di questi comuni sono localizzati nella Comunità Alto Garda e Ledro, 4 nella Comunità delle Giudicarie, 1 nella Comunità della Valle dei Laghi, 1 a Trento, capoluogo di Provincia e 1 in Provincia di Verona.

pianta officinale

Immagini che riconducono a una vita in armonia con la natura

Il testo, di 118 pagine, è corredato da 115 immagini e descrive le interessanti proprietà nutrizionali piante alimurgiche, riscoprendo leggende e antiche tradizioni che vi sono collegate. Senza trascurare di porre l’attenzione sulla necessità di una raccolta sostenibile per l’ambiente.
Si sviluppa così un racconto corale, che promuove l’uso e la conservazione di queste piante preziose e fornisce nel contempo una visione del loro ruolo per favorire un modo di vivere in sintonia con la natura.

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La respirazione: una funzione preziosa.

67 piante, 22 schede etnobotaniche e 85 ricette da scoprire

Le testimonianze raccolte hanno evidenziato la conoscenza e l’uso di 67 piante, descritte in una tabella. Nel testo sono state incluse le schede etnobotaniche relative alle 22 piante giudicate le più importanti da un punto di vista nutrizionale ed etnobotanico, corredate da 85 ricette.

L’ampia bibliografia citata è un utile stimolo per ulteriori approfondimenti. Ci auguriamo che questo sia, infatti, solo l’inizio di un percorso di consapevolezza e impegno per una migliore qualità della vita, in cui il sapere degli anziani possa confrontarsi con la curiosità dei più giovani.

Le piante in primo piano
Le piante in primo piano
  1. Asparago di monte, Barba di capra

  2. Bardana maggiore

  3. Betulla verrucosa, Betulla

  4. Cicoria comune, Radicchio

  5. Corniolo, Corniolo maschio

  6. Faggio comune

  7. Farinello comune, Farinaccio selvatico

  8. Luppolo comune

  9. Malva selvatica

  10. Menta dei campi

  11. Nespolo volgare

  12. Ortica

  13. Papavero comune

  14. Piantaggine lanceolata

  15. Porcellana comune, Portulaca

  16. Radicchio dell’orso

  17. Raperonzolo, Campanula raponzolo

  18. Sambuco nero

  19. Silene rigonfia tipica, Silene

  20. Spinacio di monte, Farinello buon-enrico

  21. Tarassaco

  22. Trifoglio pratense

Sara Maino e Maria Pia Macchi
Fiorenza Tisi
Maria Pia Macchi
Sara Maino
Fiorenza Tisi
Maria Pia Macchi

Nel 1981 si laurea con lode in Psicologia presso l’Università degli Studi di Padova con una tesi di Antropologia culturale inserita in un progetto MAB, UNESCO, oggetto di successivi convegni e pubblicazioni. Grazie a una borsa di studio incontra la visione del mondo olistica di comunità indigene dell’Amazzonia e delle Ande, oggetto della tesi di specializzazione in Ecologia Umana. Lunghi viaggi in India e in Nepal focalizzano i suoi interessi sui sistemi di Medicina tradizionale di questi Paesi. Nel 1996 fonda in Tamil Nadu, a Courtallam, zona nota per l’elevata biodiversità, un Laboratorio di Ecologia Umana e un giardino etnobotanico, con oltre 450 specie di piante medicinali. Qui approfondisce lo studio della Medicina Ayurveda e Siddha conseguendo numerosi attestati di partecipazione a corsi e convegni sul tema. Membro attivo della Società Internazionale di Etnobiologia, partecipa ad un fitto calendario di simposi nazionali ed internazionali e collabora in qualità di consulente a progetti di cooperazione nell’ambito della Medicina Tradizionale, dell’alimentazione e del turismo responsabile. Nel 2003 fonda a Pistoia la Onlus Magia Verde, di cui è presidente, e inizia a creare occasioni di scambio interculturale e sensibilizzazione sui temi della tutela ambientale e della prevenzione sanitaria, attraverso pubblicazioni e seminari.

Sara Maino

Professionista nell’ambito teatrale, performativo e video, si dedica all’ideazione e alla regia di spettacoli, audiovisivi d’arte e documentari in Italia e all’estero. Da più di vent’anni ricerca e raccoglie le memorie della gente che trasforma in creazioni artistiche, dalle performance di comunità a installazioni multimediali, da archivi digitali e mappe in Rete, a mostre e pubblicazioni, collaborando con enti e scuole di tutta Italia. È specializzata nell’ideazione e nella conduzione di laboratori formativi, focalizzati sulla pratica del suono e dell’intervista narrativa, come strumenti di stimolo creativo, per consolidare relazioni di comunità attraverso l’educazione a un ascolto consapevole. Cura progetti artistici per diversi festival nazionali e ha lavorato per RAI, Università Luiss di Roma, Scuola Musicale Allegro Moderato di Milano in qualità di regista, autrice ed esperta multimediale. www.saramaino.it

Fiorenza Tisi

Biologa, si è laureata presso l’Università di Padova nel 1985 e ha ottenuto il dottorato di Ricerca in Botanica ed Ecologia all’Università di Innsbruck nel 1995.
Ha conseguito il diploma internazionale di Educazione negli Orti Botanici presso i Royal Botanic Gardens Kew di Londra, i master in Economia e Management dei Musei e dei Servizi Culturali all’Università di Ferrara e in Diritto e Management delle Amministrazioni Pubbliche all’Università di Trento. È insegnante di yoga diplomata alla Scuola quadriennale Yoga Ratna di Piacenza, è iscritta all’elenco nazionale dei tecnici ed esperti degli oli extravergini o vergini.
Si è occupata di museologia, ricerca scientifica, divulgazione, formazione, pianificazione territoriale, è autrice di oltre 130 pubblicazioni e curatrice di oltre 40 eventi espositivi dedicati alla conoscenza del territorio e alla sostenibilità ambientale.
È dipendente della pubblica amministrazione, socia onoraria del Garden Club Trento e fa parte di varie associazioni, tra le quali l’Associazione Internazionale Giardini Botanici Alpini, l’Accademia Roveretana degli Agiati, il Centro Studi Judicaria.

Foraging Judicaria
Posted in: Libri | Tagged: alimurgiche, biodiversità, etnobotanica, fiori, piante spontanee

CLOROFILLATI

Posted by carlab on 17 Giugno 2019 | Leave a response

L’amica psicologa Marcella Danon ha redatto per noi una presentazione del suo nuovo libro pubblicato da Feltrinelli:”Clorofillati”. Ve la proponiamo di seguito con l’auspicio che questa lettura oltre che a stimolo per la riflessione possa allietare la vostra estate.

di Marcella Danon

Perchè Clorofillati

Clorofillati è frutto sia del mio lavoro di ecopsicologa, sia di ciò che sono io come persona. Nata e cresciuta in città, in una grande città come Milano, sono da sempre sensibile all’intenso richiamo da parte di tutto quello che è ambiente naturale,  vita agricola e, in particolare, civiltà contadina di montagna. Mio padre mi portava con sé in passeggiate, in collina, boschi e rive dei laghi, ho frequentato gli scout durante l’adolescenza, poi il gruppo botanico del Museo di Scienze Naturali di Milano, il mio primo fidanzatino era entomologo e andavamo insieme per montagne e grotte… ho cercato tutte le vie possibili immaginabili per liberarmi dalla presa tentacolare della mia origine cittadina. Era una promessa fatta a me stessa ancora in giovane età: da grande farò qualcosa che ha a che fare con la Natura. Da ragazza, in una delle esplorazioni in solitaria, in un’epoca in cui ancora si permetteva agli adolescenti di andare da soli nei boschi, più volte mi ero persa e poi  ritrovata, chiedendo aiuto al bosco stesso. Una pratica nata spontaneamente oggi parte integrante del mio atteggiamento nei confronti dell’ambiente naturale: qualche cosa di vivo, con cui possibile entrare in connessione e, addirittura, in dialogo.

 

 

Manuale pratico di ecopsicologia

Clorofillati è un manuale pratico. In altri luoghi e altri testi ho approfondito la teoria che ne sta alla base, l’ecopsicologia.  È un libro soprattutto per chi, come me, è nato in città, vorrebbe staccarsene, ma ancora non può.  Accompagna ad arricchire la propria quotidianità di momenti di esperienze che permettono di sentire quella profonda connessione con l’ambiente naturale che è sempre viva dentro di noi, anche quando crediamo di averla dimenticata. La buona notizia è che anche la città è Natura. Un cambiamento si può fare, prima di tutto, nel nostro atteggiamento: nella percezione di ciò che ci circonda, nella visione del mondo, nei valori per i quali scegliamo di impegnarci.

Messaggio di speranza

Clorofillati non è solo un manuale pratico per raggiungere un maggior benessere fisico e psicologico frequentando la Natura, è anche un messaggio di speranza. C’è un salto evolutivo che ci aspetta come umanità, quello di riconnetterci con consapevolezza che non siamo qualche cosa di diverso da ciò che ci circonda, non siamo ospiti scomodi giunti da un altro pianeta su questa Terra, ma siamo parte integrante del suo processo evolutivo. Questa è la tappa in cui dobbiamo risvegliarci  a una nostra identità più ampia e al margine di libertà, creatività e responsabilità che ci spetta e ci tocca – onore e onere, allo stesso tempo – in modo da diventare agente attivi di quell’intelligenza ecologica oggi indispensabile per il nostro futuro.

Un approccio archetipicamente femminile alla vita

Siamo molto coinvolte in questo salto evolutivo, proprio quanto donne. Si tratta di reintegrare un approccio archetipicamente femminile alla vita, che è andato perso con la rivoluzione industriale e la modernità. Un approccio con focus su relazioni, qualità della vita, inclusione, accoglienza delle emozioni, connessione, intuizione, sensibilità, bellezza. Il risveglio del femminile, come viene chiamato in ecopsicologia, è una riconnessione, sul piano psicologico, valoriale, ed esistenziale, che non riguarda solo le donne, ma anche gli uomini. Il salto di qualità che ci attende è un’integrazione delle nostre potenzialità dell’emisfero sinistro del nostro cervello con quelle dell’emisfero destro: il principio attivo, penetrante e  razionale, con quello ricettivo, accogliente e  relazionale. La liberazione degli anni 70 ha portato le donne a incarnare modi stili e valori proprio dell’archetipo maschile; una tappa necessaria, probabilmente, che ha bisogno ora di reintegrare nuovamente il femminile nella propria vita, da un livello di parità di diritti. Le donne potranno così riappropriarsi della loro prevalente femminilità senza per questo perdere la conquistata posizione nella società e gli uomini potranno riappropriarsi del loro diritto di esprimere le loro qualità femminili – sensibilità, emotività, intuizione – senza per questo perdere in mascolinità. In questa integrazione tra maschile e femminile, mente e natura, ambiente urbano urbana e selvatico,  si gioca la nostra sfida evolutiva.

 

Posted in: Libri | Tagged: accoglienza delle emozioni, agricoltura, bellezza. Il risveglio del femminile, bosco, che non riguarda solo le donne, clorofillati, con quello ricettivo, connessione, è una riconnessione, ecopsicologia, ed esistenziale, entomologo, estate, inclusione, intuizione, libro, marcella danon, Milano, museo scienze naturali, natura, penetrante e razionale, persona, probabilmente, qualità della vita, sensibilità, Siamo molto coinvolte in questo salto evolutivo, sul piano psicologico, valoriale

DOVE SI GUARDA È QUELLO CHE SIAMO

Posted by carlab on 29 Gennaio 2019 | Leave a response

di Giovanna Casadio

Per presentarci il suo nuovo romanzo, l’amica Giovanna Casadio ha scritto, appositamente per noi, alcune righe. Ve le proponiamo di seguito.

 

Roma, gennaio, 2019

 
Ho spesso desiderato che un editore chiamasse per chiedermi : “Ci mandi un pezzo sulla sua casa, anzi sulle sue case: quelle che ha amato di più, quelle che rimpiange, quelle da cui è fuggita”.
Da anni, da trent’anni, su Repubblica e altrove scrivo dei fatti, della realtà dei fatti, delle cose che accadono fuori.
Ma non è strano andare per strada, nei luoghi dove si fa cronaca inclusa quella parlamentare e politica, e desiderare invece di parlare soprattutto di casa?!
Se qualcuno me l’avesse chiesto, avrei scritto ad esempio della casa di donne di piazza Ghislieri a Pavia dove ho vissuto da ragazza, dove credo di avere appreso tutto o quasi e, più di tutto, l’infrangibilità.
Nonostante le ferite, le ammaccature, quando le donne coltivano ancora le utopie, la leggerezza, la fantasia e l’amore, beh se non è infrangibilità questa!
Poiché però nessuno mi ha mai chiesto di scrivere delle mie case, delle storie di cui erano colme, fuori dalla gabbia del lavoro e della sua routine, mi sono ripresa la libertà e l’iniziativa. E ho dato la precedenza alla casa dove non ho mai abitato, la casa della Giudecca, la Jureca, a Trapani.
E’ cominciato così questo libro per l’editore Edt a cui ho proposto un racconto di viaggio a Trapani, Erice e Marsala estremo occidente siciliano, di sapori – il cùscuso e la granita di gelsomino e le arancine  – di cunti. 
Ma in confidenza devo dirvi che volevo solo tornare alla Jureca, nella casa in cui il bello e il brutto dei racconti accanto ai quali ho trascorso l’infanzia, accadevano.
E volevo prendere per mano (l’ho sognato, davvero) chi avesse avuto, e avesse anche ora, la voglia di accettare il mio invito a casa.
Una casa di parole, di qualche comune emozione, di pensieri davanti al mare con cui annacarsi – farsi cullare – di destini, di sfregi, di risate e di rivincite.
Impastata di vento, di sale, di acqua, di Sicilia.
Se dovessi spiegare alle amiche che me lo chiedono, perché un libro così distante dal mestiere di cronista in cui mi sono esercitata per una vita, non saprei dare una risposta.
A parte quella con cui convivo in segreto e che u’dutturi, protagonista di questa storia svela, raccontando:
  • Alla vigilia della Festa dei Morti ci acquattavamo sotto la finestra aspettando che arrivassero i nostri Morti prodighi di doni magari dal Palazzo Ciambra così misterioso con la torre bugnata e dove speravamo si aggirassero i fantasmi. Strani individui coperti da pastrani si muovevano infatti discretamente di notte. Seppi crescendo che là alla Jiureca si davano appuntamento gli amanti –
  • Sei sicuro? – chiesi 
  • Giovannù, cosa c’è di sicuro se non le nostre fiabe?

 

Giovanna Casadio

 

Cronista parlamentare per “Repubblica”. Ha pubblicato per Laterza i libri intervista Quel che è di Cesare con Rosy Bindi (2009) e I doveri della libertà con Emma Bonino (2011). È autrice con Anna Vinci del testo teatrale Gli uomini mangiano i pesci sui migranti del Mediterraneo.

Posted in: Libri | Tagged: amore, casa, desiderio, donne, dove si guarda è quello che siamo, edt, erice, fantasia, femminilità, femminismo, festa dei morti, fuggire, ghislieri, giudecca, Givanna Casadio, infrangibilità, jureca, libro, mare, marsala, palazzo ciambra, parlare, pavia, ragazza, repubblica, sicilia, trapani, viaggio, vita

SUPERMAMME E SUPERPAPA’ – Il mestiere di genitore fra gli USA e noi, di Francesca Nicola

Posted by donnetra on 27 Giugno 2017 | Leave a response

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Cosa è diventato oggi l’essere madre e padre?

Un impegno economico ma anche un’attività estenuante.
Si inizia già in gravidanza a stimolare le potenzialità del nascituro. Una volta venuto al mondo, poi, non basta informarsi sulle migliori strategie educative.
Bisogna diventare veri e propri esperti dei differenti stili genitoriali e posizionarsi all’interno di un mosaico di tribù e appartenenze identitarie: mamme tigri, mamme coccodrillo, mamme chioccia, mamme elicottero, mamme droni..

Vivendo con famiglie di bambini cui è stata diagnosticata l’ADHD (Sindrome da Deficit di Attenzione e Iperattività) a Detroit e New York, Francesca Nicola ci restituisce etnograficamente uno spaccato della quotidianità di madri e padri impegnati a essere non solo educatori, ma anche terapisti, nutrizionisti, avvocati e guide spirituali dei loro figli.
Uno scenario statunitense ma sempre più globale, popolato da genitori stanchi, insicuri, ansiosi, sovra-responsabilizzati e soli.

“Chi sono le super mamme e i super papà?

Nei Paesi anglofoni si parla da decenni di “helicopter parents”, per descrivere quei genitori che ronzano ossessivamente sopra la testa e la vita dei propri figli.
Una sorta di iper-presenza fisica e psicologica, un modello culturale sempre più promosso da esperti, media e agende politiche nazionali e globali, che malgrado le buone intenzioni rischia di produrre più danni che benefici”.

Lo scrive Francesca Nicola, antropologa culturale, che ha fatto ricerca negli altopiani della Papua Nuova Guinea e negli Stati Uniti. E’ autrice, con Franco La Cecla, di un manuale scolastico di Antropologia  Culturale (Zanichelli, 2017),  e coautrice di un manuale di filosofia (Il Nuovo Pensiero Plurale, Loescher, 2012) e di pedagogia (Paidéia 2.0, Loescher, 2015). Ha co-fondato Diogene. Filosofare Oggi, il primo magazine di filosofia in Italia (Giunti, 2005) ed è redattrice della rivista La Ricerca (Loescher)

Posted in: Libri | Tagged: ADHD, Francesca Nicola, genitori, madri, padri
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